piazza alimonda

Quando ci si inventa un mestiere

Breve storia degli anni precedenti.
Un giorno mia madre mi dice: guarda, su questo giornale qui, quello che leggiamo, cercano gente che voglia scrivere. E io: e che ci posso fare? E lei: scrivigli. Tu sei capace a scrivere E io: mà, bene o male dopo al quinta elementare tutti sanno scrivere. Evito discussioni. Scrivo. Quelli mi rispondono "fai un pezzo di prova". Faccio il pezzo di prova. Non per vantarmi ma è un pezzo orrendo. Mi richiamano: "Lo pubblichiamo". Lo pubblicano. Oggesù.
Da quel momento quello diventa il mio lavoro. Collaboratore, redattore ombra, redattore, giornalista professionista, redattore assunto.

Poi, siccome la vita è fatta di angoli, scopri che i tuoi boss hanno un'attitudine per quello retto, a 90 gradi. Tu no. E quindi tutto quello che avevi fatto va a meretrici.

Si ricomincia, da zero. Ci si inventa qualcosa di nuovo. L'invenzione è una piccola casa editrice. Talmente piccola che più piccola umanamente non si potrebbe. Stiamo facendo cose varie. In questi giorni è uscito anche il notro primo libro. Scritto da un amico. Una storia vera, la sua, di un prete operaio che rimane operaio e non più prete e si trova alle prese con una fabbrica che chiude lasciando tremila cristiani in mezzo ad una strada. Ne nasce una lotta che dura parecchi anni.... il resto lo scopre chi lo legge.

Ieri sera, al salone del libro, me lo sono trovato davanti, quel libro. Fatto e finito. Per me era rimasto una serie di file - foto scannerizzate - pagine da collegare - titoli da far stare - copertine cui mettere l'abbondaggio e i segni di taglio - pdf pesanti come ippopotami - pagine di word da leggere e correggere e rileggere e ricorreggere e leggere ancora e correggere ancora - righe da traslocare per far stare le immagini - ore della notte che volavano via per far quadrare tutto ecc ecc. E quando ieri sera l'ho preso in mano (non l'avevo ancora visto finito. Le prima copie sono passate direttamente dalla tipografia allo stand) per la prima volta, quasi mi sono commosso.
E poi ho visto Guerrino, quello che l'ha scritto, non stare più nella pelle.
Sono contendo, in qualche modo, di aver contribuito a realizzare un sogno.

Chi vuole saperne di più butti un occhio su blog "Quando", citato tra i blog amici