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Poesia nordamericana

Post n°435 pubblicato il 15 Luglio 2019 da cielostellepianeti
Foto di cielostellepianeti

La letteratura nordamericana, o più precisamente statunitense, nata per evidenti motivi storici rispecchia i fermenti e i contrasti di una società giovane e composita, riassumendo e interpretando la storia avventurosa e contradditorio di un paese balzato in un rapidissimo giro di anni alla guida del mondo.
La poesia è cresciuta col complesso d'inferiorità rispetto alla madre europea, della quale aveva assimilato lingua e tradizioni prima di spezzare i vincoli di sudditanza e procedere in piena autonomia.
Il gusto dell'avventura e l'ottimismo di una società in rapida crescita hanno dato vita a una letteratura epica che ha avuto nelle imprese dei pionieri il suo tema preferito.
Il primo poeta che diede forma originali allo spirito pionieristico è Walt Witman che rappresenta la nuova America fiera delle sue origini, dei suoi eroi, delle proprie energie, certa del suo futuro. La società di cui cantava non aveva preso coscienza dei problemi più scottanti che ancora erano latenti, emersi poi con l'inasprirsi delle disuguaglianze, con il risveglio del gruppo nero che ha spaccato in due anche il mondo bianco.
È in questo contesto che nasce la poesia americana, pronta a farsi sentire in ogni angolo della terra, a portare in giro le verità che dovrebbero far felici tutti. Uno spirito avventuristico che utilizza leggende popolari ricche di spassose esagerazioni:il battello di Mike Fick, Pecos Bil che andava per l'Arizona a cavallo di un puma, Paul Bunyan col suo gigantesco Bue Azzurro che beveva i fiumi e divorava i raccolti.

Witman vede l'America come un immenso coro di lavoratori, in ogni voce che si alza c'è la serena forza di chi sa esercitare la sua missione di uomo per sé e per gli altri
Odo cantar l'America
Sento l'America che canta, sento le diverse canzoni,
quelle degli artigiani, ciascuno che canta la sua come dovrebbe essere, allegra e forte,
il carpentiere che canta mentre misura la sua asse o la sua trave,
il muratore che canta mentre si prepara per il lavoro o smonta,
il barcaiolo che canta ciò che gli si addice sulla sua barca, il mozzo che canta sulla tolda della nave,
il ciabattino che canta seduto sulla sua panchetta, il cappellaio che canta lavorando in piedi,
la canzone del taglialegna, quella del contadino quando va al lavoro al mattino o nella pausa pranzo o al tramonto,
il canto dolce della madre o della giovane sposa al lavoro, o della ragazza che cuce o lava,
ciascuno che canta ciò che caratterizza lui o lei e nessun altro,
di giorno ciò che è del giorno di sera la festa dei compagni, viva, solidale.

 

 
 
 
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