Blog
Un blog creato da cile54 il 09/01/2007

RACCONTI & OPINIONI

Pagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti

 
 

www.lavoroesalute.org

Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org

Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.

Tutti i numeri in pdf

www.lavoroesalute.org

 

LA RIVISTA NAZIONALE

www.medicinademocratica.org

MEDICINA DEMOCRATICA

movimento di lotta per la salute

 TUTTO IL CONGRESSO SU

www.medicinademocratica.org

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 180
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

MAPPA LETTORI

 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2nomadi50cile54m12ps12maremontyAlfe0Sassar0liiltuocognatino2BiSa62NonnoRenzo0mvgallinemexirupigottobre5amorino11
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« Questo signorotto di que...Ieri la giornata mondial... »

Come giustificare un assalto a ventimila giovani manifestanti senza bandiera di partito o di sindacato? Tutti black blok?

Post n°5369 pubblicato il 18 Ottobre 2011 da cile54

LA RESISTENZA DI PIAZZA SAN GIOVANNI

 

Per me e per tanti come me, Piazza San Giovanni rappresenterà molto di più di Genova. Noi non eravamo lì per incendiare Suv e Bmw, né per lanciare bottiglie e petardi contro le forze dell’ordine, ma per dire chiaro e tondo che non ce la facciamo più. Per questo la nostra indignazione è salita quando la Polizia e la Guardia di Finanza, con tre camionette e due idranti, hanno cominciato a bersagliarci e ad aizzarci con stupidi caroselli e pericolose serpentine, accelerando la corsa tra la gente costringendoci ad arretrare e ad avanzare, ma soprattutto a difenderci da quell’umiliante gioco da piccoli criminali di borgata che loro, e non noi, hanno inscenato all’ingresso della piazza.

Cinque cariche iniziate in via Cavour hanno spezzato un corteo di almeno duecentomila Indignati lasciando fuori della piazza i tre quarti del pacifico serpentone. Evidentemente si era pianificato in alto lo sgombero di un luogo che avremmo riempito più di qualunque altra manifestazione recente della sinistra italiana. Noi eravamo davvero tanti a screditare il moribondo Berlusconi e questo il mondo non doveva saperlo. Allora ecco che arrivano alla carica le camionette, con ridicoli girotondi e gli idranti che bersagliano chiunque, perfino la spianata, il prato della basilica, noncuranti di chi – come un uomo in carrozzella – era lì per aderire all’indignazione che coinvolge l’intero mondo occidentale.

Siamo stati costretti a bendarci, a coprirci come guerriglieri perché i loro lacrimogeni, lanciati a grappolo o ad altezza d’uomo – chi scrive porta i segni di un colpo all’addome ricevuto per aver schermato un diversamente abile – ci hanno impedito di respirare, di parlarci, di dirci quanto fosse folle e diabolico quello che loro ci stavano facendo. Per cinque volte nel fango, per cinque volte poi abbiamo ripreso la piazza. Abbiamo applaudito a noi stessi, e non a loro, perché nessuna organizzazione sindacale e nessun partito è venuto in nostro soccorso.

Abbiamo applaudito perché era evidente l’intenzione delle forze dell’ordine di cercare il ferito, se non il morto, per screditare centinaia di migliaia di brave persone che erano lì indignate dalla destra e dalla sinistra, da tutte quelle organizzazioni di parolai e buffoncelli. Ci si guardava stupiti, ieri pomeriggio, la basilica alle spalle, perché stretti in un imbuto dal quale non saremmo usciti se non salvati in extremis dall’apertura della cancellata della pontificia università lateranense. I giornali non riportano la solidarietà di preti, monache, frati che ci hanno versato acqua sugli occhi, ci hanno dato limoni per aspergerci i bulbi arrossati dai lacrimogeni e dalle lacrime della rabbia. Ricorderò per sempre la voce rassicurante di una monaca che mi ha detto con accento straniero ‘è tutto finito’. E invece non era finito niente, perché Maroni è riuscito a svuotare la piazza dove erano ancora asserragliati molti, troppi indignati.

Come giustificare un assalto a ventimila giovani manifestanti senza bandiera di partito o di sindacato? Tutti black blok? A differenza di Genova, ieri in piazza c’eravamo soltanto noi che non abbiamo più certezze: giovani giornalisti, ricercatori, laureati, diplomati, insegnanti, operai, studenti, disoccupati, pacifisti. Intellettuali e braccia forti. Cervelli e cuori che non cercano mai la morte ma sempre la vita. Il futuro del paese, il bel paese era lì sotto la grandine dei lacrimogeni di Berlusconi, rispondendo con una gragnola di sassi e bottiglie perché almeno la vita, quella, non ce la siamo fatta sgomberare.

 

Testimonianza di Leo Palmisano

sociologo e scrittore barese

www.osservatoriorepressione.org

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

--------------------------

www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963