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ALDA MERINI
E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento
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Post N° 558
Post n°558 pubblicato il 29 Novembre 2007 da alexisdg10
Oggi sono stato a fare il tagliando annuale da Roberta, la mia psichiatra, colei che dodici anni fa riuscì ad attivare in me la speranza in una nuova vita. E’ sempre una bella giornata quando vado da lei. Questo fatto eccezionale accade più o meno ogni dodici mesi. Ieri ci ho pensato tutto il giorno. Ero così eccitato alla sola idea di vederla e di parlare con lei! L’avevo chiamata per l’appuntamento la settimana scorsa “ Alex, amore, ti aspetto giovedì alle 16!” Non so se sia deontologicamente corretto che una psichiatra chiami un suo ex paziente “amore”, ma fa lo stesso. Con Roberta siamo al di là di ogni riguardo, oltre ogni pudore. La vedo una volta l’anno, dicevo, e la trovo sempre la stessa, di anno in anno. Magrolina, piccola, minuta, con i suoi cappotti stravaganti, la sciarpona di lana fatta a mano, il suo sorriso franco, le mani sottili e gracili. Nessuno, vedendola, penserebbe alla sua straordinaria forza. E’ bella Roberta, bella davvero. Ci abbracciamo e ci baciamo appena varco la soglia del suo studio. “ Sei in forma Alex, sei bello!” Io rido. Mi ha sempre fatto ridere Roberta, anche nei momenti atroci della disintossicazione in ospedale, quando stavo malissimo, quando volevo morire. Ha cambiato le tende alle finestre. Quelle nuove sono di organza color lilla, leggere e fresche come certi pensieri. Una parete l’ha dipinta di viola. L’effetto cromatico è di calore e di armonia. Ci sediamo uno di fronte all’altra, come un tempo, come dodici anni fa. Mi viene da ridere ancora. “Sei felice Alex? Sei sereno? Dimmi come sei adesso, dimmi come stai.” Parliamo di me, della vita, di questa vita, della mia. Parliamo delle battaglie antiche e di quelle recenti, delle mie frustrazioni, delle mie nostalgie, dei miei ricordi, del mio presente soprattutto. Del mio presente. “ Ogni tanto vacillo Roby” le dico. Lei sorride, volge gli occhi al cielo, mi guarda fisso e dice. “ E dio mio, Alex, e puntellati da qualche parte quando vacilli che gli strumenti li hai tutti adesso: usali!” mi faccio pensoso “ Questa è la vita tesoro mio, ma tu sei riuscito a trasformare la tua vita in un miracolo. Ricordati com’eri quando ci siamo incontrati. Ora sei tu, questo sei davvero tu, non sei contento? Vacilla pure mio caro, ma non avere mai paura di cadere. Ora sai camminare benissimo da solo!” Ci abbracciamo quando esco dal suo studio. Lei incrocia le dita come faceva quando se ne andava dalla mia stanza in ospedale. Poi sorride. “ Alex!” mi volto indietro mentre sono già sulle scale “Ieri mi ha chiamato Ivan, da Pisa. Vive là adesso. Voleva che sapessi che sta bene. Io volevo che lo sapessi anche tu”. Le mando un bacio con la mano. Nei corridoi dell’ospedale passavamo le notti Ivan ed io. Faceva freddo in quei corridoi. Il vento passava attraverso le finestre, nelle fessure, in mezzo agli infissi. L’aria era come gelata. Non avevamo specchi dove guardarci, non avevamo rasoi con cui raderci. A volte ci addormentavamo sul pavimento. Roberta ci riportava nei nostri letti gemelli, nella nostra stanza. Al risveglio, tutti e due ancora una volta in lacrime, avevamo lo sguardo girato verso il muro, pieni di vergogna. Ci guardavamo uno nel volto dell’altro, le mani avvinghiate l’uno all’altro come a proteggerci da noi stessi, le gambe che tremavano. Altre volte ascoltavamo qualcosa che sembrava provenire dalle pareti, dalla pietra, dalle scale: dei colpi di fischietto, grida, rumori di passi in corsa, latrati di cani, grida disperate di bambini. I nostri occhi si guardavano per un breve istante, il tempo, ad esempio, di un balenar di vetri del sole nella stanza, quando era giorno. |
REGOLE DEL BLOG
Questo blog è nato come luogo di svago, come luogo di scambio di opinioni e di idee, come luogo di confronto, un posto dove ascoltare un pò di musica e leggere qualcosa . Magari, a volte, qualcosa di stimolante e persino d' interessante.
E non necessariamente perchè lo scrivo io.
Un luogo dove poter interagire liberamente. Tutti possono entrare, leggere e commentare purchè si esprima un 'opinione senza offendere chi la pensa diversamente. La libertà di ognuno di noi cessa nel momento in cui lede quella di un altro. La maggior parte delle foto e degli scritti in questo blog sono miei, ma alcuni sono anche tratti dal web. Dove possibile sono citati gli autori e le fonti. Se per disattenzione o perchè non disponibili, accadesse che in qualche modo qualcuno di sentisse leso, può tranquillamente scrivermi e la foto o il post verranno rimossi. In questo blog è lecito parlare di tutto. Ed è lecito dissentire. Come è pure lecito e auspicabile costruire. Il dissenso è legittimo quando è finalizzato alla costruzione e non alla mera distruzione fine a se stessa. Nessun commento sarà mai rimosso o censurato.
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PER I VOSTRI VIAGGI CONSAPEVOLI
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle.
Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche.
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro.
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.
Federico Garcia Lorca
sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)
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Inviato da: cassetta2
il 09/08/2023 alle 10:38
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il 28/12/2016 alle 19:30
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il 14/02/2015 alle 14:07
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il 17/06/2014 alle 09:04
Inviato da: AngelaUrgese2012
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