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« Michela Murgia ha scritt...SOMMARIO SETTIMANALE 16/... »

Proponiamo l''editoriale dell'ultimo numero della rivista pubblicata dalle Edizioni Alegre

Post n°5104 pubblicato il 23 Agosto 2011 da cile54

Quel liquido torbido chiamato populismo

 

Mai come in questa fase storica ci siamo sentiti totalmente immersi in un vischioso e torbido liquido chiamato populismo (più o meno di ritorno) e mai come ora ci è parso di avere così pochi strumenti, di analisi e di reazione, per toglierci di dosso questa sgradevole sensazione di "appiccicaticcio", capace di rallentare i movimenti del corpo come quelli del pensiero. Per provare ad uscirne - se non altro attraverso la riflessione - abbiamo pensato di dedicare gli articoli iniziali di questo numero (il quinto reale, anche se il terzo della nuova serie pubblicata dalle "Edizioni Alegre") proprio al peso esercitato dal populismo sulle forme espressive (letteratura in primis, ma non solo) e sulle nostre vite, sempre più condizionate da un modello omologante e giustificato dai numeri, proposto di continuo dall'insieme delle istituzioni e degli strumenti in grado di produrre quel condizionamento (potere politico, mezzi d'informazione, dirigenti dell'industria culturale, ecc.). Il dato più inquietante, a nostro avviso, coincide con la diffusione, anche a sinistra, di una concezione populistica di fondo, in base alla quale non solo il concetto di popolo si sostituisce a quello di classe (confermando, così, le più negative previsioni espresse a suo tempo da Antonio Gramsci), ma viene sancita, definitivamente, la supremazia delle leggi del mercato (fondate proprio sull'esaltazione delle necessità e dei gusti del popolo, al di là del modo in cui essi si siano affermati) sui cosiddetti "bisogni reali". Nessuno di noi, è chiaro, pretende di esaurire un tema così importante grazie a qualche articolo, ma proprio perché siamo convinti dell'utilità di aprire un dibattito specifico ci impegniamo a proseguire la discussione anche in futuro, magari coinvolgendo altre riviste e altri singoli interlocutori. Un'altra piccola monografia la dedichiamo ai temi del corpo e del dolore, sempre valutati per mezzo di strumenti di interpretazione a noi consoni, come la letteratura e il teatro (e in tal senso vi segnaliamo lo stimolante intervento di Marco Baliani, scrittore, regista e attore nello stesso tempo). A partire da questo numero, poi, inauguriamo - con un pezzo di Wu Ming 1 sul rapporto tra Pasolini e Foucault - una nuova sezione incentrata sui parallelismi tra intellettuali ed artisti. Molti gli articoli di riflessione su diversi argomenti (letteratura, scienza ed eutanasia; il concetto di eroismo nella nostra narrativa; i centocinquant'anni di Storia italiana e il Risorgimento in rapporto con un autore quale Pirandello, ecc.), mentre non poteva mancare, nella rubrica "Dal mondo", una riflessione su quanto sta avvenendo nel nord Africa - e in particolare in Tunisia - sempre a partire da ciò che in quelle zone si è scritto e si scrive. Un'altra rubrica inedita è quella intitolata "Anticipazioni", affidata, in questo numero, al nostro corrispondente da Berlino, Michael Becker, che ci regala un'approfondita analisi del nuovo romanzo di Christa Wolf, che in Germania ha già suscitato un notevole dibattito e che in Italia dovrebbe uscire nel prossimo autunno. Particolarmente ricca la sezione dedicata ai "Ripescaggi", che comprende testi relativi a Ivo Andriu0107 (l'intervento è curato da una delle sue principali traduttrici, Dunja Badnjevic), Alberto Granado (anche in questo caso l'articolo è opera del suo traduttore, Pino Cacucci), Rocco Scotellaro, Natalia Ginzburg, Antonio Delfini e, last but not least, Ernesto Sàbato, scomparso proprio mentre Giampiero Rigosi e alcuni allievi della sua scuola di sceneggiatura stavano scrivendo una sorta di omaggio da pubblicare in occasione del centesimo compleanno del grande autore argentino, morto due mesi prima del proprio compleanno.

 

Stefano Tassinari 

21/08/2011

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G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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