L’Incontinenza urinaria nella donna…in menopausa e non….

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona
Qualcuno la chiama, “malattia riservata”; o Silente. Questo a motivo che moltissime donne che ne soffrono, non vanno dal proprio medico per imbarazzo. Eppure non si tratta di una patologia che interessa poche donne, bensì un numero abbastanza notevole.. Si stimano circa 2,5 milioni di pazienti di sesso femminile a vivere questa condizione.
Per avere un’idea circa le cause che la determinano si può iniziare dalla morfologia anatomica . La donna, vive la gravidanza che viene seguita dal parto che sono due momenti che mettono a dura prova i legamenti che sostengono la Vescica.
Ma non è sicuramente la sola causa, perchè la cessazione dell’attività ovarica, quindi della produzione di Estrogeni, ormoni che nella donna in età fertile hanno un ruolo fondamentale nei meccanismi che mantengono un buon tono muscolare dell’area pelvica, quindi, con la cessazione di ormoni estrogeni viene a mancare quel sostegno, per cui gli episodi di perdita di urina sono frequenti.
Ma l’incontinenza urinaria non è soltanto un problema della donna post menopausa, ma coinvolge anche donne in età abbastanza giovane; intorno ai 35 anni. Quì le cause sono legate sempre al pavimento pelvico, ma non per assenza ormonale, bensì, per ridotto tono dello sfintere uretrale. Le infezioni alle vie urinarie inferiori o infezioni vaginali sono anche questi causa, di perdita di urina involontaria. Se la donna è un forte fumatrice il fumo contribuisce a determinare questo fenomeno imbarazzante.
L’incontinenza urinaria, riconosce diverse forme e cioè, da forte stress; meglio conosciuta da “sforzo ” che si manifesta spesso in corso di attività fisica o magari per un violento colpo di tosse.
C’è poi, l’incontinenza da “urgenza”. Questa la si avverte soprattutto quando si ha urgente necessità di urinare e di sovente si arriva in Toilette con un po’ di pipì fuorisuscita.
Se ne conosce un’altra di incontinenza che ssume una terminologia inglese per significare una vescica è molto piena e la donna non ha avuto la capacità di svuotarla sufficientemente, il che consegue a perdite involontarie.
CURA.
Per la terapia si possono intraprendere più percorsi seconda dei fattori causali e seconda la gravità. Intanto va corretto lo stile di vita a cominciare dal rifiuto di caffeina, nicotina. Inoltre si può ripegare per esercizi mirati a riabilitare i muscoli del pavimento pelvico nonchè una farmaco terapia a base di estrogeni per la donna in menopausa.
In estrema Ratio, la chirurgia si rivela il rimedio di elezione.
L’Incontinenza urinaria nella donna…in menopausa e non….ultima modifica: 2021-06-24T12:51:29+02:00da un_uomonormale0

6 pensieri riguardo “L’Incontinenza urinaria nella donna…in menopausa e non….”

  1. Ho sofferto e, qualche volta, ancora soffro di cistite, legata a batteri intestinali che passeggiano da una parte all’altra, ma mai ho sofferto di incontinenza, anzi mi si consiglia di assumere di tanto in tanto un diuretico che aiuti a svuotare completamente la vescica.In passato, per vari anni, a settembre, andavo a Fiuggi solo per svago e non bevevo se non raramente quell’acqua salutare. Quando ne avrei avuto anche bisogno per la mia vescica, per via dei sopraggiunti problemi di salute e poi per il Covid, non ho più potuto considerare quel soggiorno ameno che ho sempre tanto amato. Il post è interessante e il problema è molto diffuso, specie tra le donne. La mltina zionale TENA, specializzata in assorbeti vari e murandine contenitrici anche per uomo, fa affari d’oro. Ciao, Dott, con un abbraccio affettuoso.

    1. La cistite si chiama “donna” per via di una situazione anatomica, cioè, che voi donne avete l’uretra più corta rispetto all’uomo, quindi lo sbocco in vagina viene purtroppo favorito trascinandosi dietro quel pò pò di germi che provengono dall’intestino con le feci; in particolare l’Escherichia Coli, lo stafilococco aureus e la Klebsiella pneumoniae. La frequenza di questi fenomeni, nella donna è abbastanza alta e con l’avanzare dell’età, questa incidenza aumenta fino a cronicizzarsi. Considera, mia cara, che di cistiti se ne conoscono diversi tipi, a cominciare da quella cosiddetta Acuta che si presenta subito a fastidiosamente dolorosa in corso della minzione. C’è il tipo emorragico( non è il tuo caso ) che a causa dei germi batterici di provenienza vescicale provocano congestione dei vasi venosi, quindi l’inevitabile rottura e sangue che fuoriesce assieme all’urina. C’è quella cronica che ad ogni occasione favorevole recidiva. Infine quella interstiziale, che per quanto di mia conoscenza, tutt’oggi si rivela di difficile diagnosi. Tu mi dici che assumi un diuretico per facilitare lo svuotamento. Potrei concordare, ma così, abbassi pure la tua pressione arteriosa. Adesso cominciamo col trovare le cause scatenanti, che in primis vede l’igiene non corretta, ovverosia, dopo la defecazione in molte adottano il sistema di pulizia postero-anteriore, piuttosto che antero-posteriore: nel primo caso vengono trascinati i germi in vagina. I lavaggi di continuo non va bene a motivo che quel fisiologico strato pellicolare costituito di acqua e grasso protettivo viene a consumarsi. La menopausa è un altro fattore vulnerabile al fenomeno sempre per le mutazioni ormonali: gli estrogeni, che rendono l’epitelio della uretra e della vagina più resistenti all’invasione batterica. In conclusione, altrimenti finirò domani, il mio consiglio è che tu beva non meno di 2,5.3 litri di acqua al giorno, e che il lavaggio venga attuato con una saponetta a giusto Ph tipo il “Marsiglia”. Ti abbraccio

      1. Rispetto, ormai, per norma, la giusta igiene e adopero unl sapone liquido alla camomilla molto delicato. proverò col sapone di marsiglia. Non bevo la quantità di acqua che tu consigli, ma cerco di bere spesso e l’acqua Rocchetta. Il diuretico lo prendo, proprio una tantum perché già sono di pressione bassa. So che il problema può ripetersi, ma per ora l’analisi eslude la famosa Escherichia Coli che mi ha tormentato per anni,in seguito ad una cura di antibiotico ad inezioni. Speriamo non ci siano recisive. Cercherò di bere di più. Ti ringrazio, Dott. con tutto il cuore. Ciao.

        1. Mia cara, oserei suggerirti, una tantum; magari ogni 4-5 mesi, un po’ di profilassi con fosfomicina in buste( ometto il nome commerciale per ovvie ragioni ). Grazie a te cara.

  2. Ho sempre considerato “incontinenza” il non sentire più lo stimolo per urinare e, di conseguenza, la fuoriuscita di urina in modo assolutamente autonomo. Tu, invece, dai questa definizione anche all’uscita di poche gocce per causa di un sternuto e , comunque, per un ridotto tono della muscolatura pelvica. Io penso che, finchè la cosa si mantiene entro un limite di minimo disturbo, gli assorbenti bastino a sostenere. Per ricorrere alla chirurgia abbisogna, a mio avviso naturalmente, trattarsi di un caso eclattante di incontinenza giovanile. La terza giovinezza, nel caso, potrebbe essere più penalizzata ma, al giorno d’oggi, non mancano le soluzioni più giovevoli per ogni caso. PIù disagevole, penserei, nell’uomo ma pure in quel caso le soluzioni non mancano. La chirurgia? Bene pensarci prima!!. Buon pomeriggio, Peppe, un caro saluto….licia

    1. Mia cara Licia, Rispondo iniziando dall’uomo, come tu sottolinei. Ebbene, nell’uomo, l’incontinenza avviene esclusivamente a seguito di Prostatectomia radicale. Difatti, il paziente operato, riferisce questo fenomeno anche dopo un anno dall’intervento. Le cause sono legate a quel fascio di nervi deputati a regolare il funzionamento della vescica come pure dello stesso stimolo del fatto erettile è subordinato alla vicinanza della prostata che se viene asportata intacca questi fasci nervosi e il pavimento pelvico si prolassa. Circa il tuo inizio stiamo parlando di un fenomeno patologico che non riconosce un solo modo, ma diversi. Parlimao dell’incontinenza da sforzo che è quel momento seguito da un colpo di tosse, o sforzi, o salire le scale o altro, cioè, tutte le volte che l’addome è sotto pressione. Questo tipo( da sforzo ) è più frequente nelle donne dopo avere partorito con i genitali prolassati. C’è poi, quella di urgenza che vede la paziente con l’irrefrenabile necessità di urinare. Quì, le eventuali perdite vanno da qualche goccia a un vero e proprio getto. Perchè avviene ?Per via del muscolo vescicale iperattivo. Ce ne sono altre tipologie, come quella da rigurgito, ovverosia, quando la vescica piena non si svuota per via di una lesione allo sfintere. Un caro abbraccio a te Licia

I commenti sono chiusi