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"... Non vogliate negar l’esperienza
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(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120)

 

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Accise d'Italia

Post n°167 pubblicato il 28 Febbraio 2007 da unamicoincomune
 

Italia, una storia di accise. Bersani, il finto liberalizzatore, continua a insistere e dice che è inaccettabile un prezzo della benzina, al netto delle imposte, superiore del 20% rispetto alla media europea. Ma perché il ministro, speriamo presto ex, non parla anche di quanto incamera lo Stato alle spalle dei poveri automobilisti? Perché insiste con il prezzo netto? Perché vuole liberalizzare la distribuzione dei carburanti? E perché, come per tutte le sue liberalizzazioni, sempre a vantaggio della Grande Distribuzione Organizzata?
Partiamo dalle origini e andiamo a vedere come nascono e perché nascono le accise. Le accise sono state utilizzate, spesso, per reperire fondi o entrate pubbliche straordinarie. Quindi, la caratteristica principale dell’accisa dovrebbe essere quella della straordinarietà e quindi della durata limitata nel tempo. Purtroppo, come tante altre imposte in Italia vedi ad esempio l’ICI che nacque come ISI, una volta create, le accise, non sono mai state rimosse dopo aver raggiunto lo scopo.
La prima accise sulla benzina -di 1,90 lire- venne inserita nel 1935 per finanziare la guerra di Abissinia, quella successiva di 14 lire per la crisi di Suez nel 1956, quella di 10 lire per il disastro del Vajont nel 1963, le 10 lire per far fronte all'alluvione di Firenze nel 1966, le 10 lire per il terremoto nel Belice nel 1968, le 99 lire per il terremoto del Friuli nel 1976, le 75 lire per il terremoto in Irpinia nel 1980, le 205 lire per la missione in Libano, le 22 lire per la missione in Bosnia nel 1996. Per aggiornare gli importi alla moneta corrente possiamo affermare che le accise indicate assomano a circa € 0,23. A questa bisogna aggiungere le ultime accise introdotte, nel 2003 per trovare i fondi necessari al rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, circa 0,02 euro di accise addizionale sui carburanti e nel febbraio 2005, per finanziare il rinnovo degli autobus inquinanti nel trasporto pubblico, e si arriva quindi alla situazione attuale. Oggi nel fare benzina ben 0,25 euro sono dovuti per questi motivi. Le finalità di spesa, per le quali erano state introdotte, sono del tutto cambiate rispetto a quelle originarie ma le imposte (accise) sono rimaste. (fonte LaRepubblica-Intesa Consumatori 19/02/2005).
Chiarita la componente accise è bene andare a chiarire quali sono le componenti che costituiscono il prezzo dei carburanti in Italia e nell’Unione Europea, queste componenti sono tre:il prezzo del prodotto base e non, come si crede, della materia prima, seguono la componente fiscale, il prezzo ed il ricavo industriale.
- il prezzo Platt's del prodotto finito
Ciò che origina il prezzo base del prodotto, non è il costo del greggio, il Wti per il mercato Usa o il Brent per l'Europa, che variano quotidianamente, ma il prezzo Platt's del prodotto finito, che è influenzato solo in parte dal cambio, ed è fondamentalmente determinato dalla relazione tra domanda ed offerta, nella quale giocano un fattore determinante la rilevanza delle scorte.
Il peso percentuale del prezzo del Platt's, per ogni litro di benzina verde, era, giusto per fare un esempio, del 20.77% nel 2001 ed è del 19.37% nella media gennaio febbraio 2004.
Occorre evidenziare, quindi, che eventuali variazioni del cambio, influenzano solo in parte il Platt's, e per il solo 19% circa, del totale del prezzo al dettaglio della benzina verde e del 22% circa del gasolio. E' quindi poco incidente.

- Il prezzo ed il fisco in Italia

La fiscalità sui carburanti in Italia pone il Paese tra i primi dieci dell’Unione Europea e incide sul prezzo alla pompa per circa il 69%.

- Il prezzo ed il ricavo industriale

Il ricavo industriale, che in Italia è più alto della media europea, costituisce, per le compagnie petrolifere, la compensazione dei costi, degli ammortamenti ed il margine di guadagno per la commercializzazione dei prodotti, e, sommato con il prezzo del Platt's, costituisce il prezzo industriale.
In questa componente di prezzo si colloca anche il margine di gestione delle imprese addette alla vendita al dettaglio, che oscilla mediamente fra il 2.8% ed il 3.2%, sul prezzo finale dei carburanti, pari mediamente a 30 o 35 millesimi di euro al litro.


Non ha fondamento l'idea che il prezzo dei carburanti segua pedissequamente l'andamento dei valori del greggio, sia nel caso di rialzo, che in discesa e, conseguentemente, non trova riscontro nemmeno l'opinione che vi sia una doppia velocità nella fissazione dei prezzi, in caso di oscillazione del greggio, veloce quando sale, lenta quanto discende.
Le compagnie petrolifere aumentano il ricavo industriale quando cala il Platt's e lo diminuiscono dello stesso importo quando il Platt's aumenta. Si verifica così una correzione del prezzo sufficientemente plausibile e tale da evitare rialzi eccessivi dei prezzi dei carburanti al rialzo del Platt's.
Le compagnie petrolifere correggono sempre, ed in modo tempestivo, la dinamica del Platt's sia in onda ascendente, che in onda discendente.

Conclusione

Il prezzo di un litro di benzina verde in Italia è in media composto come segue:
1) 20,7% dal costo del Platt's
2) 11,1% dal ricavo industriale
3) dal 68,2% dalla fiscalità (accisa ed Iva).

Il prezzo di un litro di gasolio è composto in media come segue:
1) 24,2% dal Platt's;
2) 13,7% dal ricavo industriale;
3) 62,1% dalla fiscalità.

Il Ministro Bersani sostiene che si potrebbe avere un significativo abbassamento del prezzo dei carburanti apportando una forte innovazione alla rete distributiva dei carburanti, processo peraltro già avviato a partire dal 1998. Liberalizzando, secondo il ministro, si avrebbe un’ottimizzazione di sistema tale da comportare delle economie sul costo del ricavo industriale. Probabilmente l’obiettivo non è sbagliato ma, in fondo, anche poco significativo rispetto la sua reale incidenza economica, che potrebbe sfiorare a malapena i 10 millesimi di euro a litro.
L'innovazione della rete va perseguita con convinzione, ma per dare al sistema distributivo nazionale un assetto moderno e polifunzionale, tale da assistere adeguatamente gli utenti e fornire molti più servizi, rispetto il solo Oil, dal commercio food e non food, al ristoro, ai servizi più vari per le esigenze quotidiane degli automobilisti ed in genere dei cittadini.
Il ministro, però, dovrebbe anche contribuire al risparmio per gli automobilisti eliminando le accise che gravano sui carburanti. Ma sappiamo bene che è più facile attaccare i poveri gestori, così come si è fatto per i tassisti, piuttosto che andare a tagliare le fonti di approvvigionamento per uno Stato sempre più esoso.Mala tempora…

(Fonte: Faib/Aisa Confesercenti)

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 28/02/07 alle 12:06 via WEB
Bersani non è un liberalizzatore e nemmeno un liberista.marco2002
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 28/02/07 alle 15:57 via WEB
Gentile Pierluigi, ottimo e articolato articolo. Mi chiedevo, tutte queste tasse, accise, catena di distribuzione, che adesso rendono il costo finale dei carburanti in Italia più alto che altrove, c'erano anche 9 mesi fà ????? e 5 anni e 9 mesi fà ????? Ciao Gianni
 
 
unamicoincomune
unamicoincomune il 28/02/07 alle 17:11 via WEB
Vedi come sei limitato, quando vuoi polemizzare, e sempre teso a dimostrare che berlusconi è peggio di prodi. L'articolo nasce perchè mi viene difficile accettare la teoria di Bersani. Non credo che il suo concetto di leberalizzazione sia simile al mio. Volevo dimostrare che il male assoluto per le tasche del cittadino nasce sempre dal potere centrale. Pensa quanti soldi avresti risparmiato negli anni se lo Stato avesse eliminato le accise, o almeno ridotto. Pensa quanti soldi avresti rimesso in circolo se ti avessero dato la possibilità di pagare la benzina quei 20-30 centesimi di euro in meno a litro. Per far ripartire l'economia bisogna lasciare più soldi nelle tasche dei cittadini, aumenterebbe la spesa e lo Stato, stanne certo, non ci perderebbe. Ma sai, io sono liberale (come forma mentis, non come partito) e bada bene non liberista ma è un discorso troppo lungo e lo facciamo prossimamente. Ciao Pierluigi
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 28/02/07 alle 18:05 via WEB
Caro Pierluigi, è difficile dimostrare ciò che è già evidente, rischi di dire cose scontate, ovvietà. Ma lo leggi il tuo Blog ? Io sono l'unica voce fuori dal coro. Di questo però non ti indigni ? Preferisci un dibattito pluralista o ti piacciono i monologhi ? A proposito di monologhi, mi verrebbe spontanea una battuta che però ti risparmio. Il mio è solo un punto di vista diverso dal tuo, non c'è bisogno di accusarmi di essere polemico, limitato, fazzioso ecc... Nel merito, le accise sui carburanti fanno parte del prelievo fiscale globale dello Stato per soddisfare il suo fabbisogno. Ti ricordo che il deficit dello Stato (che ultimamente ha ripreso a correre) stava diminuendo di crescere non si è annullato. Significa che ancora lo Stato spende più di quanto incassa. Se quindi diminuisci le accise carburanti, devi aumentare l'IVA o l'IRPEF o quant'altro, il prelievo globale sempre quello è. Più delle accise sui carburanti, io sono meravigliato dell'aumento dei bolli, specie le marche da bollo (Tremonti) che passano da 10.000 lire del 2001 a 14,62 Euro attuali. Il 183% di aumento. Cosa ne pensi, senza polemiche, ma chi vuole polemizzare ?? Ciao Gianni
 
     
unamicoincomune
unamicoincomune il 28/02/07 alle 18:28 via WEB
Caro Gianni, le voci fuori dal coro sono gradite perchè consentono di confrontarsi con chi non ha le stesse idee. Certamente il blog è frequentato più da persone che hanno idee simili alle mie ma non potrai certamente dire che sono menti inquinate ideologicamente. Per quanto riguarda la tua domanda invece posso affermare che continui a fare riferimenti al passato recente ma allora dovresti anche fare riferimento al presente. Dovresti fare riferimento all'aumento del canone tv, all'aumento del bollo auto... ma io non voglio ridurre tutto ad una gara a chi è più imbecille, a chi ha aumentato di più le imposte e simili confronti che non portano a nulla. Partiamo dal concetto di base. Per me lo Stato (apparato) dovrebbe essere il più snello possibile e non deve essere omnipervasivo come inteso dall'attuale maggioranza (per modo di dire) che governa (sempre per usare un eufemismo) il Paese. Lo Stato deve dettare le regole, badare alla sicurezza interna ed esterna, amministrare la giustizia, garantire l'accesso alla sanità e garantire giuste politiche sociali. Lo Stato nasce da un contratto tra le diverse componenti che decidono di delegare ad un'entità superiore la gestione di certi servizi. Questo deve essere lo Stato. Invece ci ritroviamo con una struttura statale ipertrofica, omnipervasiva. Si creano garanti per ogni cosa, la vita dei cittadini è controllata sotto molteplici profili. Siamo arrivati al paradosso che non è lo Stato al servizio dei cittadini ma i cittadini al servizio dello stato. Uno stato leviatano che fagocita tutto. Forse si è esagerato. Non pensi? Ciao polemos
 
shardana0
shardana0 il 28/02/07 alle 17:11 via WEB
La colpa é nostra, non abbiamo capito che il ministro lavora per noi, se riesce nel suo intento il prezzo di un litro di benzina verde cambierà totalmente in questo senso: 18% Platt's 10% ricaro industriale 72% fiscalità Ciao:-D
 
 
unamicoincomune
unamicoincomune il 28/02/07 alle 17:19 via WEB
Infatti, è un ministro che ama i suoi concittadini. C'era una vecchia favoletta che diceva così: "i comunisti amano i poveri e per questo cercano di crearne sempre di nuovi"...:-)) ciao pierluigi
 
franco460
franco460 il 28/02/07 alle 19:25 via WEB
La cdl critica le liberalizzazioni di Bersani e dimentica che in cinque anni di governo non è riuscita o non ha voluto fare nemmeno una lineralizzazione. meno male che il centrodestra si definisce liberale.
 
 
unamicoincomune
unamicoincomune il 28/02/07 alle 19:40 via WEB
Su questo posso anche darti ragione ma non mi dire che le finte liberalizzazioni di bersani sono vere rivoluzioni liberali. Stranamente le sue liberalizzazioni vanno a vantaggio dei soliti noti. Perchè non liberalizzare definitivamente i trasporti, l'energia, le telecomunicazioni, i servizi postali, le banche... Bisogna dar vita ad interventi che veramente incidano in maniera sostanziale sulla possibilità di risparmio delle famiglie. Più soldi rimangono in tasca alle persone e più soldi vengono rimessi in circolazione dando slancio all'economia. Purtroppo nessuno degli schieramenti andrà mai contro gli interessi delle lobby bancarie e similari perchè sarebbe un suicidio. Per questo l'unica soluzione è un governo tecnico istituzionale che riesce a trovare maggioranze trasversali per dar corpo alle riforme. Ma qui, invece, è sempre una gara del tipo :"io sono più bravo di te, io sono più intelligente...". Infantilismo puro di una classe politica che ha perso il lume della ragione. Ciao
 
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AL VERO GABBIANO JONATHAN

immagineLa maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo.Ma a sue spese scoprì che, a pensarla in quel modo, non è facile poi trovare amici, fra gli altri uccelli.

 

SE

 

"Se" Se saprai conservare la testa, quando intorno a te tutti perderanno la loro, e te ne incolperanno; Se crederai in te stesso, quando tutti dubiteranno, ma saprai intendere il loro dubbio; Se saprai aspettare, senza stancarti dell'attesa, ed essere calunniato senza calunniare o essere odiato senza dar sfogo all'odio e, non apparire troppo bello, ne parlare troppo saggio; Se saprai sognare, e non rendere i sogni tuoi padroni; se saprai pensare, e non fare dei pensieri il tuo fine; se saprai incontrare il Trionfo e il Disastro, e trattare questi due impostori nello stesso modo; Se saprai sopportare di sentire quello che hai detto di giusto falsato dai ribaldi per farne trappola ai creduli o vedere le cose per cui hai dato la vita, spezzate e curvarti e ricostruirle con utensili logorati; Se saprai fare un mucchio di tutte le vicende e rischiarlo in un giro di testa e croce; E perdere e ricominciare da capo e non fiatar verbo sulle tue perdite; Se saprai forzare il tuo cuore e i nervi e i tendini per aiutare il tuo volere, anche quando essi sono consumati; e così resistere quando non c'è più nulla in te tranne che la volontà che dice loro: "reggete!" Se saprai parlare con le folle e mantenere le tue virtù e passeggiare con i Re e non perdere la semplicità; Se ne nemici, ne prediletti amici avranno il potere di offenderti, se tutti gli uomini conteranno ma nessuno conterà troppo; se saprai riempire il minuto che non perdona, coprendo una distanza che valga i sessanta secondi; Tuo sarà il mondo e tutto ciò che contiene e, ciò che conta, sarai un uomo,figlio! Rudyard Kipling

 

EINAUDI

"Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi." - Luigi Einaudi

 

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