Petali di parole

Carso, Adieu!

Bellissima domenica di sole e di Barcolana a Trieste. Per chi e' appassionato di vela. Ma sfortunatamente la vela non mi tange.

Cosi' dopo pranzo decido che e' il caso di andare a salutare Trieste dall'alto, dal Carso, di catturare gli unici raggi di sole che quest'autunno avaro mi ha regalato e di fare quattro passi in mezzo alla natura contaminata (siamo comunque sul Carso, mica nella foresta del Borneo!), giusto per smaltire quello sformato di patate tanto buono quanto pesante.
Si parte presto per godere il piu' possibile della luce calda e mio malgrado mi accorgo che il vento e' sostenuto. Da brava pollastra sono uscita in magliettina. "Fa nulla", mi dico, "mi scaldero' camminando".
Il panorama, arrivati alla vedetta, era davvero spettacolare. Tutta la citta' risplendeva in un'aura dorata e il golfo era punteggiato da centinaia di vele. Il sole era dolce e la brezza confortevole. C'erano tantissimi cani a spasso con i loro padroni, che trottorellavano allegri ("finalmente libera uscita!") in mezzo ai prati . Un po' di buona musica nelle orecchie (per evitare di farmi rovinare la giornata da compagni di avventura rompiscatole) e occhi attenti.
Si riscoprono molte cose.
Le farfalle colorate, i fiori di campo, enormi insetti color verde metallizzato ("Piccolo mutante!!"), i funghi, velenosi e non, e pietre, tante pietre.
Era tanto che non mi fermavo a guardare le pietre. Ne ho raccolta una, l'ho guardata attentamente. Poi, presa da un qualche istinto preistorico, ho iniziato a scalfirla con un'altra pietra per farne un utensile. Inutile dire che "Ulisse" e il mio amato Alberto Angela hanno grosse colpe in tutto cio'.
Fortunatamente qualcuno mi ha riportata alla realta'.
Salite, discese e vasti prati ancora verdi.
Tutto condito da qualche immagine stile sigla de "La casa nella prateria".

Resoconto della giornata: sintomi influenzali, lombosciatalgia riacutizzata e dolori inguinali lancinanti. Notte insonne. Incubi.

Ore 08.45, il capo mi guarda e mi dice : " Che hai, stai male? C'hai una faccia!! E zoppichi pure!"

Giovedi' parto e me ne torno a Chieti per un paio di settimane. Non vedo l'ora di avere qualche altra strana e sfortunata avventura in treno.