felici e sognatori

La Cina in grave difficoltà per la crisi globale

Voglio appuntare sul mio blog una notizia che a me pare molto importante.

Penso ci aiuti a capire molto bene la situazione che stiamo vivendo.

Io sono liberale, quindi non penso che ci siano molte alternative all'economia di mercato, ma penso che se non ci si rende conto di cosa sta accadendo, del fatto che il sistema liberale è stato deformato e distorto negli ultimi 15 anni (in questo sono perfettamente d'accordo con Tremonti), non usciremo facilmente da questa crisi di cui fin ora non abbaimo ancora percepito bene le conseguenze. Il rischio è quello di una crisi di sistema simile a quella che colpì il blocco comunista nell'87-88. Ciò non sarebbe stato possibile in una economia realmente liberale, perchè il sistema liberale è in grado di autocorreggersi, ma è possibile in un sistema liberale irrigidito da un pensiero ideologico.

Nei mesi precedenti la crisi si diceva che questo tipo attuale di globalizzazione aveva peggiorato la nostra condizione ma aveva migliorato la vita di altre persone, ad esempio in Cina.

Subito dopo la crisi si era detto e ridetto che ora che l'America era travolta dalla crisi la nuova superpotenza dominante sarebbe stata la Cina.

Ora, lasciando perdere qualunque valutazione politica sulla democrazia ed attenendoci unicamente all'esame dell'aspetto economico, queste valutazioni non tenevano conto della realtà e cioè dell'interdipendenza di ciò che accade in occidente ed in oriente.

Era infatti nato un  sistema che prevedeva lo spostamento della produzione fuori da Europa e America, verso altri paesi dove operava a bassissimo costo (quindi mantenendo basso il potere di acquisto dei lavoratori dove si produceva) e di vendere i prodotti nei Paesi occidentali dove si chiudevano le industrie e dove si pensava pure di ridimensionare l'agricoltura. Finchè lo stock di capitale accumulato in occidente era consistente, il sistema funzionava, ma poichè il flusso di capitale era a senso unico (poichè in occidente mancando la produzione cresceva enormemente l'import e crollava l'export) il sistema doveva finire ed è finito nel momento in cui l'occidente si è reso conto di non avere più ricchezza sufficiente per comprare i prodotti in oriente. Se la ricchezza complessiva del pianeta fosse aumentata ciò non sarebbe successo, perchè un aumento sufficientemente elevato del potere di acquisto della popolazione cinese avrebbe consentito un riflusso di capitale verso occidente, ci sarebbe stato un ricircolo virtuoso di capitali, ma così non è stato. La ricchezza si è spostata da occidente a oriente, ma lungo il percorso si è dispersa (come non lo so, penso che sarà necessario che la politica si intrerroghi su dove è finita realmente una grossa fetta di ricchezza mondiale).

Quindi oggi la Cina, si scopre, non è riuscita affatto ad avvantaggiarsi dalla situazione, ma anzi sta pagando un prezzo altissimo per essere stata fatta partecipe di un sistema che non poteva funzionare, pochè cessando di colpo la necessità da parte dell'occidente di gran parte della sua produzione industriale, si trova senza affluso di capitali sufficienti e rischia di perdere parte dello sviluppo raggiunto.

In futuro, Cina e Occidente dovranno collaborare e trovare un modo di essere connessi in maniera virtuosa, perchè in entrambi i casi, il problema fondamentale è stao il non sufficiente incremento o la diminuzione del mercato interno, il non aumento o la riduzione della ricchezza complessiva del pianeta, il controllo insufficiente o inesistente di flussi finanziari speculativi, l'inesistenza di organi efficaci di controllo politico della situazione.

Ora mi sono un po' perso, vi lascio con l'articolo che mi aveva colpito e aggiungo che conosco diverse persone cinesi, che sono preoccupate della crisi esattamente quanto lo siamo noi.

Televideo Ve 19\12\2008

Cina, sottovalutate le cifre della crisi.

La crisi economica in Cina è “molto più grave” di quanto indichino le cifre ufficiali. A sostenerlo è Chen Quansheng, consulente del governo di Pechino.

“L’ultimo rapporto sulla disoccupazione indica 670.000 perdite di posti di lavoro in un anno, ma il dato è riferito solo alle aree urbane. Negli ultimi 12 mesi, 6,7 Milioni di impieghi sono andati persi, soprattutto nel distretto dell’export di Guandong”, osserva. “Un laureato su 4 non trova lavoro; per loro le cose peggioreranno” conclude.

Un'ultima aggiunta;

Io sono fiducioso che ce la faremo, cerco di essere ottimista, ma non mi si può chiedere di sottovalutare ciò che sta accadendo, anche se alla fine stiamo solo parlando di economia, ci sono cose ben più gravi, come le guerre che colpiscono tanti Paesi.

Ci sono cose più importanti, come l'amore.

Ciò che conta davvero, la pace e l'amore.