Creato da christie_malry il 25/07/2013

Empire Of slack

Un poeta non è nulla se non l'ombra di sè stesso

 

 

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I Moore XXV

Post n°197 pubblicato il 12 Settembre 2016 da christie_malry








In risposta ebbi una gragnuola di colpi sparati a casaccio. E fu allora
che mi decisi per una mossa folle e incoerente, ma che avevo in testa
da parecchio tempo. Attraversai rapidamente il cortile e mi barricai
nella casa dei Moore senza dare tempo ai miei avversari là fuori di
realizzare il mio movimento. Era una decisione razonalmente folle.
Mi stavo rinchiudendo in una trappola dalla quale non sarei potuto
uscire vivo ma qualcosa mi sussurrava che nessuno avrebbe dato
l'assalto al sancta sanctorum di tutta quella folla di esseri strani. Le
luci nella casa erano accese e ogni angolo illuminato. Fu allora che
mi accorsi che non ero solo. Una dozzina di figure sbucò da ogni
angolo e cominciò ad avvicinarmisi con fare pietoso. Non feci
fatica a comprendere di cosa si trattava: membri itineranti e ribelli
dei Fillmore, degli Stewart, dei Forrest, dei Johnson strisciavano
verso di me legati mani e piedi e mugolando in maniera straziante.
Capì che dovevano essere il contorno al piatto principale: Io,
Alfred Gleason sarei stato posto sullo spiedo gigantesco mentre
quei poveri diavoli avrebbero fornito il companatico e il secondo.
Povera gente che s'era rivoltata contro lo strapotere dei Moore.
Li liberai velocemente senza indugiare sulle loro piaghe e
deformazioni. Comprendevano il mio linguaggio e si misero ad
ammassare mobili contro l'ingresso principale e contro le finestre
per proteggere quella fatale stamberga dai tentativi di irruzione
degli altri mostri. Quando l'opera fu compiuta mi sedetti a gambe
incrociate nel mezzo del soggiorno. I personaggi mi vennero intorno.
Non erano né più né meno che lavoratori della terra, già poveri,
colpiti da un'immane disgrazia. Alcuni s'avvicinavano ancora alla
normalità, altri versavano nell'ultimo stadio della mutazione e mi
fissavano, decisi a tutto malgrado il loro futuro fosse già segnato.
"Alfred Gleason" Sentì urlare dall'esterno. Mi avvicinai alla porta
barricata e prestai orecchio "Il tuo destino e quello della gente
che ti accompagna è già segnato. Fa che sia rapido e veloce.
Solo questo possiamo prometterti." "Il tuo destino, John Baptist
Moore, è giunto al capolinea: Claudine Shilton sta arrivando
a porre un termine a questa oscenità. Tu stesso, prima, lo hai
urlato. Mettiti il cuore il pace e rivedi i tuoi peccati prima che la
daga del Signore stacchi la tua testa dal resto del corpo e la
faccia precipitare nel rigagnolo delle iniquità." Ci fu un attimo
di smarrimento al mio pronunciare il nome di Claudine Shilton
e fu seguito dal silenzio più assoluto. Avevo centrato il bersaglio
e potevo immaginare il caos che si stava sviluppando all'esterno
della stamberga. Io nel frattempo avevo preso a visitare le stanze
interne di casa Moore alla ricerca forse di nulla, forse di qualcosa.







(Continua)








 
 
 
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