Prendo spunto da un post* letto oggi, ma soprattutto dall’immagine che accompagna lo scritto, il noto quadro di Andrew Wyeth – “Christina’s world”.
Il quadro ritrae una giovane che sembra, ad un primo sguardo, sdraiata nell’erba, con più attenzione si nota una postura del corpo non naturale, tesa verso la casa lontana. Christina è affetta da disabilità motoria e caparbiamente preferiva spostarsi con la sola forza delle braccia trascinandosi piuttosto che usare la sedia a rotelle. Wyeth è riuscito a trasmettere un paesaggio al contempo sia dolce che amaro; un paesaggio sentito ed elaborato.
Come tutti, soffro questo tempo di covid che mi ha privato di ogni sistematica abitudine: i film al cinema d’essai, con annesse chiacchiere con i titolari sulle ultime uscite. I concerti, l’ultimo di Paolo Fresu. Le mostre. Le uscite fotografiche. Le visite agli amici. Le cene con il mio più caro amico.
A Christina è stata offerta la possibilità di usare le braccia per opporsi al suo male.
A noi è stata offerta la privazione di tutto su un piatto d’argento.
*) il blog di bisou_fatal