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Chissą come mai sono i ristoranti frequentati dal Cavaliere e dai suoi sodali ad essere pieni

Post n°5482 pubblicato il 06 Novembre 2011 da cile54

Tutti al ristorante

 

Ristoranti sempre pieni ed aerei in overbooking per le vacanze, questo il Paese immaginato e raccontato senza pudore dal premier al termine del G20. Spandere ottimismo a tutto spiano, raccontando fandonie da cretino medio è una scelta comunicativa ben precisa. Quella che gli ha permesso e gli permette di godere ancora di un discreto successo in patria ma che poco funziona fra i gelidi analisti del mercato. Ma nei mezzi di informazione italiani questo ottimismo piace, alimenta il circuiti pubblicitario in una eterna reiterazione tale che la distanza fra realtà e percezione della stessa resta incolmabile. Affermare che il premier stia dicendo una minchiata pazzesca di fatto corrisponderebbe ad un boicottaggio dell’economia che deve ancora sopravvivere nella illusione di poter continuare a comperare anche se i soldi non ci sono. Un messaggio negativo crea 1000 consumatori in meno, si comincia a pensare – chi ancora può farlo – che è meglio risparmiare in attesa di un periodo ancora più duro. Perché non provare a smontare parola per parola le parole del grande venditore utilizzando semplici dati materiali? Intanto ad essere pieni, chissà come mai, sono i ristoranti frequentati dal Cavaliere e dai suoi sodali, posti in cui il conto è tranquillamente a 4 zeri e non ci si scandalizza per il costo di una bottiglia di buon vino. Sono tante e tante le piccole trattorie, spesso a conduzione familiare che invece chiudono i battenti, in cui non occorre più neanche prenotare un posto il venerdì. Si tratta di un’altra dimostrazione di come la forbice si si stia allargando. Nel frattempo è cresciuta a dismisura non solo l’utilizzo delle mense Caritas, da parte di insospettabili impiegati, ma anche il frugare nei cassonetti vicini ai mercati alla ricerca di verdure ancora mangiabili. Non a caso sono molti i Comuni da “legge e ordine” in cui i sindaci hanno emanato ordinanze anti rovistaggio. “Cittadini dediti a queste pratiche deturpano l’immagine della città” è stato scritto di fatto lo scorso anno dal primo cittadino della Capitale.Aumenta poi la percentuale di persone che arriva a rubare nei supermercati. Pratica considerata da chi viene individuato umiliante e degradante, ma spesso necessaria. Secondo Coldiretti nel 2011 c’è stata una impennata del 7,8% rispetto all’anno precedente. Si portano via prodotti proibiti dalla pensione o dal magro stipendio come la carne, il formaggio, il vino – la cifra denunciata finora è di circa 3 miliardi di euro di merce sottratta. In pratica 150 euro per famiglia l’anno, l1,39% del totale delle vendite al dettaglio. La Coldiretti se la prende molto con i dipendenti “infedeli” dei supermercati, chiedendo più rigidità nei controlli e migliori sistemi di sicurezza per la merce ma, chiunque ne è stato testimone, è difficile che un commesso o una cassiera assunti con contratti da fame, a tempo determinato e in forme di sfruttamento para schiavistiche, spesso non se la sentono e non hanno alcuna ragione di fermare e denunciare un anziano pensionato, una giovane madre che si infilano nelle tasche ciò che possono. Da notare come, non solo per ragioni di facilità, si cerchi di portar via prodotti per l’igiene personale, giacche impermeabili e cappotti, prodotti per l’infanzia. Oggetti non certo di marca che chiunque dovrebbe poter possedere. 

 Altra storia quella dei trasporti. Viaggiare spesso è necessario, altro che vacanze, un viaggio da Roma  a Milano prenotato per tempo in aereo costa meno di 100 euro, in treno il doppio, ancora meno per tratte come Palermo, Reggio Calabria, Torino. Sono i treni della tanto decantata alta velocità, le Frecce rosse, argento, blu e di ogni colore ad avere posti vuoti e a risultare impossibili come costi e come tempi di percorrenza. Nel frattempo sono spariti i treni interregionali, quelli per pendolari, vetture vetuste e perennemente prive di manutenzione, quelli che vanno lentamente ma fermano in tante stazioni e costano comunque meno degli avveniristici treni per ricchi. Chiedere che questa realtà venga raccontata è una pretesa rivoluzionaria? Oppure la prossima mossa deve essere quella di riempire i ristoranti, inviando il conto ai signori della crisi?

 

Stefano Galieni

05/11/2011

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