Voglio raccontarvi una bella storia di calcio femminile. Mauro Garbarino, ex mister della Praese e del Cogoleto femminile è un uomo che ha dato molto nel mondo del femminile, riuscendo ad insegnare alle sue bimbe i principali valori di questo meraviglioso sport: la lealtà e la correttezza in primis.
Durante il lockdown, ha deciso di cominciare a scrivere un libro “Signorine e tacchetti” e regalarlo a tutte le sue ragazze che, in quasi 30 anni di calcio, hanno seguito i suoi consigli sul rettangolo verde.
Ringrazio Mauro per la sua grande disponibilità e gentilezza e grazie anche alla mia grande amica Raffaella Fracchia che mi ha permesso di conoscere questa bellissima storia. Non perdetevi l’audio dell’intervista integrale!
Per ascoltare l’intervista integrale a Mauro Garbarino, CLICCA QUI Mauro, presentati ai microfoni di Stelle in Campo…
“Vivo a Cogoleto, ho 60 anni e per tantissimi anni ho allenato, soprattutto il settore femminile. Da fine anni ’80 al 2009.” …e da questa esperienza è nato il tuo libro…
“Sono una persona che tiene tutto, ordinando tutto il materiale ho pensato di fare un libro. Durante il lockdown ho scritto questo libro che mette insieme tutto il cartaceo che avevo a disposizione. Non essendo uno scrittore, l’ho diviso in tanti racconti.” Com’è il titolo del libro?
“Signorine e tacchetti. Prende il nome da un torneo estivo che avevamo giocato a Varazze. Il Secolo di Savona aveva dedicato uno spazio intitolandolo proprio così e da lì ho preso ispirazione per il titolo del mio libro. In copertina, è una bella foto delle bimbe sedute a bordocampo dell’under12 delle bimbe del Cogoleto” Qual è lo scopo del libro?
“Il libro è dedicato alle ragazze e lo regalo a loro, anche se, forse, in un futuro potrebbe essere acquistabile on line. Ho un amico tipografo che mi ha aiutato a stamparlo. Ho iniziato a scriverlo questa primavera e con il passare del tempo, il libro cresceva sempre di più.” Quante ragazze hai allenato?
“Penso di essere arrivato a 150 ragazze. Anche se ne ho allenate molte di più, il calcio amatoriale l’ho lasciato un po’ da parte e mi sono concentrato solo nei campionati giocati con la Federazione.” Quali sono i ricordi più emozionanti?
“Sono quelli più vecchi alla fine degli anni ’80, anche se i racconti mi piacciono tutti.” Segui il calcio femminile oggi?
“A livello dilettantistico no, lo seguo in tv. Mi è capitato di guardare anche partite di futsal, squadre sconosciute, ma ragazze che giocavano veramente bene.” Allenerai ancora?
“Credo di no, è molto impegnativo, c’è da spostarsi ed è faticoso.”
Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle freestyler mondiali insieme ad Andrea Gallazzi di Calcio Femminile Italiano. Questa settimana è il turno di Minna Marlo, famosissima freestyle finlandese.
Il suo libro è presente in tutte le librerie e, a pochi mesi dalla sua uscita, è già alla terza ristampa. Federica Seneghini, genovese, classe 1981, lavora come giornalista presso la redazione del “Corriere della Sera” e nel corso di questo 2020, ha terminato il suo primo lavoro come scrittrice: “Giovinette, le calciatrici che sfidarono il Duce” (Solferino Libri)
Un romanzo che incastra alla perfezione la storia del nostro Paese in epoca fascista, con quella di un gruppo di donne che volevano giocare a calcio come gli uomini, formando una squadra e tentando di andare contro gli stereotipi del tempo in cui la figura della donna appariva “costretta” tra le mura domestiche a crescere i figli.
Un libro entusiasmante che viene arricchito ulteriormente da un saggio finale dello storico Marco Giani che, in modo attento, ripercorre anni di discriminazione femminile nel mondo del calcio. Fa riflettere come la situazione non sia molto mutata rispetto a novant’anni fa.
Prima di iniziare a parlare del tuo libro, facciamo un passo indietro: chi era Federica da bambina?
“Non ho mai giocato a calcio, ho praticato il basket per un paio di anni e andavo a nuoto. Da genovese, tifo per la Samp. Non ho mai praticato sport a livello agonistico. L’idea di scrivere un romanzo di sport è stato un caso.”
Com’è nata l’idea di scrivere questo libro?
“L’idea è nata lo scorso anno nei giorni dei Mondiali di Francia del 2019. Mi sono interessata all’argomento e ho fatto un po’ di ricerche per scrivere un articolo per il Corriere della Sera, il giornale per cui lavoro. Mi sono imbattuta in alcuni studi che ripercorrevano le vicende della squadra delle “Giovinette”. C’erano soprattutto studi di Marco Giani, il ricercatore che firma il saggio finale del libro e con lui siamo andati a casa di Grazia Barcellona che nel romanzo ha 4 anni, l’abbiamo incontrata lo scorso anno che ne aveva 90. Grazia, purtroppo, è scomparsa pochi mesi dopo il nostro incontro. Lei era l’ultima testimone oculare di questa squadra.”
Raccontaci le tue emozioni di questo incontro…
“E’ stato emozionante perchè la storia della squadra era la storia della famiglia di Grazia. Le sue zie erano le protagoniste del racconto. Rosetta era la “bomber”, la mamma era Giovanna, la persona che sorvegliava e guidava il lavoro sportivo delle ragazze. Lei era una bambina, ma si ricordava ancora tutto. Ormai, era diventata la storia di famiglia che si raccontava sempre durante le feste di Natale o i ritrovi di famiglia.”
Quali difficoltà hai dovuto superare per scrivere il racconto?
“Sono state soprattutto a tutto il materiale cartaceo che avevo a disposizione che Marco Giani aveva già studiato negli anni scorsi. Sono partita da alcuni articoli di giornale, reportage, lettere che le ragazze avevano scritto alle autorità fasciste. Da lì, c’è tutto un lavoro da fare e devi cercare di cucire il materiale dando un senso logico, colmando i vuoti e renderlo accattivante per un pubblico vario. E’ un romanzo che si rivolge non solo agli appassionati di sport, ma anche a coloro che amano la storia, i diritti. E’ un romanzo che si rivolge anche ai ragazzi, con Marco Giani, alcune delle presentazioni che abbiamo fatto, prima del lockdown, sono state fatte nelle scuole.”
Il movimento del calcio femminile, solo adesso sta cominciando a cambiare ed a mostrare il suo potenziale al pubblico dopo anni di buio, sei d’accordo?
“Molto è stato fatto dalle #ragazzemondiali , molti dialoghi sono ricostruiti allo scorso anno. Alcuni dei dialoghi sono stati presi da conversazioni che ho ascoltato lo scorso anno. Anche la mia categoria ha un ruolo per sdoganare quello che, da sempre in Italia, è considerato uno sport esclusivamente maschile. Le cose sono molto cambiate anche solo rispetto a cinque anni fa.”
Qual è stata la tua più grande soddisfazione ottenuta dopo la pubblicazione del romanzo?
“Ne abbiamo ottenute molte, ma sicuramente che il Comune di Milano intitolerà una via del Parco Sempione alle ragazze che sfidarono il Duce. Il Sindaco Beppe Sala ha raccolto l’appello affinchè la città ricordi queste ragazze. L’inaugurazione, probabilmente, sarà fatta nei primi mesi del 2021, vicino all’Arena, un posto sportivo legato alla storia di questa città. Ci sarà anche una targa, in modo tale che le persone che passeranno da lì, potranno leggere un riassunto della storia delle avventure di Rosetta e compagne.”
Hai avuto modo di conoscere anche l’attuale CT della Nazionale Azzurra, Milena Bertolini. Che impressione ti ha fatto?
“Con Milena abbiamo fatto una bellissima presentazione a Reggio Emilia, la sua città, qualche mese fa. Sono stata felicissima. Milena sta facendo un grandissimo lavoro, non sportivo, ma anche culturale. Si sta impegnando nell’abbattere i pregiudizi che lei stessa ha sovuto subito sulla sua pelle quando giocava. Mi ha raccontato gli aneddoti in cui giocava a calcio e mi ha fatto impressione che anche lei stessa abbia ritrovato nel libro molti dei pregiudizi che ha dovuto subire quando era giocatrice, nonostante il libro fosse ambientato negli anni ’30.”
Hai un personaggio a cui sei particolarmente legata?
“Mi sono affezionata a tutti i personaggi, forse a Rosetta un po’ di più. E’ l’ultima che si arrende, vuole continuare ad ogni costo. In realtà, uno dei miei preferiti è anche Carlo Brighenti che è stato l’unico giornalista a dare manforte alle ragazze e a scrivere cose positive sul loro progetto. Ho conosciuto anche il nipote di Carlo e sono affezionata anche a questo personaggio.”
Hai in programma di scrivere altri libri?
“Mi piacerebbe molto scrivere un altro libro, non ho niente in programma, ma sono alla ricerca di nuovi argomenti. Questo libro non è solo una vicenda di sport e di storia perchè mi ha permesso di mettermi alla prova con tante sfide giornalistiche.”
Hai un sogno nel cassetto?
“Era proprio quello di scrivere un libro…”
Come ti piace trascorrere il tuo tempo libero?
“Appena sono libera, prendo la macchina e mi allontano da Milano. Sono di Genova, vengo spesso in Liguria. Mi piace trascorrere dei weekend fuori porta.”
Stelle in campo ringrazia Federica per la cortesia e la disponibilità.
Denise Civitella
Ph. credit Twitter di @fedesene, articolo21.org e Corriere della Sera.
Continuano le nostre interviste alle freestyler di tutto il mondo in collaborazione con Andrea Gallazzi di
Calcio Femminile Italiano.
Oggi è il turno di Anastasia Bagaglini , campionessa di freestyler, arrivata terza ai campionati mondiali.
Ad oggi, è l’unica ragazza italiana a praticare questa pratica sportiva. Anastasia, dicianovenne originaria di Latina, è un vero talento italiano, ascoltate l’intervista esclusiva a questo link:
Thibault Rabeux è un giornalista francese, autore del libro “Women’s soccer: The official history of the unofficial World Cups” disponibile su Amazon sia in lingua inglese che francese.
L'”incontro” con Thibault è stato casuale, ho ricevuto una sua email all’indirizzo stelleincampo@gmail.com quasi un mese fa e, da quel giorno, ne è nata una piacevole corrispondenza virtuale. Quando accadono queste cose, adoro la tecnologia, ti permette di scambiare delle opinioni su ciò che rappresenta la tua più grande passione di sempre, con persone e “addetti ai lavori” che abitano a molti km di distanza da te. Grazie Thibault!
In questa intervista esclusiva, Thibault ci racconta del suo lavoro nel movimento del calcio femminile e cosa lo ha spinto nel seguire questo sport che sta appassionando sempre più persone nel mondo.
1) Raccontaci la tua storia…
Mi chiamo Thibault Rabeux, lavoro come giornalista e sono specializzato in SEO (ottimizzazione dei motori di ricerca). Nel 2011, pur non essendo ancora laureato, ho provato a scrivere articoli per diversi media (sito web e testata giornalistica) specializzati sul calcio maschile, ma la concorrenza era alta. Tutti guardano e amano il calcio maschile. Ecco perché è davvero difficile farcela in questo campo.
Di conseguenza, ho deciso di diventare un esperto di calcio femminile. Dopotutto, è lo stesso sport! Così ho iniziato a guardare le partite in TV, sono andato allo stadio a vedere le partite dal vivo, ho iniziato ad interessarmi alle giocatrici… Poi ho contattato i pochi siti francesi specializzati sul calcio femminile e ho chiesto se potrebbe scrivere articoli per loro. Due siti web mi offrirono la possibilità di scrivere per loro: “une-deux.net” e “footdelles.com” che è ancora online.
È così che è iniziata la mia “carriera”. Ho fatto molte interviste (Sandrine Soubeyrand, Tobin Heath, Amandine Henry …); ero presente durante gli allenamenti di squadre come il PSG (ho incontrato Sara Gama un paio di volte a Parigi quando giocava per il PSG). Nel 2014 sono andato in Canada per seguire la Coppa del Mondo femminile Under 20. È stata un’esperienza incredibile! Ho intervistato molte giocatrici da tutto il mondo: nigeriani, nord e sudcoreani, tedeschi, canadesi, francesi, brasiliani, neozelandesi …
Sfortunatamente, mi sono fermato nel 2015 per trovare un lavoro più redditizio … In Francia, è davvero difficile guadagnare abbastanza soldi per vivere con il calcio femminile … Tuttavia, ho deciso di immergermi di nuovo in questo sport l’anno scorso, nel 2019, scrivendo il mio primo libro sulla storia del calcio femminile
2) Dove è nato il tuo interesse per la storia del calcio femminile?
Quando ero un giornalista a tempo pieno, specializzato in calcio femminile, lavoravo per siti web che parlavano di notizie. Ad esempio, abbiamo realizzato molti report sulle partite e commenti dal vivo. È un buon esercizio, ma c’è un problema: tutti facevano la stessa cosa. Ero stanco di questo, quindi volevo scrivere qualcosa di diverso. Volevo scrivere qualcosa di mai pubblicato prima (almeno in Francia). Ed è naturale che ho scoperto la storia del calcio femminile. Un argomento inesplorato in lingua francese.
C’è così tanto da raccontare … Ho la sensazione di fare qualcosa di utile raccontando storie attraverso il mio libro o il mio canale YouTube (https://www.youtube.com/channel/UCwVBs7ti3YisWuAeDHleagQ ). Le pioniere meritano gratitudine e riconoscimento, ecco perché faccio del mio meglio per raccontare le loro storie. 3) Puoi parlarci del tuo libro? Dove possiamo acquistarlo?
Il mio libro è dedicato ai Mondiali femminili “non ufficiali” giocati negli anni ’70 e ’80. “Non ufficiali” significa che quei tornei non sono stati organizzati e ammessi dalla FIFA. Tuttavia, alcune di queste competizioni sono state incredibili. Ad esempio, nel 1971, il Messico ha ospitato una Coppa del mondo. La finale Danimarca vs Messico si è giocata davanti a 110.000 spettatori. La Danimarca ha vinto 3-0 grazie a tre gol di una giovane giocatrice, Susanne Augustesen, di 15 anni! Ci sono molti aneddoti su questa competizione. Se ti interessa, ho pubblicato un video dedicato a questo torneo:
https://www.youtube.com/watch?v=zwArA4F0ooE
Se ami la storia del calcio femminile e gli aneddoti divertenti, sono sicura che apprezzerai il mio libro, disponibile solo su Amazon in francese e in inglese. Ho intervistato ex calciatori per scriverlo, soprattutto Susanne Augustesen o Feriana Ferraguzzi, ex giocatrice italiana. 4) Qual è la tua giocatrice preferita nel calcio femminile?
Nel 2012, quando ho scoperto il calcio femminile, adoravo la giocatrice svedese Lotta Schelin che ha giocato per il Lione in Francia. Ma ora, ho più ammirazione per le ex giocatrici. Se dovessi fare una selezione, sceglierei Carolina Morace, Rose Reilly, Susanne Augustesen e Lone Smidt Hansen.
5) Quale giocatrice vorresti intervistare?
Le quattro giocatrici citate nella domanda precedente! Anche se ho scambiato qualche email con Susanne Augustesen per scrivere il mio libro, non l’ho mai incontrata. Forse un giorno, per il mio canale YouTube, intervisterò una di quelle leggende.
A proposito, ho appena lanciato la mia prima newsletter! Invio ogni giorno per 15 giorni, via email, una storia / aneddoto illustrato sulla storia del calcio femminile. Se sei interessato, ecco i link in inglese (o in francese) per iscriverti alla mia newsletter 🙂
Fiorentina, Juventus e Milan. Comincia a delinearsi la cima della classifica di questo campionato di Serie A sempre più avvincente e ricco di nuove giocatrici che hanno alzato il valore tecnico della massima serie.
Non possiamo iniziare questo articolo senza citare la fenomenale giocatrice maltese HALEY BUGEJA, autrice di una prestazione magica al suo esordio assoluto in Serie A contro il Napoli.
Haley ha segnato due gol, uno più bello dell’altro ed è la vera sorpresa di questo weekend.
Il Napoli gioca bene, passa in vantaggio con capitan Di Marino, ma nulla può di fronte al nuovo fenomeno nero verde. Il rigore di Dubcova per ingenuità di una combattiva Oliviero, porta le padrone di casa in vantaggio, sigla il definitivo 3 a 1 la prestante Bugeja, classe 2004.
Vince ancora il Milan e lo fa con una Valentina Giacinti in cerca di riscatto. Il capitano sigla una doppietta personale e la squadra di mister Ganz vola a punteggio pieno e si conferma essere una delle prima della classe contro un Bari solido, ma che non ha saputo incidere più di tanto in fase offensiva. Da segnalare la rete di Soro.
Cade la Roma in casa propria contro l’Empoli di mister Spugna. Incredibile partita delle azzurre, i gol di Glionna e Prugna arrivano su calcio di rigore, ma la squadra gira bene e Di Guglielmi e compagne sembrano aver trovato la giusta grinta per affrontare questo campionato.
La Juve fatica a San Marino, ma, dopo diverse occasioni sprecate, Girelli e Caruso portano i 3 punti a Vinovo. Una buona prova per le ragazze di Conte che nelle prime due giornate avevano pagato molto alto il salto di categoria.
Il derby toscano tra Fiorentina e Florentia consacra definitivamente Mascarello e Adami, autrici di due gol di pregevole fattura grazie a due assist al bacio della solita Tatiana Bonetti. La Florentia reagisce e accorcia le distanze, prima con Sofia Cantore, poi con Martinovic. La solita Daniela Sabatino mette il punto esclamativo sulla partita.
Chiude la giornata Verona Inter con la prima vittoria in campionato per le ragazze di mister Sorbi. Il Mister nerazzurro rivoluziona buona parte della squadra e, a sorpresa, lascia in panchina Merlo e Tarenzi per far spazio a Baresi e Rincon.
Un risultato giusto per quanto visto in campo, l’Hellas ha giocato bene in fase di giro palla, ma davanti si è mostrata una squadra ancora poco concreta.
La prossima settimana non si giocherà a causa dello stop per la Nazionale , nel doppio scontro contro la Danimarca per la qualificazione a Euro 2022.
Il prossimo turno si disputerà il 3 e 4 ottobre 2020.
Roma – Verona Women
Fiorentina – Sassuolo
Milan – Juventus
Napoli – Inter
Pink Bari – Empoli Ladies
San Marino Academy – Florentia San Gimignano
Pronti, ai posti..VIA! Riparte la Serie A di calcio femminile e con lei, anche il blog del Podcast di Stelle in Campo!
Dopo la lunga pausa forzata, causa pandemia, le nostre beniamine sono scese in campo dando vita a gare ricche di emozioni. Ho seguito con attenzione Fiorentina-Inter 4-0, Sassuolo-Roma 1-1 e Milan-Florentina 1-0.
Nei “TOP” della settimana inserisco la “sempreverde” Daniela Sabatino. Ciò che mi ha colpito di lei, non sono stati i due gol, ma la voglia di lottare, combattere e gioire insieme a tutta la squadra. Sabatino è una perfezionista, una leader. Quest’anno avrà Claudia Neto, giocatrice portoghese che mi ha impressionata tantissimo, pronta a seguirla per il campo per porgerle degli assist al bacio. Mister Cincotta ha lavorato bene e si è visto. La viola è la squadra che più mi ha convinta in questa prima giornata. Riuscirà ad essere continua nei risultati?
Il Pink Bari strappa tre punti d’oro contro un Napoli mai domo, pronto a lottare e che avrebbe meritato qualcosa in più. L’errore di Di Criscio, porta al rigore che Manno, implacabilmente, segna.
Altro esordio in Serie A per il San Marino Academy che sembra pagare altissimo lo scatto nella nuova Serie. Le ragazze di mister Conte prendono 10 gol contro uno scatenato Empoli Ladies trascinato da Polli e Glionna, rispettivamente tripletta e doppietta per la coppia d’attacco toscana. C’è tanto lavoro da fare per le ragazze sammarinesi.
Il Milan vince, ma non convince. Sottotono il capitano Giacinti, troppo buona davanti al portiere avversario e con una manovra poco fluida. Il gol di Miriam Longo, infortunatasi dopo aver battuto il “5” a Rask, porta tre punti d’oro a Ganz.
Un tempo per uno tra Roma e Sassuolo. Ottimo primo tempo giallorosso, le emiliane escono fuori nella ripresa con una fantastica Ribone e Parisi che sembra vivere una seconda giovinezza. Tutti i palloni passano dai suoi piedi.
La Juve vince due a zero contro il Verona, reti della solita Cristiana Girelli e Arianna Caruso. Da segnalare il rigore sbagliato dalle padrone di casa che avrebbe potuto riaprire la gara.
Classe 2000, da diversi anni lontano da casa per seguire il suo sogno: giocare a calcio ad alto livello, con l’obiettivo, un domani, di vestire la maglia azzurra della Nazionale.
Rebecca comincia a giocare a 8 anni, grazie a suo fratello, nella scuola calcio dei suoi genitori. Quest’anno ha militato nel Cesena, in Serie B.
Ecco l’intervista esclusiva per il nostro podcast di “Stelle in Campo”.
Si ringraziano LTA Agengy Italia e Rebecca Laface per la concessione.
Com’è nata la tua passione per il calcio?
Spesso accompagnavo mio fratello agli allenamenti ed alle partite, credo sia iniziato tutto da lì. Il suo entusiasmo e la sua passione mi hanno travolto.
Raccontaci il tuo percorso calcistico…
Ho iniziato a giocare a 8 anni nella scuola calcio dei miei genitori, oggi polisportiva Gi.A.Re. (Giovanni, Adele, Rebecca). Compiuti i 16 anni sono andata nel Nebrodi (Serie B, pre riforma). L’anno seguente ho iniziato la stagione a Trani, ma a dicembre mi sono trasferita a Jesi (Serie B, pre riforma). La stagione dopo ancora a Jesi per poi approdare nel Cesena.
C’è un allenatore o un allenatrice che senti sia stato più determinante di altri per la tua crescita calcistica e non?
Nel percorso della scuola calcio ho avuto dei mister magnifici, con cui ancora adesso parlo e mi confronto. Di sicuro mi hanno dato delle ottime fondamenta..
Nella prima squadra, invece, determinante è stato il percorso con mister Emanuele (Iencinella). Abbiamo fatto un ottimo lavoro sia in campo, che fuori. Anche con lui parlo spesso, per me i suoi consigli sono determinanti.
Il prossimo anno ti vedremo ancora tra le fila del Cesena?
Non credo. Vorrei trovare una realtà più adatta a me per continuare il percorso di crescita.
Come ti sei allenata durante il periodo della quarantena?
Il periodo di quarantena l’ho passato a Torino, da mio fratello. Non avendo molto spazio ho svolto prevalentemente esercizi per migliorare la forza, continuando il percorso iniziato qualche mese prima con un preparatore personale.
Quando non giochi a calcio, quali sono i tuoi hobby?
Amo gli animali e il mare. Quando sono a casa passo molto tempo con Pallottina e Whiskey, i miei due cani. Durante il periodo estivo mi godo il mio mare, vado in canoa o in barca a pescare con mio padre, mio fratello e mia sorella. Per il resto quasi tutto il mio tempo è occupato dall’università e dal calcio, ma nei momenti di relax mi piace leggere.
A quale calciatrice/calciatore ti ispiri?
Non mi ispiro a nessun calciatore o calciatrice in particolare. Cerco di apprendere da tutti, ma non farmi influenzare da nessuno. Il gioco che cerco di esprimere è quello che mi appartiene.
Essendo amante dello sport, prendo come riferimento diversi atleti cultori dei valori alla base del concetto sport. Primi fra tutti il rispetto, il sacrificio, la passione e l’uguaglianza.
Hai un rito scaramantico quando scendi in campo?
No, non ho nessun rito scaramantico.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Ne ho molti di sogni.
Emma Errico, savonese, classe 1994, centrocampista del Sassuolo, squadra che milita nel campionato di Serie A femminile, è stata l’ospite di questa settimana del nostro podcast “Stelle in Campo”. Emma ha appena concluso il suo quarto campionato di Serie A consecutivo. Nella sua carriera ha vestito anche la maglia azzurra durante le Universiadi svolte in Campania nel 2019.
Emma è una ragazza umile, con un grande talento calcistico a cui auguriamo di raggiungere qualsiasi tipo di obiettivo, nella vita privata e professionale. Ecco a voi l’intervista scritta e audio!
Si ringraziano Emma Errico ed il Sassuolo calcio per la disponibilità.
“Avendo il papà allenatore e seguendolo ovunque, durante i suoi allenamenti, mi ricordo che stavo sempre attaccata al muretto con il pallone a giocare. Un giorno, l’allenatore della squadra dei ragazzini ha parlato con papà Cesare e gli ha detto “Me la porto a fare allenamento con i miei”Da quel momento è iniziato il mio percorso calcistico.”
Hai un allenatore/allenatrice di riferimento che ti ha permesso di crescere non solo come calciatrice, ma anche come donna?
“Non ne ho, ho sempre cercato di prendere da ognuno gli insegnamenti che mi hanno dato. Ho avuto la fortuna di avere sempre allenatori e allenatrici molto preparati, ma la fortuna più grande è stata quella di avere papà Cesare. Quello che mi ha dato lui sia da un punto calcistico che da quello umano, è stato unico.”
Quali suggerimenti daresti ad una bambina che vuole cominciare a giocare a calcio?
“E’ una domanda che mi fanno spesso. Le direi di lottare per il suo sogno. Di non farsi mai condizionare dalle persone, dai pregiudizi del mondo esterno. La mia tesi triennale dell’Università è iniziata con questa frase. Lo sport è qualcosa che è bello vivere ogni giorno.”
Cosa stai studiando?
“Sono iscritta alla Laurea Magistrale di Parma di attività preventive e adattate. La laurea triennale in Scienze Motorie, invece, l’ho discussa all’Università di Genova.”
Qual è stata la tua vittoria più importante fino a questo momento?
“Sicuramente la promozione con il Cuneo contro il Luserna, in casa loro. Mancavano 10 minuti alla fine, mi è arrivata la palla, un cambio di direzione sul terzino che mi marcava ed ho fatto il gol che ha portato la squadra alla vittoria e alla conseguente promozione.”
La tua delusione, invece?
“Tre anni fa, il primo anno a Ravenna. Lo spareggio contro il Bari, in campo neutro. Una partita tosta, perdemmo alla fine. Ho sentito molto quella sconfitta, era il mio primo anno fuori di casa, avevo molta nostalgia della mia famiglia. Non fu una sconfitta facile da digerire.”
Torniamo al presente, come ti sei allenata in quarantena?
“La prima parte a Reggio Emilia con un gruppo di ragazze. Le mie giornate erano monotone, ma belle. Con le altre giocavamo a calcio tennis, avevamo un bel giardino. Poi studiavo e, al pomeriggio, nuovamente calcio tennis con le compagne. La seconda parte, invece, sono tornata dalla mia famiglia e non potevo chiedere di meglio. In questo periodo tragico per tutti, ne ho approfittato per godermi mamma e papà. Ho la fortuna di abitare in campagna vicino al mare, non ho mai smesso di allenarmi.”
Cosa manca al movimento del calcio femminile per fare un salto in più?
“La scorsa settimana ho avuto il piacere di parlare con Elena Linari di una realtà come l’Atletico Madrid. Manca quella parola: il professionismo. Viviamo, ci comportiamo, veniamo trattate come delle professioniste e non possiamo dire il contrario. Il calcio femminile in Italia ha fatto dei passi in avanti, ma quella parolina ci farebbe fare il cambio di marcia decisivo. La ripresa del campionato poteva dare un segnale in più, però sono state prese delle altre decisioni che accettiamo. Ripartiremo, d’altronde siamo donne e siamo forti.”
Quali sono le tue caratteristiche in campo?
“Mi piace giocare davanti alla difesa perchè adoro far iniziare l’azione. Alla Pirlo e alla Pjanic. Mi piace dare ordine e inventiva.”
Su cosa senti che devi migliorare?
“Durante la quarantena, ho deciso di prendere un preparatore atletico personale perchè ne sentivo l’esigenza di farlo. La prima domanda che mi ha fatto è stata “In cosa ti senti carente?” In questi tre mesi sto lavorando sulla rapidità nel breve, cambio passo. Mi sento bene, in campo sarà un’altra cosa, però sono positiva.”
Hai una calciatrice di riferimento a cui ti ispiri?
“Calciatrice no, calciatore sì. Mi piace moltissimo Pjanic tocca mille palloni, varia dalla giocata semplice a quella da fuoriclasse, cambi di passo, punizioni incredibili.”
Sei scaramantica?
“Sono scaramantica, da buona ragazza del Sud. Ascolto sempre, prima di ogni partita, il discorso di Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”, lo faccio sempre ascoltare anche alla mia vicina di pullman. Comunque, più che alla scaramanzia, preferisco affidarmi a Dio. Sia io che la mia famiglia siamo molto credenti.”
Tre aggettivi per descriverti
“Umile,generosa e caparbia”
Quando non giochi a calcio, cosa ti piace fare?
“Mi piacciono tanti altri sport: tennis, nuoto in primis. Poi, ho cominciato a leggere molti libri, in particolare, due libri che vorrei consigliare a tutti sono quello di Bebe Vio, e quello scritto da Fabio Caressa “Sono tutte finali”, me lo hanno regalato i miei genitori con tanto di dedica all’interno.”
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Come ogni calciatrice, è vestire la maglia azzurra. Ho avuto l’emozione e il privilegio di farlo nella maggior parte delle giovanili, anche lo scorso anno con l’under 23 per partecipare alle Universiadi. Cantare l’inno è indescrivibile.”
Continuano le interviste esclusive di “Stelle in Campo”. Questa settimana abbiamo avuto il piacere di intervistare Alessandro Pennestri, agente e responsabile della LTA Agency Italia, agenzia che, ormai da tantissimi anni opera nel mondo del calcio femminile.
Sono tante le riflessioni che Pennestri fa durante la nostra chiacchierata: presente e futuro del movimento femminile in Italia e proposte concrete su come migliorarlo, prendendo come esempio la Premier League inglese.
Quando è nato il suo interesse nei confronti del calcio femminile?
“La mia storia nel calcio femminile nasce molti anni fa, ero un collaboratore sportivo nel calcio maschile e davvero non vedevo prospettive nel femminile, poi una mia personale esperienza famigliare mi ha portato ad avvicinarmi a questo mondo. Ho fatto una promessa a mia sorella, che non attraversava un buon periodo di salute, con la quale le assicuravo che insieme ci saremo fatti questa esperienza nel calcio femminile. Purtroppo lei non ha avuto modo di metterla in atto, e quindi ho voluto onorare almeno io la mia parte di promessa. Quindi mi sono avvicinato al calcio femminile, ed ho iniziato prima come Allenatore, poi come dirigente, ed ora lavorando per la LTA.”
Ci parli della LTA AGENCY..
“La nostra è un’agenzia internazionale di intermediazione sportiva, lavoriamo moltissimo in Europa, con tutti i più importanti club professionistici femminili. In Italia, il nostro è per ora più un lavoro di consulenza legale sui contratti, ma a breve si aprirà il versante del professionismo e quindi cambierà anche il nostro contributo. Siamo un’agenzia totalmente dedicata al mondo del calcio femminile, non facciamo molto maschile, perché crediamo molto nell’essere vicini alle nostre calciatrici, a seguire i loro bisogni, e quindi aiutarle nel percorso di crescita che stanno facendo. Per questo non vogliamo nemmeno centinaia di calciatrici (e vi assicuro che sono molte le calciatrici che ci contattano per collaborare con noi), ma prendiamo solo quelle che realmente possiamo assistere, e che professionalmente potremo aiutare nella loro carriera. Mi sembra una scelta deontologicamente corretta.”
Cosa manca al calcio femminile per raggiungere il professionismo?
“Io credo che su questo argomento vada fatto un “distiguo”. Innanzitutto, le calciatrici, per impegno, dedizione, e meritocrazia, dovrebbero già essere considerate delle professioniste. Sia come aspetto lavorativo, sia per quanto riguarda quello delle tutele. Ma questo vale in pratica per tutto l’universo sportivo e non, al femminile. Le donne sono la base della società moderna; mamme, sorelle e figlie, svolgono da sempre molteplici attività all’interno della nostra società, lavorando e accudendo case e famiglie, meriterebbero a prescindere il maggior numero di tutele possibili. Altro aspetto invece è quello manageriale. Oggi il calcio femminile, è un investimento su un futuro, speriamo non troppo lontano, di un prodotto che generi economia. La realtà è che oggi non lo crea a sufficienza e che tutte le sue componenti, con molta “coscienza” dovrebbero ammettere e collaborare per rendere le cose migliori. Non basta chiedere i propri diritti, sia pure giustificati, per vederli soddisfatti, va data un visione del futuro del movimento che passa per le calciatrici ed i club, arrivando al professionismo. Ma questo solo se verrà dato a chi vive quotidianamente il movimento, la possibilità di operare e creare “il prodotto calcio femminile”, sviluppandolo e promuovendolo come deve. Per questo fondamentale potrebbe essere una Lega dei club di calcio femminile, dato anche l’ingresso di grandi club, senza tralasciare quelli di puro settore, che io vedo di buon occhio, perché curando i loro giustificati interessi, determineranno il cambiamento del movimento verso il professionismo.”
E’ stato giusto sospendere il campionato di Serie A femminile?
“Io dico, inevitabile. Non ci sono mai state le condizioni di una ripresa in sicurezza ed economicamente sostenibili, per la serie A femminile. Ora però, vanno rimboccate le maniche e operare per il cambiamento. Le parole del ministro Spadafora, in merito alla riforma dello sport, fanno ben sperare, ma non devono essere i burocrati a operare il cambiamento, ma un cambiamento dal basso, partendo da quelle realtà anche piccole che vivono il territorio, che combattono ogni mese per perseguire i propri fini sociali e sportivi. “Che sia il calcio femminile a cambiare il Calcio femminile””
Pensa che questo stop forzato, rallenterà la crescita del movimento femminile?
“Io credo sempre che le cose non accadano mai per caso, che ci sia sempre come una occasione per cambiare il futuro. E’ stato istituito un fondo per lo sport, di cui in parte vi è una porzione per il calcio femminile, utilizziamo questo come punto di partenza per il cambiamento, per rendere le cose migliori, per generare interesse, e condivisione. Rifletto sempre come intelligentemente in Inghilterra utilizzano i fondi per i club di Premier League. Lì, per rendere il prodotto Premier maggiormente interessante, si gestiscono i ricavi del campionato (e vi assicuro che sono bravissimi a scovare sempre nuovi metodi per prezzare il proprio marchio), non distribuiscono i soldi in funzione di “bacini d’utenza” o “dal più forte al più debole”, bensì in modo inverso. I club più piccoli, quelli che magari salgono dal campionato minore, sono quelli maggiormente interessati da questi fondi. Facendo così si alza livello e lo si uniforma, aggiungendo spettacolo e imprevedibilità al campionato, e quindi interesse. Ma si sa, li sono anglosassoni, noi siamo “latini” facciamo a modo nostro….”
Come cambierà il calcio mercato dopo questa stagione?
“E’ inevitabile, credo, che la crisi stia creando qualche difficoltà a molti club, e non penso solo a quelli di puro settore. La data di ripartenza, poi, si vocifera essere molto ravvicinata, quindi tutti saranno in fermento per completare le rose, e renderle competitive, con le poche risorse che si hanno. Ma ci sono tanti dirigenti competenti, e spero vedano di più al merito/talento, ed alle qualità umane delle calciatrici. Sarà sicuramente un mercato rapido, ed andranno prese al volo le opportunità che si presenteranno.”
Denise Civitella
Si ringraziano Alessandro Pennestri e Isabella Lamberti di LTA Agency per la concessione.