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Fatti non foste a viver come bruti

"... Non vogliate negar l’esperienza
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza
"

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120)

 

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« Nel segno del giallo"Il...Pecoraro detta le sue co... »

Quando la fiction è strumentale alla politica.

Post n°112 pubblicato il 23 Gennaio 2007 da unamicoincomune
 

Lunedì 22 gennaio, ore 19.30. Squilla il telefonino, rispondo. Dall’altra parte una voce di donna. E’ un’amica che mi chiama per condividere con me il suo sdegno per i continui attacchi al concetto di famiglia. Non è possibile, mi dice, che questi continuino a proporre modelli alternativi alla famiglia. Anche la televisione non perde occasione per proporre situazioni anormali come se fossero normali e non capisco, continua, perché insistano tanto con questi pacs. Una coppia formata da due uomini o da due donne non può e non deve essere assimilata alla famiglia. Questi pacs non sono altro che lo strumento per scardinare uno dei pilastri fondamentali della società. Questi che propongono modelli diversi odiano la famiglia tradizionale. Perché? Perché, poi, la televisione regge il loro gioco mandando in onda Fiction che trattano questi argomenti, dando per scontato che rientrino nella normalità? Che segnale si vuole trasmettere? Che la famiglia formata da padre, madre e figli non è l’unico modello?Cerco di mettere insieme i suoi sdegnati commenti e i suoi dubbi e provo a darle una risposta.
Purtroppo dobbiamo partire da una constatazione molto semplice, sgradevole, ma semplice. Vi è una profonda confusione riguardo al termine modernità. La nostra società, che ha perso di vista i valori pregnanti e basilari per l’esistenza della stessa, sta vivendo profonde trasformazioni che, per nostra sfortuna, si stanno trasformando in degenerazione e involuzione. Si sta dando troppa voce, e peso, a delle minoranza per paura di essere additati come classisti, razzisti e non al passo coi tempi. Questo è il più grave errore che si possa compiere. La minoranza va ascoltata, capita e aiutata ma non può prendere il sopravvento sulla maggioranza, sulla normalità, sul diritto naturale.
Riconoscere altre forme di convivenza significa minare quelle forme naturali che vengono accettate come normali. Con la proposizione dei pacs si vuole mascherare un vero abominio arrivando a riconoscere coppie omosessuali e trasferendo in capo a queste i diritti tipici della famiglia naturale. Perché è la famiglia il vero nemico di una certa scuola di pensiero che in essa vede un filtro, una resistenza alle idee da essa propugnate.
Se vogliamo dare tutela alle minoranze, possiamo farlo agendo sulla sfera dei diritti individuali senza dar vita a nuove forme di convivenza che porterebbero solo confusione e minerebbero uno dei pilastri fondamentali della società: la Famiglia.
Dalla Famiglia dobbiamo ripartire per cercare di rimettere in sesto questa società. La crisi della famiglia ha determinato lo scadimento e la decadenza di questa società, una società sempre più materialista e superficiale che non è più capace di preservarsi e, anzi, accelera il proprio dissolvimento in nome di una finta modernità. E, intendiamoci, quando si parla di famiglia si prende in considerazione la famiglia legittima ovvero quella fondata sul matrimonio (religioso e no).



politica

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Commenti al Post:
shardana0
shardana0 il 23/01/07 alle 19:22 via WEB
La famiglia é di un solo tipo, quella naturale, quella fondata sul matrimonio, tutto il resto sono mode e caprici che posso anche accettare senza dare giudizi, ma non deve essere legittimata. Come dici tu ci sono altri sistemi per salvaguardare i loro interessi. Ma non chiamiamola famiglia. Un saluto
 
 
unamicoincomune
unamicoincomune il 23/01/07 alle 19:31 via WEB
Vedo che siamo in sintonia, non avevo dubbi. ciao e a presto pierluigi
 
franco460
franco460 il 24/01/07 alle 00:47 via WEB
Dovremmo mettere il naso fuori dalla nostra provinciale italietta per constatare come in altri paesi europei, ben più attenti alla sicurezza sociale dei cittadini, questi discorsi che a noi sebrano nuovi li hanno già affrontati e risolti da tempo senza traumi. Ciao
 
 
unamicoincomune
unamicoincomune il 24/01/07 alle 10:29 via WEB
Cadiamo nel relativismo, un domani qualcuno si alzerà e dirà:voglio l'unione di fatto con il mio cane e voglio delle garanzie giuridiche. Il progressista di turno si alzerà e dirà: è giusto. e così via. Questo si chiama relativismo e negazione dei principi naturali. Ciò porta alla dissoluzione di qualsiasi società. Mi dispiace ma non posso accettarlo. Ciao pierluigi
 
chiliandnutella
chiliandnutella il 24/01/07 alle 08:45 via WEB
Io sono del parere che cmq una societa` davvero democratica debba assolutamente lasciare ampia liberta`di scelta. Non sta a noi giudicare gli altri. Ognuno deve vivere sessualita` e concetto di famiglia come gli aggrada, io sono per il rispetto assoluto delle scelte altrui. Ciaooooooo cmq...veloce passaggio per un salutino... Piacevolissimo leggerti da me, da te. Un bacino nutelloso, Jenny
 
 
unamicoincomune
unamicoincomune il 24/01/07 alle 10:34 via WEB
Una vera società democratica deve avere determinati presupposti che la nostra non ha. Ci vogliono: un sentire comune (il sentirsi parte di qualcosa di superiore alla nostra individualità), Cultura e conoscenza (in Italia il 33% della popolazione è sottoalfabetizzato), Libertà dal bisogno (che non mi pare sia presente visti i livelli di disoccupazione). Noi siamo, più che una democazia, una dittatura. La dittatura dell'ignoranza e del ricatto. Un vero sistema feudale. Non ti sembra? Il livello di democrazia non è dato da una pseudo modernità che non porta certo ad uno sviluppo. Anzi! Ciao e grazie del commento pierluigi
 
 
unamicoincomune
unamicoincomune il 24/01/07 alle 10:42 via WEB
Dar vita ad una famiglia o meno, è una scelta. Una scelta che comporta delle conseguenze. Nel momento in cui uno sceglie, sceglie anche le conseguenze. Questa scelta io la rispetto ma non è possibile dare conseguenze identiche alle diverse scelte. Il volerlo fare mina i fondamenti di qualsiasi società, gli istituti giuridici sarebbero superflui in quanto tutto si riduce a conseguenze identiche. E allora ti chiedo: perchè scegliere? Facciamo come gli animali, ci accoppiamo nella stagione degli amori... mi sembra riduttivo per il concetto stesso di essere umano. Non trovi? Ciao e a presto pierluigi
 
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AL VERO GABBIANO JONATHAN

immagineLa maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo.Ma a sue spese scoprì che, a pensarla in quel modo, non è facile poi trovare amici, fra gli altri uccelli.

 

SE

 

"Se" Se saprai conservare la testa, quando intorno a te tutti perderanno la loro, e te ne incolperanno; Se crederai in te stesso, quando tutti dubiteranno, ma saprai intendere il loro dubbio; Se saprai aspettare, senza stancarti dell'attesa, ed essere calunniato senza calunniare o essere odiato senza dar sfogo all'odio e, non apparire troppo bello, ne parlare troppo saggio; Se saprai sognare, e non rendere i sogni tuoi padroni; se saprai pensare, e non fare dei pensieri il tuo fine; se saprai incontrare il Trionfo e il Disastro, e trattare questi due impostori nello stesso modo; Se saprai sopportare di sentire quello che hai detto di giusto falsato dai ribaldi per farne trappola ai creduli o vedere le cose per cui hai dato la vita, spezzate e curvarti e ricostruirle con utensili logorati; Se saprai fare un mucchio di tutte le vicende e rischiarlo in un giro di testa e croce; E perdere e ricominciare da capo e non fiatar verbo sulle tue perdite; Se saprai forzare il tuo cuore e i nervi e i tendini per aiutare il tuo volere, anche quando essi sono consumati; e così resistere quando non c'è più nulla in te tranne che la volontà che dice loro: "reggete!" Se saprai parlare con le folle e mantenere le tue virtù e passeggiare con i Re e non perdere la semplicità; Se ne nemici, ne prediletti amici avranno il potere di offenderti, se tutti gli uomini conteranno ma nessuno conterà troppo; se saprai riempire il minuto che non perdona, coprendo una distanza che valga i sessanta secondi; Tuo sarà il mondo e tutto ciò che contiene e, ciò che conta, sarai un uomo,figlio! Rudyard Kipling

 

EINAUDI

"Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi." - Luigi Einaudi

 

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