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Discriminazione a Milano: cittadinanza italiana per essere assunti come infermieri

Post n°5323 pubblicato il 09 Ottobre 2011 da cile54

Condannato il Pio Albergo Trivulzio di Milano

 

Per il giudice si tratta di discriminazione e impone all’Istituto a riaprire i bandi di concorso.

 Il giudice del Tribunale del lavoro di Milano ha dichiarato la “discriminatorietà del comportamento dell’Azienda di servizi alla persona Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio” per aver richiesto il requisito della cittadinanza italiana o comunitaria nei bandi indetti per l’assunzione di personale sanitario e amministrativo.

 La sentenza accoglie il ricorso di due infermiere ecuadoriane di 25 e 28 anni, una delle quali lavora nella struttura dal 2004 con contratti a tempo, che, assistite dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione e da Avvocati per niente onlus, avevano chiesto di accertare e dichiarare il comportamento discriminatorio tenuto dall’azienda lo scorso agosto, quando ha pubblicato i bandi di tre concorsi e indetto tre avvisi pubblici per l’assunzione di personale a tempo determinato e indeterminato, richiedendo come requisito per partecipare la “cittadinanza italiana, fatte salve le equiparazioni stabilite dalle leggi vigenti, o cittadinanza di uno dei Paesi dell’Unione europea”.

 Il giudice ha dato loro ragione, sulla base della convenzione Oil n. 143 del 1975 che stabilisce parità di diritti tra lavoratori di nazionalità diverse. Il giudice ha dunque ordinato la “cessazione del comportamento e, al fine della rimozione degli effetti, la pubblicazione di nuovi bandi e avvisi, modificandoli al fine di consentire l’accesso a tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti”, “la riapertura del termine per la presentazione delle domande di ammissione, assegnando un termine non inferiore a quello previsto per i precedenti bandi e avvisi” e “di pubblicare il presente dispositivo sul proprio sito e di affiggerlo nei locali propri aperti al pubblico”.

 

7 Ottobre 2011

Fonte: www.immigrazioneoggi.it

 
 
 
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Roma, 12 maggio 1977

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