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Un blog creato da alexisdg10 il 01/02/2005

Arrancame la vida!

la realtà, i sogni, la politica, l'amore, la rabbia e l'allegria: la mia vita

 
 

 

AREA PERSONALE

 

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"Sólo los besos son más placenteros que las palabras" 

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FERMIAMO LA GUERRA

per tutte le infanzie rubate

per i legami strappati

per i fiori recisi

per le andate senza ritorno

per tutti i “progetti-uomo” mai realizzati

per tutte le ferite dell’abbandono

per tutto il freddo

per tutta la paura

per tutto l’odio

per tutta la fame

per tutto il non amore…

 

SOLO LIBERTÀ...E GIUSTIZIA

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ALDA MERINI

E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento

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Post N° 579

Post n°579 pubblicato il 10 Gennaio 2008 da alexisdg10
Foto di alexisdg10

Non ho più troppa voglia di scrivere della guerra ormai. Le parole dopo un po’ mi stancano, tutte le parole, soprattutto quelle gridate. E più la situazione appare senza via di uscita più il linguaggio che la descrive s’impoverisce. Ciò che rimane, alla fine, sono i soliti ripetuti scambi  di accuse fra i nemici o fra avversari politici. Rimangono i clichè con cui descriviamo i cattivi e noi stessi; in altre parole un’accozzaglia di pregiudizi, di paure e generalizzazioni  volgari in cui imprigioniamo noi e gli altri. Noi e l’altro. Siamo distanti mille anni luce da un pace vera perché non sappiamo rinunciare a noi stessi, ai nostri privilegi, al nostro denaro, al nostro essere primi e assoluti. La parola pace è entrata ormai a far parte di un linguaggio che ne ha banalizzato l’essenza stessa e la sua sostanza. Tutti vorrebbero che la pace la facessero gli altri, infatti. Tanti anni fa lessi un’intervista alla Ginzburg dove  lei diceva che l’uomo era una bestia e che non ci sarebbe mai stata pace possibile. Ricordo che allora pensai che l’anziana scrittrice avesse torto e che le sue affermazioni fossero soltanto dettate dall’umor nero del momento. Oggi , dopo aver visto tante guerre, comprendo che aveva ragione. Non vedo soluzione possibile, infatti. E pensare che in fondo è così semplice. Il fatto è che pensiamo solo a noi stessi e l’altro, dopo tutto, non esiste. Le immagini della guerra giungono nelle nostre case mentre pranziamo, ceniamo, facciamo conversazione e ci scivolano sopra come se non esistessero neppure. Fin che la cosa non ci tocca direttamente la realtà non ci turba nemmeno. Finchè accade all’altro è come se non ci fosse per niente. Siamo come schizofrenici, capaci solo di vedere una realtà parziale e deforme. Le parole mi hanno stufato. Ne ho sentite così tante, la maggior parte a vuoto. Continuo a fotografare invece. Io fotografo. E sento che la sensibilità e l’intimità che ho con il mio strumento, con l’anima che la fotografia possiede,con la vita che riesco a catturare mi riportano a quello che ero, a me stesso, prima che questo io fosse ridotto al silenzio dalla tragedia. Io fotografo. Do alle cose nomi propri e personali,le faccio mie e così facendo mi riapproprio della vita. Fotografo il dolore e sono io il dolore in quel momento. Più volte al giorno tocco il dolore, il vuoto, la perdita e tuttavia rimango vivo, come per miracolo. Chi fa il mio mestiere conosce spesso momenti di sconforto e di scarsissima autostima. E’ un lavoro che ti porta costantemente ad essere consapevole dei tuoi infiniti limiti, sia come uomo che, eventualmente, come artista, ammesso che si possa definire tale chi fa il mestiere del reporter. Eppure è una cosa meravigliosa  l’alchimia che si crea. In un certo senso è la stessa cosa che accade con la musica. Un tempo fotografavo tutto. Era come un esercizio. Oggi faccio pochissime foto e ci impiego un sacco di tempo. Ho dei grossi limiti. Non riesco a fare i ritratti, ad esempio. Non riesco a farli in posa, per lo meno, o a comando. Per fare un ritratto devo conoscere la persona, le sue luci e le sue ombre, le sue radici, i suoi percorsi, devo volerle bene, in un certo senso. E’ un lavoro molto estenuante, dunque, estenuante e molto delicato. Ho smesso anche di fotografare i paesaggi. Oggi mi capita di osservare alcune cose che avevo fatto in passato e di pensare che siano nient’altro che cartoline. Per questi motivi non potrei mai fare il fotografo. Ho sempre avuto l’immensa fortuna di non dover vendere il mio lavoro come se fossi un commerciante. Questo è un grosso privilegio e aiuta. Avendo sempre lavorato per dei quotidiani sono stato esentato dal dovermi vendere. In realtà ho avuto anche delle occasioni in cui avrei potuto fare un sacco di soldi. Non le rimpiango mai però. Non credo di essere speciale in nessun senso. Anche questo mi ha aiutato molto nel mio mestiere e continua a sostenermi. E’ così facile cedere alla tentazione di sentirsi simili agli dei! Se ho imparato qualcosa in tutti questi anni questo qualcosa è la compassione. Null’altro.  A volte ho come l’impressione di non aver combinato nulla. Una foto di guerra ha senso solo se suscita compassione e se dalla compassione si passa alla riflessione e dalla riflessione alle azioni di pace. Altrimenti non ho scopo di esistere. Non è come un bel paesaggio, è un’altra cosa. Mi domando, a volte, se tutto questo sia mai servito a qualcosa.

http://it.youtube.com/watch?v=EAPWY0DGYGo&feature=related

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Questo blog è nato come  luogo di svago, come luogo di scambio di opinioni e  di idee, come luogo di confronto,  un posto dove ascoltare un pò di musica e leggere qualcosa . Magari, a volte, qualcosa di stimolante e persino d' interessante. 
E non necessariamente perchè lo scrivo io. 
Un luogo dove poter interagire liberamente. Tutti possono entrare, leggere e commentare purchè si esprima un 'opinione senza offendere chi la pensa diversamente. La libertà di ognuno di noi  cessa  nel momento in cui lede quella di un altro.  La maggior parte delle foto e degli scritti in questo blog  sono  miei, ma alcuni sono anche tratti dal web. Dove possibile sono citati gli autori e le fonti. Se  per disattenzione o perchè non disponibili,  accadesse  che in qualche modo qualcuno di sentisse leso, può tranquillamente scrivermi e la foto o il post verranno rimossi. In questo blog è lecito parlare di tutto. Ed è lecito dissentire. Come è pure  lecito e auspicabile costruire. Il dissenso è legittimo quando è finalizzato alla costruzione e non alla mera distruzione fine a se stessa. Nessun commento sarà mai rimosso o censurato.

 

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PER I VOSTRI VIAGGI CONSAPEVOLI

 Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri. 
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere 
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle. 
 Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche. 
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro. 
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.

Federico Garcia Lorca

 sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)

 

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