Covid’s World

Prendo spunto da un post*   letto oggi, ma soprattutto dall’immagine che accompagna lo scritto, il noto quadro di Andrew Wyeth – “Christina’s world”.
Il quadro ritrae una giovane che sembra, ad un primo sguardo, sdraiata nell’erba, con più attenzione si nota una postura del corpo non naturale, tesa verso la casa lontana. Christina è affetta da disabilità motoria e caparbiamente preferiva spostarsi con la sola forza delle braccia trascinandosi piuttosto che usare la sedia a rotelle. Wyeth è riuscito a trasmettere un paesaggio al contempo sia dolce che amaro; un paesaggio sentito ed elaborato.

Come tutti, soffro questo tempo di covid che mi ha privato di ogni sistematica abitudine: i film al cinema d’essai, con annesse chiacchiere con i titolari sulle ultime uscite.  I concerti, l’ultimo di Paolo Fresu. Le mostre. Le uscite fotografiche. Le visite agli amici. Le cene con il mio più caro amico.

A Christina è stata offerta la possibilità di usare le braccia per opporsi al suo male.

A noi è stata offerta la privazione di tutto su un piatto d’argento.

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*) il blog di bisou_fatal

 

Covid’s Worldultima modifica: 2021-02-11T23:24:15+01:00da Sheltersky

5 pensieri riguardo “Covid’s World”

  1. La prima volta in cui per caso mi sono imbattuta in quel quadro sono rimasta ipnotizzata, per una questione estetica ed emozionale. Poi conoscere la storia di Cristina ha aperto nuovi spunti di riflessione e la emozione si è amplificata. Mi ha fatto pensare alla apparenza della bellezza ed al suo stagliarsi su un orizzonte così intenso e alla forza che si impone oltre ogni fragilità e difficoltà.

  2. Christina è “inchiodata” alla sua infermità…ed alla solitudine…una solitudine suggerita dal paesaggio arido…spoglio…dove l’unica presenza viva…struggente…è il gesto quasi implorante…di Christina…che però non si arrende al suo handicap…come la sua storia ci dice…” la solitudine…cheè la mia forza e la mia condanna”…come ha scritto Pasolini…già…
    p.s. potevi citare il mio blog…non ho nessun problema…

  3. Entrambe avete toccato un clou di R-Esistenza, malgrado i vassoi e soprattutto dati quelli, Sky, ci rendiamo conto di una realtà “al chiodo”, tanto che nello slang è entrato il detto “a picco” basato sull’andamento stesso della curva epidemiologica. Così al chiodo è la realtà forzata, innegabile, dal punto di vista delle discussioni più ampie, ossia che tengono conto degli sforzi reali ed umani contro il “nemico” e al contempo aromatizzano gli scenari del gusto in-sapido della sventura. Ciò, a mio parere, è la necessità di distinguere che quanti già afflitti dal pegno di una anomalia restano forti di significato nel procedere e sono di esempio; a quanti “sani” non può restare che di mostrare l’insistenza della forza e dell’idea, senza negare la crisi che c’investe, peraltro non solo in questo storico. L’eroe serve sempre, senza distinzione di genere e fisicità.

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