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Un blog creato da alexisdg10 il 01/02/2005

Arrancame la vida!

la realtà, i sogni, la politica, l'amore, la rabbia e l'allegria: la mia vita

 
 

 

AREA PERSONALE

 

       Soft Colors | Colores SuavesCOLORES EN AGUA

 

"Sólo los besos son más placenteros que las palabras" 

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FERMIAMO LA GUERRA

per tutte le infanzie rubate

per i legami strappati

per i fiori recisi

per le andate senza ritorno

per tutti i “progetti-uomo” mai realizzati

per tutte le ferite dell’abbandono

per tutto il freddo

per tutta la paura

per tutto l’odio

per tutta la fame

per tutto il non amore…

 

SOLO LIBERTà...E GIUSTIZIA

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ALDA MERINI

E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento

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Post N° 538

Post n°538 pubblicato il 24 Ottobre 2007 da alexisdg10
Foto di alexisdg10

Qualcuno mi ha detto che scrivo sempre delle stesse cose. Forse è vero. Me ne dispiace, in un certo senso. Il fatto è che la mia vita è fatta così ed io scrivo della mia vita e dei miei pensieri. Non sono un romanziere o un commediografo. Non riesco proprio a cambiare commedia. Giornata passima, di quelle dove l'umor nero prevale su tutto. Mentre andavo dal tabaccaio ho incontrato Mariano. Non lo vedevo da un sacco di tempo Mariano. Lui ha qualche anno in meno di me. Era un ragazzo bellisimo quando eravamo giovani. Un siciliano bello e fiero, un po' ribelle. Parlo degli anni '80, io. Una volta ebbe un incidente con la Vespa e si ruppe un femore. Andai a trovarlo all'ospedale, quando sapevo che la sua fidanzata non c'era. Lui aveva questa ragazza da una vita, Mariano. Annalisa si chiamava; lei la incontro ancora ogni tanto. Se ne stava in quel lettuccio d'ospedale, a torso nudo, sudato per via dell'afa estiva, con la gamba in trazione, un filo di barba sul viso splendido, sorrideva piano. Quando tornò a casa lo andai a trovare una sera. Lo trovai che tracannava una bottiglia di prosecco che gli aveva portato un suo amico neurologo, un tizio verso il quale nutrivo una forte antipatia e qualche fondato sospetto. Mi chiese se volessi farmi una canna con lui. Rifiutai quella sera. Tornato a casa gli scrissi una lunga lettera, dove gli confessavo di essermi innamorato di lui, dove gli dicevo quanto lo desideravo, quanto lo volevo. Erano i giorni  delle lettere. Erano i giorni in cui confondevo il desiderio fisico con l'amore. L'attenzione e la semplice educazione altrui le scambiavo per interesse nei miei confronti, per desiderio, per passione, perfino per amore. Ero un disastro all'epoca. Mendicavo affetto. Aspettai invano una sua risposta che non arrivò mai. Una volta lo rividi che già stava bene e poteva camminare. " Mi dispiace Alex"mi disse piano " Ci ho impiegato tanto a diventare quello che sono e non me la sento di rischiare tutto. Spero che tu comprenda". Compresi quella volta. Passarono gli anni e noi due ci perdemmo di vista. Mi parlò di lui una volta, per caso, un tipo che vive nel nostro palazzo. Risulta che il vicino di casa andò un giorno a prendere dei libri in una certa biblioteca col figlio piccino e ne tornò letteralmente scandalizzato. Pare che il bibliotecario che lo aveva servito fosse, quel giorno, completamente ubriaco, stracotto, fatto al punto tale da non reggersi in piedi. Come mosso da una spinta feroce feci qualche piccola indagine e finii per scoprire che l'ubriacone era Mariano. Mi dissero che nel frattempo si era sposato con una psicologa ( !), che non avevano figli loro, ma che avevano un bambino in affido (!). Contattai perfino un suo collega, un tizio che conoscevo appena, per saperne di più. L'uomo non fece che confermare quello che si diceva in giro. Dal tabaccaio, quindi, mi sono sentito posare un braccio sulle spalle. Mi sono voltato e stento ho riconosciuto in quel volto vecchio e rugoso, spento ed avvilito, il viso dolce e fiero del  Mariano di un tempo. Eppure era lui. Mi è sembrato più piccolo, più fragile, quasi rattrappito. "Come stai Alex?" mi dice tentando di reggersi in piedi con quella fatica dolorosa che conosco bene. Mi si stringe il cuore a vederlo così. Vicino a lui c'è un bambino che sfoglia distratto un giornale a fumetti. "Passa in biblioteca uno di questi giorni che facciamo due chiacchiere in pace. Come ti vanno le cose?" Non so cosa dire. Mormoro piano "sono venuto a comprare la marca per il passaporto..." Lui ride e continua a battermi la mano sulla spalla, una mano che ricordo grande, solcata da grosse vene, dalle dita lunghe e affusolate e che adesso mi sembra una manina da bimbo, poco più grande della manina del bambino che stringe la sua. Cambia l'appoggio sulla gamba destra e barcolla leggermente. Il suo alito sa di liquore da due soldi.  " Che mi racconti Alex?" ancora non riesco a dire nulla. " Io la solita vita, che vuoi farci?" dice senza smettere di ridere. Allora entro dal tabaccaio, mi faccio dare un pezzo di carta e una penna, scrivo il numero di telefono di Roberta, la psichiatra che ha curato me, esco di nuovo e gli stingo il foglietto fra le mani. Lui mi guarda sorpreso. "Che cos'è? Cosa c'è scritto qui?" mi chiede smarrito. " Mariano, ci metto meno di una frazione di secondo a riconoscere un alcolizzato io. E' il telefono di una pischiatra. Ti aiuterà. Dille che hai parlato con me." Lui continua a guardami senza capire. Per un attimo posa gli occhi sul pezzetto di carta, poi mi guarda e sorride. " Alex, guarda che io non bevo mica, cos'hai capito?" Mi viene da piangere e mi batte il cuore all'impazzata, ma resto sul marciapiede a guardare Mariano che se ne va barcollando col bambino per mano.

Sul far della sera entro nella nostra camera da letto, dove lui suona il piano da questa mattina. Ho bisogno di conforto. Rido, ma con una sorta d'incertezza e di paura, proprio come farei se fossi appena scampato a un pericolo. I giorni sono più brevi, le notti più lunghe. Viene l'inverno. Stiamo zitti insieme, come facciamo spesso, a lungo, quando la vita ci ferisce profondamente e non ne comprendiamo le ragioni. Bisognerebbe vivere come abbandonati in un deserto, nello spirito, nel ricordo di un solo bacio, di un solo sguardo per tutto un amore. Lontani dal dolore. E  dalla paura.

http://it.youtube.com/watch?v=lTZDG-3PvyE

 
 
 
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Questo blog è nato come  luogo di svago, come luogo di scambio di opinioni e  di idee, come luogo di confronto,  un posto dove ascoltare un pò di musica e leggere qualcosa . Magari, a volte, qualcosa di stimolante e persino d' interessante. 
E non necessariamente perchè lo scrivo io. 
Un luogo dove poter interagire liberamente. Tutti possono entrare, leggere e commentare purchè si esprima un 'opinione senza offendere chi la pensa diversamente. La libertà di ognuno di noi  cessa  nel momento in cui lede quella di un altro.  La maggior parte delle foto e degli scritti in questo blog  sono  miei, ma alcuni sono anche tratti dal web. Dove possibile sono citati gli autori e le fonti. Se  per disattenzione o perchè non disponibili,  accadesse  che in qualche modo qualcuno di sentisse leso, può tranquillamente scrivermi e la foto o il post verranno rimossi. In questo blog è lecito parlare di tutto. Ed è lecito dissentire. Come è pure  lecito e auspicabile costruire. Il dissenso è legittimo quando è finalizzato alla costruzione e non alla mera distruzione fine a se stessa. Nessun commento sarà mai rimosso o censurato.

 

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PER I VOSTRI VIAGGI CONSAPEVOLI

 Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri. 
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere 
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle. 
 Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche. 
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro. 
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.

Federico Garcia Lorca

 sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)

 

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Locandina Il tè nel desertoimmagine 
 

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