Quel che resta

Per tutte le volte che ti domandi se ti penso quanto mi pensi tu.

Se anche tu rimani impigliata nel tempo. Nelle ore. Ai momenti.

Quando ci si tocca con il pensiero, in un respiro mancato, nel buio che s’illumina.

Si può desiderare l’anima più del corpo e cercare quel desiderio solo da lontano?

O scegliere l’attesa, quella dell’attimo prima.

Quel fremito lasciato alla distanza. A non potersi sfiorare.

Distanti tanto da odiare il destino.

Al punto da cercare negli occhi di chi ci guarda il ricordo

e il profumo dei nostri desideri.

Stringerei i denti e affronterei il freddo

sapendo di ricevere ancora il tuo calore

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La mia regina

Si muove come una dea la mia regina. In ogni posizione, in ogni sguardo, in ogni momento la ritrovo su di me.

Severa la mia regina, con il suo scettro ha preso il mio cuore e ha liberato le mie emozioni. Mi ha fatto prigioniero con le sue parole e con il suo severo tocco mi ha fatto delirare.

Sento il profumo della mia regina che, insieme ai suoi occhi, mi ha reso un manichino. Mi nutre e mi consuma la mia regina e mi manda in altri luoghi, con un rapido tocco delle sue labbra mi porta alla pazzia.

Non so se voglio uscirne fuori mia regina, quindi ti chiedo:

Che cosa vuoi che io diventi? Demone con ali d’angelo o un semplice giullare?

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Ordina pure mia regina.

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Le parole

All’improvviso ti accorgi che ci sono cose della tua vita che ti sorprendono. Come una vecchia fotografia tirata fuori da un cassetto. La tieni in mano, la guardi, osservi i colori un po’ sbiaditi e noti come, in alcune, le immagini ti portano indietro nel tempo. C’è il profumo della casa che riempie le narici e ti fa chiudere gli occhi. La finestra prima chiusa e poi spalancata, la luce che filtra dalle tende. I fiori sul balcone. Poi, lentamente, noti le parole che ti sorprendono. In quelle frasi, nei discorsi, nei pensieri scritti. Fino a trovare quella persona che ancora riesce a sorprenderti. Che ti tende la mano, che sa ascoltare, che sa capire. Quella che ti fa restare con la bocca socchiusa. Si, quella che ancora riesce a sorprenderti.

Forse perché, in fondo, anche tu riesci a sorprenderla.

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Donna e femmina

Mi piace il tuo essere donna perché quando c’è da amare tu ami comunque, incondizionatamente. Perché parli nel giusto, senza inutili parole. Perché sai distinguere i sorrisi, quelli sinceri da quelli che non lo sono. Quelli di ogni giorno. Perché sai percepire il dolore e sai regalare il tuo sorriso al momento giusto. Perché riesci a vedere l’anima anche ad occhi chiusi. Ma io ho visto anche una donna proteggere quello che è suo. L’ho vista lottare con i denti e fare della propria intelligenza un mezzo di conquista. L’ho vista cercare e ottenere. L’ho vista graffiare con la propria seduzione e con il proprio corpo.

Si, amo il tuo essere donna. 

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Conservalo

Hai davvero un ricordo di me??? Dove inizia e in che punto finisce quel ricordo? Quando è apparso la prima volta? Sapresti descriverlo chiudendo gli occhi o è così lontano da vedere solo alcuni frammenti? Allora prova a definirlo, a descriverlo: bello, triste, allegro, spensierato, malinconico, estremamente sensuale. E’ il ricordo di una notte serena, delle parole sussurrate, delle promesse, di un momento, di tanti momenti, di mille brividi. Ma quanto dura poi, un ricordo? Il mio per esempio. Forse lo trovi in un attimo, nascosto tra quei brividi. Poco o tanto, quanto ci metti ad afferrarlo, a stringerlo a te e conservarlo? E’ questa la parte più difficile: conservare quel ricordo e non lasciarlo andare.

Mai.

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