Creato da rteo1 il 25/10/2008
filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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Messaggi di Aprile 2018

IL CULTO DELLA “CLASSE DIRIGENTE”

Post n°937 pubblicato il 20 Aprile 2018 da rteo1

IL CULTO DELLA "CLASSE DIRIGENTE"

Negli ultimi anni si è propagato e propalato il culto della cosiddetta "classe dirigente" del Paese. Una sorta di "Mantra" che ha coinvolto anche, se non soprattutto (almeno nella fase più recente), i rappresentanti dei partiti di sinistra. Erano questi, infatti, ad apparire (almeno a chi scrive) più in distonia rispetto agli altri (ad es. ai conservatori) dal momento che proprio nei fondamentali della "sinistra storica" esisteva il principio della soppressione delle classi. E non solo, perché tale superamento delle classi doveva preparare la società al superamento anche dello Stato istituzione, od apparato burocratico, e oggi anche amministrativo, per affermare la regola generale dell'eguaglianza sostanziale e la vittoria sociale del proletariato, ossia della massa degli operai e dei contadini, storicamente sfruttati dai "padroni", e poi dal capitalismo. Invece è accaduto con frequenza che in TV i diversi rappresentanti dei partiti di sinistra dichiarassero di essere "classe dirigente" del Paese. Credo che si sia trattato, prima di tutto, di "ignoranza", ossia di mancata conoscenza dei fondamentali culturali, storico-politici da parte dei rappresentanti dei partiti di sinistra, i quali, per coerenza, avrebbero dovuto definirsi in tutti i modi possibili ma mai come "classe dirigente". La "cultura" di sinistra, infatti, lo impedisce, almeno a parole.  Una "vera sinistra" non avrebbe mai dovuto definirsi "classe" per conservare intatta la memoria dei numerosi "martiri" delle lotte sociali. Né, tantomeno, dirigente. Questa aggettivazione, infatti, implica una differenziazione rispetto a coloro che sono diretti, ossia i "sottoposti" (come alcuni dirigenti, con scarse nozioni classiche, a volte amano definire i propri collaboratori); il rispetto, invece, del principio di eguaglianza nella dignità tra gli esseri umani, e in particolare tra gli appartenenti alla stessa Comunità repubblicana, impone soltanto di differenziarsi in base alla competenza, al servizio. E' la competenza, perciò, in funzione del servizio in favore dell'intera Comunità, che fa la differenza. Purtroppo è finora accaduto che la selezione dei cittadini sia costantemente (tranne rare eccezioni, più per caso che volute) avvenuta secondo la logica clientelare, dei rapporti di conoscenza, amicale, familiare, e i risultati sono ormai sotto gli occhi di tutti. Nessun ordinamento o istituzione si è sottratta a tale logica. Basti osservare ciò che sta avvenendo nel mondo della politica, e ora per la formazione del nuovo governo; ma anche di coloro che sono approdati in parlamento "a loro insaputa". Gli effetti nefasti, comunque, si registrano nel settore dell'amministrazione, a cominciare dalla scuola. In questa la "dirigenza" è stata selezionata senza dare valore alla competenza e alla cultura specifica. Così è accaduto che, ad es., per "dirigere" un liceo classico, è stato incaricato un "dirigente" con una laurea in economia e commercio, anziché in lettere classiche; oppure, per "dirigere" un istituto scientifico è stato scelto un "dirigente" con una laurea in giurisprudenza, anziché in matematica e fisica. Così per "dirigere" un ospedale sono stati scelti i "manager" a prescindere dalla loro capacità di distinguere un raffreddore dalla broncopolmomite acuta. Aristotele ha raccontato che anche i Greci dovettero affrontare e risolvere i nostri stessi problemi, quando si resero conto che la nomina degli "strateghi" doveva avvenire tra coloro che erano abili nelle cose di guerra, per evitare disfatte sui campi di battaglia; così come il timone delle navi dovesse essere affidato agli esperti naviganti. E' forse giunta l'ora anche per il nostro Paese di riscoprire e valorizzare la cultura di base e la competenza dei cittadini per l'affidamento degli incarichi abbandonando definitivamente il culto della "classe dirigente" che tanti disastri ha finora provocato nell'organizzazione sociale e politica dello Stato italiano.

 
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IL DIFENSORE DEI VITALIZI

Post n°936 pubblicato il 09 Aprile 2018 da rteo1

IL DIFENSORE DEI VITALIZI

IERI SERA, DURANTE LA TRASMISSIONE TELEVISIVA "NON E' L'ARENA" CONDOTTA DA GILETTI SU LA7, AVENTE COME TEMA LA SOPPRESSIONE DEI VITALIZI, CUI SI STAREBBE PER ACCINGERE LA NUOVA PRESIDENZA DELLA CAMERA, TRA GLI OSPITI HA PRESO LA PAROLA, A DIFESA DEI VITALIZI, L'AVV. PANIZ.

UN AVVOCATO, QUESTI, MOLTO APPREZZATO ED ELOGIATO DAL CONDUTTORE PER LE SUE ABILITA' FORENSI, ESSENDO UNO CHE RACCOGLIE SEMPRE RISULTATI POSITIVI DAI RICORSI CHE PRESENTA IN NOME DEI CLIENTI. L'AVV. PANIZ, COME E' STATO ANCHE DETTO, E' STATO PARLAMENTARE DI F.I. PER TRE LEGISLATURE E SI MISE IN LUCE QUANDO PRESE LE DIFESE SUL CASO RUBY  IN FAVORE DEL LEADER DI F.I.

NON ENTRO NEL MERITO DELLA PROBLEMATICA DEI VITALIZI, I QUALI, PERALTRO, COME CORRETTAMENTE E' STATO SOTTOLINEATO DURANTE LA TRASMISSIONE, RIGUARDANO SOLTANTO IL PERIODO PRECEDENTE IL 2012 (O 2017) IN QUANTO, DA TALE DATA IN POI, PER I PARLAMENTARI E' STATA PREVISTA LA "PENSIONE" CON IL CALCOLO CONTRIBUTIVO, A PARTE IL DIFFERENTE LIMITE DI ETA' PREVISTO (DI 50 E DI 60 ANNI, A SECONDA DEL NUMERO DI LEGISLATURE). IL PROBLEMA, PERTANTO, RIGUARDA LA POSSIBILITA' O MENO DI APPROVARE UN PROVVEDIMENDO RETROATTTIVO PER POTER RICALCOLARE I VITALIZI PASSATI SECONDO I CRITERI DELL'ATTUALE E VIGENTE REGIME CONTRIBUTIVO.

VA DETTO CHE SU QUESTO ASPETTO L'AVV. PANIZ HA SPIEGATO CHE E' PRINCIPIO GENERALE DEL DIRITTO NON APPROVARE LEGGI (O PROVVEDIMENTI) CON EFFICACIA RETROATTIVA, CHE PERALTRO INCIDEREBBERO SULLA REGOLA DELLA CERTEZZA DEL DIRITTO. PRIMA, PERO', DI ILLUSTRARE GLI ASPETTI TECNICI, L'AVV. PANIZ HA DICHIARATO DI DOVER FARE UNA NECESSARIA PREMESSA, OSSIA LA SEGUENTE: IN ITALIA ESISTONO CIRCA 500.000 PENSIONATI BABY, CHE HANNO BENEFICIATO DEL DECRETO RUMOR DEL 1973 CHE CONSENTIVA DI ANDARE IN PENSIONE A 15 ANNI; E HA ANCHE AGGIUNTO CHE UN TAGLIO SU TUTTE LE PENSIONI CALCOLATE COL VECCHIO SISTEMA RETRIBUTIVO (VIGENTE FINO AL 1992) COMPORTEREBBE UN RISPARMIO GENERALE DI CIRCA 7 MILIARDI E NON DI SOLI 200 MILIONI, COME PER I VITALIZI DEI PARLAMENTARI.

OVVIAMENTE E' STATO CONTESTATO DA UN GIORNALISTA PRESENTE PER IL SUO TENTATIVO DI SVIARE IL DISCORSO. VA DETTO CHE GIA' IN ALTRA TRASMISSIONE - OTTO E MEZZO CONDOTTO DALLA GRUBER - L'AVVOCATO AVEVA ADOTTATO LA STESSA TATTICA, FACENDO RIFERIMENTO ALLE PENSIONI BABY E A QUELLE CHE FINO AL 1992 SONO STATE CALCOLATE SECONDO IL VECCHIO CRITERIO RETRIBUTIVO.

AMMETTO CHE MI SONO SENTITO DI CONDIVIDERE LA CENSURA MOSSA DAL GIORNALISTA CHE HA QUALIFICATO COME POCO NOBILE LA TATTICA DEL NOTO E FAMOSO AVVOCATO. NON VI E' DUBBIO CHE SIA GIUSTO DA PARTE DELL'ONOREVOLE PROFESSIONISTA DIFENDERE I VITALIZI CON ARGOMENTAZIONI GIURIDICHE, MA NON MI SEMBRA CORRETTO PREMETTERE CHE ESISTONO ALTRE CATEGORIE DA COLPIRE, PRIMA DI PARLARE DEI VITALIZI. QUESTO NON VUOL DIRE CHE NON SE NE DEBBA PARLARE, MA DI CERTO UN EX PARLAMENTARE CHIAMATO A DIRE LA SUA SUL TEMA, VISTO CHE E' ANCHE UN AFFERMATO AVVOCATO, CREDO CHE AVREBBE DOVUTO LIMITARSI A SPIEGARE SOPRATTUTTO LE SUE RAGIONI "TECNICHE" A DIFESA DEI VITALIZI.

 
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