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« Spett.le Redazione Lavor...15 ottobre: da Roma e da... »

Noi indignati da tanto marciume. Nel Paese dove negli ultimi decenni sono cresciute di pił le disuguaglianze

Post n°5356 pubblicato il 15 Ottobre 2011 da cile54

Il tempo delle scorciatoie è finito!

 

Negli ultimi tre anni sulla crisi economica ne abbiamo sentite tante, troppe! La prima reazione dei governi europei, Italia in testa, è stata la negazione della realtà: “abbiamo un’economia solida” “i conti sono a posto” “passerà presto”. La crisi finanziaria, specchio di quella dell’economia reale, non ci ha messo poi molto a presentare il suo salatissimo conto anche all’Europa, colpendo i paesi che con più determinazione avevano fatto delle politiche neoliberiste la loro bandiera. Ed ecco che a diventare Piigs (maiali!) sono proprio quelle economie di cui si cantavano le lodi fino a pochissimi anni fa. Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna hanno mantenuto una certa coerenza, bisogna ammetterlo, nel continuare a sostenere a suon di miliardi banche e aziende sull’orlo del collasso finanziario, dopo averne favorito per decenni l’arricchimento. Il quadro adesso è completo: prima il rifiuto della realtà (in cui si mischia l’inganno per le popolazioni con l’incompetenza reale della classe politica), poi il sostegno economico ed ideologico incondizionato a chi è causa del disastro e infine il conto, salatissimo, presentato a tutti e tutte noi, lavoratori, studenti e sfruttati di tutto il mondo. Perché i miliardi da qualche parte devono pur uscire e negli ultimi trent’anni sono usciti solo da alcune tasche, le nostre. Non esiste paese nel mondo dove negli ultimi decenni non siano cresciute le disuguaglianze. Esattamente come ottant’anni fa, la crisi economica arriva nel momento di maggiore disuguglianza nella distribuzione delle ricchezze: nel 2005 il 10% della popolazione degli Usa si appropriava del 50% del Pil, numeri uguali a quelli del 1929! Il debito pubblico di cui tanto si parla (salito del 70% in Europa negli ultimi vent’anni) è stato maturato in decenni di tagli alla spesa pubblica, istruzione in primis, di tagli di salari e garanzie per chi lavora, di spese militari crescenti e profitti in salita per tutte le aziende. Come fa un classe politica a pensare credibile la favola delle responsabilità nazionali e collettive di fronte alla crisi? I richiami all’unità nazionale di cui il presidente della Repubblica si fa primo portavoce sanno di truffa che segue l’usura, usura di un debito che non appartiene a chi in questi anni si è soltanto impoverito. Il 15 ottobre è un’occasione per riportare al centro dell’opinione e dei dibattiti pubblici la politica, quella reale che riguarda le vite di tutte e tutti noi. Dopo anni, abbiamo l’occasione di gridare insieme alle popolazioni di mezzo mondo che nessuno è più disposto a subire ricatti e sfruttamenti e che questo debito, pubblico e privato, non è nostro, non l’abbiamo contratto noi e non abbiamo intenzione di pagarlo! Da sola la data non basta a segnare uno scarto col passato. Serve anche altro: la voglia che sta esplodendo in tutto il mondo di mettersi in gioco pienamente, di fare della mobilitazione permamente l’orizzonte con cui riprendersi la politica. Gli accampamenti nati in paesi diversissimi fra di loro o considerati ormai socialmente pacificati come gli Usa o Israele dimostrano che la rivolta è un elemento strutturale di questa fase storica tanto quanto lo è la crisi che il capitalismo sta vivendo. Per questi motivi il 15 ottobre non vogliamo tornare a casa, abbiamo lanciato l’idea di un grande accampamento che viva delle esperienze di vita e di lotta di chi sarà in piazza con noi questo sabato. Vogliamo essere un problema permanente e non temporaneo per il potere economico e politico e in questo sta la sfida, che riteniamo ormai necessaria, di mettere in discussione anche il nostro agire politico fino ad oggi. Il tempo delle scorciatoie è finito! Davanti a noi non abbiamo i 100 metri ma una maratona, un percorso politico e sociale tutto da inventare. Noi siamo il 99%, loro solo l'1%!

 

Luciano Governali

 
 
 
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G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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