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Un blog creato da alexisdg10 il 01/02/2005

Arrancame la vida!

la realtà, i sogni, la politica, l'amore, la rabbia e l'allegria: la mia vita

 
 

 

AREA PERSONALE

 

       Soft Colors | Colores SuavesCOLORES EN AGUA

 

"Sólo los besos son más placenteros que las palabras" 

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FERMIAMO LA GUERRA

per tutte le infanzie rubate

per i legami strappati

per i fiori recisi

per le andate senza ritorno

per tutti i “progetti-uomo” mai realizzati

per tutte le ferite dell’abbandono

per tutto il freddo

per tutta la paura

per tutto l’odio

per tutta la fame

per tutto il non amore…

 

SOLO LIBERTà...E GIUSTIZIA

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ALDA MERINI

E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento

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Post N° 703

Post n°703 pubblicato il 18 Settembre 2008 da alexisdg10

Per anni il mercoledì sera, durante la mia prima gioventù e più avanti nella vita adulta, è stato il momento di noi KK. Che cosa sono le KK? Le Cule Comuniste, perdio! Noi, amici da sempre ( maschietti con la vocazione per il pisello altrui, veneratissme bellezze algide e altere, checchine sull'orlo di una crisi di nervi o veri uomini tutti d'un pezzo, con nel mezzo tutti gli altri un poco più semplici,  come me e Paolino o Davide, ad esempio, ma per questo non meno incazzati, indignati e un po' smarriti) ci siamo trovati il mercoledì sera per anni a discutere di politica e omosessualità negli scantinati di una Torino notturna e complice. Le nostre discussioni, iniziate sul finire degli anni '70 e protrattesi fino a qualche anno fa e poi esauritesi per morte naturale, potevano andare avanti all'infinito, fra panini al formaggio che appartenevano all'infanzia e cuba libre da giovani emancipati, immersi noi nelle parole, sempre in fermento per qualche cosa, così tenere in fondo, noi, le Cule Comuniste, che ancora mi commuovo quando ci penso. Mi commuovono la tenerezza, le illusioni che coltivavamo con dovizia e dedizione, la forza e il coraggio che ci animavano allora. Noi, le Cule Comuniste, eravamo un popolo variegato ed etrerogeneo. Alle nostre riunioni carbonare partecipavano operai, impiegati, intellettuali, docenti universitari, commessi di supermercato,  divine d'altri tempi e la festa vera iniziava quando arrivava Lorenzo, che il mercoledì sera lasciava i viali del Valentino per unirsi al nostro gruppo. Naturalmente non bastava essere cule, bisognava essere comuniste, cule e vere comuniste. C'è stato un periodo in cui il nostro circolo è stato frequentato anche da cule cristiane e perfino da alcune cule di destra, ma l'idillio è durato pochissimo. Nessuno di noi aveva il tempo di occuparsi del senso di colpa di alcuni cattolici. Tanto meno dai rigurgiti fascisti di alcuni scriteriati. Noi cule eravamo sollecite, accorte, premurose,  un po' mamme buone, ma eravamo soprattuto comuniste. Perlomeno di quel comunismo che nelle nostre teste è sempre stato sinonimo di uguaglianza e condivisione, lo stesso comunismo che pratico adesso nella mia vita. C'è stato il periodo in cui noi Cule Comuniste siamo state delle crocerossine indefesse, quando Roby stava morendo di AIDS, per esempio, o quando Enrico si fratturò tutte e due le gambe cadendo dalla sua Vespa. Le Molinette erano allora tutto un via vai di Cule Comuniste che andavano e venivano per i reparti ortopedia e infettivi, un via vai che durava giorno e notte, grazie alla complicità di un medico culo e comunista che ci faceva entrare di straforo anche quando le visite non erano permesse. Ed era tutto un piangere di dolore, un abbraccarsi l'una con l'altra ( noi, le Cule Comuniste ), un bestemmiare il Cielo, le madonne e i santi, un soccorrerci fra di noi, con turni organizzati a dovere finchè Roby non tirò le cuoia ed Enrico fu dimesso con la carrozzina. E anche allora noi, lei Cule Comuniste, ci alternavamo per fargli da mangiare e portarlo al cesso a fare i suoi bisogni, finchè non si rimise in piedi nell'arco di due anni. Quando smisi di bere le Cule Comuniste stapparono solo acqua minerale per un anno di seguito, per non indurmi in tentazione e quando morì mio padre e dopo Paolino, nel camposanto pieno di niente alle porte della città, anonimo e severo, triste e desolato, le Cule Comuniste portarono le loro lacrime, la loro compassione, il loro colore e la loro rabbia.

Ieri sera c'è stato l'addio alle Cule Comuniste, in un locale del centro storico. Siamo andati a prendere Lorenzo, che la festa senza di lui non poteva neanche incominciare. Lui è entrato nel locale con il suo vestito rosso fuoco, la sua parrucca biondisima e i suoi tacchi a spillo, fra gli applausi fragorosi di tutte noi, le Cule Comuniste. Noi, le uniche, le autentiche, le sole, le Cule Comuniste più belle di Torino, un po' invecchiate, con qualche ruga in più, con qualche capello in meno, ma sempre noi,  come ai vecchi tempi. E' stato bello. Grazie, amici miei. Se a volte avrò un po' di nostalgia di Torino sarà solo per voi.

Non amo Renato Zero, soprattutto da quando è diventato una cula cattolica a timorata, ma questa mi rappresenta bene 

Foto ( di Davide... buuuuu): il festeggiato, Lorenzo ( la bionda in rosso) e le altre Cule Comuniste.

 
 
 
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Questo blog è nato come  luogo di svago, come luogo di scambio di opinioni e  di idee, come luogo di confronto,  un posto dove ascoltare un pò di musica e leggere qualcosa . Magari, a volte, qualcosa di stimolante e persino d' interessante. 
E non necessariamente perchè lo scrivo io. 
Un luogo dove poter interagire liberamente. Tutti possono entrare, leggere e commentare purchè si esprima un 'opinione senza offendere chi la pensa diversamente. La libertà di ognuno di noi  cessa  nel momento in cui lede quella di un altro.  La maggior parte delle foto e degli scritti in questo blog  sono  miei, ma alcuni sono anche tratti dal web. Dove possibile sono citati gli autori e le fonti. Se  per disattenzione o perchè non disponibili,  accadesse  che in qualche modo qualcuno di sentisse leso, può tranquillamente scrivermi e la foto o il post verranno rimossi. In questo blog è lecito parlare di tutto. Ed è lecito dissentire. Come è pure  lecito e auspicabile costruire. Il dissenso è legittimo quando è finalizzato alla costruzione e non alla mera distruzione fine a se stessa. Nessun commento sarà mai rimosso o censurato.

 

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PER I VOSTRI VIAGGI CONSAPEVOLI

 Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri. 
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere 
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle. 
 Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche. 
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro. 
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.

Federico Garcia Lorca

 sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)

 

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Locandina Il tè nel desertoimmagine 
 

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