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un veto che cancella la sofferenza di vittime inermi, complice di coloro che diffondono omofobia e odio
Post n°4669 pubblicato il 07 Maggio 2011 da cile54
Palermo, curia vieta veglia per le vittime dell'omofobia
La notizia? E' a dir poco scioccante se non fosse vera. E non manca di registrare il grado di omofobia che di giorno in giorno diventa più allarmante. La curia di Palermo ha vietato una veglia per le vittime di omofobia che era in programma il prossimo 12 maggio nella parrocchia di Santa Lucia. E dire che l'appuntamento organizzato da "Ali D'Aquila", per le celebrazioni del Palermo Pride, aveva subito incontrato l'appoggio del parroco, don Luigi Consonni, un missionario comboniano. Eppure, niente da fare: dagli alti vertici ecclesiali, in particolare dall'arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, è arrivato il divieto rdi bloccare immediatamente l'iniziativa. Un divieto, a quanto pare, ispirato ai principi contenuti nella Lettera ai vescovi della chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omossessuali dell'1 ottobre 1986, firmata dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, e che prevede "la cura pastorale" degli omosessuali, con l'assistenza di medici e psicologi. La veglia non è la prima che si tiene a Palermo ma questa volta era inserita nell'ambito degli eventi del prossimo pride che culminerà con il corteo del 21 maggio. E dire che se la Chiesa dice no, all'iniziativa hanno subito dato il loro sostegno sia la chiesa valdese sia quella luterana. Del resto, il Vaticano non si è mai distinto per aprire le proprie tesi all'omosessualità. Per esempio, in ambito Onu, non ha mai voluto votare a favore per la depenalizzazione del reato di omosessualità. Immediata e doverosa la replica delle associazioni in difesa del movimento Lgbtqi. Paola Concia, del Pd, ha chiesto di incontrare subito l'arcivescovo. Durissimo il commento dell'Arcigay: "Siamo stupiti e addolorati. E' un veto che cancella la sofferenza di vittime inermi, di quegli stessi deboli che il Cardinale e la Chiesa si dicono votati a difendere senza distinzioni. La proibizione è anche un atto di aggressività, nella sua complicità a coloro che diffondono omofobia e odio", afferma Daniela Tomassino presidente di Arcigay Palermo e portavoce del Palermo Pride. "Vietare una preghiera per le vittime dell'omofobia è solo l'ultimo degli insulti che le gerarchie rivolgono a gay, lesbiche e trans italiane", attacca Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay: "La Chiesa con quest'atto - conclude - che vorrebbe mettere a tacere le vittime di un orrore quotidiano mostra, ancora una volta, di essere complice e grande sponsor dell'avversione alla dignità di milioni di persone". Eppure, a quanto pare la decisione della curia non fermerà l'associazione palermitana che, anzi, a maggior ragione ha subito dichiarato che la "veglia si farà" anche se non all'interno della Chiesa. Un bello schiaffo all'omofobia Vaticana.
Castalda Musacchio 06/05/2011 |
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