Creato da lumiss il 11/07/2005

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Compagna di scuola (per Maria)

Post n°247 pubblicato il 30 Gennaio 2007 da lumiss

Stamattina mi sono svegliata presto. Doccia, trucco, parrucco, università [alle volte è davvero vergognosa la quantità di tempo che si impiega a rendersi più simile ad un essere umano che ad uno zombi].
Fare tutto questo mi ricorda i tempi delle superiori, quando dovevo svegliarmi presto, prendere un autobus e farmi almeno un quatro d'ora di strada a piedi per arrivare a scuola. Sono sempre stata una ragazza di periferia.
Allora arrivavo già angosciata per qualche interrogazione incombente, e la frase classica era del tipo: "Non so niente", che se per un'esercitazione di filosofia socratica sarebbe andata anche bene, poco si accordava con lo spirito della prof. di matematica. E poi c'erano le lezioni del prof. M. e del prof. D.I. 
Io e Maria vicine di banco, ad ascoltare e impregnarci lo spirito e la vita di scienze sociali, tanto da avere difficoltà ancora adesso a vedere i nostri rapporti al di là di spiegazioni psico-sociologiche. 
Oggi ho inziato a studiare per il primo esame della specialistica, Sociologia.
E ancora Comte, Marx, Weber, Durkheim e compagnia bella. Il pensiero è volato sulle pagine come sul tempo e mi sono ritrovata seduta ad un banco dell'ultima fila, Maria accanto a me, a conversare sul senso della vita su un foglio strappato a qualche quaderno che è stato scritto sempre troppo poco. Mi sono trovata a ridere come una matta, e un po' il cuore lacrimava, al pensiero che non avrei più scritto il suo nome sul mio compito di storia, copiato spudoratamente (fino alla firma...) da lei. 
E di nuovo alzavo gli occhi al cielo per l'ennesima interrogazione del prof. M., che paradossalmente, per evitare una delle mie frequenti assenze, mi interrogava "due giorni sì e due pure".  E così le ore trascorse in un pomeriggio su una pagina di Heiddeger, sull' Abbagnano-Fonero. O il tè coi biscotti, o il gelato, a seconda delle stagioni. E fare le lucertole al sole, durante la ricreazione. E sorridere della stupidità di qualche compagna di classe e ritenerci fiere e orgogliose dei nostri cervelli bene allenati alla speculazione, dopo ore e ore di conversazioni esistenzialistico-metafisiche. E il coraggio della propria opinione, il coraggio di una solitudine scelta, per non cadere in compromessi e la coerenza e l'integrità come valori, e i visi giovani ed il fondotinta per coprire le "imperfezioni", e il cellulare nascosto nell'astuccio delle penne, e le penne profumate, e le irruzioni in profumeria, e le lezioni saltate, la paura del giorno dopo. Il compito in classe di latino e il "ma che cacchio è il gerundivo?" e i "... dunque f di x uguale a ..? Boh!". Fragorose risate soffocate, musica ascoltata di nascosto. Sguardi complici ad ogni canzone "saliente (vedi il concetto di salienza) o pregnante (vedi il concetto di pregnanza). Ma lo sai che 'pregnant' in Inglese vuol dire 'incinta'? L'ho sempre detto io che gli Inglesi sono ad un altro livello!". E sognare viaggi, conoscenze, gruppi di lettura e amici, amici veri, con cui poter condividere interessi e sentimenti, e non "quelle quattro oche sgallettate che ascoltano i bsb e si vtb e porca miseria perche non esplodono tutte e ci lasciano capire un po' meglio che cosa pensa Arturo Schopenhauer del linguaggio?".
Leggevo del conflitto sociale e della società organica o meccanica e ricordavo le movenze e i gesti del prof. D.I. e di Maria che lo adorava e io che le dicevo:" Sembra Alberto Angela!" e lei "Ma io voglio sposare Alberto Angela! E anche Piero, se è possibile!!". E le risatine e i musi lunghi, e i vaaquelpaese a qualche professore troppo rompiscatole. E il sacrificio per la massa, andare volontario all'interrogazione di diritto e prendere 5 perchè tutti gli altri non prendessero un impreparato. E i cartelli dall'ultima fila all'indirizzo dell'agnello sacrificale, e il sorriso che ho stampato sul viso nel raccontare queste cose.
Il righello, la matita, l'evidenziatore, l'appuntamatite. Tutto in fila, perfettamente in ordine, sul banco. Su quello di allora e su quello di oggi.
Mi manchi tanto, amica mia.

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Commenti al Post:
sophia1982
sophia1982 il 30/01/07 alle 16:58 via WEB
Quei fogli strappati continuano a vivere. Hanno viaggiato in treno, nelle tue tasche, e la distanza che ci separa, non è che quella di un banco.
 
 
lumiss
lumiss il 30/01/07 alle 18:04 via WEB
Sempre lì, sedute, l'una accanto all'altra, e la vita, come le parole dei professori, come l'aria che si respirava in quella classe, che ci viene incontro.
 
isotropico
isotropico il 30/01/07 alle 17:23 via WEB
Il linguaggio: concetto fondamentale... :-)
 
 
lumiss
lumiss il 30/01/07 alle 18:02 via WEB
autoironia? quasi non ti riconosco ;) una volta faremo un bel discorso sul linguaggio. promettimelo.
 
   
isotropico
isotropico il 30/01/07 alle 23:55 via WEB
Perché, non ne facciamo già abbastanza? :-)
 
     
lumiss
lumiss il 31/01/07 alle 09:09 via WEB
tu, forse... io mica ti ascolto?! Ih ih ih! ;)
 
prufock
prufock il 30/01/07 alle 18:49 via WEB
le frasi sussurrate fra i banchi, con la paura che un prof. ti ascdlti. È difficile pensare qualcosa che conservi maggiore dolcezza nella nostra memoria.
 
 
isotropico
isotropico il 31/01/07 alle 00:03 via WEB
Mah, a me vengono in mente tante cose che conservano maggior dolcezza nella memoria. Forse però per me non sono passati ancora abbastanza anni. Noi nelle ore di filosofia e storia facevamo sondaggi scritti, e poi c'erano un sacco di dialoghi su carta: in genere uno o due sondaggi e tre o quattro dialoghi. Oppure giocavamo alla roulette: sempre su carta, ovviamente. Usavamo dei dadi per simulare il random. Oppure mentre il prof. spiegava noi mettevamo un simbolo di Batman sulla lavagna luminosa in modo che la sua ombra troneggiasse sopra i suoi lucidi, in piena vista sul muro. Oppure facevamo la "Lìston Cup" (l'origine del nome la spiegherò un'altra volta), che prevede che chi rimaneva fuori dalla classe per un tempo quanto più vicino ai dieci minuti vinceva, ma chi superava i dieci minuti veniva squalificato. Abbiamo provato con mezz'ora ma era troppo noioso aspettare. Qualche volta ci cimentavamo a cantare l'aria del "Nessun dorma" mentre spiegava. Il massimo credo lo abbiamo raggiunto quella volta che abbiamo portato dolci e bibite in quantità e fingevamo di festeggiare mentre il prof. entrava in classe, un po' per prenderlo in giro e un po' così magari non spiegava. Insomma, storia e filosofia erano le mie materie preferite.
 
   
lumiss
lumiss il 31/01/07 alle 09:11 via WEB
E' stato bellissimo quella volta che una mia compagna di classe ha chiesto alla prof. di matematica come mai il suo fidanzato, da giovane, l'avesse mollata sull'altare. Tipo... il momento prima dell'esplosione della bomba atomica ad Hiroshima!
 
joiyce
joiyce il 30/01/07 alle 21:09 via WEB
E' molto bello quello che hai scritto...
 
 
lumiss
lumiss il 31/01/07 alle 09:10 via WEB
ti ringrazio!
 
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