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Fatti non foste a viver come bruti

"... Non vogliate negar l’esperienza
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza
"

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120)

 

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« Di manovra in manovra...Muri instabili, topi neg... »

La traccia base del mio intervento in aula del 12 Ottobre 2011 sulle dichiarazioni programmatiche del Sindaco.

Post n°813 pubblicato il 14 Ottobre 2011 da unamicoincomune
 

Signor Sindaco, Assessori e Colleghi tutti.

Ho cercato di leggere con la massima attenzione possibile il corposo lavoro redatto e presentato in Consiglio recentemente. Un bella serie di intendimenti e di buoni propositi che troverebbero apprezzamento da parte di chiunque abbia a cuore le sorti della nostra Città e il tutto condito da una serie di critiche, forse meritate e forse no, a chi l’ha preceduta. Critiche e accuse precise fatte, probabilmente, per segnare ulteriormente il confine con il passato, un passato che, comunque, ha posto le basi, nel bene o nel male, per la Sua ascesa allo scranno più alto di Palazzo Bacaredda. Già Signor Sindaco, proprio così. Se Lei, ora, è il detentore delle chiavi della Città lo deve a chi l’ha preceduta nell’amministrare una Città con tutta una serie di problemi e di risorse, Lei guarda al passato e accusa i Suoi predecessori, e lo schieramento di cui faccio parte, di essere stati incapaci di cogliere i problemi, di non esser stati buoni conoscitori della Città e di non esser stati in grado di immaginarne, unitariamente, lo sviluppo futuro. Credo che Lei sia ingeneroso e che sia stato guidato in tale giudizio da un preconcetto, non so se ideologico o meno, nei confronti di chi è stato prima di Lei. Nei confronti di chi ha dedicato tempo e risorse alla cosa pubblica e alla sua gestione. Le ricordo che è stato un Sindaco di centrodestra, ad esempio, a portare a compimento una grande, sino ad allora, incompiuta ovvero, l’asse mediano di scorrimento. Le ricordo che sempre un Sindaco di centrodestra ha reso fruibile un rione, la Marina, per troppo tempo abbandonato a sé stesso. E potrei farLe tanti altri esempi ma non credo sia necessario. Certo, probabilmente, è mancato qualcosa, non si è stati in grado di comunicare all’esterno l’idea complessiva sullo sviluppo della Città nel suo complesso. Una serie di idee tramutate in slogan e che, in gran parte dei casi, tali son rimasti ma non si può certo negare che ci fosse una visione d’insieme, un’idea di sviluppo della Città. Diciamo, quella stessa idea di sviluppo che Lei ci ha illustrato. Magari diversa nei modi, diversa in ordine ad alcuni temi: viabilità, verde… Su alcuni argomenti le nostre idee, pur tendendo nelle intenzioni allo sviluppo della Città, divergono. Parlo della Vostra visione in tema di parcheggi e trasporto, la Vostra avversione nei confronti del mezzo privato e la Vostra idea di privilegiare l’utilizzo del mezzo pubblico. Io credo che il compito dell’Amministratore, del buon amministratore, sia quello di offrire soluzioni alternative, senza imposizione di questa o quella soluzione. Il buon Amministratore offre all’amministrato la possibilità di scegliere tra più soluzioni, con relativi e differenti costi. Da Voi, invece, arrivano soluzioni certe, univoche e categoriche. Ben venga, certamente, lo sviluppo della strada ferrata cittadina ma non vedo perché questo debba impedire la realizzazione di parcheggi in struttura nelle zone nevralgiche della Città. Per Voi i parcheggi sono attrattori di traffico e quindi un problema, un nemico, per me, invece, sono una soluzione. Una soluzione che permetterebbe di togliere le auto dalle strade, rendendo così più scorrevole il traffico e favorendo, concretamente e nei fatti, il mezzo pubblico. Nel Vostro programma sono previsti i parcheggi in struttura di Via San Paolo e del molo Ichnusa ma credo che non si risolva, con questi, il problema della Marina e della fame di parcheggi del centro cittadino. Ben vengano le strutture di fast park proposte ma non sufficienti a soddisfare la richiesta proveniente dai residenti e dal mondo delle imprese che operano nei quartieri storici. Il commercio cittadino ha sofferto e soffre tuttora per l’eccesso di grandi strutture di vendita, strutture che non hanno un’offerta migliore di quella dei negozi tradizionali ma che hanno nell’alto numero di parcheggi a disposizione il loro punto di forza. Il commercio cittadino chiede pari opportunità ovvero un numero adeguato di parcheggi, strade accoglienti e piu'vive. Già, piu' vive e vivibili, strade degne di una città che vuole fare del turismo una fonte di ricchezza. Potrei dilungarmi in favore di quello che ritengo essere uno dei settori economici piu' importanti della nostra città ma non vorrei sembrare interessato solo a ciò che piu' mi tocca da vicino anche perché, lo devo riconoscere, nel vostro progetto per il rilancio dell'economia cittadina vi sono idee interessanti e condivisibili. Vorrei rilevare anche alcune mancanze o dimenticanze individuate nel vostro programma di governo. Avete parlato di sicurezza ma non c'e accenno a coloro che dovrebbero essere i garanti della sicurezza in città, i vigili urbani. Gli agenti della polizia municipale sono  l'immagine, il front desk dell'amministrazione. Sono loro i primi, visibili, contatti per cittadini e turisti. Sono loro i primi a dover esser messi in condizione di svolgere al meglio il loro lavoro e dare, così, risposte certe e immediate alle richieste di cittadini e visitatori. Della polizia municipale nel vostro programma non si parla, non si parla dei suoi problemi, del fatto che, probabilmente, il comando della stessa sia troppo decentrato, del fatto che le diverse strutture ad essa destinate siano inadeguate e insalubri, non si e' parlato della necessita' di rimpolpare un organico insufficiente e con un'eta' media di oltre 45 anni.

 

Ancora, mi chiedo come mai non si sia fatto un accenno, almeno quello, al teatro lirico e al suo futuro. Quale destino attende coloro che in esso operano?

 

E’ vero Signor Sindaco, come da Voi scritto, “dopo la notte risorge sempre il sole” ma non vorrei si trattasse di una notte artica e che il sole al suo risorgere andasse a illuminare solo macerie e desolazione.

E concludo dicendo che se il vostro e', come definito da altri, un libro dei sogni mi auguro da cittadino che riusciate a trasformarlo in realtà ma da amministratore posso certamente affermare che vigilerò, per quanto in mio potere,  affinché quei sogni non si trasformino in altro!

 

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AL VERO GABBIANO JONATHAN

immagineLa maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo.Ma a sue spese scoprì che, a pensarla in quel modo, non è facile poi trovare amici, fra gli altri uccelli.

 

SE

 

"Se" Se saprai conservare la testa, quando intorno a te tutti perderanno la loro, e te ne incolperanno; Se crederai in te stesso, quando tutti dubiteranno, ma saprai intendere il loro dubbio; Se saprai aspettare, senza stancarti dell'attesa, ed essere calunniato senza calunniare o essere odiato senza dar sfogo all'odio e, non apparire troppo bello, ne parlare troppo saggio; Se saprai sognare, e non rendere i sogni tuoi padroni; se saprai pensare, e non fare dei pensieri il tuo fine; se saprai incontrare il Trionfo e il Disastro, e trattare questi due impostori nello stesso modo; Se saprai sopportare di sentire quello che hai detto di giusto falsato dai ribaldi per farne trappola ai creduli o vedere le cose per cui hai dato la vita, spezzate e curvarti e ricostruirle con utensili logorati; Se saprai fare un mucchio di tutte le vicende e rischiarlo in un giro di testa e croce; E perdere e ricominciare da capo e non fiatar verbo sulle tue perdite; Se saprai forzare il tuo cuore e i nervi e i tendini per aiutare il tuo volere, anche quando essi sono consumati; e così resistere quando non c'è più nulla in te tranne che la volontà che dice loro: "reggete!" Se saprai parlare con le folle e mantenere le tue virtù e passeggiare con i Re e non perdere la semplicità; Se ne nemici, ne prediletti amici avranno il potere di offenderti, se tutti gli uomini conteranno ma nessuno conterà troppo; se saprai riempire il minuto che non perdona, coprendo una distanza che valga i sessanta secondi; Tuo sarà il mondo e tutto ciò che contiene e, ciò che conta, sarai un uomo,figlio! Rudyard Kipling

 

EINAUDI

"Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi." - Luigi Einaudi

 

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