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filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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IL DERBY SULLA SEA WATCH

Post n°984 pubblicato il 02 Luglio 2019 da rteo1

IL DERBY SULLA SEA WATCH

Sembra proprio che il popolo italiano sia incline ad affrontare tutte le tematiche sociali come quando si giochi un derby calcistico.

Ognuna delle due curve - sud e nord - tifa per la vittoria della propria squadra, sia che giochi bene sia che giochi male la partita.

Anche il caso della nave Sea Watch ha scatenato le tifoserie.

Il fatto grave - a mio avviso - è che tra le due curve spesso vi sono anche persone che solitamente sono equilibrate.

Riporto un caso che mi ha visto spettatore: Ho assistito ad uno scontro verbale tra due insegnanti, da una parte, e tre comuni cittadini, dall'altra. I primi, le insegnanti, sostenevano con vigore che il salvataggio dei migranti fosse giusto e doveroso e che la capitana della nave avesse fatto bene a sbarcarli a Lampedusa; gli altri, invece, i comuni cittadini, erano convinti che le leggi vigenti in Italia dovessero comunque essere rispettate.

Di  fronte al contrasto le due insegnanti hanno affermato con furore di non tollerare quelli che la pensavano diversamente da loro.

Confesso che ho avvertito un certo disagio perchè l'intolleranza di coloro che per dovere civile dovrebbero insegnare la tolleranza mi ha lasciato piuttosto amareggiato, ma anche preoccupato, perchè ho pensato alle conseguenze sugli studenti.

Ciò premesso, ritengo di poter sostenere che in Italia la Repubblica - piaccia o meno - ha recepito il principio della separazione dei poteri. Pertanto nè quelle due insegnanti nè quei comun cittadini dovranno decidere se la capitana della nave (subito eletta ad eroina, con la solita disinvoltura) abbia osservato o meno tutte le leggi, sia quelle internazionali sul salvataggio dei naufraghi sia quelle nazionali italiane. Peraltro, soltanto la magistratura inquirente del luogo dello sbarco e quella giudicante hanno avuto il potere di acquisire tutti gli atti (e comunque una buona parte) utili per il processo.

Tali organi dello Stato, perciò, si dovranno pronunciare e sarà soltanto il loro giudizio - piaccia o meno - a rendere criminale o meno il comportamento della capitana.

Basta, perciò, con le tifoserie a prescindere. Se quelle due insegnanti vogliono giudicare entrino in magistratura, così come quei tre comuni cittadini. Nel nostro ordinamento - piaccia o meno - tutti devono rimettersi alla verità giuridica  accertata e sancita nelle sentenze dai magistrati, che tutti i consociati hanno accettato convenzionalemente; perciò un po' di pazienza, in attesa del responso, può fare solo bene e si eviteranno inutili esagerazioni da derby calcistico.

P.S. Alla luce del pronunciamento del GIP, che ha ritenuto insussistenti le ipotesi di reato a carico della capitana, non si può fare altro che accettare la decisione.

Altra cosa, ovviamente, è ipotizzare una Riforma della giurisdizione, dal momento che, per comune sentire, molti pronunciamenti non sembrano essere neutrali bensì carichi di motivazioni ideologiche e politiche.

A tal riguardo credo di poter sottolineare che il combinato diSposto degli artt. 102, co.3, e 106, co.2, della Costituzione consentirebbe di prevedere la "partecipazione diretta del popolo all'amministrazione della giustizia" mediante la nomina per elezione  per tutte le funzioni attribuite a giudici singoli. Il GIP, pertanto, nominato mediante elezione popolare, come soluzione, che consentirebbe di salvaguardare la neutralità della magistratura di "ruolo" rispetto a decisioni che, in qualche modo, hanno anche dei risvolti politici.

 
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Commenti al Post:
RavvedutiIn2
RavvedutiIn2 il 09/08/19 alle 16:50 via WEB
Poni una questione di non semplice soluzione . Però secondo me in molti casi anche lo Stato è fazioso e diviso in tifoserie . Comunque sia , sono per il salvataggio di queste persone , cercando di appurare la loro provenienza ed i reali motivi per cui arrivano qui da noi , e applicando anche una loro giusta ripartizione negli Stati europei . A parole sembra facile , nella realtà , visti gl'interessi che vi sono dietro , non lo è . Ciao
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 10/08/19 alle 11:11 via WEB
Nessuna soluzione sarà mai idonea in assoluto ! Partiamo da questa consapevolezza. Può un essere fallibile fare cose infallibili ? Detto ciò, credo che quasi tutti siano d'accordo a prestare accoglienza. I trattati internazionali, le leggi, la Costituzione, etc. Chi più ne ha ne metta. L'accoglienza, l'ospitalità, per ragioni politiche od umanitarie, sono sempre esistite, storicamente. Il problema, però, non può essere affrontato con slogan politici o per ragioni di opportunità elettorali. Va invece affrontato con realismo e concretezza. E questo vuol dire in rapporto alle capacità del Paese. Sarò ancor più chiaro: L'Italia potrebbe accogliere cinquanta milioni di profughi in arrivo mediante flussi continui ? Credo che ci sia un limite, oltre il quale non si possa andare. Il sistema si satura e si blocca qualsiasi suo funzionamento, ad iniziare dalla macchina produttiva. Dunque, occorre accogliere, ma con il senso di responsabilità. Con questo non esaurisco le argomentazioni, ma non posso neppure continuare in questo breve angolo del blog.
(Rispondi)
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