Creato da christie_malry il 25/07/2013

Empire Of slack

Un poeta non è nulla se non l'ombra di sè stesso

 

 

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XVII

Post n°224 pubblicato il 13 Febbraio 2017 da christie_malry










Il grano dal lòglio XVII

Costanza rimase in silenzio e si limitò ad appoggiare sul divano
la sua borsa da cui sporgevano confezione strane avvolte in carta
da farmacia. "Hai fatto spesa?" Domandò Phil ingenuamente e prese
una scatola rigirandosela fra le dita. "Ah nulla, cose del mio psichiatra.
Sono in cura da parecchio tempo. Oggi ho messo da parte un po' di
cose per stasera." Il gemello fece finta di non sentire ma le ossa gli
tremarono e un forte capogiro lo prese alla testa. "Hai mai pensato
che qualcuno potesse volerti bene?" Gli domandò Costanza in modo
repentino. "Sì, forse Marta." "Solo lei?" "I miei genitori sono stati una
presenza aleatoria." Corresse con decisione. "I tuoi genitori? Quelli
sono una presenza evanescente, lontana e insensibile. Sto parlando
di adesso." "Cosa vuoi dimostrarmi?" La ragazza aprì una confezione
di valium e prese la bottiglia di whisky abbandonata da Phil sul piccolo
tavolino. Scartò una decina di pasticche e se le misurò in mano. "Non
lo farai, vero?" La gemella profuse il più bel sorriso che lui avesse mai
visto in vita sua e, obnubilato dall'alcol non reagì nemmeno quando lei
le ingollò in una manciata accompagnandole con un robusto sorso di
wild turkey. Al contrario, rise come un ebete e ne chiese cinque per
vedere l'effetto che faceva. "è un nuovo gioco?" Rimarcò lui, che mai
aveva esagerato nemmeno con l'aspirina. "Ci vogliono quindici minuti
prima che entri in circolo. Fino ad allora si può parlare decentemente."
E Costanza soppesò altre dieci pastiglie (questa volta di xanax) e le
tenne sul palmo, mostrandole a Phil. "Che ne diresti se dicessi che sei
sempre stato il mio amore?" Phil la guardò. Era immensamente bella e
rilucente. Diversa da Marta pur essendone uguale. "Non me l'hai detto
quella volta che l'abbiamo fatto." "Non ero Io, era sempre Marta. Ti
abbiamo fatto credere che fossi Io per una paranoia di Marta. Lei si
è limitata ad acconciarsi come me e il gioco è stato completato." "Quindi
non ho mai tradito Marta?" "Assolutamente no. Non volevo sciuparti. Eri
il mio amore." "E Lawrence?" "Un modo per evocarti." "E tutte le stronzate
che volevi sfregiarlo, fargliela pagare, comunque?" "Cazzate. Giusto quel
po' di rabbia per essere stata tradita. Ma era a te che pensavo ogni istante."
Trascorse un quarto d'ora e Costanza ingoiò le tavolette di xanax con il
solito robusto accompagnamento di wild turkey. Phil si fece servire le
solite cinque pasticche. Cominciava a sentirsi leggero e spugnoso, innanzi
a lui si scaldava una foschia densa e un piccolo sole coperto faceva capolino
ogni tanto da dietro le nubi. Costanza soppesò altre dieci pastiglie di serenase
e mormorò con la pelle arancione: "Ecco, questo dovrebbe essere il colpo di
grazia." Trascorsero altri quindici minuti e lo stacco fra le parole dei loro
discorsi si faceva più lungo e complicato. Phil prese a caso altre cinque
pastiglie e vuotò il wild turkey. "Innamorata..." Rifletteva. " ti sembra strano?"
Lo premette Costanza che ormai stava scivolando verso l'incoscienza. Phil
vedeva strane cose: il salotto si era rimpicciolito, i tavoli e le sedie si stavano
allontanando da soli. Una luce innaturale illuminava tutta la scena malgrado
avessero deciso di restare da qualche minuto al buio. Costanza lo attirò a
sé e prese a baciarlo sulle guance. Phil sentiva il posto dove lei posava le
braccia bruciargli. Rovistò nella borsetta della sua amata e ricavò altre
cinque pasticche. Le sollevò e come un sacerdote druido fece il sacrificio
supremo del suo sangue per non abbandonare da sola quella ragazza
straordinaria. Ingollò, poi andò alla ricerca della luce e di una bottiglia di
gin. Inciampò nel tappeto e cadde riverso al suolo. Percepì una chiara
bordata di gelo risalirgli dai piedi fino al cervello. Provò a chiamare Costanza
ma la sua bocca era congelata e non riusciva più a muovere le mani. Poi,
co uno sforzo supremo, dimenticò il gin e si trascinò strisciando fino al
divanetto dove il suo amore stava morendo. Posò la testa sulle sue ginocchia
e cadde in un'incoscienza profonda. Quando arrivò l'ambulanza il giorno dopo,
chiamata dai rispettivi fidanzati, Phil era già spirato e Costanza vagolava nel coma.









(Fine)












 
 
 
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