CyberArguti Blog

Ben trovati CyberArguti

avrete notato che non ho "cotrocommentato" i vostri commenti, nel il post di ieri. Ma, tutto ciò che c'era da dire sulla mia provocazione, sul mio gioco del paradosso lo avete detto voi compitamente in maniera perfetta, compreso le sempre ben accette critiche. Del resto io mi vanto con gli amici del bar di scrivere in un blog MOLTO ben frequentato reso interessante sopratutto da chi lo commenta. Io mi limito a punzecchiarvi ricevendone continue conferme di CyberArguzia diffusa, che sortiscono in me un effetto ispiratore simile alla trippa di ieri....

Prima di parlarvi di psicotecnologie, preciso che un paradosso è ciò che un individuo ritiene sia assolutamente esagerato per lui, altrimenti sarebbe un racconto. Quindi sgombrate dalla mente alcun pensiero diretto alla mia persona non in linea con la teoria del paradosso.

Io resto soddisfatto che, complice un'antica storiella sulla trippa che mi ha "ispirato", sono riuscito a divertirmi e divertire qualcuno, senza mai scadere nella volgarità (riconoscetemelo) girovagando intorno ad un "peto".... argomento rischiosissimo... ma chi mi conosce sa che il rischio è il mio mestiere... faccio lo PsicoContadino!!!!

OGGI: PARLIAMO D'AMORE E POSSESSO

L'umanità (soprattutto quella della nostra parte: l'occidente) si muove dietro ai suoi desideri insoddisfatti: sono il motore della vita su questa parte del pianeta, e la giustificazione delle azioni, a volte incomprensibili, che l'uomo compie.

A questi desideri insoddisfatti, l'uomo da nomi diversi, in alcuni casi altisonanti ed impegnativi. Oggi voglio riflettere con voi sul desiderio per eccellenza: l"amore". Sarò conciso e schematico, poca forma e più sostanza, ok?

Quasi sempre un uomo che desidera una donna, dice di "amarla"; in realtà la vuole solo "possedere" ed averne l'esclusiva. E quando, infine, il suo desiderio di possesso viene soddisfatto (l'uomo e la donna si sposano, oppure convivono) e l'amore finisce.

A quanti casi di questo tipo avete assistito? Siate sinceri con voi stessi, non dovete confessarlo a me ed a nessuno, solo a voi stessi.

Quell'amore è simile al desiderio di possedere la macchina dei sogni; desiderio che si spegne quando quella macchina diventa propria (quindi "posseduta") e non c'è più bisogno di lottare per averla.

L'amore per una donna è lo stesso tipo d'amore: finché lei è incerta, indecisa e, quindi, siamo a rischio di non "averla", ci costringe a "conquistarla" ed a lottare per lei. In quei frangenti, tiriamo fuori il meglio di noi (gioia infinita se le speranze di "averla" aumentano), ma anche il peggio (tristezza infinita se le speranze di "averla" diminuiscono).

Questi stati d'animo estremi, l'eccitazione della conquista e della scoperta dell'altra (o dell'altro), noi lo chiamiamo "amore".

Quando poi, lei o lui, diventano "nostri", l'eccitazione finisce e, quel desiderio già appagato si trasforma in noia (che noi chiamiamo "fine di un amore").

E' lo stesso "amore" che i ricchi hanno verso il denaro ed è il motivo per cui, si costringono a "desiderarne" sempre di più (anche se non saranno mai in grado di spenderlo e goderselo): se si fermassero al denaro già posseduto, non gli interesserebbe più e dovrebbero trovarsi qualcos'altro; se, invece, continuano a volerne altro, riescono a non farselo venire a noia e restano sempre "innamorati".

Sulla stessa falsariga, la moglie ancora desiderabile e "civettuola" sarà ancora "amata" (almeno e fintanto che non darà l'impressione di essere completamente posseduta); quando, infine, anche lei diventerà fedele ed esclusivamente dedita al marito, potrà essere "stimata" o "ammirata", ma non più "amata".

L'amore per un uomo o una donna "facile" (che si concede facilmente "in esclusiva" all'altro e all'altra) dura poco; spesso finisce dopo le prime scopate. L'amore per gli "stronzi" (quelli che non si danno mai completamente e continuano a sfuggire al desiderio di possesso dell'altro) dura molto più a lungo; a volte tutta la vita.

I grandi seduttori e le grandi seduttrici sono tanto "amati" esattamente per questo motivo: sfuggono al possesso dei loro innamorati, e mettono chi li ama, in condizione di continuo rischio (di perderli).

Chi mi segue sa bene che la storia è la mia maestra di vita, quindi permettetemi le similitudini storiche. Cleopatra tenne Cesare e Marco Antonio in pugno finché vissero; per lei, due tra i più grandi condottieri della storia, persero la testa e fecero cose inaudite (anche a costo di perdere il loro enorme potere).

Entrambi potevano avere tutte le donne che volevano, ma si "innamorarono" di Cleopatra: quella che mai gli diede l'impressione di essere completamente "loro", di essere "posseduta" in esclusiva.

Rodolfo Valentino, uno dei più grandi seduttori della storia, usava dire: "le uniche donne che amo sono quelle che non mi vogliono; le altre, semplicemente, non mi interessano".

Ciò che chiamiamo "amore", dunque, è il desiderio di possesso, la voglia di "avere" l'altro in esclusiva.

Quando quel desiderio viene soddisfatto, si estingue quasi subito e, quindi, l'amore finisce.

Si spiegano così le separazioni lampo, dopo qualche mese di matrimonio, di coppie che erano state "fidanzate" per anni. Durante il fidanzamento, tutto era ancora in discussione e, lui o lei, potevano andarsene con altri; col matrimonio, il "possesso" viene sancito per legge e, quindi, il desiderio di "avere in esclusiva l'altro" viene soddisfatto. Di conseguenza si smorza e si spegne quasi subito.

Si spiegano anche così le "riconciliazioni" impossibili di coppie ad un passo dalla separazione: entrambi si mettono a frequentare altri partners e, quindi, riaccendono il reciproco desiderio di "possesso in esclusiva". L'amore riprende, sulle ali di un ritrovato desiderio di "conquista".

Soddisfatto il desiderio di possesso (e, quindi, finito l'amore) i matrimoni si "reggono" sul desiderio di creare una famiglia, allevare dei figli, costruire una posizione economica e sociale (tutti obiettivi lontani, che devono essere conquistati e che, quindi, "uniscono" marito e moglie in quello sforzo comune); se, però, la "forza" di questi desideri non è così forte da superare la "noia" che suscita il partner, il matrimonio finisce ed i due si separano.

Due innamorati che credono di "amarsi", dunque, si stanno raccontando delle gigantesche balle: la loro è solo voglia di "possedersi" a vicenda; l'amore, invece, non ha mai nulla a che fare con il "possedere", l'amore è uno stato dell'essere, che non ha bisogno di alcun motivo per esistere.

L'amore non pone condizioni, c'è e basta.

Si ama una persona, solo quando la si accetta così com'è, senza pretendere che rispetti le nostre regole e diventi come vorremmo che fosse.

RINGRAZIO chi mi ha accettato così come sono....
DIFFIDO da chi vuole cambiarmi, migliorarmi o peggio... redimermi!

Buon possesso CyberArguti.

P.S. - Non dimenticatelo MAI - nulla é come sembra!