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il blog di Pierluigi Mannino

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Fatti non foste a viver come bruti

"... Non vogliate negar l’esperienza
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza
"

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120)

 

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Liberalizzare pensando ai piu' deboli.

Post n°820 pubblicato il 18 Gennaio 2012 da unamicoincomune
 

Il Governo Monti, il venerato o venerabile Governo tecnico, minaccia le italiche lobby e si appresta a varare le, temute o auspicate in base ai diversi punti di vista, liberalizzazioni che tanto mancano all'economia del Paese. Un assaggio e' già arrivato, la liberalizzazione degli orari delle attività commerciali,ed ha già scatenato un mare di polemiche e acuito la contrapposizione tra commercianti e consumatori, tra commercianti del piccolo commercio e quelli che tanto piccoli non sono e che spadroneggiano grazie alle proprie disponibilità economiche. Ma siamo davvero sicuri che siano questi gli interventi di cui necessita il Paese? Siamo sicuri che sia questo che vuole la omnipervasiva Europa? Qualcuno afferma che la liberalizzazione degli orari sia necessaria per avvicinare la nostra rete distributiva a quella degli altri Paesi europei ma basta fare un giro nella rete, google aiuta molto, per vedere che in Europa non ci sono Paesi che applicano l'orario eterno, i nostri orari sono già abbastanza in linea e per quanto riguarda le aperture domenicali l'Italia va ben oltre. In Germania, la tanto decantata Germania, la domenica aprono solo le panetterie e le pasticcerie. In Spagna la chiusura domenicale e' la norma anche se, come da noi, l'apertura e' consentita ed utilizzata in periodi determinati e per occasioni particolari. In Francia, salve eccezioni locali (località e zone turistiche) di norma le attività commerciali chiudono la domenica e il lunedì mattina. A Praga, invece, l'apertura domenicale e' insolita mentre ad Amsterdam la domenica si apre per ben 4 ore nel primo pomeriggio. Insomma, alla luce di quanto detto si può ragionevolmente credere che l'Italia non necessiti di un'ulteriore ampliamento degli orari d'apertura delle attività commerciali e che il Governo bene farebbe ad orientare i propri interventi verso altri lidi. Le liberalizzazioni necessarie sono quelle che portano vantaggi a tutti e non solo ad una parte. Energia elettrica, gas e acqua riguardano tutti gli italiani ed e' notorio il fatto che i costi relativi per gli italiani sono elevati e, probabilmente, ben al di sopra della media europea. E ancora, lo sa il Signor Monti che in Sardegna il costo del gas in bombola supera di un buon 35/40 % quello praticato nella penisola? Ancora, il Governo potrebbe interessarsi delle distonie del mercato del lavoro, potrebbe spiegarci come mai a parità di funzioni si verifichino casi di notevoli difformità di trattamento economico, pensate al caso dei commessi del Parlamento e dei loro omologhi nei Consigli regionali e dei meno gratificati parigrado nei consigli comunali. C'e' sicuramente tanto da modificare per rendere piu' facile la vita agli italiani ma non sembra che si stia facendo granché se non interventi senza alcun senso e non fondamentali. Interventi che, favorendo paradossalmente la concentrazione nelle mani di chi ha maggior disponibilita' economica, andrebbero a minare le ragioni della nascita ed esistenza stessa dello Stato: la difesa del piu' debole e il riequilibrio delle diverse posizioni. Gia', lo Stato nasce per superare l'eterna situazione di conflitto tra gli esseri umani, una situazione di conflitto che vedeva il debole soccombere davanti al piu' forte, trionfo dell'arroganza e della prepotenza. Le situazioni conflittuali sono sempre latenti e pronte ad esplodere se non ci sono le regole necessarie a contenerle e reprimerle. Quando le regole vengono minate in nome di un finto progresso, nell' interesse del piu' potente economicamente, si ritorna allo stato di natura dove il piu' debole e' destinato a soccombere. E'questo che vuole Signor Monti? Mi auguro di no! Da Sardegna Quotidiano del 18/01/2012

 
 
 

Rassegna Stampa: Anche il Comune si schiera contro le liberalizzazioni

Post n°819 pubblicato il 12 Gennaio 2012 da unamicoincomune
 

No alla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali imposta dal governo in città e provincia. I presidenti di Confcommercio e Confesercenti temono un tracollo delle migliaia d’attività tradizionali, a favore dei centri della grande distribuzione. Tale eventualità porterebbe al fallimento di molte piccole attività, impossibilitate ad assumere altro personale per le ore in più. Tutte preoccupazioni emerse ieri, nel corso di un incontro a tema con la commissione comunale per lo Sviluppo Economico e Turistico. «I piccoli esercizi hanno anche una valenza sociale, il rischio è una polarizzazione verso i grandi centri commerciali a discapito delle rivendite sotto casa», afferma il direttore provinciale di ConfCommercio, Giuseppe Scura «l’impianto normativo regionale ha tra i principi cardine quello di creare un equilibrio tra le varie realtà produttive». Pareri simili, oltre ad una precisa richiesta, sono quelli di Roberto Bolognese, presidente provinciale Confesercenti: «Ho timore che questa possa essere la pietra tombale per tanti commercianti di vicinato. Cagliari è la seconda città italiana dopo Roma a vivere di terziario. Chiedo che sia bloccata la norma per un consulto da parte della Regione, il Comune si faccia interprete di tale istanza, come già accaduto in altre regioni italiane». In seguito a queste dichiarazioni, Pierluigi Mannino, membro della commissione comunale, ha proposto di lavorare ad una mozione da presentare al sindaco «perché s’interessi del problema e si metta in contatto con la Regione». D’accordo con l’idea della mozione anche il vice presidente Paolo Casu «anche se», sostiene «mi allarma il silenzio di Luigi Crisponi, assessore regionale al Turismo, che si è limitato a dire che non si può continuare così e che avrebbe impugnato il decreto sulle liberalizzazioni. Detto da lui è un valore vuoto, sono solo proclami». Alla fine, il presidente della commissione comunale Sviluppo Economico e Turistico, Raimondo Perra, accoglie la richiesta: «Stileremo la mozione in tempi brevi, in modo che Zedda possa investire la Regione di questo problema. Spetta a quest’ultima legiferare in materia, non certo al governo nazionale».

Paolo Rapeanu
Sardegna Quotidiano

Si lavora alla mozione per impegnare Sindaco e Consiglio al fine di ottenere dalla Regione l'impugnazione della norma in questione. Una norma che, se applicata, potrebbe decretare la chiusura delle piccole attività e la morte dei centri storici e dei luoghi vocati, tradizionalmente, al commercio. Simili "liberalizzazioni" non fanno altro che favorire la concentrazione nelle mani di chi ha più risorse economiche, nelle mani dei grandi gruppi e dei produttori. Produttori che da anni si stanno impossessando della distribuzione. Vogliamo un futuro da liberi imprenditori o da sempre meno liberi dipendenti? Monti ripensaci!

 
 
 

Saldi d'umana natura!

Post n°818 pubblicato il 06 Gennaio 2012 da unamicoincomune
 

Saldi o non saldi, questo e' il dilemma. E'arrivato il primo dei due appuntamenti annuali con le vendite di fine stagione ed iniziano le solite tiritere tipiche del periodo. Il paradosso iniziale sta proprio nel nome dato a questo tipo di vendite che non rispecchiano certo l'andamento stagionale visto che tali vendite iniziano nel pieno della stagione, del rigore invernale e dell'afa estiva. Una follia, una follia nata dalle esigenze di chi? Dei commercianti? Non credo visto che questi avrebbero interesse a vendere a prezzo pieno, gratificando i clienti con trattamenti di favore utili ad appagare non solo le tasche ma anche i sentimenti e l'amore proprio. E allora? Chi ha interesse a tale tipo di vendita? Ben quattro mesi su dodici dedicati ai ribassi, senza contare i mesi concessi per le vendite promozionali. In totale, insomma, ben 9 mesi su dodici di possibili vendite a prezzi ribassati e soli tre mesi di vendita a prezzo pieno. Chi si avvantaggia di tutto ciò?ovviamente i produttori e i grandi gruppi commerciali che puntano piu' sulle vendite di quantità che sulla qualità. Insomma, la dura legge dei numeri domina la scena e chi ci perde? Il piccolo commercio, le imprese familiari e tutto il mondo ad esse collegato. Per non parlare poi delle conseguenze negative per le città, i piccoli paesi e i relativi centri storico commerciali. Un primo colpo al sistema economico locale era stato dato dall'ampliamento del tempo destinato alle vendite di fine stagione negli anni 80, poi un secondo colpo arrivo' dalla liberalizzazione delle licenze voluto da Bersani ed ora un terzo, nefasto, colpo arriva dalla liberalizzazione degli orari delle attività commerciali. Chi si avvantaggia di ciò? Sempre i piu' forti, i grandi gruppi che possono permettersi un maggior numero di dipendenti, pedine nella scacchiera del mercato globale e selvaggio. Siamo sicuri che la strada intrapresa sia quella giusta? E che fine faranno i rapporti interpersonali? La famiglia e, di conseguenza, la stessa società? Fare impresa e' lecito, giusto ed encomiabile ma non bisogna perdere di vista l'aspetto umano del lavoro. Non si vive di solo profitto, anzi, al giorno d'oggi di profitto e consumismo si muore. Forse e' arrivato il momento di riflettere e di riportare al centro dell'attenzione l'essere umano e il suo fondamentale ed essenziale nucleo sociale, la famiglia e gli affetti. Questa e' la vera sfida e, forse, la chiave di volta per il successo della politica e la sopravvivenza della società degli uomini. Buona riflessione.

 
 
 

Auguri 2012

Post n°817 pubblicato il 30 Dicembre 2011 da unamicoincomune
 

 

L'anno volge al termine e nulla è cambiato rispetto agli anni passati o meglio, son cambiati i protagonisti ma per le comparse il destino è sempre lo stesso: tasse e tasse. Si chiede il sacrificio in nome di un interesse superiore ma lo si chiede sempre e solo ai soliti noti. Chi chiede il sacrificio non è disposto a farne, giusto una limatina a prebende consistenti e niente più. Risorgi Italia, nonostante tutto!

Buon Anno

 
 
 
 
 

La proposta Parcheggi rosa per mamme

Post n°815 pubblicato il 11 Novembre 2011 da unamicoincomune
 

Parcheggi rosa per le mamme e le donne in dolce attesa. È la richiesta presentata sotto forma di mozione in Consiglio comunale dai consiglieri Antonello Floris e Pierluigi Mannino. Considerato che, «sono numerose le città e le relative amministrazioni comunali che hanno previsto la realizzazione di parcheggi definiti “rosa”, in quanto destinati esclusivamente alle auto condotte da donne in stato di gravidanza o madri di bimbi di età fino a 12 mesi», è scritto nella mozione, «da più parti giungono proposte in tal senso, compresa la possibilità che queste donne possano accedere alle zone cittadine delimitate come ZTL», si impegna il sindaco e gli assessori competenti a «programmare e predisporre un regolamento per la creazione e fruizione di appositi parcheggi “rosa” in città.

Sardegna Quotidiano 11/11/11


 
 
 

Muri instabili, topi negli impianti: è la caserma dei vigili in viale Trieste

Post n°814 pubblicato il 11 Novembre 2011 da unamicoincomune
 

L’edificio è di proprietà del Comune, depositata in consiglio un’interrogazione al sindaco




CAGLIARI. Se il caseggiato appartenesse a un privato e questi l’avesse destinato ad accogliere un ufficio con dipendenti, Asl e lo stesso Comune ne avrebbero imposto la chiusura e lo sgombero. Ma siccome i locali della caserma di viale Trieste 152 sono del Comune, da anni i cento vigili urbani che lavorano in quegli uffici (c’è la sezione infortunistica) devono fare i conti con i topi che hanno colonizzato l’impianto dell’aria condizionata, con il rischio di crolli che impedisce l’ingresso dal viale Trieste, con l’umidità che chiazza i muri, naturalmente con l’eternit che ricopre larga parte dei tetti del caseggiato diviso in vari edifici.

La condizione della caserma sembra non aver mai tolto il sonno a nessuno: non importa se non si può entrare dall’ingresso principale perché il muro è visibilmente pericolante (si tratta di un ufficio aperto al pubblico), pazienza se si è ritenuto necessario appendere un cartello che vieta l’ingresso perché i locali sono inagibili. C’è anche il lato comico: lo sciacquone di un bagno installato fuori, sotto la finestra, stile baracca. Un consigliere comunale di Patto per Cagliari, Pierluigi Mannino, assieme al collega (capogruppo) Antonello Floris hanno chiesto di visitare i locali, hanno scattato qualche fotografia, si sono documentati sulle condizioni degli impianti tecnici e hanno scritto una interrogazione al sindaco depositata nei giorni scorsi. Si tratta di una situazione arrivata in eredità alla nuova giunta, ma non per questo è meno urgente. Intorno al 2007 il caseggiato doveva finire nella partita di scambi di aree tra Regione e Comune: la Regione di Soru voleva trasformare viale Trieste nella strada delle rappresentanze istituzionali (tutti gli assessorati lì), la caserma dei vigili sarebbe stata fatta altrove. Ma l’ipotesi è tramontata, i vigili sono rimasti in quelle stanze fatiscenti, secondo Mannino e Floris il problema può essere affrontato ora che si deve discutere di come utilizzare gli edifici militari dismessi. (a.s)

La Nuova Sardegna 05/11/11

 
 
 

La traccia base del mio intervento in aula del 12 Ottobre 2011 sulle dichiarazioni programmatiche del Sindaco.

Post n°813 pubblicato il 14 Ottobre 2011 da unamicoincomune
 
Foto di unamicoincomune

Signor Sindaco, Assessori e Colleghi tutti.

Ho cercato di leggere con la massima attenzione possibile il corposo lavoro redatto e presentato in Consiglio recentemente. Un bella serie di intendimenti e di buoni propositi che troverebbero apprezzamento da parte di chiunque abbia a cuore le sorti della nostra Città e il tutto condito da una serie di critiche, forse meritate e forse no, a chi l’ha preceduta. Critiche e accuse precise fatte, probabilmente, per segnare ulteriormente il confine con il passato, un passato che, comunque, ha posto le basi, nel bene o nel male, per la Sua ascesa allo scranno più alto di Palazzo Bacaredda. Già Signor Sindaco, proprio così. Se Lei, ora, è il detentore delle chiavi della Città lo deve a chi l’ha preceduta nell’amministrare una Città con tutta una serie di problemi e di risorse, Lei guarda al passato e accusa i Suoi predecessori, e lo schieramento di cui faccio parte, di essere stati incapaci di cogliere i problemi, di non esser stati buoni conoscitori della Città e di non esser stati in grado di immaginarne, unitariamente, lo sviluppo futuro. Credo che Lei sia ingeneroso e che sia stato guidato in tale giudizio da un preconcetto, non so se ideologico o meno, nei confronti di chi è stato prima di Lei. Nei confronti di chi ha dedicato tempo e risorse alla cosa pubblica e alla sua gestione. Le ricordo che è stato un Sindaco di centrodestra, ad esempio, a portare a compimento una grande, sino ad allora, incompiuta ovvero, l’asse mediano di scorrimento. Le ricordo che sempre un Sindaco di centrodestra ha reso fruibile un rione, la Marina, per troppo tempo abbandonato a sé stesso. E potrei farLe tanti altri esempi ma non credo sia necessario. Certo, probabilmente, è mancato qualcosa, non si è stati in grado di comunicare all’esterno l’idea complessiva sullo sviluppo della Città nel suo complesso. Una serie di idee tramutate in slogan e che, in gran parte dei casi, tali son rimasti ma non si può certo negare che ci fosse una visione d’insieme, un’idea di sviluppo della Città. Diciamo, quella stessa idea di sviluppo che Lei ci ha illustrato. Magari diversa nei modi, diversa in ordine ad alcuni temi: viabilità, verde… Su alcuni argomenti le nostre idee, pur tendendo nelle intenzioni allo sviluppo della Città, divergono. Parlo della Vostra visione in tema di parcheggi e trasporto, la Vostra avversione nei confronti del mezzo privato e la Vostra idea di privilegiare l’utilizzo del mezzo pubblico. Io credo che il compito dell’Amministratore, del buon amministratore, sia quello di offrire soluzioni alternative, senza imposizione di questa o quella soluzione. Il buon Amministratore offre all’amministrato la possibilità di scegliere tra più soluzioni, con relativi e differenti costi. Da Voi, invece, arrivano soluzioni certe, univoche e categoriche. Ben venga, certamente, lo sviluppo della strada ferrata cittadina ma non vedo perché questo debba impedire la realizzazione di parcheggi in struttura nelle zone nevralgiche della Città. Per Voi i parcheggi sono attrattori di traffico e quindi un problema, un nemico, per me, invece, sono una soluzione. Una soluzione che permetterebbe di togliere le auto dalle strade, rendendo così più scorrevole il traffico e favorendo, concretamente e nei fatti, il mezzo pubblico. Nel Vostro programma sono previsti i parcheggi in struttura di Via San Paolo e del molo Ichnusa ma credo che non si risolva, con questi, il problema della Marina e della fame di parcheggi del centro cittadino. Ben vengano le strutture di fast park proposte ma non sufficienti a soddisfare la richiesta proveniente dai residenti e dal mondo delle imprese che operano nei quartieri storici. Il commercio cittadino ha sofferto e soffre tuttora per l’eccesso di grandi strutture di vendita, strutture che non hanno un’offerta migliore di quella dei negozi tradizionali ma che hanno nell’alto numero di parcheggi a disposizione il loro punto di forza. Il commercio cittadino chiede pari opportunità ovvero un numero adeguato di parcheggi, strade accoglienti e piu'vive. Già, piu' vive e vivibili, strade degne di una città che vuole fare del turismo una fonte di ricchezza. Potrei dilungarmi in favore di quello che ritengo essere uno dei settori economici piu' importanti della nostra città ma non vorrei sembrare interessato solo a ciò che piu' mi tocca da vicino anche perché, lo devo riconoscere, nel vostro progetto per il rilancio dell'economia cittadina vi sono idee interessanti e condivisibili. Vorrei rilevare anche alcune mancanze o dimenticanze individuate nel vostro programma di governo. Avete parlato di sicurezza ma non c'e accenno a coloro che dovrebbero essere i garanti della sicurezza in città, i vigili urbani. Gli agenti della polizia municipale sono  l'immagine, il front desk dell'amministrazione. Sono loro i primi, visibili, contatti per cittadini e turisti. Sono loro i primi a dover esser messi in condizione di svolgere al meglio il loro lavoro e dare, così, risposte certe e immediate alle richieste di cittadini e visitatori. Della polizia municipale nel vostro programma non si parla, non si parla dei suoi problemi, del fatto che, probabilmente, il comando della stessa sia troppo decentrato, del fatto che le diverse strutture ad essa destinate siano inadeguate e insalubri, non si e' parlato della necessita' di rimpolpare un organico insufficiente e con un'eta' media di oltre 45 anni.

 

Ancora, mi chiedo come mai non si sia fatto un accenno, almeno quello, al teatro lirico e al suo futuro. Quale destino attende coloro che in esso operano?

 

E’ vero Signor Sindaco, come da Voi scritto, “dopo la notte risorge sempre il sole” ma non vorrei si trattasse di una notte artica e che il sole al suo risorgere andasse a illuminare solo macerie e desolazione.

E concludo dicendo che se il vostro e', come definito da altri, un libro dei sogni mi auguro da cittadino che riusciate a trasformarlo in realtà ma da amministratore posso certamente affermare che vigilerò, per quanto in mio potere,  affinché quei sogni non si trasformino in altro!

 

 
 
 

Di manovra in manovra...

Post n°812 pubblicato il 07 Settembre 2011 da unamicoincomune
 

 

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AL VERO GABBIANO JONATHAN

immagineLa maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo.Ma a sue spese scoprì che, a pensarla in quel modo, non è facile poi trovare amici, fra gli altri uccelli.

 

SE

 

"Se" Se saprai conservare la testa, quando intorno a te tutti perderanno la loro, e te ne incolperanno; Se crederai in te stesso, quando tutti dubiteranno, ma saprai intendere il loro dubbio; Se saprai aspettare, senza stancarti dell'attesa, ed essere calunniato senza calunniare o essere odiato senza dar sfogo all'odio e, non apparire troppo bello, ne parlare troppo saggio; Se saprai sognare, e non rendere i sogni tuoi padroni; se saprai pensare, e non fare dei pensieri il tuo fine; se saprai incontrare il Trionfo e il Disastro, e trattare questi due impostori nello stesso modo; Se saprai sopportare di sentire quello che hai detto di giusto falsato dai ribaldi per farne trappola ai creduli o vedere le cose per cui hai dato la vita, spezzate e curvarti e ricostruirle con utensili logorati; Se saprai fare un mucchio di tutte le vicende e rischiarlo in un giro di testa e croce; E perdere e ricominciare da capo e non fiatar verbo sulle tue perdite; Se saprai forzare il tuo cuore e i nervi e i tendini per aiutare il tuo volere, anche quando essi sono consumati; e così resistere quando non c'è più nulla in te tranne che la volontà che dice loro: "reggete!" Se saprai parlare con le folle e mantenere le tue virtù e passeggiare con i Re e non perdere la semplicità; Se ne nemici, ne prediletti amici avranno il potere di offenderti, se tutti gli uomini conteranno ma nessuno conterà troppo; se saprai riempire il minuto che non perdona, coprendo una distanza che valga i sessanta secondi; Tuo sarà il mondo e tutto ciò che contiene e, ciò che conta, sarai un uomo,figlio! Rudyard Kipling

 

EINAUDI

"Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi." - Luigi Einaudi

 

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