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La protesta in uno luoghi che raccolgono l'evasione internazionale di tanti europei con la residenza monegasca

Post n°5463 pubblicato il 03 Novembre 2011 da cile54

"Prima il popolo, non la finanza!" in migliaia in marcia a Nizza

 

Per evitare problemi di "sovrapposizione" hanno iniziato il loro programma di manifestazioni, dibattiti, seminari e proteste con un paio di giorni d'anticipo sui 20 "grandi", che si riuniranno giovedì e venerdì a Cannes, sulla costa azzurra francese.

Con una grande manifestazione colorata nella periferia nordest di Nizza, il cui senso era simboleggiato dallo slogan "I popoli prima di tutto, non la finanza!", diverse migliaia di persone, alcune provenienti da Italia, Spagna e altri paesi europei, hanno preso parte ieri al primo evento dei tre giorni del controvertice dei movimenti.

Sebbene figli di una stessa madre - la crisi di un modello economico e produttivo - gli organizzatori delle proteste contro il G20 di Nizza non sono semplicemente sovrapponibili agli attivisti di Occupy Wall Street (e le altre occupazioni che sono seguite). Gli anti-g20 pianificano le loro attività da mesi e la loro agenda è frutto di una lunga negoziazione tra le varie anime del movimento - comunisti, riformatori, anticapitalisti, sindacati, ong, associazionismo cattolico di base. In tutto sono più di quaranta i gruppi che partecipano al programma alternativo al G20 ufficiale e ne hanno sottoscritto il documento d'intenti (www.mobilisationsg8g20.org). I loro obiettivi, che in parte sono condivisi con gli "Occupy", sono frutto di un lungo lavoro.

Le proposte sono articolare in sei punti, che vanno dalla richiesta di una fine delle politiche di austerità e dell'ineguaglianza, per lo sviluppo dell'occupazione e del welfare, alla regolamentazione più stretta del mercato finanziario, passando per la difesa dell'ambiente e dei beni comuni, attraverso la lotta al global warming e per nuove politiche energetiche. Gli anti-G20 vogliono inoltre difendere la sovranità alimentare e proteggere i piccoli coltivatori dalle speculazioni delle multinazionali dell'industria agroalimentare. Anche sul piano politico internazionale hanno le idee chiare: i vari vertici G, 7, 8 o 20 che siano, devono essere ricondotti sotto la responsabilità delle Nazioni Unite, che a loro volta devono essere riformate per garantire la piena partecipazione di tutti gli stati nelle decisioni internazionali.

Uno dei punti riguarda anche lo stop ai paradisi fiscali. Per questo, nell'ultimo giorno dell'anti-vertice, il tre novembre, gli organizzatori hanno previsto una piccola invasione simbolica della vicina Monaco, il principato, per protestare proprio in uno dei centri che raccolgono l'evasione internazionale di migliaia di cittadini europei con la residenza monegasca. Ammesso che si riesca a entrare.

Per garantire la sicurezza interna, a proposito, la Francia ha impegnato in servizio oltre 12mila persone, tra agenti di polizia e altri servizi. Le coste saranno sorvegliate da barche veloci, in particolare davanti alla località di Cannes, dove i G20 saranno di casa. Misure speciali, da qualche giorno, sono state prese anche alle frontiere, specialmente quelle con l'Italia e la Spagna, dove sono stati intensificati i controlli sulla rete stradale e ferroviaria.

Ieri oltre 2500 agenti erano stati fatti convergere su Nizza. Come al solito in queste occasioni, la polizia era attrezzata per gli scenari peggiori: quel che temono le forze di sicurezza sono le infiltrazioni di gruppi violenti alla ricerca dello scontro nella massa dei manifestanti pacifici. Nel momento in cui scriviamo, a Nizza le cose sembrano procedere senza episodi di violenza. In mattinata c'erano stati alcuni segnali che avevano allarmato le forze di sicurezza, tra cui il fermo di tre giovani spagnoli nel centro di Nizza, trovati in possesso di bulloni, piccozze, passamontagna e maschere antigas.

Oltre agli incappucciati, black bloc, o come si preferisca chiamarli, il ministero degli interni francese ha detto di essere preoccupato anche per eventuali attacchi da parte di gruppi terroristici. «Abbiamo avuto un anno complicato a livello internazionale», ha spiegato in tal senso un portavoce del ministero: «la morte di Osama bin Laden e l'intervento in Libia hanno complicato la situazione», anche sotto il profilo della sicurezza interna francese.

Matteo Alviti

02/11/2011

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