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Messaggi di Gennaio 2016

Elezioni Usa, il vento anti-establishment ormai è diventato una bufera

Post n°3649 pubblicato il 31 Gennaio 2016 da ninograg1
 

di | 31 gennaio 2016dal Fatto Quotidiano

Ronald Reagan era solito ripetere che non c’è nulla come lo ‘show business’, l’industria del cinema e dell’intrattenimento. Reagan, cresciuto alla scuola dei western di John Ford, dei musical di Fred Astaire e Ginger Roger e della Hollywood del dopoguerra, nella campagna presidenziale recitava la parte dell’eroe, il paladino dei valori della grande America. Il nemico era il governo, l’establishment che aveva impoverito l’America e creato la recessione.

In politica estera, invece, il nemico era l’impero del male sovietico e il regime komeinista, che minacciava la felicità dei popoli liberi. Una retorica che all’indomani della rivoluzione iraniana e nel contesto della crisi degli ostaggi americani a Teheran ha funzionato benissimo. Tra le righe si leggeva infatti la profonda critica nei confronti di Jimmy Carter, un presidente democratico che aveva trascinato l’America nella crisi iraniana perché liberale, incapace di prendere decisioni importanti.

La battaglia ideologica, dunque, in quelle storiche elezioni americane si è combattuta anche su temi di politica estera mentre in politica interna Reagan introduceva l’economia neo liberista quale nuovo pilastro della società.

Oggi Donald Trump, miliardario e personaggio popolarissimo del reality tv, conduce una campagna elettorale che ha diversi punti di contatto con quella di Reagan. In primis Trump, come Reagan, non è un uomo di contenuti ma di spettacolo, non conosce la retorica dei grandi leader politici, parla attraverso slogan che sembrano usciti dagli spot pubblicitari. Impossibile stabilire esattamente quale sarà la sua politica interna, quella estera, o come vorrà gestire la spesa fiscale e così via. Questi sono dettagli che non interessano a nessuno, e forse ha ragione.

E’ impossibile nel sistema americano, e anche in quello democratico occidentale, rendere i politici responsabili per non aver fatto ciò che è stato promesso in campagna elettorale. Allora tanto vale eleggere qualcuno di cui ci si può fidare, qualcuno che la pensa come la maggior parte dei votanti, che parla come loro.

Trump come Reagan ha spiazzato il partito repubblicano con uno stile da spettacolo. Quello di Trump è il reality show. Se Reagan era l’eroe sul cavallo bianco che salvava la carovana presa d’assedio dagli indiani, Trump è Jerry Springer che scava nel marcio della società per fare pulizia. L’America tornerà grande, sostiene Trump, perché’ la ripuliremo della spazzatura degli immigrati. Una ‘derattizzazione’ che il candidato repubblicano farà pagare agli stessi topi. Tra gli slogan più popolari c’è infatti quello che dice che il muro lungo il confine con il Messico lo pagheranno i messicani.

In politica estera la retorica è identica a quella di Reagan, il presidente democratico è responsabile per il disastro medio-orientale, non è stato capace di difendere gli interessi americani ed adesso il terrorismo del fondamentalismo islamico è arrivato a casa nostra. La soluzione è però estrema: blocchiamo tutti i visti ai mussulmani, poi si vedrà cosa fare ma per prevenzione non facciamoli entrare in casa nostra. Questo in sintesi il messaggio di Trump.

A differenza di Reagan, Trump non ha bisogno di sponsor, e questo è il punto di maggior forza in una campagna decisamente anti-establishment. Ciò significa che Trump può dire ciò che vuole e minacciare di distruggere i vecchi sistemi di potere clientelare non solo di Washington ma anche di Wall Street. Ed è per questo che l’establishment trema.

La prossima settimana si vota nell’Iowa, un test fondamentale per prevedere chi vincerà la corsa alla Casa Bianca. Il semplice fatto che Trump sia arrivato fin qui ci deve far capire che il vecchio stile di far politica non funziona più, il sistema è marcio e chiunque ha i soldi per condurre una campagna su questo tema fa presa. Che poi il messaggio venga trasmesso attraverso slogan ‘non politically correct’ da un candidato apertamente narcisista con un pessimo taglio di capelli non importa. In fondo Obama fu votato nella convinzione che avrebbe smantellato il sistema per crearne uno nuovo, meno corrotto, più funzionale agli interessi della popolazione, una speranza andata in fumo già nel primo turno presidenziale.

Che Trump vinca questa campagna elettorale è irrilevante, il vento anti establishment ormai è diventato una bufera in America e prima o poi avrà la meglio, speriamo che ciò avvenga con un candidato di peso invece che con una star del reality.

di | 31 gennaio 2016

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pensavo di fare un post sul c.d. family day ma poi pensandoci sopra mi son chiesto: ma perchè mai dovrei parlare di una cosa "locale (nonché anacronisticamente fuori dal tempo)" anziché mettere l'accento sull'origine del fenomeno, gli USA e il loro crescente conservatorismo populista e, come dire, neo-confessionale ossia perchè non parlare, in questo caso lasciar parlare, del centro dell'impero coloniale, la nuova Roma e in particolare della sua decadenza impersonificata dal Caligola del XXI secolo?

 
 
 

E anche gli invalidi veri son serviti....

Post n°3648 pubblicato il 30 Gennaio 2016 da ninograg1
 

di  | 28 gennaio 2016 dal Fatto Quotidiano

Inps, un esercito di precari per controllare invalidità civile e salute dei dipendenti. ‘Pagati 7 euro all’ora, siamo ricattabili’‘Pagati 7 euro all’ora, siamo ricattabili’ Le loro decisioni ricadono sulla pelle di milioni di italiani. Hanno anche importanti riflessi sulle casse pubbliche. Ma l’Inps, come nulla fosse, le affida alle figure più precarie della sanità. Poco se ne parla, ma da tempo le attività di accertamento legate all’invalidità civile e dello stato di salute dei lavoratori sono svolte da un piccolo esercito di medici a partita iva. Sono circa 900 e vengono rinnovati di anno in anno, se non con proroghe di qualche mese. Non hanno ferie, malattia, mensa o buoni pasto. E tuttavia hanno orari definiti e postazioni di lavoro fisse, come fossero dipendenti a tutti gli effetti. Sono tutti specialisti e vincitori di una selezione pubblica, ma il loro compenso è di 25,84 euro l’ora per 25 ore a settimana, cui vanno tolti il 20% di ritenuta e il 12% di cassa mutua, restano circa 17 euro nette. Tra loro c’è anche chi prende meno della metà: sono i medici che nelle commissioni rappresentano le associazioni degli invalidi. L’Inps li paga 50 euro lordi per partecipare ad un’intera seduta di commissione che dura cinque ore, dalle 8,30 alle 13,30. Dieci euro lordi l’ora che diventano sette al netto delle detrazioni, meno di quanto prende una colf. Un modo efficace per disincentivare la presenza di medici a tutela dei malati, in un periodo dove non si rinuncia a tagliare nemmeno il sostegno agli invalidi.

In queste condizioni il piccolo esercito svolge compiti delicatissimi: accertano, negano o controllano i requisiti di 4,5 milioni di italiani che tra pensioni e assegni d’invalidità assorbono 30 milioni di euro l’anno di risorse pubbliche. Sono ancora loro ad occuparsi del controllo ambulatoriale dei lavoratori dipendenti assenti dal domicilio durante la malattia: se l’assenza risulta ingiustificata, devono comunicarlo all’ente che comminerà sanzioni. Attività istituzionali legate a servizi che devono essere sempre garantiti ma che l’ente rimette a lavoratori precari che oggi possono esserci e domani no, senza alcuna garanzia. Ci sono sedi INPS dove i medici strutturati sono solo due e quelli a partita IVA sono una decina: senza di loro, quindi, non si potrebbe nemmeno fare una commissione per le visite di invalidità  per la quale sono necessari almeno 3 medici. Esempi? Nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Imola si contano solo due medici assunti contro un numero più che doppio di esterni convenzionati. Casi limite: a Bologna i precari sono il doppio degli assunti (12-6), a Modena addirittura il quadruplo (11-3). A Forlì un solo medico assunto, sei a partita Iva. “In effetti non riusciamo a rispettare il termine di legge di conclusione dell’iter delle domande entro 120 giorni dalla loro presentazione”, spiega il direttore regionale Inps Giuliano Quattrone, precisando però che è soprattutto colpa delle commissioni Asl che hanno tempi di convocazione a visita troppo lunghi. I numeri però sono quelli, nella regione citata a modello per i servizi alla persona. Figurarsi nelle altre.

L’ulteriore conseguenza è nella autonomia della professione. “Siamo totalmente ricattabili, non sappiamo cosa succederà quando scade il contratto”, racconta un medico precario sotto vincolo di anonimato. “Se lavoreremo ancora e in quale sede. Per questo molti di noi sono totalmente sensibili alle pressioni dei vertici dell’istituto”. E che cosa significa? “Che se dei primari ci fanno capire, il tutto ovviamente per via informale e senza nulla di scritto, che è bene “ridurre” la spesa, essere più severi, e quindi tagliare, non sono pochi i colleghi che si adeguano. Se ci dicono di guardare con attenzione solo le posizioni dei cittadini ai quali l’ASL ha concesso benefici economici e di passare rapidi sulle altre non tutti rifiutano tale prassi. In pratica la tendenza è quella di riconvocare a visita soprattutto coloro ai quali è stato riconosciuto un beneficio economico per verificare se tale sostegno è proprio dovuto o non sia invece possibile tagliarlo. Mentre raramente accade che sia richiamato a visita dall’INPS un cittadino al quale l’ASL ha negato l’assegno d’invalidità o la pensione di inabilità: il medico INPS posto sotto pressione è spinto a rinunciare alla sua etica professionale e a confermare la decisione dell’ASL anche quando questa appare in contrasto con le evidenze scientifiche e lesiva dei diritti della persona invalida”. Casi limite, si spera. “Non troppo: visto il trattamento per molti questo lavoro è un ripiego e può anche capitare che venga svolto con poca attenzione e approssimazione”.

Di sicuro a pagare un prezzo alla precarietà dei medici è sempre il cittadino, l’utenza comune, anche in termini di semplice disservizio. La politica dei medici sotto rinnovo fa sì che – tra un contratto e l’altro – tutta l’invalidità civile si blocchi. Non è uno scherzo. L’ultima volta è successo a gennaio. Da tre anni l’Inps sapeva che i contratti, frutto di diversi avvisi e proroghe, sarebbero scaduti il 31 dicembre. Solo il 16 novembre compare sul sito dell’ente l’avvisoper un concorso che si è svolto ma la graduatoria ancora non c’è. Così il 30 dicembre, giusto un giorno prima della scadenza dei contratti, arriva la proroga al 30 aprile. Tutto questo i medici lo scoprono giorno per giorno perché nessuna mail dall’Inps li avverte, solo in qualche regione le sedi regionali INPS mandano (in qualche caso il 31 dicembre) una breve mail per dire che c’è la proroga. La comunicazione ufficiale in altri casi arriva anche dopo. Risultato: per le prime settimane di gennaio non sono state fissate visite perché nessuna sede INPS sapeva quale sarebbe stata la propria situazione. E ancora oggi chi ha partecipato alla nuova selezione ancora non sa se sarà prorogato (con il vecchio contratto) oppure no, oppure se rientrerà nel nuovo. In sostanza se domani avrà ancora un lavoro.


di  | 28 gennaio 2016

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lo posto come atto di denuncia verso una situaizone divenuta insostenibile: e basta buttare in mezzo a una strada gli invalidi: trovo meno ipocrita dire "abbiamo deciso che gli invalidi non sono più un nostro problema e arrangiatevi!!!"

 
 
 

Evasione, Eurispes: ‘Fenomeno di massa. Sommerso è 540 miliardi, un terzo del Pil’

Post n°3647 pubblicato il 28 Gennaio 2016 da ninograg1
 

di F.Q. | 28 gennaio 2016    

Al Pil ufficiale di circa 1.500 miliardi di euro, si affianca un Pil sommerso equivalente a circa un terzo, ovvero ad almeno 540 miliardi. E’ la stima contenuta nel rapporto 2016 dell’Eurispes, che alle due cifre aggiunge anche oltre 200 miliardi di economia criminale. Ai circa 540 miliardi di sommerso corrisponderebbero, considerando una tassazione del 50%, 270 miliardi di evasione. Il dato sul sommerso è molto più alto di tutti gli studi recenti: sia l’Istat sia altri istituti di ricerca (come l’associazione Bruno Trentin) valutava l’economia “sconosciuta” sui 250 miliardi circa, quindi “riducendola” a circa il 17-18 per cento.

“Siamo tutti evasori? Probabilmente sì” scrive l’Eurispes. L’istituto di ricerca parla di sommerso ed evasione fiscale come veri e propri fenomeni di massa, in cui trova terreno fertile il lavoro nero. Secondo gli italiani, rileva il rapporto, le categorie che più spesso lavorano senza contratto sono le baby sitter (indicate nell’80% dei casi), gli insegnanti di ripetizione (78,7%) e i collaboratori domestici (72,5%). Seguono badanti, giardinieri, muratori, idraulici, elettricisti, falegnami e, con una percentuale del 50%, i medici specialisti. Nel corso del 2015, secondo l’Eurispes, ha accettato un lavoro senza contratto il 28,1% degli intervistati, contro il 18,6% dell’anno precedente. 

Importanti segnali di miglioramento nell’ultimo anno per la situazione economica delle famiglie. Secondo Eurispes, nel 2016 raddoppia la percentuale di quanti ritengono la situazione economica dell’Italia sia rimasta stabile nell’ultimo anno (dal 14,6% al 30,3%) e si dimezza quella di chi pensa ci sia stato un netto peggioramento (dal 58,4% al 23,3%). In aumento gli ottimisti: dall’1,5% del 2015 al 16,2% del 2016. Il 14,7% (+10,1% rispetto al 2015), è convinto che la situazione per il paese andrà migliorando nel 2016, mentre chi prevede un peggioramento scende dal 55,7% del 2015 al 27,3% del 2016. La gestione della quotidianità diventa meno critica: il 27,3% non riesce con le proprie entrate ad arrivare alla fine del mese (-19,9% rispetto al 2015). Il 44,5% (-18,3% rispetto al 2015) riferisce che la propria famiglia è costretta a utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese.

di | 28 gennaio 2016

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questa non me la potevo perdere: soprattutto quando ho letto che il governo ha, quest'anno, tagliato le unghie, peraltro già molto corte, all'Agenzia delle Entrate.....

EVADETE, GENTE, EVADETE!!!!!

 

 
 
 

Il pizzo .. ai migranti

Post n°3646 pubblicato il 27 Gennaio 2016 da ninograg1
 

Bé non sapevano che altro inventarsi per tenerli fuori dalle scatole: il pizzo. Già, una cosa proprio umiliante, soprattutto per chi dovrà riscuotere, magari con la forza.... arrivano profughi, veri o presunti è un altra storia (connessa ma pur sempre un altra storia), e cosa mi posso inventare per indurli a restare fuori dai miei.. confini, visto che tutto il resto, fili spinati e soldi alla Turchia compresi, non hanno funzionato? Il pizzo: con genio "italico" si sono inventati l'unica cosa che davvero può fermarli.....i soldi. Vuoi restare? Paga. Altrimenti prego accomodarsi altrove: possibilmente nei paesi vicino a voi come Italia, e Grecia per esempio trasformandoli i enormi campi profughi con tutti i problemi di convivenza che ciò potrà significare per questi ultimi; ma tanto chi se ne frega perchè son problemi loro mica miei... un pò di soldi (o un pò di flessibilità sul debito interno) e un quieto richiamo a "fare i compiti (per la Grecia)" basta e avanza per tenerli buoni. Con i governanti che si ritrovano non c'è problema...

Ma che tristezza quest'Europa, vero? Una UE che ricorre a questi mezzucci, che nemmeno nel famosissimo "Avaro" di Moliére si poteva immaginare, non merita vita lunga e felice e nemmeno il disprezzo: è un Europa senz'anima come senz'anima è l'ideologia di cui è pervasa ossia il mercato. E un siffatto background non può che creare mostri: frustrazione e povertà per gli europei; ondate migratorie dei perdenti della globalizzazione e misure di cortissimo respiro a ristoro della tranquillità e quiete pubblica come il pizzo che i paesi del nord europa stanno approvando con il concorso di tutti.  Sia chiaro: che "il buonismo sia finito" e con esso l'ipocrisia della retorica dell'accoglienza CHE NASCONDE L'ECONOMIA DI SFRUTTAMENTO DEGLI IMMIGRATI, non mi dispiace perchè il velo verrà lacerato e la gente dovrà aprire gli occhi su chi ha convenienza a che arrivino a frotte.... ma da qui alle scene bibliche viste finora e allo strappare di mano i soldi per "rimanere" ce ne corre e ci vuole un bel pelo sullo stomaco; ma si sa che dopo aver visto cos'hanno imposto ai greci i cari "fratelli" europei non ci possiamo meravigliare più di nulla...

 
 
 

L'Iran? E dov'è il problema..

Post n°3645 pubblicato il 26 Gennaio 2016 da ninograg1
 

Non abbiamo potuto far finta di nulla: l'Iran è stato sdoganato a tutto tondo; talmente sdoganato che qui da noi, ci dobbiamo sempre distinguere nel nostro provincialismo, abbiamo anche coperto le pudenda .. delle statue. Al di là dell'ipocrisia della cosa la notizia è: come mai sono riapparse le cosiddette ong per la difesa dei diritti umani proprio ora? Polemiche a non finire, discussioni, sui social e non, e quant'altro sono diventate dei focus di questi giorni ma... perchè c'è un ma: che sia la Cina o l'iran o la corea del nord anime belle che hanno di ridire non mancano mai anzi se possibile alzano la voce più che possono.

Vorrei ricordare a queste anime belle che qui in occidente non siamo PER NULLA MIGLIORI, qualche dato, ma proprio qualche dato:

  1. l'operazione della Baia dei porci? Chi la mise su?
  2. Il colpo di Stato in Cile? E la santificazione di Pinchet ad opera della Thatcher?
  3. I milioni di amerindi ammazzati in vario modo dal 1492 a oggi?
  4. Le cover operation che hanno visto l'Italia come la terra di scontro fra potenze straniere nella seconda metà del secolo scorso che diedero vita, fra l'altro, alla stagione "bombarola" che ancora ricordiamo (con annesse P2 e servizi deviati)?
  5. Il colpo di Stato in Iran fatto dallo Scia con il placet occidentale?
  6. l'incidente del Golfo del Tonchino che diede il via all'intervento diretto americano in Vietnam (incidente mai avvenuto)?
  7. I combattenti per la libertà afghani, poi diventati terroristi talebani, poi diventati talebani moderati poi ridiventati terroristi perchè sospettati di "ospitare (cosa non vera perchè come sappiamo ora era in Pakistan)" Osama?
  8. Ustica e i caccia francesi, e forse anche di altre nazioni con l'omertà italiana, e il tentativo di assassinio di Gheddafi?
  9. L'ascesa al potere di Saddam con il placet attivo della Cia e il successivo appoggio alla guerra contro gli iraniani con l'appoggio dell'intero mondo occidentale?
  10. L'intervento in Libia e in Iraq con l'uccisione dei rispettivi dittatori, messi lì dagli occidentali, sotto il vessillo della libertà?

e potrei continuare.... ma di queste cose ce ne dimentichiamo, vero? Ricordiamo anche che l'Arabia Saudita è il paese natale di Osama e dei wahabiti (veri padri del terrore che gira ora per il mondo) ma con cui non solo i bush ma tanti altri fanno ancora oggi affari? Come li definiamo questi paesi? Paesi Arabi moderati: ma moderati rispetto a chi e a cosa se in Arabia le condanne a morte sono giornaliere e le donne ... bé anche questo ce lo dimentichiamo... e allora perchè scandalizzarsi dello sdoganamento iraniano? Forse perchè uno dei tre assi del male si è scoperto che non è diverso dagli altri: e nemmeno da noi visti glia accadimenti, per esempio, americani dove ormai sono giornaliere le sparatorie o quanto accade quotidianamente in Europa in una qualunque città del vecchio mondo: dov'è la ragione dello scandalo?

Se siamo coerenti con le idee di cui ci facciamo scudo allora tutto quanto sopra dovrebbe farci trarre delle conseguenze pratiche: non siamo diversi né migliori, anzi spesso abbiamo messo le mani in pasta in casa altrui senza preoccuparci molto proprio di quei diritti umani che tanto ci stanno a cuore........ ogni giorno, per esempio, che usiamo un cellulare o uno smartphone c'è uno schiavo bambino in qualche parte del mondo scava o lavora incatenato o chissà cos'altro: ripeto dov'è la diffeernza fra "noi" e "loro"?

A chi ne fa anche una questione di ... fede vorrei ricordare che duemila anni fa qualcuno disse: "chi è senza peccato scagli la prima pietra".. e sappiamo che fine ha fatto anche lui, no?

 
 
 

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