Petali di parole

Elogio della Vita e della Morte

L'etologia ha sempre destato in me particolare interesse.
Quando studiavo psicologia, alle scuole superiori, mi è capitato di imbattermi in comparazioni e studi davvero efficaci.
Se penso a me stessa, ho l'immagine di un koala aggrappato al ramo di qualche albero di eucalipto, con quell'espressione "No, ti sbagli, non sono stato io!". Se penso a me stessa m'immagino come un cucciolo di scimpanzé con l'aria disorientata perché non trova le braccia della sua mamma, e gli tocca stringersi ad un cuscino peloso di gommapiuma. Mi sento come i pulcini di Lorenz, come il cane di Pavlov, come i topi di Skinner.
In fin dei conti, sono un animale. Sono un grumo di istinti tenuti assieme da una manciata di principi fisici e formule chimiche. E non trovo tutto ciò poco poetico, anzi: io sono la manifestazione della potenza della Natura, della sua complessità e delle sue leggi. Faccio parte di essa, del regno animale, vivo in un habitat, sono parte di una catena alimentare, di un ecosistema, di una biosfera. La mia denominazione scientifica è quella di homo sapiens sapiens. Penso che la ripetizione stia a significare che non solo l'uomo è capace di comprenderre il mondo, ma anche se stesso.
E se è solo per chimica, fisica ed istinto che mi muovo, respiro, osservo, amo, beh, riesco comunque a sentire la Poesia che c'è in me, e poco importa se è la stessa che c'è dentro ad un'ameba (del resto mi sento particolarmente affine anche a questo animale): la mia è la Poesia della vita, dell'Universo di cui mi sento pervasa, della Natura che m'ha generata.
Quando sarà ora di tornare alla Terra lo farò, non invocherò Dio alcuno, né ideologie, né sarò vuota di spirito. Ringrazierò per aver avuto la possibilità di essere, di capire e vorrò nutrire, con le mie spoglie, un nuovo essere. La vita che continua.

[...e c'è chi dice che morire è cosa triste...]