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Elezioni presidenziali Usa, Clinton batte Trump nel primo duello tv: Hillary gioca d’esperienza, Donald evita gli eccessi

Post n°3829 pubblicato il 27 Settembre 2016 da ninograg1
 

27/09/2016 di triskel182

Ex first lady preparata, ma non perfetta. Il tycoon mantiene un prtofilo presidenziale e soffre su tasse, donne e politica estera. Nessuno dei affonda il colpo per paura di sbagliare. Sondaggio Cnn: per il 62% vince candidata dem ai punti.

Si sono scontrati praticamente su tutto. Tasse, commercio, crimine, politica estera, terrorismo, tensioni razziali. Lei lo ha attaccato per il suo “comportamento razzista”. Lui l’ha definita una “santerella”. Alla fine, dopo più di 90 minuti di dibattito, Hillary Clinton eDonald Trump hanno dipinto un’immagine d’America in potente, irriducibile contrasto: un Paese sulla strada di una inevitabile decadenza, per il candidato repubblicano; la nazione ancora capace di guidare il mondo, per la democratica. A una prima valutazione, Clinton è parsa più tranquilla e misurata. Trump ha evitato gli eccessi retorici del passato ma in certi momenti, per esempio sulla questione delle tasse e del certificato di nascita di Barack Obama, è parso in serie difficoltà.

Il dibattito – il primo dei tre previsti, organizzato alla Hofstra University di Long Island – è stato acceso sin dall’inizio, con Donald Trump che ha più volte cercato di interrompere Clinton (alla fine, il repubblicano ha parlato per circa 46 minuti, contro i 41 di Clinton). Uno dei momenti più infuocati è stato quando la democratica ha attaccato il rivale per la scelta di non rendere pubblica la dichiarazione delle tasse. “Nasconde qualcosa”, ha detto Clinton, alludendo al fatto che “magari Trump non è così ricco come ci vuole far credere” e potrebbe celare la provenienza illecita di ingenti finanziamenti internazionali e tasse non pagate al governo federale. La questione delle tasse è poi tornata quando Trump ha accusato i democratici di aver dissipato il denaro che ora manca all’erario. “Magari è perché tu non hai pagato le tasse!”, gli ha risposto Clinton.

Trump ha cercato di ribaltare sull’avversaria l’accusa di scarsa trasparenza. “Renderò pubblica la mia dichiarazione delle tasse quando lei produrrà le 30mila email che sono state cancellate dal server privato” usato quand’era segretario di Stato. Clinton, che ha preparato accuratamente questo dibattito e che si aspettava con ogni probabilità l’attacco, ha evitato di accampare le giustificazioni più volte ripetute nel passato. “Se dovessi trovarmi ancora in quella situazione, ovviamente mi comporterei in modo differente”. In vari momenti, comunque, Trump ha cercato di dipingere Clinton come “la politica tipica”, espressione di un’establishment incompetente e inefficace che da Washington ha perso il contatto con la “vera America”. “C’è bisogno di un cambiamento veloce, che solo io saprò produrre”, ha detto.

Altri momenti particolarmente accesi del dibattito sono stati quelli legati alle tensioni etniche e più in generale al tema della race. Alla domanda del moderatore, Lester Holt, Trump ha dovuto difendersi dall’accusa di avere per anni alimentato la teoria che Barack Obama non sia effettivamente nato negli Stati Uniti (e che quindi non sia stato legittimato a esserne presidente). Trump ha risposto spiegando di aver detto, e una volta per tutte, che “Obama è nato negli Stati Uniti”; e ha addossato su Clinton l’accusa di aver per prima sollevato quel sospetto. “I suoi collaboratori nella campagna presidenziale del 2008 attaccavano Obama sulla questione della nascita”. E’ stato, questo, uno dei momenti più difficili per il candidato repubblicano. Clinton, che punta a compattare gran parte del voto afro-americano che nel 2008 e nel 2012 ha sostenuto Obama, ha infatti avuto buon gioco ha definire “razzista” la questione del certificato. L’accusa è tornata quando la democratica ha ricordato che, negli anni Settanta, gli afro-americani non potevano vivere nei condomini costruiti dai Trump. Il tema delle tensioni razziali è emerso anche sul tema dello “stop and frisk” – la pratica di fermare e perquisire eventuali sospetti, che ha colpito in modo sproporzionato i neri. Trump ne ha proposto la reintroduzione. Clinton ha definito la pratica anti-costituzionale, ribadendo la necessità di “ascolto” di tanti giovani neri e dichiarandosi pronta a una riforma del sistema giuridico.

Trump ha messo invece in decisa difficoltà Clinton sulla questione dei trattati di commercio. Ha ricordato che, da segretario di Stato, la candidata democratica ha appoggiato la Trans-Pacific Partnership, che ora invece rigetta. L’accusa è servita a ribadire uno dei cavalli di battaglia di questa campagna elettorale del repubblicano: la perdita di milioni di posti di lavoro, portati all’estero dalle imprese americane, e la necessità di misure che contrastino i trattati di commercio internazionali. Clinton ha risposto attaccando la “trickle-down economics” di Trump, contagli alle tasse che favorirebbero soltanto i più ricchi. Ha proposto tagli alle tasse per la classe media, investimenti nelle infrastrutture, un aumento dei minimi salariali federali e il rispetto dell’eguaglianza salariale per le donne.

Nell’insieme, Clinton è apparsa più a suo agio quando si sono affrontati i temi internazionali. Ha fatto notare che Trump “non conosce gli elementi base del nostro ritiro dall’Iraq” e ha rivendicato l’accordo sul nucleare iraniano: “Quando sono diventata segretario di Stato, l’Iran era a un passo dall’avere la bomba atomica. Oggi, abbiamo un accesso importante alla produzione del nucleare iraniano”. La candidata democratica ha anche attaccato l’avversario per aver chiesto al governo russo di “hackerare il server del partito democratico”, per aver definito i cambiamenti climatici come “un’invenzione cinese” e per non avere una vera strategia diplomatica riguardo alle armi nucleari ma soltanto “una serie di sparate e misure incoerenti che potrebbero risultare pericolose per chi ha il dito sul bottone nucleare”. Alla rivendicazione di essere la candidata “con più esperienza”, Trump le ha risposto: “Ma con una cattiva esperienza”.

Tutta l’ultima mezz’ora del confronto, quella che resterà più nella mente dei telespettatori, è stata però nettamente a vantaggio di Clinton (secondo un sondaggio della Cnn, per il 62% degli intervistati ha vinto lei). Di fronte a una lunga ed energica rivendicazione di Trump – “ho tutto il temperamento che ci vuole per essere il commander-in-chief” – Clinton si è limitata a sorridere e scuotere le spalle. Di fronte a Trump che l’accusava di non avere “l’energia” per essere presidente – un riferimento nemmeno troppo velato ai problemi di salute delle scorse settimane, Clinton ha risposto ricordando “i 122 viaggi da segretario di Stato e le 11 ore consecutive passate a testimoniare davanti a una commissione del Congresso”. La candidata democratica è apparsa convincente anche quando ha ricordato le passate affermazioni sessiste di Trump, i suoi epiteti di “maiala” alle donne, il rifiuto di assumere donne incinte. In generale, la performance di Clinton è apparsa più “sulle cose”. Il suo limite resta ancora una volta quello di una visione d’insieme, più alta, unitaria, che Obama era stato capace di dare soprattutto nel 2008; sui temi specifici, comunque, ha fatto valere preparazione ed esperienza.

Trump invece, su consiglio del suo team, ha cercato di evitare in ogni modo aggressioni, insulti, eccessi che hanno segnato altre apparizioni pubbliche. La cosa non lo ha reso però più “presidenziale”; ha reso, al contrario, meno grintosa la sua performance. In certi momenti, soprattutto nella fase finale del confronto, il fiume di parole è parso poco chiaro, in certi momenti persino sconnesso. Un fastidioso e continuo “tirar su col naso” ha poi funestato diversi momenti della sua apparizione. Un segnale di “debolezza fisica” su cui in molti si sono scatenati sui social, e che è parso una sorta di contrappasso alle accuse e ai dubbi alimentati sulla salute di Hillary Clinton.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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Bè un ruolo da comprimario se lo è ritagliato Trump, personalmente mi sarei aspettato qualcosa di più dallo sfidante ma forse l'idea è quella che, non potendola sfidare apertamente, abbia deciso di fare la vittima o ... un novello David contro la versione femminile di Golia!

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Commenti al Post:
aldogiorno
aldogiorno il 27/09/16 alle 21:54 via WEB
CIAO NINO, COMPLIMENTI PER IL POST. UNA LIETA SERATA ED UN CARO SALUTO ALDO.
 
 
ninograg1
ninograg1 il 28/09/16 alle 22:27 via WEB
aldogiorno il 27/09/16 alle 21:54 via WEB ciao aldo
 
LunaRossa550
LunaRossa550 il 27/09/16 alle 23:54 via WEB
Fra i due, son proprio contenta di non doverli votare (anche se so che le loro scelte le subiranno anche oltre confini.
 
 
ninograg1
ninograg1 il 28/09/16 alle 22:28 via WEB
unaRossa550 il 27/09/16 alle 23:54 via WEB qui non siamo messi meglio... nè ora nè in passato te ne rendi conto se ci rifletti un attimo!
 
jigendaisuke
jigendaisuke il 28/09/16 alle 12:32 via WEB
Povera Hillary, è così dolce e cara! E non ha nemmeno i buoni amici di Trump, come Putin..
 
 
ninograg1
ninograg1 il 28/09/16 alle 22:30 via WEB
jigendaisuke il 28/09/16 alle 12:32 via WEB già ma almeno si sa di Trump... cosa sai di Hillary? Sai ad esempio chi le finanzia la campagna elettorale? Chi la consiglia? Quali stati hanno finanziato le sue performace? Non sai nulla.. e non ti chiedi perchè? Beato te..
 
elyrav
elyrav il 28/09/16 alle 13:01 via WEB
Non ho seguito le elezioni ma ti dirò che anche loro mi sembrano un pò come i nostri "rappresentanti".
 
 
ninograg1
ninograg1 il 28/09/16 alle 22:30 via WEB
elyrav il 28/09/16 alle 13:01 via WEB Ely NON è un caso che siamo "il paese più americano" del vecchio mondo: nel bene e nel male..
 
woodenship
woodenship il 28/09/16 alle 20:17 via WEB
Della serie che:quando tiri sulla terraferma il populista volante,scopri tutta la sua pochezza politica ed umana.Il vero problema è costituito dal fatto che,anche dall'altra parte,ci sta pochezza in tutti i sensi.E, il risultato della competizione, sarà comunque quello che ci lascerà parecchio doloranti.........Un caro saluto .......W.......
 
 
ninograg1
ninograg1 il 28/09/16 alle 22:33 via WEB
woodenship il 28/09/16 alle 20:17 via WEB Sai cosa penso W? Che alla resa dei conti fra i due preferisco il populista.. e sai perchè? perchè è un emerito cog******e e quindi al massimo non potrà fare più danni di Bush.. l'altra invece è aggressiva perchè ha firmato molte cambiali e quindi quando il suo padrone batte cassa... bè lo sai anche te no?
 
maresogno67
maresogno67 il 28/09/16 alle 22:21 via WEB
ci manca il puparo con il filo
 
 
ninograg1
ninograg1 il 28/09/16 alle 22:33 via WEB
infatti.. non ce n'è uno... ma molti
 
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