Creato da ninograg1 il 16/01/2006

XXI secolo?

Vivere e sopravvivere nel nuovo medioevo italiano

Get the Radio DgVoice verticall no autoplay widget and many other great free widgets at Widgetbox! Not seeing a widget? (More info)
 

STO LEGGENDO E RACCOMANDO

 

 

siti

 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: ninograg1
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 64
Prov: MS
 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 197
 
 

SHINY STATS; TROLLS

DIRECTORY

 

TCPA;OIPA

 
Leggi a questo link

 

      aumenta page rank

 

MOTORI

 immagine Best blogs ranking

 

 

XML, PULIZIA

 Basta! Parlamento pulito  Feed XML offerto da BlogItalia.it  immagine immagine Iscriviti I heart FeedBurner 

 

LIST

  Blogarama - The Blog Directory Powered by FeedBurnerIscriviti a RSS aggiornamenti dal titolo: Powered by FeedBurnerSono membro della AM Blog directory

 

GREENPEACE & ARCOIRIS

immagine immagine BlogGoverno    Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare. Federico Fellini  

 

 

MATRIX 1

un mondo senza regole e senza confini 

Il Fatto Quotidiano

http://www.ilfattoquotidiano.it/

Scudo della Rete

BlogNews

 

NESSUNO TOCCHI CAINO; PACS

immagine   immagine

 

VARIA GRAFICA

immagineDirectory dei blog italiani

 

BLOGITALIA

          BlogItalia.it - La directory italiana dei blog

 

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Messaggi di Febbraio 2017

Usa, strana guerra Trump-intelligence (Furio Colombo)

Post n°3936 pubblicato il 20 Febbraio 2017 da ninograg1
 

Ancora prima di avere prestato giuramento sulla Costituzione degli Stati Uniti, Donald Trump aveva cominciato a scegliere, in modo pubblico e spettacolare, i personaggi che avrebbero fatto parte del suo governo. Tra le prime scelte (mossa ragionevole data l’importanza del ruolo) c’è stata quella del generale Flynn. Come in tutte le mosse di Trump, anche in questa decisione non è il confronto con altri possibili candidati a guidare la scelta, ma l’impegno a dimostrare di essere l’opposto di Obama, che aveva dismesso prontamente Flynn da quello stesso ruolo quando si era accorto della stravaganza di comportamenti del generale, che ha sempre avuto il figlio come aiutante di campo o assistente, e della non coincidenza di idee sulla pace, la guerra e la situazione nel mondo.

Il periodo di servizio di Flynn con Obama presidente è stato brevissimo. Ancora più breve con Trump presidente, perché Flynn ha scelto di stabilire subito e da solo un rapporto con militari e diplomatici russi al di fuori dell’intero sistema istituzionale americano. Così denunciano i Servizi segreti, e non è dato di sapere se Trump, da solo, fosse stato informato.

Ha reagito con furore. Ma non gli è restata altra soluzione che ritirargli il suo delicatissimo incarico, appena 36 giorni dopo la nomina, che certo era stata suggerita da chi sapeva più di lui sulla sicurezza nazionale vista da destra. In verità la disavventura dei Flynn con Trump (ovvero di Trump con i Flynn) è doppia, se si pensa che quasi subito dopo la nomina di Flynn padre, regolarmente presentatosi col figlio, che era stato anche un importante collaboratore del neo presidente durante la campagna elettorale, era scoppiato il caso della pizzeria “Ping Pong” di Washington.

Secondo un “fatto alternativo” (definizione della consigliera di Trump, Julia Hahn, per coprire false narrazioni) quella pizzeria era il quartier generale della vita oscura di Hillary Clinton, il luogo di un mercato sessuale dei bambini gestito dalla Clinton in persona.

La storia, cervellotica e falsa, come tutto il materiale usato dal gruppo Trump contro la sua avversaria durante la campagna elettorale, ha avuto però un imprevisto salto nella realtà. Un giovane uomo bianco, armato di fucile automatico, si è presentato nella pizzeria (realmente esistente e dedicata ai più piccoli) e ha fatto fuoco contro l’immoralità di cui gli avevano raccontato in Rete. Ma la presenza casuale di poliziotti che lo hanno subito afferrato, gli ha fatto sbagliare la mira. Nessuna vittima, e piena confessione dello sparatore, giovane padre caduto nella rete e sicuro di dover fare giustizia, dopo quello che il team dei “fatti alternativi” di Trump gli aveva raccontato.

Flynn figlio (Arthur) che aveva appena preso servizio come assistente del padre Michael (capo della Sicurezza Nazionale) era l’autore e diffusore della storia Ping Pong. Dopo il brusco passaggio del falso evento dalla immaginazione calunniosa alla realtà, ha dovuto dimettersi. Dicono i media americani che non hanno smesso di “resistere”, che l’infortunio di Trump (perdere il pezzo più importante della sua squadra presidenziale insieme alla strana figura del figlio assistente, entrambi colpiti da accuse gravi e strane) rende la sua figura ancora più difficile da decifrare e da accettare, segnata da un furore violento nei confronti dei media e dei rifugiati (che vorrebbe senza parola, e per questo odia i media) e da una oscillante incapacità di decidere quando si tratta di personaggi chiave e di fatti importanti, che sembra conoscere poco e affrontare, di volta in volta, per delega.

Intorno a queste mosse o decisioni, che sembrano suggerite dal di fuori delle istituzioni, si intravedono (e a momenti sono molto chiari) atti di guerra delle istituzioni (le agenzie di Intelligence) contro il caos della presidenza Trump. Il caos è prodotto dai disorientanti e stravaganti tweet mattutini del presidente, che affermano, negano o denigrano senza alcun rapporto con una linea di governo, è alimentato da elementari dichiarazioni politiche pronunciate casualmente mostrando di non calcolarne la gravità e, prima ancora, il senso di ciò che dice in pubblico (le parole sul come fare la pace tra Israele e Palestina) e nasce dal raccogliere a caso, per divertimento o per rabbia, i pezzi del suo gioco per esibirli in pubblico, come se non ci fosse una continuità, o un progetto comune di governo. Manca del tutto un rapporto con il Congresso e con il Partito repubblicano.

Il punto critico del caos che Trump è riuscito a creare, è la strana guerra del presidente contro le agenzie di intelligence americane e delle agenzie di intelligence verso il presidente.

Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 19/02/2017.

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Sembrano, però, tutti dimenticare che è seduto su una montagna di armi detenuto da una nazione armata fino ai denti e pericolosa di per se...........

 
 
 

Il Gran ballo del Pd (attori e comparse)

Post n°3935 pubblicato il 19 Febbraio 2017 da ninograg1
 

di | 19 febbraio 2017  Il Fatto Quotidiano

La telenovela Pd mi sta esaltando come un concerto di Bianca Atzei in aramaico. I protagonisti sono molteplici e l’unica certezza è che, qualsiasi cosa accada, Renzi sarà ancora Campione del mondo, Farinetti al Quirinale e Vecchioni Pallone d’oro. Presentiamo ora gli attori di questa gran bella contesa.

Renzi. La più grande sciagura triplomentica mai abbattutasi nella già di per sé disastrata storia della sinistra italiana. Una pingue comparsa di un film minore di Panariello spacciata per Robert De Niro. Improponibile, impresentabile, inaccettabile. Mandatelo a sculacciare i billi della Valdichiana, via.

Boschi. Ha provato a distruggere la Costituzione, ha detto che i partigiani erano con lei e che il “sì” avrebbe aiutato a spezzare le reni all’Isis. Ad Arezzo ha imposto un diversamente carismatico come sindaco, che ha poi epicamente perso contro la destra. Se torna nella sua città la inseguono coi forconi (infatti non ci torna), quando va in tivù ha la dialettica di un fagiano morto e non ne indovina una da prima che nascesse. Eppure, da dietro le quinte, continua a dettare la linea. Sta ancora al governo, sebbene avesse promesso in caso di sconfitta referendaria di emigrare a Bengasi. Maria Elena, fatti e facci un regalo: ritirati dalla politica e guadagnati da vivere vendendo begonie sulla Statale Casentinese. Avresti un futuro.

D’Alema. Da mesi è in modalità “Arrivo, spacco tutto e poi mi levo dai coglioni”. Sale sul palco, mostra quanto ce l’ha lungo, grida “Renzi suca!” e se ne va. Se avesse avuto questa grinta anche sul finire dei Novanta, non saremmo finiti come siam finiti. In questa fase è incontenibile. Poster in camera e cortei imperituri. Daje Max.

Orfini. Va be’, dai. Di Orfini che vuoi dire. Basta guardarlo.

Il resto al link di | 19 febbraio 2017 Il Fatto Quotidiano

 
 
 

Debito e crescita, l’Italia torna il malato d’Europa (Carlo Di Foggia)

Post n°3934 pubblicato il 16 Febbraio 2017 da ninograg1

La trattativa, se mai è iniziata, si è chiusa: l’Italia si adeguerà per intero alla correzione sui conti pubblici da 3,4 miliardi chiesta dalla Commissione europea. A Pier Carlo Padoan resta solo il compito di mediare con Matteo Renzi su dove reperire i soldi (il segretario Pd – lo ha ribadito ieri – non vuole “aumenti di tasse”). Di certo non potrà contare su una robusta crescita economica per allegerirne l’entità. Ieri Bruxelles ha diffuso le sue “Winter forecast”, le previsioni d’inverno sull’economia dei Paesi dell’Unione. “Prendiamo nota positivamente dell’impegno preso di attuare la correzione entro aprile”, si legge nel focus su Roma.

“Non c’è nessun ultimatum, ma un dialogo costante”, ha precisato il Commissario all’Economia Pierre Moscovici dopo aver ricordato che “i lavori del rapporto sull’evoluzione del debito pubblico italiano sono in corso”.

Parliamo del documento con cui, il 22 febbraio la Commissione spiegherà che l’Italia continua a violare la regola sulla riduzione del debito, ed è pronta ad aprire una procedura d’infrazione (il clima è sfavorevole a Roma). Probabile, però, che la decisione venga rinviata in attesa di vedere le misure che Padoan consegnerà a Bruxelles, ma anche se si andrà alle elezioni a giugno. Eventualità che spaventa più di ogni altra cosa: “Sull’Italia pesa la fase di incertezza politica”, avverte il focus.

Non è l’unica notizia uscita dalle winter forecast . L’altra è appunto che il governo non potrà contare sulla crescita per alleggerire gli aggiustamenti come da giorni ipotizza la stampa italiana. Secondo l’Ue, infatti, quest’anno l’Italia farà registrare la più bassa crescita del Pil tra tutti i 28 Paesi dell’Unione (Grecia compresa), in un panorama dove – per la prima volta dal 2008 – sono visti tutti in crescita nell’orizzonte 2016-2018.

Per Bruxelles, nel 2016 il Pil dell’Italia segnerà un +0,9%; stesso livello nel 2017, per poi salire a +1,1% nel 2018. Il governo stimava invece una crescita dell’1% nel 2017 e dell’1,2 nel 2018. Le stime divergono soprattutto sul debito pubblico, che nei documenti redatti da Padoan era atteso calare già quest’anno. Per l’Ue, invece, salirà dal 132,8% del Pil del 2016 al 133,3% del 2017, per poi solo stabilizzarsi nel 2018. Anche sul deficit le previsioni divergono, mentre la disoccupazione scenderà solo dello 0,2%, all’11,4%, nel 2018 . Si tratta certo di numeri da prendere con le molle. Per Atene, ad esempio – Paese in piena crisi umanitaria – l’Ue stima un Pil a +2,7% nel 2017 e +3,1% nel 2018, quando dovrebbe raggiungere un “avanzo” di bilancio perfino superiore a quello impostogli dalla Troika e definito “irrealizzabile” dal Fondo monetario internazionale. Il guaio è che anche per l’Italia finora le previsioni hanno peccato di ottimismo. La realtà si è sempre rivelata peggiore.

L’effetto sui conti pubblici è evidente dai numeri infilati nei documenti di bilancio: Renzi ha contrattato con Bruxelles una stretta fiscale da 18 miliardi nel 2018 e di 20 e dispari nel 2019 per arrivare al pareggio di bilancio. In conto ci sono aumenti dell’Iva per 40 miliardi nel biennio. “Bisogna partire subito individuando i tagli di spesa da fare nel 2018”, avvertiva domenica il viceministro all’Economia Enrico Morando. Dove trovare i soldi? Nella relazione annuale 2016, diffusa ieri, la Corte dei conti spiega che “sul lato del contenimento della spesa i margini sempre più stretti, derivanti anche dai risultati importanti già conseguiti negli ultimi anni, hanno indotto, da tempo, la Corte a suggerire un ripensamento delle condizioni e dei confini dell’intervento pubblico, nonché delle modalità di fruizione dei servizi”. Non si può più tagliare sulla spesa senza cancellare servizi e prestazioni del pubblico. Tanto più che “nel 2011-15 si è registrata una riduzione della spesa corrente primaria reale nonostante un calo del Pil reale di quasi 10 punti”.

Mentre Bruxelles diffondeva le sue stime, il presidente della Corte Arturo Martucci di Scarfizzi spiegava all’inaugurazione dell’anno giudiziario che “la ripesa dell’attività produttiva è ancora fragile, soprattutto in relazione ai vincoli di finanza pubblica che derivano all’Italia dall’appartenenza all’Ue e alla moneta unica”.

Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 14/02/2017.

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

e se si pensa a tutte le regalie fatte a destra e a manca per qualche voto in più...

 
 
 

Trattato Ue-Canada: dopo l’abbraccio con Trump, Trudeau cerca alleati (e voti) in Europa

Post n°3933 pubblicato il 15 Febbraio 2017 da ninograg1
 

di | 14 febbraio 2017  il Fatto Quotidiano

di Monica Di Sisto*

Caldo dell’abbraccio con il presidente Usa Donald Trump, Justin Trudeau va a Strasburgo dove spera di convincere di persona quanti più europarlamentari possibili che l’accordo di liberalizzazione commerciale tra Europa e Canada, il Ceta, che sarà domani al voto, sia cosa buona e giusta. Il Giovane Trudeau, tuttavia, ieri ha strappato per il suo Paese migliori condizioni del Messico in quel processo di revisione della ventennale area di libero scambio Nafta annunciata da Trump, che potrebbe confinare lavoratori e merci messicane non solo al di là del muro fisico, ma anche commerciale che gli stessi Usa e il Canada hanno issato con condizioni vantaggiose per i propri investitori, ma letali per lavoratori e ambiente.

Sul trattamento riservato al Messico Trudeau si guarda bene dall’esporsi; anche sulla questione Muslim ban e rifugiati, rispetto ai quali mesi fa si era fatto paladino di mamme e bambine in fuga, è stato sfumatissimo, ininfluente. Sembra una seconda puntata di quella attitudine della diplomazia commerciale canadese “falsa e cortese”, diremmo in Italia, che ha portato la sua ministra al Commercio, Chrystia Freeland a lasciare immediatamente Bruxelles ad arte quando la Vallonia ha chiesto alla burocrazia europea di fermare il dannosissimo Ceta: “Abbiamo deciso che era davvero importante non andarcene via da arrabbiato, perché volevamo che i Valloni fossero colpevolizzati”, ha detto testualmente la ministra al quotidiano Globe. “Sapete, noi siamo canadesi, per la gente siamo gentili, grandi, quindi il tono che abbiamo scelto era più di dispiacere che di rabbia. Questa modalità ha creato una crisi e ha trasformato questo in un loro problema. Nelle 24 ore successive, sapete quanti politici europei mi hanno chiamato per chiedermi di non andarmene?”.

Questo è il livello di affidabilità dei nostri partner commerciali che dovrebbero farci da argine a Trump. Un programma, quello di Trudeau, decisamente più vicino a Trump che a Obama considerato che appena il Tycoon è stato eletto si è congratulato pubblicamente per la scelta in virtù dei “comuni valori” dei loro governi, e lo ha di nuovo ringraziato per aver dato il via libera all’oleodotto Keystone XXL bloccato da Obama perché avrebbe accelerato la lavorazione di sabbie bituminone che lui considerava nemiche della sua “rivoluzione verde”.

A chi, ideologicamente, ancora sostiene che il Ceta sia uno strumento anti-Trump, questi argomenti dovrebbero bastare per capire che si sbaglia. Senza contare che 40mila imprese americane hanno sede in Canada e in virtù anche della riforma del Nafta potrebbero ottenere un ingresso a dazio zero nel nostro mercato anche se Trump, come ha annunciato, dovesse decidere di bloccare alla frontiere gioielli del made in Italy come i formaggi e addirittura la Vespa. Verrebbe, poi, garantito per la prima volta agli investitori canadesi di citare per danni i nostri Stati se le nostre leggi danneggiassero i loro interessi. E prima di farne di nuove, dovremmo consultarli e recepirne le indicazioni, o pagargli i danni, anche se con quelle leggi volessimo difendere l’ambiente o le persone.

Ci dicono, però, che con il Ceta gli europei risparmieranno 500 milioni di euro in tariffe doganali. Non è vero. Saranno soltanto le aziende che esportano in Canada ad avere questo vantaggio, che in verità è piuttosto risibile se rapportato al valore degli scambi tra Ue e Canada, che già oggi ammonta a più di 50 miliardi di euro. Il Ceta però sottrarrà agli Stati europei ben 331 milioni di euro di dazi riscossi fino ad oggi sulle merci in arrivo dal Canada. Questo a fronte di un aumento di Pil che – al lordo della Brexit di cui la Commissione non ha mai calcolato l’impatto sul trattato – per l’Europa, in dieci anni, vale tra lo 0,003% e lo 0,08% e per il Canada tra lo 0,3% e lo 0,76%. La Tuft University statunitense ha calcolato che il Ceta provocherà una perdita media di reddito da lavoro media di 615 euro tra tutti i lavoratori Ue, con punte minime di -316 euro fino a picchi di –1.331 euro in Francia, e la distruzione di 204mila posti di lavoro, dei quali circa 20mila in Germania e oltre 40mila sia in Francia sia in Italia.

Per questa e per migliaia di altre buine regioni, dobbiamo convincere i nostri europarlamentari a bocciare il Ceta domani a Strasburgo. In questa votazione la posta in gioco è la gran parte delle conquiste sociali raggiunte negli ultimi decenni. Per fermarlo stiamo scrivendo, telefonando, tartassando i nostri rappresentanti, insieme alle reti internazionali, facendo appello alle italiane e agli italiani che hanno a cuore l’interesse pubblico, i beni comuni, l’ambiente e la democrazia. In questa fase, più che mai, è necessario l’aiuto di tutti per fare pressione sugli europarlamentari favorevoli a questo accordo tossico.

Qui il link alla pagina dedicata alla mobilitazione, dove trovate tutte le istruzioni per attivarvi e contrastare il Ceta insieme.

*portavoce della Campagna Stop TTIP Italia

di | 14 febbraio 2017

 
 
 

Il Pianeta miniera (SILVIA BENCIVELLI)

Post n°3932 pubblicato il 14 Febbraio 2017 da ninograg1
 

“Ecco quanto pesa ciò che abbiamo preso alla Terra”Dal 1900 al 2010 estratti (o raccolti) 3 milioni di miliardi di chilogrammi Alessio Miatto, coautore dello studio, avverte: “Ma due terzi sono andati perduti”.
ROMA – Sono tonnellate di benessere, da mettere sulla bilancia per quantificare chi sta consumando più risorse, come le sta accumulando e a spese di chi: tonnellate vere, di cemento e acciaio, con cui costruiamo le nostre città e quello che ci sta dentro.
A condurre la prima operazione di pesa ecologica degli abitanti della Terra, nero su bianco sull’ultimo numero della rivista
Pnas, è stato un gruppo di ricercatori austriaci, australiani e giapponesi.

 

Il loro risultato mostra come il peso complessivo delle risorse prelevate dalla Terra tra il 1900 e il 2010 abbia raggiunto l’ammontare paperonesco di 2956 Petagrammi, vale a dire quasi 3 milioni di miliardi di chilogrammi. Di questa montagna di materie prime raccolte o estratte dal Pianeta (si va delle fibre vegetali all’acciaio) quelle in uso nel 2010 (sotto forma di abiti, strade, palazzi) erano solo il 27%: 792 Petagrammi (792 milioni di milioni di chilogrammi). Tutto il resto è andato distrutto, buttato al macero, abbattuto.
La ricerca mostra anche che, distinguendo Paese per Paese, la bilancia pende prepotentemente verso le nazioni ricche. Il trend è più o meno stabile con l’eccezione della Cina, che negli ultimi decenni ha cominciato a mettere su peso, cioè a costruire a gran ritmo, accumulando materiali che sono diventati città, strade, edifici, e nuovo benessere.
Tra i ricercatori di affiliazione giapponese c’è anche Alessio Miatto. Che, si intuisce dal cognome, in realtà è veneto e a Nagoya ci è andato dopo aver vinto una borsa di studio del governo con cui sta seguendo il dottorato in ingegneria ambientale. Laureato all’Università di Padova, il ricercatore 31enne in Giappone ha trovato il luogo ideale per un campo di studi del tutto nuovo. «La disciplina alla base di queste ricerche si chiama Material flow analysis – spiega – ed è nata negli anni Novanta per studiare i flussi di merci da e verso un Paese ». Oggi, con i flussi di merci si può fare di più: una valutazione ecologica. «L’idea cioè è di non guardare solo che cosa entra e che cosa esce, ma di studiare quello che resta, e che tecnicamente si chiama stock ».
Lo stock è come la Roba della novella di Giovanni Verga: è quello che si ha. E il suo peso è indice di ricchezza: «Alla fine ti interessa sapere quanto si accumula, nei magazzini ma anche sotto forma di edifici, strade, macchine», prosegue Miatto. Ma perché misurarlo in peso? «Perché se ne calcoli il valore economico può essere difficile fare paragoni: il valore del denaro cambia nel tempo, e in paesi diversi il costo della vita è diverso ».
La voracità occidentale era cosa nota, ma dallo studio emergono due novità. «La prima» spiega il giovane ricercatore italiano «è che se tutti volessero il nostro benessere dovremmo decuplicare l’estrazione di materiali, e questo non è sostenibile in termini di emissione di CO2». La seconda è che uno stock non è per sempre: «Gran parte degli stock di oggi in una trentina di anni sarà demolito, soprattutto in Usa e in Asia». E demolizione significa ancora CO2, e il materiale che perde di valore. «Un buon equilibrio sarebbe assestarsi tutti al livello nostro degli anni ‘70, trovando il modo di allungare la vita media degli edifici», chiosa Miatto.
Insomma andrebbe coinvolta la politica. «In effetti, il mio professore, Hiroki Tanikawa, va quasi ogni settimana a Tokyo al ministero a discuterne». E forse non sorprende che succeda proprio lì, e per ora soltanto lì. «Il Giappone è piccolo, densamente popolato e dipende moltissimo dalle importazioni.
Articolo intero su La Repubblica del 10/02/2017.

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Non è solo quel che si disperde nell'ambiente... ma pure quel che prediamo, o consentiamo di farlo, dalle sue viscere.

 
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

monellaccio19cassetta2vento_acquaMaheoprefazione09elyravninograg1jigendaisukevirgola_dfamorino11maresogno67marabertowwhiskynsodapoeta_sempliceMiele.Speziato0
 

ULTIMI COMMENTI

2 ore buttate
Inviato da: cassetta2
il 10/04/2024 alle 17:27
 
Ciao nino. Buongiorno. Ormai ci siamo. L'anno che...
Inviato da: virgola_df
il 31/12/2023 alle 12:23
 
Nel mondo c'è un numero di camaleonti di gran lunga...
Inviato da: cassetta2
il 14/07/2023 alle 17:09
 
BUON ANNO 🍾🍾🎊
Inviato da: giampi1966
il 02/01/2023 alle 16:23
 
Nino, amico mio carissimo. Come stai? mi manchi. Mi mancano...
Inviato da: ormalibera
il 25/03/2022 alle 20:02
 
 

I MIEI BLOG AMICI

- The BoNny
- piazza alimonda
- considerazioni
- Giovani e politica
- vivazapatero
- montagneverdi...
- melodie dell'anima
- bruno14
- *Serendipity*
- Di tutto, di piu'
- Ali Rosse...
- La dea Artemide
- ora ci penso..
- solo per satira; ogni tanto guardo e nn c'era il tuo profilo....
- sterminatore1986
- ossevatorio politico
- blog dedicato ai fumetti: wow!
- neverinmyname
- SOLI CONTRO LA MAFIA
- Gira e Rigira
- Prodi vs SilvioB 3-0
- (RiGiTaN's)
- Job interview
- l'edicolante
- ricambio generazione
- BLOGPENSANTE
- Geopoliticando
- Frammenti di...
- EARTH VIRTU'
- Reticolistorici
- BLOG PENNA CALAMAIO
- Lapiazzarossa
- Il mondo di Valendì
- Italia democratica
- piazza carlo giuliani
- In Equilibrio..
- PENSIERI IN LIBERTA
- MOSCONISMO
- GIORNALE WOLF
- ETICA & MEDIA
- siderurgika
- Il mondo per come va
- lecosistema...
- MONDO NOSTRUM
- IlMioFavolosoMondo
- *STAGIONI*
- LA VOCE DI KAYFA
- NO-global
- hunkapi
- Writer
- alba di nina ciminelli
- imbrogli i
- ippogrillo
- PENSIERO LIBERO
- Perle ai Porci
- ROBIN HOOD
- Un blog demo_cratico
- Aderisci al P.G.M.I.
- rinnegata
- RESPIRA PIANO
- Anima
- Cose non dette
- PersoneSpeciali
- diario di un canile
- Sassolininellascarpa
- disincanto.....
- Dolci note...!
- STAIRWAY- TO- HEAVEN
- vivere è bello
- bijoux
- mecbethe
- my goooddd....
- ...riflettendo.
- BOBO E ZARA
- la Stella di Perseo
- forever young
- ECCHIME
- Regno Intollerante
- io solo io
- MONICA
- coMizia
- Femminilita
- @Ascoltando il Mare@
- nel tempo...
- Non vinceranno!
- Doppio Gioco
- cigarettes & Coffee
- MOONCHILD
- Avanguardia
- Il Diavolo in Corpo
- Angolo Pensatoio
- Assenza di gravità
- cera una volta
- DI TUTTO E DI PIU
- ORMALIBERA
- FATAMATTA_2008
- TUTTOENIENTE
- ZELDA.57
- Triballadores
- club dei cartoni
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Febbraio 2017 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28          
 
 

NON LASCIAMOCISOLI & CHE

O siamo Capaci di sconfiggere le idee contrarie con la discussione, O DOBBIAMO lasciarle esprimere. Non è possibile sconfiggere le idee con la forza,perchè questo blocca il libero Sviluppo dell'intelligenza "
Ernesto Che Guevara
  

XXI secolo?

↑ Grab questo Headline Animator

 

IDEOGRAMMA DI PACE; EMERGENCY

GRILLO

  No TAV

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963