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Coronavirus, il senso positivo della crisi: alla ricerca di buone emozioni

Leggete, leggete tutto quello che avreste voluto leggere e non avete potuto, perché vi siete accorti di essere collegati ad un dispositivo digitale, ritornate ad essere curiosi, attraversate discipline scientifiche e artistiche a voi totalmente sconosciute,provateci. ( CONTINUA )

UN CUORE GARIBALDINO

 

Cuore Garibaldino

Un cuore garibaldino – Cento anni di storia socialista, di Arrigo Petacco e Hugo Pratt, con la prefazione di Bettino Craxi. Un libro speciale, commemorativo, unico. Per il centenario del P.S.I Per metá la storia del partito e nell’altra metá il fumetto inedito di Hugo Pratt.

Partito Socialista Italiano

Il Partito Socialista Italiano ( PSI ) è stato un partito politico italiano di sinistra, il più antico partito politico in senso moderno e la prima formazione organizzata della sinistra in Italia, oltre ad aver rappresentato anche il prototipo del partito di massa. Alla sua fondazione nel 1892 a Genova nella sala dell’associazione garibaldina Carabinieri genovesi adottò il nome di Partito dei Lavoratori Italiani. Successivamente a Reggio Emilia nel 1893 il nome venne cambiato in Partito Socialista dei Lavoratori Italiani mentre al congresso di Parma del 1895 assunse il nome definitivo di Partito Socialista Italiano.

Durante il regime fascista (in particolare dopo la messa al bando di tutti i partiti tranne il Partito Nazionale Fascista) continuò la sua attività nella clandestinità mentre la direzione del partito in esilio in Francia tentava di mantenere i contatti con i nuclei clandestini e d’influire sulla vita politica italiana, denunciando all’opinione pubblica europea e statunitense i crimini del regime. Partecipò alla guerra civile spagnola con propri esponenti nel Battaglione Garibaldi e durante la seconda guerra mondiale collaborò con il movimento partigiano nella Francia occupata dai nazisti. In Italia dopo la caduta del fascismo il 25 luglio 1943 partecipò al movimento di Resistenza, essendo presente nei Comitati di Liberazione Nazionale centrale e locali e organizzando proprie formazioni partigiane denominate Brigate Matteotti. Dopo la fusione con il Movimento di Unità Proletaria avvenuta nell’agosto 1943 assunse il nome di Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, per poi ritornare al nome precedente nel 1947 a seguito della scissione socialdemocratica di Palazzo Barberini, dalla quale ebbe origine il Partito Socialista Democratico Italiano. Alle elezioni politiche del 1948 il PSI decise di presentare una lista comune con il Partito Comunista Italiano, costituendo il Fronte Democratico Popolare, che fini in seconda posizione e uscì sconfitto dalla Democrazia Cristiana.

A partire dagli anni settanta si affermò nel partito una nuova posizione ideologica volta a riscoprire la tradizione socialista non marxista e non bolscevica, culminata con la nomina di Bettino Craxi a segretario nel 1976. A seguito di questa svolta ideologica venne gradualmente modificato il simbolo del PSI, sostituendo alla falce e martello l’immagine ottocentesca del garofano rosso. Successivamente a seguito della caduta del comunismo nei Paesi dell’est europeo nel 1989 venne modificata la denominazione stessa del partito in Unità Socialista – PSI, con ciò auspicando una riunificazione tra i socialisti e la componente riformista dell’ex PCI. A seguito della crisi dei partiti tradizionali conseguente alla vicenda di Tangentopoli che colpì duramente il PSI sia dal punto di vista politico-elettorale sia finanziario il partito venne messo in liquidazione nel 1994, determinando la diaspora socialista con la nascita di varie formazioni politiche, divise circa l’adesione alla coalizione di centro-destra o a quella di centro-sinistra, secondo il nuovo sistema bipolare della cosiddetta Seconda Repubblica, favorito dall’introduzione della nuova legge elettorale maggioritaria del Mattarellum. ( Wikipedia )

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La libreria Aiace di via Ugo Ojetti 36, Roma, è un punto speciale per i lettori e le lettrici di Roma. Ci potete trovare saggi, romanzi, riviste, raccolte di poesie a prezzi incredibili, perché la caratteristica comune a tutti questi libri è che sono usati. Nessun imbarazzo, quindi: aprendo a caso una pagina o iniziando a divorare il testo non si ha la sensazione di profanare qualcosa di sacro che andrebbe conservato così com’è, bianco, immacolato e senza orecchie laterali. Qualcuno prima di voi ha già letto quel libro e lo ha già arricchito di quella patina antica che lo rende così prezioso.

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LIBRI: Storia degli Ebrei Italiani sotto il Fascismo di Renzo De Felice

Razzismo Italiano

STORIA DEGLI EBREI ITALIANI SOTTO IL FASCISMO

Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo è un saggio storico di Renzo De Felice, pubblicato dalla  Einaudi nel 1961. Oltre ad essere il primo studio italiano relativo alla politica del regime fascista nei riguardi degli ebrei, l’opera rappresenta una pionieristica indagine storiografica sul fascismo stesso, scritta a meno di vent’anni dal suo epilogo. Prima pubblicazione contemporaneistica di De Felice, essa diede inizio alla sua quasi quarantennale ricerca sul fascismo.

L’incarico di redigere l’opera fu assegnato nel 1960 al giovane De Felice dall’Unione delle comunità ebraiche italiane. Benché l’obiettivo del committente fosse esplicitamente quello di documentare in un libro la storia della persecuzione antiebraica nella penisola, delle successive deportazioni e dello sterminio nazista, De Felice dedicò invece ampio spazio al periodo precedente la promulgazione delle leggi razziali del 1938, mentre limitate furono le pagine concernenti la persecuzione nazifascista negli anni della Repubblica Sociale Italiana.

A riguardo della pubblicazione, lo storico Paolo Simoncelli ha così delineato le innovazioni metodologiche e le tesi proposte dal De Felice:

«[ Il De Felice ] si richiamava al “metodo” della ricerca documentaria anche a proposito di un campo di studi relativamente nuovo e ancora particolarmente scottante come quello del fascismo, su cui il giudizio di condanna morale e politica concorreva a impedire una ricostruzione analitica del fenomeno. De Felice intese “far parlare i documenti” e dare un primo spaccato della società italiana sotto il fascismo, fornendo alcuni “dati di fatto” (che qui espongo schematicamente seguendo l’efficace sintesi concettuale del Simoncelli): le comunità ebraiche manifestarono fenomeni di consenso al regime; il razzismo fascista fu diverso da quello nazista in quanto “spiritualistico” e non “biologico” come quello hitleriano; il Italia il razzismo non fu un fenomeno radicato e, anzi, la legislazione razziale fu applicata blandamente (all’insegna del “discriminare non perseguitare”); l’assenza di tendenze antisemite nel fascismo e in Mussolini, unico responsabile della successiva politica razziale; le truppe italiane all’estero fornirono in più casi protezione agli ebrei perseguitati dalle autorità tedesche.»

( prof. Emanuele Rossi, Review di P.Simoncelli, “Renzo De Felice. La formazione intellettuale” ) ( Wikipedia )

Recensione de Il Foglio

La Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, anno di pubblicazione 1961, non è forse uno dei libri più noti di Renzo De Felice, eppure è un titolo fondamentale. Fino a quel momento, l’allora appena trentaduenne storico – che aveva militato nel Pci fino alla Rivoluzione ungherese – si era occupato soltanto di giacobinismo. Furono le comunità israelitiche a commissionargli quel testo, e lui affrontò il lavoro immaginando da principio di dover raccontare del regime antisemita che varò le leggi del 1938. Invece scoprì sui documenti una realtà complessa e assai diversa, che un po’ tutti avevano trovato comodo dimenticare per un lungo periodo. Imbarazzante per gli antifascisti ricordare che prima del 1938 la maggior parte degli ebrei italiani aveva appoggiato il regime con slancio. Ma imbarazzante anche per i nostalgici ricordare il cinico voltafaccia del duce. De Felice decise che forse c’era materia per verificare di nuovo sui documenti tutta la storia del fascismo. Ne venne fuori un’opera monumentale, tacciata da molti di riabilitazione del Ventennio.

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Aggiornato al 17 Settembre 2022

 

 

 

 

STORIA: Antonio Carioti: Alba Nera

Mussolini

QUANDO MUSSOLINI DA ROSSO DIVENNE NERO – IL LIBRO “ALBA NERA” DI ANTONIO CARIOTI RACCONTA COME SI GIUNSE ALLA MARCIA SU ROMA E ALLA NASCITA DEL FASCISMO IN UN INTRECCIO VINCENTE DI VIOLENZA, VOGLIA DI RIVINCITA E LOTTA ANTI-BOLSCEVICA – L’ASSEMBLEA DI PIAZZA SAN SEPOLCRO A MILANO DEL 23 MARZO 1919 A CUI PARTECIPARONO MARINETTI, FUTURI ANTIFASCISTI E MOLTI EBREI…

L’Inizio

Fedele al credo socialista del padre Alessandro, fabbro a Dovia di Predappio, Benito Mussolini si affina nelle frequentazioni giovanili in Svizzera dell’ esule russa Angelica Balabanoff, per seguire una carriera di militante che, dalla direzione di fogli di provincia e dalla collaborazione al periodico «La Folla» di Paolo Valera, lo porterà nel 1912 alla guida dell’«Avanti!». Un biennio di militanza intensa che si concluderà a fine ottobre 1914 sotto la spinta dei cambiamenti portati dalla guerra mondiale.

La Grande Guerra

La guerra trasformerà l’ Europa. E anche Mussolini non sarà lo stesso: il 15 dicembre 1917 pubblica il fondo Trincerocrazia , che «candida i reduci a classe dirigente del domani, forgiata dalla prova delle armi». E il 10 novembre dell’ anno successivo, dopo Vittorio Veneto, così il futuro Duce arringa gli arditi in piazza Cinque Giornate a Milano: «Il balenio dei vostri pugnali e lo scrosciare delle vostre bombe farà giustizia di tutti i miserabili che vorrebbero impedire il cammino della più grande Italia».

Il Programma sociale

l’ atto iniziale del fascismo, l’assemblea di piazza San Sepolcro a Milano del 23 marzo 1919, oltre a esaltare la guerra, il nazionalismo e l’antibolscevismo, prevede il voto ai diciottenni e alle donne, l’abolizione del Senato di nomina regia, la compartecipazione dei dipendenti nella gestione delle industrie, un prelievo fiscale sui grandi capitali, la nazionalizzazione delle fabbriche d’armi.

Dalla Crisi post-guerra all’incarico governativo del 30 ottobre 1922

( Spunti dall’articolo di Dino Messina su Corriere della Sera )

 

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Libri di Narrativa by LIBRERIA AIACE: Goffredo Parise

 

Parise

GOFFREDO PARISE, IL RAGAZZO MORTO E LE COMETE, FELTRINELLI, 1965

” Questa è una sera d’inverno. Prima che il buio e il gelo arrivino nei cortili a tramontana per tutta la notte, Giorgio, Abramo e gli altri ragazzi accendono fuochi con foglie fradice, rami morti e carta raccattata nelle immondizie. Il fumo pieno di umori estivi e di erbe aromatiche cammina dentro
i cunicoli delle fogne dove il canale s’insinua a trasportare erbe, gatti morti, piccoli involti dal
contenuto roseo e informe, spellato dall’acqua.”

” Ho scritto questo libro a diciotto anni, con il sentimento con cui, a quell’età si scrivono le poesie […] La sola cultura che ha ispirato questo libro è cinematografica. […] A diciotto anni non si è padroni dello strumento, si vede la vita a batticuore e non come paesaggio vasto e lontano: inconsapevolmente scrissi un libro lirico e cubista ( cioè romantico ) sull’amicizia tra due ragazzi, al tempo dimenticato del tramonto e della fine dell’Occidente “

Goffredo Parise è uno dei grandi della letteratura italiana della seconda metà del ‘900. Scrisse questo romanzo a vent’anni ( anzi, a diciotto ) e difatti c’è dentro tutta l’agitazione di quell’età, mista a quella dei tempi ( immediato dopoguerra ).

La prima tiratura di 1000 copie rimase negli scatoloni invenduta. Il romanzo non piacque, pochi lo apprezzarono, forse nessuno lo capì. Era scritto bene, questo sì, sia pur in un modo diverso dal solito, e per questo motivo non convinse il pubblico.

Neri Pozza aveva ceduto alle insistenze del giovane scrittore, pubblicando il manoscritto così com’era, senza un editing su misura. Il romanzo sarà apprezzato solo anni più tardi, quando uscì con Feltrinelli in un’edizione ( 1965 ) asciugata e rivista dallo stesso autore.

In “ Il ragazzo morto e le comete ” Parise si è ispirato ad un famoso film, Il terzo uomo, di Carol Reed e Orson Welles, che si ambienta nella vita notturna tra le macerie di Vienna dopo la Seconda Guerra Mondiale: “ in quella Vienna notturna, quel contrabbando oscuro hanno messo in moto in me una serie di sensazioni che si sono tradotte nelle pagine visionarie del romanzo ”

 

Libri colorati

 

 

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