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Messaggi di Aprile 2020
Post n°2842 pubblicato il 29 Aprile 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Borghi tipici Walser attorno al Monte Rosa I villaggi alpini che sorgono ai piedi del Massiccio del Rosa 9 gennaio 2015 Condividi su Facebook+ Valle d'Aosta: dieci castelli da favola. Foto-itinerario Il Monte Rosa si trova nelle Alpi Pennine e si estende su territorio italiano e svizzero è il massiccio più esteso delle Alpi e il secondo per altezza. La Punta Dufour, con i suoi 4.634 metri, è la vetta maggiore del gruppo. Sulla Punta Gnifetti si trova il rifugio alpino più alto d'Europa, la Capanna Regina Margherita (a quota 4.554 metri). I Walser hanno contaminato tutte le località che insistono sul Rosa. Erano una popolazione di origine germanica giunta in questa zona più di otto secoli fa. La loro cultura si riflette ancora oggi nell'architettura, nelle tradizioni e nella lingua parlata, denominata Titsch. Il comprensorio sciistico Monterosa Ski, che, con i suoi 150 chilometri di piste, è uno tra i più estesi e suggestivi delle Alpi. E' un piccolo comune piemontese dell'Alta Valsesia (in provincia di Vercelli). Si trova ai piedi del Monte Rosa, l'abitato si divide in alpeggi e frazioni dove si respira la tipica atmosfera Walser caratterizzata dalle case in legno di larice. I villaggi sono ben conservati, le tre Valli del Sesia sorprendono chi le visita per la loro bellezza autentica. Il comprensorio sciistico di Alagna è un paradiso dell'alpinismo e del free ride. Da una decina d'anni è collegata con gli impianti di Gressoney-La-Trinité. Con le funivie è possibile raggiungere il passo dei Salati dove parte l'impianto che conduce alle Roccette di Punta Indren a 3275 m, punto di partenza quasi obbligato per l'ascesa alle principali vette del Monte Rosa. Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-La-Trinité In direzione dell'ampio massiccio del Rosa, dal versante valdostano salgono due valli, quella di Gressoney e quella d'Ayas. Risalendo la prima, anche chiamata Valle del Lys, si trovano Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-La-Trinité. Nel centro storico di Gressoney-Saint-Jean alcune case Walser, ben conservate, sono raggruppate attorno alla chiesa di San Giovanni Battista. Appena fuori dal centro abitato il Lago Gover, con le sue acque verde smeraldo dove si specchia il Monte Rosa. Gli impianti permettono a Gressoney-Saint-Jean la pratica dello sci alpino e dello sci di fondo, con un tracciato che si snoda per 25 km. Gressoney-La-Trinité si trova a 1627 metri di altitudine, situato in una vasta zona pianeggiante dominata dal ghiacciaio del Lyskamm. Champoluc sono Antagnod, Champoluc, Frachey, Saint-Jacques e Crest. Nella conca, caratterizzata dallo sfondo dei ghiacciai che chiudono la testata della valle, si trova Champoluc a 1568 metri di altitudine. E' meta di villeggiatura invernale ed estiva. Macugnaga la famosa parete Est, la più alta parete delle Alpi e l'unica di dimensioni himalayane. Ospita il Museo Walser che illustra lo spirito delle comunità alpine con i suoi usi, costumi e piatti tipici. I dintorni di Macugnaga e il Monte Rosa sono adatti alla pratica delle ciaspole lungo i sentieri immersi nella natura. Suggestiva la ciaspolata notturna verso l'Alpe Burki o l'itinerario che si snoda da Macugnaga al Rifugio Zamboni - Zappa. |
Post n°2841 pubblicato il 29 Aprile 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Lago di San Domenico, angolo di paradiso nel cuore dell'Abruzzo Sulle acque di questo piccolo specchio d'acqua si riflette un suggestivo eremo dall'antichissima storia 9 aprile 2020 Condividi su Facebook+ Immaginate un piccolo specchio d'acqua attorniato da montagne e speroni rocciosi, nel cuore verde di una natura quasi incontaminata. Ecco come appare il lago di San Domenico, un luogo dove potrete regalarvi ore di relax immersi in un silenzio quasi irreale. Siamo nel cuore dell'Abruzzo, e più precisamente nei pressi di Villalago , un piccolo borgo affascinante arrampicato su un promontorio che si affaccia sulle Gole del Sagittario. Il lago montano che si trova a poca distanza dal paese offre un panorama davvero suggestivo, ma la sua storia non è romantica o misteriosa come quella di tanti altri luoghi d'Italia. Venne infatti creato in un invaso artificiale determinato dallo sbarramento del fiume Sagittario. La diga che ha dato vita a questo specchio d'acqua venne completata nel 1929 e ha la funzione di alimentare la centrale idroelettrica che si trova a valle di Anversa. Sebbene sia nato per sopperire alle importanti esigenze di approvvigiona- mento elettrico, il lago di San Domenico è un posto che conserva un fascino davvero unico. Sono molte le meraviglie che si possono ammirare in questa zona, a partire dalle cascatelle della sorgente Sega che si tuffano nelle acque del lago e che, seppur in minima parte, contribuiscono ad alimentarlo. Tutt'intorno, la natura regna sovrana: trovandoci a poca distanza dal Parco nazionale d'Abruzzo, la flora e la fauna sono particolarmente ricche. L'attrazione principale di questa regione è senza dubbio l'eremo di San Domenico, una splendida chiesetta di origine medievale che si rispecchia sulle acque del lago. L'edificio sorge presso una grotta naturale scavata nella roccia calcarea all'interno della quale, si racconta, avrebbe trovato riparo il monaco benedettino san Domenico, attorno all'anno 1000. Venerato per i suoi poteri taumaturgici, fu omaggiato di una meravigliosa cappella votiva costruita nell'XI secolo. L'eremo vero e proprio risale però al XV secolo, ed è oggi meta di pellegrinaggio. Un tempo, per raggiungere l'eremo bisognava attraversare un vecchio ponte che oggi è semisommerso dalle acque del lago - i suoi resti riemergono periodicamente, nei momenti di secca. In occasione della creazione della diga, venne costruito un nuovo ponte di pietra in stile finto medievale, e nello stesso periodo venne rifatta la facciata della chiesetta. Al suo interno, si trovano molti elementi in stile barocco e neogotico, nonché diverse pregevoli opere d'arte. Il lago di San Domenico è il luogo perfetto per chi vuole immergersi nella natura. Nei suoi pressi si dipanano numerosi sentieri adatti a tutti coloro che vogliono dedicarsi al trekking tra i boschi o ad un'arrampicata sulle cime rocciose, da cui si può godere di un panorama mozzafiato. Dopo una lunga camminata, ci si può riposare al sole nella splendida spiaggetta che sorge sul lato di Prato Cardoso, l'unica di tutto il lago. Attenzione, però, perché non vi si può fare il bagno né pescare. |
Post n°2840 pubblicato il 29 Aprile 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato da Internet Cosa fare e cosa vedere al Lago di Scanno Il Lago di Scanno è una gemma nel cuore dell'Abruzzo, un posto suggestivo tutto da scoprire dove poter fare diverse attività: scopri tutto nel nostro articolo 7 aprile 2020 Condividi su Facebook+ Posizionato nelle vicinanze del Parco Nazionale d'Abruzzo, il borgo di Scanno è un centro da visitare, che offre meravigliosi paesaggi, che hanno affascinato anche il famoso fotografo Henri Cartier-Bresson, che ha soggiornato qui per un po' di tempo. Il lago di Scanno, il più grande bacino naturale dell'Abruzzo si trova nelle sue vicinanze e si presta alla pratica di sport come la canoa, a gite in pedalò, a lunghe sedute di birdwatching, ma è la location ideale anche per stare sdraiati sulle sue sponde a riposarsi o prendere il sole. Cosa fare sul Lago di Scanno Cosa fare sul Lago di Scanno? Avrai solo l'imbarazzo della scelta. Questo luogo sembra infatti nato intorno alle esigenze del visitatore e propone numerose offerte di turismo esperienziale. Da notare però che le sponde del lago, si differenziano per i servizi offerti. A sinistra, dando le spalle al lago, ci si trova davanti a un'area che può essere utilizzata per posizionare tende e per campeggiare A destra, dando le spalle al lago, c'è una zona boscosa. Numerosi torrenti scorrono nei dintorni, prima di confluire nel lago. Pic-nic lungo lago e cosa fare con i bambini Lungo le coste del lago di Scanno si posso fare pic-nic e grigliate, ma solo sul suo lato destro, facendo ben attenzione a non avvicinarsi troppo agli alberi e recuperando tutte le ceneri a fine pasto. È anche possibile mantenere fresche le bibite, immergendole nelle acque del lago, dopo averle assicurate con un legaccio, per evitare che la corrente le trascini via. È la riva sinistra del lago quella dove passare i pomeriggi con i più piccoli. Qui sono presenti delle altalene e altri giochi, dove potranno sfogare tutte le loro energie. Unico neo di questa area è la mancanza di un riparo dal sole. Sulle acque del lago potrete fare insieme una lunga pedalata, col pedalò, mentre per i boschi si usano le bici, anche i particolari tandem a quattro posti, uno per ogni membro della famiglia. L'eremo di Sant'Egidio e il sentiero del Cuore Due interessanti luoghi, vicinissimi al lago di Scanno, sono l'eremo di Sant'Egidio e il Sentiero del Cuore. Questo sentiero deve il suo nome al fatto che, percorrendolo, si ha una visuale particolare del lago, che sembra assumere la forma di un cuore. Per arrivarci si deve seguire, dopo aver percorso un tratto di strada asfaltata, un sentiero sterrato, purtroppo non segnalato, per salire verso l'alto. Sulla destra vedrai il lago, mentre sulla sinistra il borgo di Scanno; prosegui sul sentiero battuto, all'interno del bosco, e in pochi minuti riuscirai a raggiungere il posto panoramico. Altre cosa in zona da non perdere La chiesetta della Madonna del lago, la chiesa di Santa Maria della Valle e il museo della lana, sono 3 tappe immancabili per chi visita questa zona. Entrando nel centro abitato di Scanno si rimane stupiti dall'ambientazione, un mix di case colorate, palazzi signorili e strette viuzze che conducono a scalinate sulle quali si aprono tantissime piccole e graziose chiesette. Camminando nel borgo ci si imbatte in botteghe artigiane, come quelle orafe, dove si realizza ancora la presentosa, un ciondolo che i pastori donavano alle loro amate, come segno di impegno. Quando è consigliabile visitare il lago e come arrivare La stagione estiva e primaverile sono quelle consigliabili per visitare questa zona. Meglio evitare i giorni festivi per eccellenza, come quello del primo maggio, per non rischiare di rimanere imbottigliati nel traffico. Il 24 agosto è possibile ammirare i fuochi artificiali che si riflettono nelle acque del lago, mentre il 14 agosto si può assistere, nel borgo di Scanno, alla rievocazione storica di Ju Catenacce. Il primo maggio c'è la festa di San Domenico, con la tradizione dei serpari. Raggiungere il Lago di Scanno è semplice. In auto si arriva seguendo la A 25 fino all'uscita di Cocullo e proseguire poi sulla SS 479, per circa 20 chilometri. Per chi arriva in treno, la stazione da prendere come riferimento è quella di Sulmona, da dove parte un servizio di bus per Scanno. Non resta che prepararsi per la partenza. |
Post n°2839 pubblicato il 29 Aprile 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet La Barbagia come non l'avevi mai vista, tra borghi e tradizioni Andiamo alla scoperta del cuore più aspro e selvaggio della Sardegna, dove la natura regna sovrana 22 aprile 2020 Condividi su Facebook+ Aspre cime montuose e bianchi altipiani calcarei, piccoli borghi arrampicati sulla roccia e panorami mozzafiato: questo e molto altro è ciò che vi aspetta nel territorio della Barbagia, il cuore più selvaggio della Sardegna. È un luogo dalla storia millenaria e dalle antichissime tradizioni, non potrete fare a meno di apprezzare la sua calorosa ospitalità e i suoi sapori locali. La Barbagia è un'area molto vasta, caratterizzata da un'ampia regione montuosa che si snoda nell'entroterra della Sardegna, sui fianchi del massiccio del Gennargentu. Il suo territorio si apre tra Nuoro e l'Ogliastra, e al suo interno si contano in realtà diverse Barbagie: tratto comune a ciascuna di esse è una natura aspra e selvaggia, nel cuore di alcune delle regioni storiche tra le meno conosciute a livello turistico. Quando si parla di Sardegna, in effetti, il pensiero corre alle sue fantastiche spiagge e alle acque cristalline su cui si affacciano. Siete pronti a scoprire l'altro volto, quello più segreto, di una regione ricca di meraviglie? Essendo un territorio molto ampio, il panorama della Barbagia vi riserverà tantissime sorprese: vaste vallate verdi fanno da contrap- punto alle cime rocciose che si stagliano verso il cielo, mentre paesaggi impervi si aprono, inaspettatamente, su piccoli borghi arroccati che regalano una vista magnifica. Nuoro è senza dubbio il centro principale, una cittadina vivace e ricca di testimonianze che raccontano la storia millenaria di questa regione: nel suo territorio sorgono molti nuraghi, antichissime costruzioni di pietra tipiche della Sardegna. Altrettanto stupenda è Oliena, punto di partenza ideale per chi vuole dedicarsi al trekking. È la natura, ovviamente, la vera protagonista della Barbagia. Se siete alla ricerca di un luogo in cui lasciarvi alle spalle lo stress della vita quotidiana e concedervi un po' di relax, non potrete trovare nulla di più affascinante. Scoprirete la bellezza del Supramonte, una serie di vasti altipiani calcarei dove il bianco regala un contrasto perfetto con l'azzurro del cielo. Una delle porte d'accesso al Supramonte è la valle di Lanaitto, al cui interno è possibile ammirare il villaggio archeologico di Tiscali. Vi potrete trovare anche le sorgenti di Su Gologone, un vero e proprio monumento naturale che stupisce con i suoi colori incredibili. Decine di sentieri escursionistici vi porteranno alla scoperta delle meraviglie della Barbagia, tra panorami mozzafiato che si spingono sino al golfo di Oristano e le sue splendide spiagge. Tra i borghi più affascinanti, impossibile non citare Gavoi: tra le sue strette viuzze troverete un'accoglienza calorosa e potrete assaggiare prodotti squisiti come alcuni tipici formaggi sardi. Anche Orgosolo è un piccolo gioiellino, e presenta una caratteristica che vi lascerà a bocca aperta: i suoi murales vi racconteranno storia , tradizioni e cultura delle sue genti. Mamoiada, invece, è un minuscolo borgo che si dipana tra ampie distese di vigneti, da cui si produce il famoso Cannonau.
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Post n°2838 pubblicato il 28 Aprile 2020 da blogtecaolivelli
Intrappolati nei ghiacci ci sono virus molto antichi e potenzialmente molto pericolosi che ora, a causa dello scioglimento, potrebbero venir liberati dalla trappola di ghiaccio che li ha tenuti isolati per migliaia di anni Da Valeria Magliani - 22 Gennaio 2020 Intrappolati nei ghiacci ci sono virus molto antichi e potenzialmente molto pericolosi che ora, a causa dello scioglimento, potrebbero venir liberati dalla trappola di ghiaccio che li ha tenuti isolati per migliaia di anni. Virus di 15.000 anni fa intrappolati nei ghiacci del Tibet A svelare questo terribile scenario è lo studio condotto da un team di ricerca internazionale, una collaborazione tra Cina e Stati Uniti. Per realizzarlo i ricercatori hanno scavato per circa 50 m nei ghiacci dell'Altopiano del Tibet, ricavando così dei campioni di ghiaccio di 15.000 anni fa. I campioni sono stati in seguito analizzati dai ricercatori e ciò che vi hanno trovato li ha lasciati senza parole. I campioni di ghiaccio nascondevano infatti ben 33 virus diversi di cui 28 sconosciuti, ovvero virus di cui non si conoscono le azioni e gli effetti. E questo era proprio lo scopo delle ricerche, cercare di capire se vi fossero eventuali agenti patogeni intrappolati nei ghiacciai. Le conseguenze di questa scoperta potrebbero infatti essere molto preoccupanti. Con l'aumento della temperatura media globale aumenta lo scioglimento dei ghiacciai. Molto presto dunque, i virus e gli agenti patogeni che erano sepolti sotto strati di ghiaccio millenario, potrebbero ora venire a contatto con l'atmosfera ed esservi rilasciati. Le conseguenze dello scioglimento dei ghiacci potrebbero essere quindi molto pericolose Come afferma Lonnie Thompson, coautore dell'articolo su bioRxiv "questa è una nuova area di ricerca per noi. Il ghiaccio ospita diversi microbi, ma i virus associati e il loro impatto sui microbiomi del ghiaccio sono ancora inesplorati". Visto il rapido aumento dello scioglimento dei ghiacci, presto potremmo trovarci faccia a faccia con questi nuovi virus, per questo i ricercatori sono molto interessati allo studio di questi virus teoricamente estinti ed rimasti nelle loro trappole di ghiaccio per millenni. Secondo Scott Rogers, professore della Bowling Green State University, questa eventualità potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Come egli stesso afferma "potrebbero scatenarsi epidemie di patologie incurabili che potrebbe compromettere l'esistenza della vita sul pianeta. I pericoli racchiusi nel ghiaccio sono reali e, con gli aumenti dello scioglimento del ghiaccio in tutto il mondo, aumentano anche i rischi derivanti dal rilascio di microbi patogeni nell'ambiente". |
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