Petali di parole

Sfera di cristallo

Questa sera sono una maga.
(improbabile immagine di me stessa truccata da zingara e agghindata come un albero di natale, in un tendone viola pieno di teschi e di candele. Gulp!)

Sento che questa notte non chiuderò occhio. Sento che qualcuno entrerà nel mio scompartimento e si siederà, inizierà a russare e a consumare tutto il mio ossigeno.
Ci sono ottime probabilità che si tolga le scarpe. A quel punto io prenderò la mia bellissima (e straordinariamente pesante) valigia e mi trasferirò altrove. Probabilmente sulle rotaie. Vedremo.

Valigia pronta ma ancora aperta. Zaino carico di libri da leggere, acqua da bere, musica da ascoltare.

Piano anti-rompicoglioni.
Salgo sul treno velocemente. mi ficco nel primo scompartimento vuoto che trovo. Chiudo immediatamente le tendine e spengo la luce. Piazzo la valigia davanti alla porta. Spargo borse e cianfrusaglie varie sul resto dei sedili. mi stendo e faccio finta di dormire.
Spero che nessuno sia così idiota da non capire che non voglio essere disturbata. Questione di interpretazione. Certo, potrei scrivere un cartello. Questione di scelte. [è giornata. siamo sempre lì]

Avrò freddo. Devo attrezzarmi meglio. Se accendo un fuocherello (stile isola dei mafiosi) nello scompartimento, quelli delle ferrovie si incazzano? Mmm... penso proprio di si. Mannaggia. Non ho posto per la copertina termica.

Costantino e Daniele. "Nelle strade in cui bazzicavamo noi, non ci potevamo permettere errori". Noi non lo sappiamo, ma sono nati tutti e due nel Bronx. o a Rancitelli. Ma vaff...
Peccato che il mio intercity notte non mi porti abbastanza lontano. Che ne so, alle Svalbard. Ah, già, sono senza copertina. Doh!