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I Classici Treccani - Piero della Francesca | Treccani, il portale del sapereMensili d’arte, scuole, movimenti . .. della pittura moderna

La pittura gode di un posto di primo piano su tutte le arti. Basti pensare a come il concetto stesso di “opera d’arte” (visiva) sia più spontaneamente associato a dipinti piuttosto che a sculture o opere di architettura, per non parlare poi delle cosiddette “arti minori”. Oltre ai fattori storici che hanno determinato la divisione tra arti “maggiori” e “minori” ( Leon Battista Alberti distingueva gli aspetti intellettuali rispetto a quelli manuali, secondo una definizione fatta propria poi dalle Accademie nel XVII secolo e da esse canonizzate ), la pittura ha un’innegabile facilità di fruizione rispetto alle altre forme artistiche.

Quale opera bidimensionale non necessita di particolari sforzi per essere percepita: basta guardarla frontalmente, a differenza di una scultura che si esprime su tre dimensioni, per non parlare della maggiore complessità delle architetture. Ciò significa anche una immensamente maggiore fruibilità, si pensi alla semplice economicità delle riproduzioni fotografiche di pittura, che possono circolare con estrema facilità, impossibile, per adesso, per le opere d’arte tridimensionali.

Il paradiso di Jacopo e Domenico Tintoretto e Palma il giovane. Palazzo Ducale Venezia
Witelo, un matematico e fisico del XIII secolo originario della Slesia, scriveva che “L’occhio non può comprendere la forma vera delle cose con il semplice sguardo ( aspectus ), ma sì con l’intuizione diligente ( obtudus )”. Mentre l’aspectus, semplice visione esteriore, è sufficiente per la pittura e gran parte della scultura, l’obtudus, inteso come sguardo penetrante, raziocinante, è necessario ad esempio per comprendere un’opera architettonica.

 

Libri colorati

Galasso: Napoli spagnola dopo Masaniello

Tommaso Aniello d’Amalfi, meglio conosciuto come Masaniello (Napoli, 29 giugno 1620 – Napoli, 16 luglio 1647), è stato il protagonista della rivolta napoletana che vide, dal 7 al 16 luglio 1647, la popolazione della città insorgere contro la pressione fiscale imposta dal governo vicereale spagnolo. Nella vita di questo personaggio non è sempre facile distinguere gli avvenimenti realmente accaduti da quelli elaborati dal mito.

Quella di Masaniello, finché lui fu in vita, non si configurò come una rivolta antispagnola e repubblicana come avrebbe voluto la storiografia dell’Ottocento che, profondamente influenzata dai valori risorgimentali, vedeva in lui un patriota ribellatosi alla dominazione straniera. Le cause degli eventi del luglio 1647 risiedono esclusivamente nella specificità politica, economica e sociale della Napoli spagnola nella prima metà del Seicento. Dopo la sua morte, tuttavia, la rivolta assunse connotazioni politiche e sociali[4] dal carattere antifeudale e antispagnolo e, secondo taluni, anche secessionista, al pari di quanto era accaduto alcuni anni prima, in Portogallo e Catalogna.

La rivolta fu scatenata dall’esasperazione delle classi più umili verso le gabelle imposte dai governanti sugli alimenti di necessario consumo. Il grido con cui Masaniello sollevò il popolo il 7 luglio fu: «Viva ‘o Re ‘e Spagna, mora ‘o malgoverno», secondo la consuetudine popolare tipica dell’Ancien régime di cercare nel sovrano la difesa dalle prevaricazioni dei suoi sottoposti. Dopo dieci giorni di rivolta che costrinsero gli spagnoli ad accettare le rivendicazioni popolari, a causa di un comportamento stravagante, frutto di una strategia mirata, volta a fargli appunto ‘fare pazzie’, Masaniello fu accusato ufficialmente di pazzia ed ucciso per volere del viceré, di alcuni capi popolari e di una piccola parte della plebe.

Nonostante la breve durata, la ribellione da lui guidata indebolì il secolare dominio spagnolo sulla città, aprendo la strada per la proclamazione dell’effimera e filofrancese Real Repubblica Napoletana, avvenuta cinque mesi dopo la sua morte. Questi eventi, visi in un’ottica europea, vanno comunque inquadrati all’interno della cornice della guerra dei trent’anni e la tradizionale rivalità tra Spagna e Francia, anche per il possesso della corona di Napoli. ( Wikipedia )-

Napoli Spagnola

Haughton & Harari: Lindsay Kemp

Nel 1974 Lindsay Kemp esordisce con una nuova versione di Flowers in un piccolo teatro londinese ottenendo un tale successo che quasi subito deve trasferirsi in un teatro più grande, poi al West End, infine, dopo mesi di trionfo assoluto, a New York On Broadway. Ha così inizio un ventennio ricchissimo di successi che porta Kemp e la sua compagnia in ogni angolo del mondo ma soprattutto in Spagna e in Italia dove, dal 1978 in poi, torna puntualmente per onorare le sue migliaia di affezionati e fedeli estimatori.

Precursore di un genere di danza onirico, ricco di contenuti e ispirazione, al limite dell’acrobatico e forte di effetti spettacolari ancorché ottenuti in modo semplice attraverso l’uso sapiente della musica e delle luci, Kemp ha forse ispirato il nascente Cirque nouveau ma certamente ha interpretato una delle correnti più fantasiose del teatro-danza europeo, ha reinventato l’arte del mimo e ha influenzato molte compagnie che soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni settanta hanno contribuito a rinnovare i fasti della danza classica e contemporanea (Momix, Cripton, ecc.).

È proprio fra gli anni Settanta e Ottanta che Lindsay Kemp lascia un segno indelebile: dapprima con la sua messa in scena dei concerti The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars del suo allievo David Bowie, una pietra miliare nel genere dell’opera rock, quindi producendo le sue opere più significative e conosciute: il già citato Flowers (nelle versioni del 1968-1969 e del 1974), Sogno di una notte di mezza estate (1980), liberamente tratto dal testo di William Shakespeare, Salomè (1977), da Oscar Wilde, Mr. Punch’s Pantomime, macabra e divertentissima trasposizione in forma di teatro danza del personaggio di Mr. Punch,Tropea-Rassegna Internazionale di Teatro Musica-Direttore Artistico Antonio Orfanò Sogno di Nijinscky o Nijinscky il matto (1983), ispirato al grande ballerino russo, The Big Parade (1984, omaggio al cinema muto), Alice (1988, con le musiche straordinarie tratte dall’opera omonima di Sergio Rendine e Arturo Annecchino – Ricordi/Rai Radio 3, Audiobox), ispirato al libro di Lewis Carroll, e Duende, liberamente tratto da ‘El Duende – teoría y juego’ di Federico García Lorca.

Nel 1975 crea il balletto The Parades Gone By per il Ballet Rambert, e nel 1977-1978 per la stessa compagnia Cruel Garden ispirato a Garcia Lorca, riproposto negli anni successivi dall’English National Ballet, dalla Deutsche Oper di Berlino e dall’Houston Ballet.

Nel cinema, oltre ai film di Celestino Coronado Lindsay Kemp Circus e Sogno di una notte di mezza estate, lavora in più film di Ken Russell e Derek Jarman e, in Italia, in Cartoline italiane di Memè Perlini.

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La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Libri & Letture

Aggiornato al 24 Agosto 2022

Leggere Leggere by Libreria Aiace Roma

Alba.3

G. TESTORI, IL GRAN TEATRO MONTANO, FELTRINELLI 

…. il Sacro Monte di Varallo, che è diventato persino per le pro loco o le agenzie di viaggi il “gran teatro montano”. Le parole di Testori si sono impresse in maniera indelebile sulle cappelle, sugli affreschi, sulle statue e, verrebbe da dire, persino sui boschi e sui torrenti della verdissima Valsesia, oggi amministrativamente piemontese ma per secoli – fino al 1707 parte dello Stato di Milano. Il volume Feltrinelli del 1965, dal memorabile apparato illustrativo qui riproposto, è costituito da cinque saggi che testimoniano la passione dell’autore per il massimo responsabile del Sacro Monte: Gaudenzio Ferrari, un artista originario di Valduggia, in Valsesia, attivo appunto a Varallo, ma anche a Vercelli, a Novara e a Milano, dove muore al principio del 1546. Adesso il libro originario è stato arricchito da una serie di interventi di Testori su Gaudenzio, che dimostrano la lunga fedeltà a un autore particolarmente amato, e da due saggi e da due inserti fotografici di Giovanni Agosti, che definiscono le coordinate storiche che hanno visto nascere il volume e ne inquadrano il peso e il ruolo negli studi gaudenziani. ( Feltrinelli )

A. SAVINIO, ASCOLTO IL TUO CUORE, CITTÀ, BOMPIANI 1944

… è anche un passeggiare: passeggiare per Milano, scoprendo in questa città (che Savinio si azzarda a definire «dotta e meditativa: la più romantica delle città italiane») una selva di associazioni, di figure, di fantasmi, di fatti. Per lo scrittore, Milano è una robusta, onesta stoffa su cui ricamare divagazioni. E la divagazione è per lui anche il pretesto per contrabbandare i frammenti di una sottile confessione autobiografica. Ovunque si spinga in questo suo urbano girovagare, Savinio è assistito dalla sua amica più fedele, l’ironia, intesa come «maniera sottile d’insinuarsi nel segreto delle cose», virtù tanto più necessaria a Milano, che si presenta come «città tutta pietra in apparenza e dura», mentre è «morbida di giardini “interni”». E, a fianco di Savinio, quale perenne compagno di conversazione riconosciamo un’ombra, il milanese Henri Beyle. Da lui, solo da lui, Savinio ha derivato un certo sguardo amoroso che si posa sui dettagli della città – e persino un gesto che ormai è una sfida dell’immaginazione, respirare «a pieni polmoni l’odore della sua cara città, ch’è l’odore di legno bruciato esalato dai camini e custodito dalla nebbia». ( Adelphi )

Alberto Savinio, pseudonimo di Andrea Francesco Alberto de Chirico ( Atene, 25 agosto 1891 – Roma, 5 maggio 1952 ), è stato uno scrittore, pittore e compositore italiano.
La sua arte si caratterizza per alcune tendenze particolari: il gusto del fantastico, dell’ignoto e della compenetrazione uomo-animale; lo smascheramento degli autoinganni e delle certezze borghesi; la tendenza alla parodia ( specie di soggetti mitologici ), all’ironia e al citazionismo. Queste ultime componenti lo differenziano in maniera decisiva dalle tonalità più radicali dell’avanguardia di primo Novecento. Si oppose per esempio al credo futurista della distruzione dei musei, o alla moda surrealista della scrittura automatica. Importante nella sua cultura fu il riferimento alla grecità classica, e per questo viene spesso definito “surrealista mediterraneo” ( a differenza del surrealista “nordico” Landolfi )

GOETHE, FAUST, NUE EINAUDI

Faust è il protagonista di un racconto popolare tedesco che è stato usato come base per numerose opere di fantasia. Il racconto riguarda il destino di un alchimista chiamato Faust il quale, nella sua continua ricerca di conoscenze avanzate o proibite delle cose materiali, invoca il diavolo ( rappresentato da Mefistofele ), che si offre di servirlo per un periodo di tempo, in tutto ventiquattro anni, e al prezzo della sua anima gli consentirà la conoscenza assoluta.

Il tedesco Johann Spies scrisse il volume in prosa Historia von D. Iohan Fausten ( meglio noto come Faustbuch, il “libro di Faust” ) intorno al 1570 e lo pubblicò nel 1587. Il testo latino fu tradotto in tedesco intorno al 1572, in un inedito che successivamente venne tradotto e adattato in inglese da un ignoto “P. F., Gent[iluomo]” come The Historie of the Damnable Life, and Deserved Death of Doctor Iohn Faustus ( “La storia della vita dannata e della meritata morte del Dottor Iohn Faustus” ), di cui è sopravvissuta un’edizione del 1592. Quest’opera fu la base dapprima dell’opera teatrale di Christopher Marlowe La tragica storia del Dottor Faustus (pubblicata attorno al 1600) e a sua volta ispirò poi il Faust di Goethe, considerata la più importante tra le opere ispirate al racconto.

Johann Wolfgang von Goethe lavorò al suo Faust per sessant’anni, dal 1772 al 1831, costruendo un’opera monumentale che consacra il suo autore come il massimo scrittore di lingua tedesca e imprimendo il suo personaggio nell’immaginario collettivo come simbolo dell’anima moderna.

Faust, colto dallo sconforto e dal rimpianto per la sua esistenza devota alla magia e agli inganni di Mefistofele, viene accecato dal demone dell’Angoscia. Il protagonista vuole allora dedicarsi ad un’attività utile per la collettività, bonificando una palude dei suoi possedimenti. Durante i lavori, Faust ha l’intuizione di un popolo libero, felice e dedito al lavoro. Faust pronuncia così la frase del patto ( “Dirò all’attimo: sei così bello, fermati!” ) e Mefistofele pone fine alla sua vita per poter reclamare la sua anima. Tuttavia, mentre Faust sta per essere condotto all’Inferno, giungono degli angeli che, per la sua continua tensione all’infinito, salvano Faust per intercessione di Margherita e lo portano in cielo. Il poema si chiude con la celebrazione de “l’Eterno femminino”, individuando così nell’Amore la forza creatrice e motrice dell’intero universo. ( Wikipedia )-

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Libri & Letture

Club dei Libri Rari by Libreria Aiace Roma Montesacro

LAWRENCE FERLINGHETTI, LEI, 1970, EINAUDI

Bob Dylan definì Lawrence Ferlinghetti: ” Poeta di grande fama e figlio prediletto di San Francisco, ha fondato la libreria e casa editrice City Lights. La sua decisione di pubblicare Urlo, di Allen Ginsberg, gli valse un processo per oscenità nel 1956. È stato un uomo coraggioso e un poeta coraggioso “.

Nel 1955, la sua prima raccolta di poesie, Pictures of the Gone World, inaugurò la collana Pocket Poets e la casa editrice City Lights.

L’amicizia e il rapporto intellettuale con Allen Ginsberg, Gregory Corso, Jack Kerouac, William Burroughs, Diane DiPrima, Peter Orlowsky e gli altri beat lo fece sin dall’inizio diventare membro della cosiddetta beat generation, di cui è sempre stato l’editore di riferimento.

Anche se è essenzialmente un poeta, Ferlinghetti ha scritto due romanzi, Lei e L’amore ai tempi della rabbia, e due raccolte di testi teatrali, Routines e Unfair Arguments with the Existence.

Ferlinghetti ha un luogo di ritiro in una zona piuttosto selvaggia della costa della California, Big Sur, è un amante della natura e presenta una spiritualità liberale permeata di dolcezza. Questi aspetti del suo carattere lo portarono all’amicizia con buddhisti praticanti americani, fra cui Ginsberg e Gary Snyder.-

S. VALZANIA, WALLENSTEIN, MONDADORI

Albrecht Wenzel Eusebius von Wallenstein, o Waldstein, Valdštejn ( Heřmanice, 24 settembre 1583 – Cheb, 25 febbraio 1634 ), è stato un militare e politico tedesco, di origine boema, tra i più celebri del suo tempo. Prestò i suoi servigi all’Imperatore Ferdinando II durante la Guerra dei Trent’anni.

Abile stratega e grande organizzatore, costituì e comandò un efficiente esercito di mercenari tedeschi con il quale ottenne molte vittorie sconfiggendo numerose volte gli stati protestanti nemici dell’Impero. Ritenuto ambizioso e intrigante, venne alla fine ucciso da una congiura di ufficiali su ispirazione dello stesso Imperatore Ferdinando II.

IL COMPLOTTO & LA MORTE

Uccisione del Wallenstein nella sua camera da letto, con un’alabarda – Incisione su rame di anonimo
Non essendo ben visto dall’imperatore, nel dicembre del 1633 Wallenstein ritirò le proprie armate in Boemia, presso Plzeň (Pilsen).

Il 24 gennaio 1634 l’imperatore siglò un patto segreto (che era stato firmato con alcuni ufficiali al servizio di Wallenstein) per rimuoverlo dal suo comando. Infine la patente imperiale venne siglata il 18 febbraio, e pubblicata a Praga. Perso il sostegno della truppa, Wallenstein sentiva aumentare il pericolo intorno a lui, perciò, il 23 febbraio, si recò da Plzeň a Cheb con una compagnia di qualche centinaio di uomini e la speranza d’incontrare gli svedesi comandati da Bernardo di Sassonia-Weimar. Giunto a destinazione, Wallenstein venne assassinato nella notte del 25 febbraio in seguito ad un complotto di alcuni suoi ufficiali.

Ad orchestrare il tradimento furono il generale irlandese Walter Butler e i colonnelli scozzesi Walter Leslie e John Gordon. I tre congiurati si sbarazzarono dapprima degli ufficiali rimasti fedeli a Wallenstein (Terzky, Kinsky, Illo e Neumann), assassinandoli dopo un banchetto offerto loro da Gordon al castello di Cheb, ed infine inviarono un contingente capitanato da tale Walter Devereux, inglese, ad assassinare il generalissimo. Wallenstein venne ucciso nella sua camera da letto, presso il palazzo del borgomastro di Cheb, per mano dello stesso Devereux, con un’alabarda.

L’astrologo Giovanni Battista Seni osserva il cadavere di Wallenstein dopo l’assassinio di quest’ultimo, di Karl Theodor von Piloty del 1855.
L’imperatore si mostrò all’oscuro di questa uccisione, sicuramente a lui molto gradita da un mero punto di vista politico, e tributò onori a Wallenstein dopo la sua morte. ( Wikipedia )-

ANTOLOGIA DELL’UMORISMO EDITALIA, 5 VOLL, 1967-72

GINO BRAMIERI

È stato il conduttore, tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, del varietà radiofonico Batto quattro, a firma di Terzoli e Vaime, in onda il sabato mattina sul Secondo Programma per il quale diede vita ad alcuni suoi personaggi / macchiette ( “il Carugati” ). Negli stessi anni è stato protagonista di numerose serie di varietà televisivi trasmessi dalla Rai.

Oltre a una grande maestria nel condurre scenette comiche e nel creare personaggi e macchiette, la sua specialità era quella di raccontare barzellette, che in genere erano molto brevi ( a volte fatte di sole due battute, “botta e risposta” ), spesso surreali; di questa sua abilità amava dire: “Il problema di raccontare una bella barzelletta è che inevitabilmente ne fa venire in mente una orribile a chi l’ascolta”. Questa sola particolarità lo rese maggiormente famoso, considerando soprattutto che le barzellette che sapeva erano migliaia, raccolte in una serie di volumi tra cui 50 chili fa, ispirato alla perdita di peso che, a inizio anni settanta.

 

 

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LIBRO: Storia delle Crociate di Steven Runciman

Crociate

Storia delle Crociate

Steve Runciman poteva valersi della padronanza di moltissime lingue, sia antiche sia moderne: si riporta che era in grado di parlare greco e latino all’età di cinque anni. In seguito, vi aggiunse la padronanza di molte lingue volgari europee, compreso il russo, oltre a varie lingue mediorientali. Grazie a questo, nei suoi studi sul medio oriente, oltre alle fonti latine e greche, fu in grado accedere, in modo diretto, a fonti arabe, turche, persiane, ebraiche, siriache, armene e georgiane.

Runciman ha studiato il complesso periodo storico che vide, dal 1089 a oltre metà del 1400, la corsa all’ Outremer da parte dei cristiani guidati e ispirati da personaggi come Goffredo di Buglione, Federico Barbarossa, Riccardo Cuor di Leone, opposti a condottieri entrati nella leggenda come il Saladino

La figura romantica e idealizzata del Cavaliere Crociato ne esce decisamente ridimensionata. La visione eurocentrica per cui la guerra tra cristiani e musulmani costituì uno scontro tra civiltà e barbarie viene ribaltata.

Ad esempio, i Normanni della casa d’Altavilla vengono descritti come avventurieri sanguinari e crudeli, mossi non tanto da aspirazioni spirituali quanto dal desiderio di crearsi un regno oltremare perchè in patria gli era precluso, arroganti, rissosi, incapaci di tenere fede alla parola data, spesso incompetenti anche militarmente, assolutamente barbari. Il racconto delle stragi sistematiche compiute ai danni di musulmani, ebrei e cristiani di rito orientale durante la marcia di avvicinamento a Gerusalemme lascia senza parole.

 

 

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Libri & Letture

Depressione, Ansia, Paura di Vivere: i Libri possono aiutarci

 

Mente & Libri

Curare la mente con i libri

Ho trovato interessante questo articolo pubblicato nel 2012 su LINKIESTA

Un libro può essere utile per aiutarci ad affrontare piccoli e grandi problemi psicologici: ansia, depressione, aggressività, la paura di vivere o a superare la perdita di un amore. Certo la semplice lettura non è sufficiente per guarire. Ma un buon libro può essere uno stimolo importante per identificare un problema e avviare una riflessione su se stessi … il primo passo per iniziare un percorso psicoterapeutico.

Ferdinando Galassi, psichiatra e psicoterapeuta dell’ospedale Careggi di Firenze, si è preso la briga di passare in rassegna librerie e cineteche per andare alla scoperta di libri e film che possono curare la mente. È nato così il volume Pillole di carta e celluloide ( Franco Angeli ).
L’obiettivo del libro è quello di stimolare il lettore a riconoscersi nelle storie dei personaggi, a rivivere con loro le proprie emozioni, riconoscere piccole manie e grandi ossessioni. E quindi capire cosa lo faccia star male.

Registi e scrittori, in fondo, raccontano storie che si ispirano alla vita quotidiana, a uomini e donne che hanno i nostri stessi problemi. «Osservando, ad esempio, un innamorato che si dispera in maniera esagerata ed eccessiva, non solo cogliamo gli aspetti legati alla sua sofferenza ma possiamo vederne anche altri forse ridicoli. Se ci stiamo comportando in modo simile, rivediamo noi stessi allo specchio e, proprio grazie alla visione di quel film, saremo in grado di ridimensionare i nostri atteggiamenti esagerati ».

LIBRI

L’amore ai tempi del colera, di Gabriel García Márquez ( 1985 )

Storia di un amore ( tra Florentino Ariza e Fermina Daza ) che attende 53 anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese per realizzarsi. « La tenacia e la pazienza di Florentino sono un inno alla capacità di attendere in amore. Se si desidera bisogna saper dare tempo all’altro ».

Indicazioni: per le persone che sono state lasciate, per le persone che sono sole e soffrono la solitudine.
Effetti collaterali: i sogni vanno sempre seguiti, ma non sempre si avverano. La cosa più terribile nella vita è voltarsi indietro e capire di non averci messo abbastanza impegno
Posologia: una volta l’anno o tutte le volte che non credi più nell’amore

Un’oscurità trasparente, di William Styron ( 1996 )

Libro autobiografico di uno scrittore che racconta la grave forma di depressione di cui ha sofferto nel 1985. Per una persona depressa curarsi non è un problema di volontà. Prendere dei farmaci può essere la cosa giusta ( proprio come fa chi ha la febbre alta ): permettono di stare meglio e di ricominciare a mettere energia nelle cose che piacciono. Ma non ci si può fermare qui.

Indicazioni: persone che assumono farmaci da molto tempo senza risultati.
Avvertenze: non basta prendere i farmaci per guarire, dopo essere stati meglio occorre andare a cercare le cause e le soluzioni dei problemi che hanno portato al disturbo.
Posologia: una volta sola

Briciole di Alessandra Aracchi ( 2002 )

Vita ordinaria di una famiglia borghese ( papà, mamma, tre figlie ). Sembra andare tutto per il meglio fino a quando Sandra, la secondogenita, entra improvvisamente in una fase anoressica. Bulimia e anoressia sono patologie che risentono delle dinamiche familiari: il non mangiare o abbuffarsi, in genere, è l’unica cosa che la ragazza riesce a sentire come sua. E che gli dà una sensazione di assoluta libertà rispetto alle pressioni familiari

Indicazioni: tutte le ragazze che sono fissate con la dieta e con il corpo magro, anoressiche, bulimiche e familiari di pazienti.
Controindicazioni: Non basta cambiare vita. Affidarsi a un tecnico esperto che abbia sintonia con il paziente è un valido aiuto. A volte indispensabile.
Posologia: leggerlo una volta sola in completa solitudine.

( Per Leggere l’Articolo completo di Roberta Gessaga )

Il gabbiano Jonathan Livingston

Il gabbiano Jonathan Livingston ( Jonathan Livingston Seagull, 1970 ) è un celebre romanzo breve di Richard Bach. Best seller in molti paesi del mondo negli anni settanta, diventato per molti un vero e proprio cult, Jonathan Livingston è essenzialmente una fiaba a contenuto morale e spirituale. La metafora principale del libro, ovvero il percorso di autoperfezionamento del gabbiano che impara a volare/vivere attraverso l’abnegazione, il sacrificio e la gioia di farlo è stata letta da diverse generazioni secondo diverse prospettive ideologiche, dal cattolicesimo al pensiero positivo, l’anarchismo cristiano e la New Age. Bach dichiarò che la storia era ispirata a un pilota acrobatico di nome John H. “Johnny” Livingston ( Cedar Falls, Iowa, 30 novembre 1897 – 30 giugno 1974 ), particolarmente attivo nel periodo fra gli anni venti e trenta

 

Il Gabbiano Jonathan Livingston

 

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Libri & Letture

 

Libri senza tempo – Il Piacere di Leggere by Libreria Aiace Roma Montesacro

Roma Vaticano

W.R. MEAD, IL SERPENTE E LA COLOMBA, GARZANTI, 2002

“Siate, disse Cristo ai suoi discepoli, astuti come serpenti e innocenti come colombe”. In questa citazione dalla Bibbia la ragione del titolo dell’interessante libro di Walter Russell Mead che ben esemplifica la linea di comportamento di quello che l’Autore definirebbe un valido statista, in particolare per quel che concerne le scelte di politica estera: colui che è capace di coniugare una buona dose di realismo, un sano e solido pragmatismo e una certa fede negli ideali.
Idealismo e pragmatismo: due aspetti che accompagnano e caratterizzano, anche se in misura diversa, a seconda delle epoche storiche, un po’ tutte le scuole di pensiero cui si sono ispirati coloro che hanno gestito la politica estera americana dal 1776 ad oggi.
Proprio ad illustrare queste linee di tendenza, questi diversi principi ispiratori è dedicato buona parte del libro di Mead. Viene cioè ripercorsa la storia degli Stati Uniti d’America dalla rivoluzione d’indipendenza ad oggi attraverso le più importanti scelte di politica estera adottate dai vari governi che si sono succeduti al potere. In particolare, Mead analizza quattro scuole di pensiero: quella hamiltoniana, quella wilsoniana, quella jeffersoniana e, infine, quella jacksoniana. A ciascuno di questi “quattro modi fondamentali di guardare alla politica estera”, che poi costituiscono, ad avviso dell’Autore, anche altrettanti modi di trattare la politica interna, Mead dedica un capitolo del libro illustrandone i caratteri fondamentali anche attraverso la narrazione di precise vicende storiche. Di ciascuna scuola viene individuata un’asse portante di pensiero costituita, ad esempio, nel caso degli hamiltoniani dalla convinzione dell’importanza di “un’alleanza forte tra governo nazionale e grande business”; per quanto riguarda i wilsoniani, invece, emergerebbe un minore pragmatismo e un più accentuato slancio ideale. Per costoro gli Stati Uniti avrebbero il dovere di costituire un punto di riferimento a livello internazionale a tutela dei diritti dell’uomo, a sostegno dei valori di democrazia e di libertà, in una comunità internazionale in cui nel rispetto della legge sia possibile salvaguardare la convivenza pacifica tra le Nazioni. Più proiettati verso problematiche di politica interna i jeffersoniani. I jacksoniani hanno, invece, come principale obiettivo la tutela della sicurezza e del benessere economico dei cittadini americani, sia a livello interno che internazionale. ( AISI )

I SERVIZI SPECIALI DELLA DOMENICA DEL CORRIERE, LA GRANDE GUERRA

Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo. A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni del XIX secolo, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali ( Germania, Impero austro-ungarico e Impero ottomano ), dall’altra gli Alleati rappresentati principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo e, dal 1915, Italia. Oltre 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo ( 60 milioni solo in Europa ) di cui oltre 9 milioni non tornarono più a casa; si dovettero registrare anche circa 7 milioni di vittime civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie.

Le prime operazioni militari del conflitto videro la fulminea avanzata dell’esercito tedesco in Belgio e nel nord della Francia, azione fermata però dagli anglo-francesi nel corso della prima battaglia della Marna nel settembre 1914; il contemporaneo attacco dei russi da est infranse le speranze tedesche in una guerra breve e vittoriosa, e il conflitto degenerò in una logorante guerra di trincea che si replicò su tutti i fronti e perdurò fino al termine delle ostilità. A mano a mano che procedeva, la guerra raggiunse una scala mondiale con la partecipazione di molte altre nazioni, come Bulgaria, Romania, Portogallo e Grecia; determinante per l’esito finale fu, nel 1917, l’ingresso in guerra degli Stati Uniti d’America a fianco degli Alleati. ( Wikipedia )

G. VON REZZORI, LA MORTE DI MIO FRATELLO ABELE, BOMPIANI 2014

“Pubblicato in Germania nel 1976, definito dal Premio Nobel Elie Wiesel uno dei grandi romanzi del Ventesimo secolo, ‘La morte di mio fratello Abele’ rappresenta, in modo caleidoscopico e in una forma che programmaticamente si sottrae a qualsiasi ordine, cinquant’anni di storia europea, dal 1918 al 1968. Un quarantenne cosmopolita dalle origini dubbie e confuse cerca disperatamente, da anni, di scrivere il romanzo della propria generazione, l’opera che dia conto di tutte le sensazioni, gli eventi, le vibrazioni, le illusioni, la ferocia degli anni che hanno visto due guerre mondiali culminare nella definitiva ‘americanizzazione’ dell’Europa. In un gran numero di scatoloni, che da anni trascina con sé, egli ha depositato – proprio come l’autore reale Gregor von Rezzori – una impressionante quantità di appunti, abbozzi, capitoli più o meno conclusi, resoconti di incontri. Una intera, magmatica realtà cartacea parallela alla realtà ufficiale della Storia, e che di quella costituisce ora l’integrazione, ora il ritratto, ora la smentita. ( Bompiani )

ALEXANDRE SAFRAN, LA KABBALA, CARUCCI, 1981

La cabala, cabbala, qabbaláh o kabbalah ( letteralmente ricevuta, tradizione ) è l’insieme degli insegnamenti esoterici propri dell’ebraismo rabbinico, già diffusi a partire dal XII-XIII secolo; in un suo significato più ampio, il termine intende quei movimenti esoterici sorti in ambito ebraico con la fine del periodo del Secondo Tempio.

La definizione di Cabala varia a seconda della relativa tradizione e dei fini di coloro che la seguono, a partire dalla sua origine religiosa come parte integrale dell’ebraismo, fino ai suoi adattamenti successivi cristiani, New Age e occultisti. La Cabala ebraica comprende una serie di insegnamenti esoterici che intendono spiegare il rapporto tra un misterioso Ein Sof (infinità ) e l’universo mortale e finito ( creazione di Dio ). Mentre è molto utilizzato da alcune correnti ebraiche, non è una confessione religiosa in sé. Costituisce le fondamenta di interpretazione religiosa mistica. La Cabala cerca di definire la natura dell’universo e dell’essere umano, la natura e lo scopo dell’esistenza e varie altre questioni ontologiche. Presenta anche metodi per aiutare a comprendere i relativi concetti e raggiungere così una realizzazione spirituale.

La Cabala si sviluppò nell’ambito della tradizione ebraica e i cabalisti tradizionali, che nell’ebraismo sono chiamati Mekubbal, spesso usano fonti ebraiche classiche per spiegare e dimostrare i suoi insegnamenti esoterici. I seguaci ebrei di tali insegnamenti sostengono che essa definisca il significato interiore della Bibbia ebraica ( Tanakh ) e della letteratura rabbinica tradizionale nella dimensione trasmessa precedentemente nascosta, come anche l’importanza delle pratiche religiose ebraiche.

I praticanti tradizionali credono che le prime origini predatino le religioni del mondo, formando un modello primordiale delle filosofie, religioni, scienze, arti e sistemi politici della Creazione.[7] Storicamente, la Cabala emerse, dopo le prime forme di misticismo ebraico, nella Francia meridionale e Spagna dei secoli XII e XIII, venendo reinterpretata durante il rinascimento mistico ebraico del XVI secolo a Safed. Fu resa popolare in forma di ebraismo chassidico dal XVIII secolo in poi.

L’interesse del ventesimo secolo nella Cabala ha ispirato un rinnovamento tra le confessioni religiose e ha contribuito ad una più ampia spiritualità contemporanea tra non ebrei, generando inoltre una fiorente rinascita e importanza storica grazie alla ricerca accademica di recente costituzione. ( Wikipedia )

G. BUTTÀ, UN VIAGGIO DA BOCCADIFALCO A GAETA, BOMPIANI, 1985

La sera del 6 settembre 1860, su consiglio del direttore di polizia Liborio Romano, Francesco II di Borbone lasciò Napoli a bordo della nave da guerra il “Messaggero”, accompagnato dalla consorte Maria Sofia di Baviera e dal suo seguito, composto dal principe Nicola Brancaccio di Ruffano, dal conte Francesco de la Tour, dal marchese Imperiali, dalla duchessa di San Cesareo, dal duca di San Vito Emanuele Caracciolo, dal maresciallo Riccardo de Sangro principe di San Severo, dal retro ammiraglio Leopoldo del Re, dal maresciallo Giuseppe Statella, dal maresciallo Francesco Ferrari, oltre a 17 guardie nobili del corpo, senza tentare la difesa di Napoli. Tale decisione era maturata per la volontà del sovrano da un lato di risparmiare alla capitale le rovine della guerra e dall’altro per la precisa strategia di difesa, che vedeva privilegiata la linea Volturno-Garigliano, supportata come punti di forza dalle due fortezze di Capua e Gaeta. In particolare quest’ultima era considerata da sempre la “chiave d’accesso” al regno e definita insieme con Gibilterra e Malta una delle piazzeforti più imponenti e inespugnabili d’Europa.

La maggior parte della flotta borbonica, al comando della quale era l’ammiraglio Luigi di Borbone, conte di Aquila e zio di Francesco II, presente all’ancora nella rada di Napoli, rifiutò di seguire in navigazione il Messaggero. Molti marinai delle navi ammutinate, visto l’atteggiamento dei loro ufficiali, si tuffarono in mare, rifiutando di partecipare al tradimento. Così, le uniche navi militari che accompagnarono il re a Gaeta furono la “Partenope”, al comando del brigadiere Roberto Pasca; e la nave-avviso “Delfino” (che recava a bordo l’archivio personale del re e i bagagli della famiglia reale e della corte), scortate da Procida fino a Gaeta anche dalla nave spagnola “Colón” con a bordo il diplomatico Salvador Bermúdez de Castro.

Francesco II di Borbone e la consorte giunsero a Gaeta alle ore 6 del 7 settembre 1860. Furono seguiti anche dai diplomatici stranieri presenti a corte: il nunzio apostolico Pietro Gianelli, il ministro della Russia principe Volkonskij, il ministro dell’Austria e il personale diplomatico di Brasile, Russia e Prussia. Il re, tra i suoi primi atti, nominò nuovo capo del governo il generale Casella, ministro delle finanze il barone Salvatore Carbonelli, ministro della marina il retro ammiraglio Leopoldo del Re, ministro della giustizia il duca di Lauria don Pietro Calà Ulloa e infine inviò telegrammi in tutto il Regno delle Due Sicile per informare i sudditi che il governo da quel giorno risiedeva in Gaeta.

PALLADIO, LA STORIA LAUSIACA, FONDAZIONE L. VALLA

La Storia lausiaca è la più importante opera di Palladio di Galazia, che quando era vescovo di Elenopoli in Bitinia, si recò a Roma nel 405 e prese le difese di Giovanni Crisostomo. Fu discepolo di Evagrio Pontico di cui fu grande influenzatore. La storia, dedicata al funzionario bizantino Lauso, racconta i primi tempi del monachesimo in Egitto, prendendo come punto di riferimento la vita di Antonio abate.

Il testo è giunto fino a noi in diverse versioni o recensioni. La versione corta, trasmessa da una famiglia di manoscritti chiamata «G» nell’edizione di riferimento, sarebbe la più vicina al testo originale, andato perduto. Questa recensione è quella tradotta in latino nel VI secolo da Pascasio di Dume, discepolo di Martino di Bracara.

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Libreria Aiace in via Ojetti 36 Montesacro Talenti – Roma

La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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Libri & Letture

Regalare un Libro, un modo per dare e ricevere affetto

Italia Lago di Como

Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro

Umberto Eco

Spalancare un orizzonte diverso, dare conforto, rilassare, far ridere, piangere, anche regalare del tempo di qualità

 

Libri & Letture

G.P. LUCINI, SCRITTI CRITICI, A CURA DI L. MARTINELLI, DE DONATO, 1971

Gian Pietro Lucini fu contestato e poco considerato dalla critica fino a Franco Fortini ma in seguito rivalutato da Edoardo Sanguineti e negli ultimi tempi studiato e analizzato profondamente. Considerato precursore delle nuove avanguardie, Lucini può ora essere annoverato tra i maggiori innovatori della poesia italiana. Ebbe posizioni politiche considerate una eccezione nel contesto letterario di quegli anni essendo antiborghese, anarchico, contro la monarchia, la Chiesa e l’esercito tanto da essere incriminato per antimilitarismo e offese ai regnanti.

Nel 1891 si trasferisce a Breglia con la sua compagna, Giuditta Cattaneo, e nel 1892 si laurea in Legge all’Università degli Studi di Pavia discutendo una tesi su le Considerazioni generali sull’azione dello stato in rapporto ai diritti dei privati. Nel 1895 sposa Giuditta Cattaneo con rito civile. Nel 1901 cura la recensione di un libro antimilitarista e viene incriminato per le tesi sostenute. Nel 1905 collabora alla rivista Poesia di Filippo Tommaso Marinetti, e fra il 1908 e il 1910 conosce Corrado Govoni, Guido Gozzano, Umberto Notari e Paolo Buzzi, con i quali stringe amicizia. ( Wikipedia ) ……..

ROSARIO ROMEO, VITA DI CAVOUR, LATERZA, 1995

Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, conte di Cavour, di Cellarengo e di Isolabella, noto semplicemente come conte di Cavour o Cavour (Torino, 10 agosto 1810 – Torino, 6 giugno 1861), è stato un politico, patriota e imprenditore italiano.

Fu ministro del Regno di Sardegna dal 1850 al 1852, presidente del Consiglio dei ministri dal 1852 al 1859 e dal 1860 al 1861. Nello stesso 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia, divenne il primo presidente del Consiglio dei ministri del nuovo Stato e morì ricoprendo tale carica.

Fu protagonista del Risorgimento come sostenitore delle idee liberali, del progresso civile ed economico, dell’anticlericalismo, dei movimenti nazionali e dell’espansionismo del Regno di Sardegna ai danni dell’Austria e degli stati italiani preunitari.

In economia promosse il libero scambio, i grandi investimenti industriali (soprattutto in campo ferroviario) e la cooperazione fra pubblico e privato. In politica sostenne la promulgazione e la difesa dello Statuto albertino. Capo della cosiddetta Destra storica, siglò un accordo (Connubio) con la Sinistra con la quale realizzò diverse riforme. Contrastò apertamente le idee repubblicane di Giuseppe Mazzini e spesso si trovò in urto con Giuseppe Garibaldi, della cui azione temeva il potenziale rivoluzionario.

In politica estera coltivò con abilità l’alleanza con la Francia grazie alla quale, con la seconda guerra di indipendenza, ottenne l’espansione territoriale del Regno di Sardegna in Lombardia.

Benché non avesse un disegno preordinato di unità nazionale, riuscì a gestire gli eventi politici (sommosse nel Granducato di Toscana, nei ducati di Modena e Parma e nel Regno delle Due Sicilie) che assieme all’impresa dei Mille portarono alla formazione del Regno d’Italia. ( Wikipedia )

MAGGIO FRANCESE 1968: MAI 68, 38 PHOTOGRAPHIES DE B, BARBERY, GALERIE BEAUBOURG, 1998

Il termine Maggio francese o Maggio ’68 designa in maniera globale l’insieme dei movimenti di rivolta verificatisi a Parigi nel maggio-giugno 1968. Questi eventi costituiscono un periodo significativo nella storia contemporanea francese, caratterizzato da una vasta rivolta spontanea, di natura insieme sociale, politica e anche filosofica, indirizzata contro la società tradizionale, il capitalismo, l’imperialismo e, in prima battuta, contro il potere gollista allora dominante. Scatenati da una rivolta della gioventù studentesca di Parigi che si estese al mondo operaio e praticamente a tutte le categorie della popolazione sull’intero territorio nazionale, gli eventi del ’68 restano il più importante movimento sociale della storia di Francia del XX secolo.

Nel corso degli eventi si mischiarono un movimento studentesco e un movimento operaio, entrambi di eccezionale ampiezza. Al di là delle rivendicazioni materiali o salariali, e della rimessa in questione del regime gollista dominante dal 1958, si trattò di una contestazione multiforme di tutti i tipi di autorità. Una parte del movimento degli studenti delle scuole superiori e delle università rivendicò particolarmente la «liberalizzazione dei costumi», e al di là di questo contestò la «vecchia università», la società dei consumi, il capitalismo e la maggior parte delle istituzioni e dei valori tradizionali. ( Wikipedia ) …..

FERNANDA & CESARE MAESTRI, DUEMILA METRI DELLA NOSTRA VITA, AUTOGRAFATO

Nato a Trento nel 1929, Cesare Maestri, fratello di Giancarlo ed Anna Maestri, rimase orfano di madre all’età di 7 anni. Il padre Toni era stato un attore girovago, ma dalla fine della prima guerra mondiale aveva trovato lavoro come funzionario nella pubblica amministrazione. Nel 1943, a seguito dell’occupazione tedesca dell’alta Italia, Toni Maestri fu condannato a morte per “attività antiaustriaca” (la condanna si riferiva a fatti di 25 anni prima); Toni ed il figlio Cesare fuggirono a Ferrara, per poi tornare a Trento quando la Polizia locale ricevette ordine di arrestare Toni Maestri. A Trento, Cesare Maestri si unì a un gruppo di partigiani comunisti, con i quali partecipò alla guerra di liberazione.

Dopo la guerra, Cesare fu mandato dal padre a Roma per studiare storia dell’arte; qui partecipò nuovamente alla vita del Partito Comunista Italiano, ma dopo due anni a Roma tornò a Trento. Qui, cercando un modo per incanalare lo stress derivato dall’esperienza bellica, incominciò ad arrampicare, e da allora si dedicò in maniera pressoché esclusiva a questa attività.

Le sue prime imprese di rilievo risalgono al 1951, quando salì in solitaria la via Detassis-Giordani al Croz dell’Altissimo, e per primo effettuò la discesa in solitaria dalla Paganella. Nel 1952 diventa guida alpina.[5] Da allora si susseguirono numerose imprese, principalmente sulle Dolomiti. ( Wikipedia ) ……

 

Libri colorati

J. Cocteau – DIARIO 1942-1945 – Mursia 1993

Jean Maurice Eugène Clément Cocteau (Maisons-Laffitte, 5 luglio 1889 – Milly-la-Forêt, 11 ottobre 1963) è stato un poeta, saggista, drammaturgo, sceneggiatore, disegnatore, scrittore, librettista, regista ed attore francese.
La versatilità, l’originalità e l’enorme capacità espressiva gli portarono il plauso internazionale

Durante la guerra sottovaluta la reale portata delle sorti europee, badando più a una vita spensierata e frivola che ai doveri dell’intellettuale. Stringe amicizia con Arno Breker, scultore tedesco, amico di Hitler, di stanza a Parigi. Da questo rapporto ottiene soltanto critiche da parte della Francia intellettuale. Solamente il vano appello che scrive nel 1943 per la liberazione di Max Jacob, arrestato e ucciso dalla Gestapo, farà dimenticare il suo atteggiamento leggero di quel periodo. Va anche detto che fu in contatto con Louis Aragon e Paul Éluard, attivi nella Resistenza francese ( Wikipedia )

ERNESTO DE MIRO – LA VALLE DEI TEMPLI – SELLERIO – 1994

“Mai in tutta la vita ci fu dato godere una così splendida visione di primavera come quella di stamattina al levar del sol… Lo sguardo spazia sul grande clivo della città antica, tutto giardini e vigneti… verso l’estremità meridionale di questo altipiano verdeggiante e fiorito si vede elevarsi il Tempio della Concordia, mentre a oriente stanno i pochi ruderi del Tempio di Giunone” Wolfgang Goethe

La nascita della polis agrigentina è legata allo sviluppo della polis Gela: la città, infatti, fu fondata nel 581 a.C. da alcuni abitanti di Gela, originari delle isole di Rodi e di Creta, col nome di Akragas, dall’omonimo fiume che bagna il territorio. Fu una delle principali città del mondo antico, centro urbano importante sia economicamente che politicamente.

L’insediamento fu protetto nel VI secolo da un sistema difensivo, consistente in un circuito di mura che sfruttava le caratteristiche topografiche del luogo, costituito dal pianoro su fianco di colline che dominavano il litorale e di cui la “valle dei templi” occupava il margine sud e non costituiva l’acropoli, localizzata invece più a monte, in corrispondenza del nucleo medievale dell’attuale città.

L’espansionismo militare di Akragas ebbe particolare impulso al tempo del tiranno Terone (488-473 a.C.) e della vittoria sui Cartaginesi. Seguì un periodo di rivalità con Siracusa. I grandi templi, costruiti nel V secolo, testimoniano comunque la prosperità della città.

Dopo il saccheggio da parte dei Cartaginesi, nel 406 a.C., seguì un periodo di decadenza della città, che comunque fu ricostruita. Dal 262 a.C. Agrigento entrò nel dominio romano, restando tuttavia una città importante. A partire dal VII secolo la città si impoverì e si spopolò ed il centro urbano si ridusse alla sola collina dell’acropoli, venendo così abbandonate sia l’area urbana, che la zona dei templi.

 

Libri colorati

JULIUS EVOLA – RIVOLTA CONTRO IL MONDO MODERNO, ED. MEDITERRANEE, 1993

Si tratta di uno studio di morfologia delle civiltà e di filosofia della storia. Il termine rivolta, come dice lo stesso Evola, non corrisponde al contenuto: «perché non si tratta di uno scritto polemico, l’istanza polemica, la “rivolta”, se mai, è implicita, è una ovvia conseguenza».

L’opera è suddivisa in due parti: la prima si intitola Il mondo della tradizione, la seconda Genesi e volto del mondo moderno.

La prima parte è interamente dedicata ad uno studio comparato delle dottrine delle civiltà tradizionali in cui l’autore indica i principi fondamentali secondo cui si manifesta la vita dell’uomo tradizionale: la dottrina delle due nature, l’esistenza di un ordine fisico e di uno metafisico. Segue l’indicazione del modo con cui l’uomo della tradizione concepisce il diritto, la legge, la guerra, la proprietà, le relazioni fra i sessi, l’immortalità e la razza.

La seconda parte contiene invece un’interpretazione della storia su base tradizionale: si parte dalle origini dell’uomo per arrivare al concetto moderno di evoluzione in senso darwiniano che, secondo la tradizione, è considerato un regresso, un’involuzione. L’autore traccia un affresco della storia letta secondo lo schema ciclico tradizionale delle quattro età: oro, argento, bronzo e ferro nella tradizione occidentale (Esiodo) e satya, treta, dvapara e Kali Yuga in quella orientale (induismo).

 

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GIUSEPPE BEDESCHI, LA FABBRICA DELLE IDEOLOGIE, LATERZA, 2002

In Italia non si è affermata una autentica cultura liberale perché la produzione delle ideologie di opposti orientamenti ha impedito una riflessione serena e obiettiva sulla realtà sociale. Il libro prende in esame il pensiero politico italiano del Novecento, nelle sue correnti più importanti e nei suoi esponenti più significativi, in stretta connessione con gli avvenimenti politici e sociali. La ricostruzione inizia dall’età giolittiana; illustra le posizioni prevalenti di appoggio o rifiuto dell’intervento nella prima guerra mondiale e i complessi fermenti ideali del primo dopoguerra; dà ampio spazio al pensiero politico italiano durante il ventennio fascista, giungendo ad esaminare gli anni della Repubblica fino ai protagonisti intellettuali dei nostri ultimi anni.

LICIO GELLI, LA VERITÀ, DEMETRA ED. 1989

Il 17 marzo 1981, i giudici istruttori Gherardo Colombo e Giuliano Turone, nell’ambito di un’inchiesta sul finto rapimento del finanziere Michele Sindona, fecero perquisire la villa di Gelli ad Arezzo e la fabbrica di sua proprietà (la «Giole», a Castiglion Fibocchi), che portò alla scoperta di una lunga lista di alti ufficiali delle forze armate e di funzionari pubblici aderenti alla P2. La lista, la cui esistenza era presto divenuta celebre grazie agli organi d’informazione, includeva anche l’intero gruppo dirigente dei servizi segreti italiani, parlamentari, industriali, giornalisti e personaggi facoltosi come il più volte Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (a quel tempo non ancora in politica), Vittorio Emanuele di Savoia, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Costanzo. Vi sono molti elementi, a partire dalla numerazione, che lasciano tuttavia ritenere che la lista rinvenuta fosse incompleta.

In fuga, Licio Gelli scappò in Svizzera, dove fu arrestato, il 13 settembre 1982, mentre cercava di ritirare decine di migliaia di dollari a Ginevra, ma, il 10 agosto 1983, riuscì ad evadere dalla prigione. Fuggì quindi in Sudamerica, prima di costituirsi in Svizzera nel 1987. Lo scandalo nazionale conseguente alla scoperta delle liste fu quasi drammatico, dato che molte delle più delicate cariche della Repubblica italiana erano occupate da affiliati all’organizzazione di Gelli. La corte centrale del Grande Oriente d’Italia, con una sentenza del 31 ottobre 1981, decretò l’espulsione del Gelli dall’Ordine massonico. Il Parlamento italiano approvò in tempi rapidi una legge per mettere al bando le associazioni segrete in Italia e contemporaneamente (dicembre 1981), venne creata una commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta dalla deputata Tina Anselmi (DC), che chiuse i lavori nel 1984.

 

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LYLE N. McALISTER, DALLA SCOPERTA ALLA CONQUISTA, IL MULINO 1986

Il periodo esaminato é segnato da un fatto di eccezionale portata: per la prima volta si giunge a una effettiva comprensione unitaria del mondo; questa unificazione avviene, però, in termini di egemonia europea. La leva di tutto questa sono le scoperte geografiche: i portoghesi scendono lungo le coste dell’Africa, gli spagnoli sognano di buscar el levante por elponiente.
Nel 1483 i portoghesi giungono con Diego Cao alla foce del Congo; nel 1492 Colombo sbarca nei Caraibi a S.Salvador; nel 1500 Cabral arriva in Brasile. Assorbita dai problemi europei – l’umanesimo, la riforma protestante, la nascita della scienza – la Chiesa non avrà una percezione nitida di quanto sta
avvenendo. Una Chiesa ed una cristianità sostanzialmente europea si troveranno così di fronte alla necessità di pensare in termini mondiali senza riuscirvi. …..
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PARMIGIANINO, DISEGNI, Scelti da A.Quintavalle, LA NUOVA ITALIA

Girolamo Francesco Maria Mazzola, detto il Parmigianino ( Parma, 11 gennaio 1503 – Casalmaggiore, 24 agosto 1540 ), è stato un pittore italiano, fondamentale esponente della corrente manierista e della pittura emiliana in generale.

Il soprannome, oltre che dalle origini, gli derivò dalla corporatura minuta e dall’aspetto gentile.

Parmigianino fu un grande disegnatore, paragonabile ai più grandi maestri del Rinascimento. I suoi disegni sono spesso opere finite vere e proprie eseguite con abile estro e una felice vena creativa. Essi erano destinati ad essere venduti o regalati, e spesso facevano da fonte di ispirazione per pittori di minor inventiva. Oggi si conoscono circa mille fogli attribuibili all’artista, sparsi nelle maggiori collezioni mondiali[33].

I soggetti spaziano dal sacro al mitologico, a volte di taglio dichiaratamente erotico, talvolta raffiguranti soggetti presi dal vero, come soleva fare Leonardo.

La finitezza di molti fogli ne facilitava la traduzione in stampa attraverso l’incisione, tecnica per la quale si affidava a specialisti oppure anche in prima persona. Lavorò infatti prima su supporto ligneo ( xilografia ), passando poi alla più raffinata lastra di rame (acquaforte). Il pregio che tali sue opere avevano sul mercato è testimoniato anche da un incidente avvenuto a Bologna, quando il suo supposto amico Antonio da Trento lo derubò di disegni e lastre. Racconta Vasari che del ladro non seppe mai più niente, ma riuscì a riavere le lastre che erano state depositate in casa di un bolognese, mentre i disegni non furono più trovati. ( Wikipedia )

12 MAGGIO 1977, CRONACA DI UNA STRAGE

L’omicidio di Giorgiana Masi, una studentessa italiana il cui vero nome era Giorgina Masi, venne commesso a Roma il 12 maggio 1977 durante una manifestazione. Quel giorno si trovava insieme al fidanzato Gianfranco Papini nel centro storico dove erano scoppiati violenti scontri tra dimostranti e forze dell’ordine, in seguito a una manifestazione pacifica del Partito Radicale, a cui si erano uniti membri della sinistra extraparlamentare e in particolare dell’Autonomia Operaia, questi ultimi armati. Alle ore 19:55 i due erano in piazza Giuseppe Gioachino Belli quando un proiettile calibro 22 colpì Giorgiana all’addome; subito soccorsa, fu trasportata in ospedale, dove ne fu constatato il decesso.

Le ipotesi accreditate, seppur mai verificate, rimasero due: il «fuoco amico», come sostenne l’allora Ministro dell’Interno Francesco Cossiga, addossandone la responsabilità a frange di Autonomi, o le forze dell’ordine in borghese, che fecero fuoco con una pistola non d’ordinanza, mai individuata, secondo l’avvocato di parte civile, la sinistra e i radicali.

Tutti gli anni, il 12 maggio, si tiene a Roma, in piazza Sidney Sonnino, la commemorazione della vittima; gruppi della sinistra o del Partito Radicale organizzano cerimonie e manifestazioni di ricordo anche nel luogo dell’omicidio. ( Wikipedia )

LA CAMICIA DI GHIACCIO – WILLIAM VOLLMANN. ALET 2007

La Camicia di Ghiaccio ci porta alle origini stesse del mito americano e al primo impatto dei nativi con esploratori stranieri: i vichinghi, giunti nel continente attorno all’anno Mille. Attingendo alle due grandi saghe nordiche medievali ( la Saga dei Groenlandesi e quella di Erik il Rosso ) dove si narra dell’accidentale scoperta di una nuova e radiosa terra e del breve quanto fallimentare tentativo di colonizzarla, e a un lavoro di documentazione e ricerca sul posto che lo ha condotto a visitare i siti vichinghi a Terranova, i resti della fattoria di Erik il Rosso in Islanda, le rovine norvegesi in Groenlandia e la vasta distesa ghiacciata dell’Isola di Baffin, Vollmann racconta il segno lasciato dagli invasori bianchi sulla leggendaria Vinland. «Voglio qui raccontare la storia di come venne consumata la rugiada e di come arrivò il gelo» scrive in tono epico, e per l’intero romanzo il ghiaccio diventa metafora di una corruzione sia morale che ambientale, presagio di conflitti razziali e oltraggi alla terra che hanno scandito l’intera storia degli Stati Uniti.

VITTORIO LUONI, Ė VOINA, 1975

La Divisione Sforzesca è erede diretta della Brigata di fanteria Umbria, creata nel 1861.
La prima campagna a cui i reparti presero parte fu quella del 1866 per la liberazione del Veneto.

Nell’estate 1942 l’ARMIR ( 8ª Armata Italiana in Russia ) prese il posto del Corpo di Spedizione Italiano in Russia ( CSIR ) e la Sforzesca divenne nominalmente parte del II Corpo d’Armata dell’Armir.

Inviata in Russia nel luglio 1942, la Sforzesca venne subito impiegata sul fronte del medio Don, sostituendo la divisione “Torino” appartenente al XXXV Corpo d’Armata (ex CSIR). Tra l’agosto e i primi di settembre dello stesso anno, la “Sforzesca” ed i resti della 3ª divisione “Celere” ingaggiarono durissimi combattimenti con le forze russe. Nell’occasione di un attacco particolarmente duro, i fanti della “Sforzesca” dovettero ritirarsi.

Dopo questi combattimenti la “Sforzesca” venne spostata sulle rive del fiume Don, all’interno del settore del XXIX Corpo d’Armata tedesco e nella parte più orientale dello scacchiere italiano, a contatto con le forze rumene.

Il 16 dicembre 1942 ebbe inizio l’offensiva sovietica dell’operazione Piccolo Saturno, che impegnò duramente le unità italiane e rumene. Con il crollo delle posizioni rumene e lo sfondamento delle proprie linee, le divisioni di fanteria italiane dovettero ripiegare e la “Sforzesca” iniziò la ritirata il 19 dicembre 1942.

Il percorso seguito dalle colonne in ritirata del blocco sud (cui appartenevano le unità della “Sforzesca”) fu lungo e tortuoso, in condizioni climatiche estreme e con equipaggiamento e vestiario non idonei. Il 28 dicembre 1942 i soldati del 54º Reggimento, primi tra tutti i reparti della divisione, riuscirono ad uscire dalla sacca.

Rispetto ai 12.521 uomini in forza alla divisione al 1º luglio 1942, al 1º gennaio 1943 vennero rilevati 4.802 uomini – con una percentuale di perdite per la divisione pari al 64%.

Voina in russo ha il significato di guerra

 

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