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Leghisti di carta per storie di (dis)umanità e di ordinaria xenofobia. Storie di ordinario leghismo

Post n°5556 pubblicato il 20 Novembre 2011 da cile54

Sorci verdi

 

Sono come ve li immaginereste. I “sorci verdi” di cui si parla nell’omonima antologia appena pubblicata da Edizioni Alegre non vanno tuttavia confusi con i tre topi raffigurati nell’immagine a simbolo della 205 squadriglia della regia aeronautica, anno del Signore 1936. Sono invece quelli del sole delle Alpi, strappato in senso figurato alla sky line delle più belle vette del nord Italia per essere appiccicato sui piastrellati di scuole padane, nei parchi dove giocano i figli dei lavuratur polentoni o nelle piazze di celtiche velleità.

 

Sì, “Sorci verdi” sono “storie di ordinario leghismo”, come recita il sottotitolo del volume, firmato da Giulia Blasi, Annalisa Bruni, Giuseppe Ciarallo, Giovanna Cracco, Alessandra Daniele, Girolamo De Michele, Valerio Evangelisti, Angelo Ferracuti, Fabrizio Lorusso, Davide Malesi, Stefania Nardini, Valeria Parrella, Walter G. Pozzi, Alberto Prunetti, Stefano Tassinari, Massimo Vaggi, Lello Voce. Storie che appartengono alla narrativa, ma che dalla realtà non sembrano discostarsi più di tanto. Intanto per un aspetto: molti degli scrittori che hanno accettato l’invito di Edizioni Aleghe fanno parte di autori messi all’indice dalle amministrazioni leghiste.

 

Nel recentissimo passato vari sono stati infatti gli episodi in cui le biblioteche comunali avrebbero dovuto sbarazzarsi di firme ritenute poco gradite per ordine superiore. In alcuni casi perché “accusati” di sostenere reduci degli anni di piombo come Cesare Battisti e dunque accusati di fiancheggiare logiche terroristiche poco realistiche. Oppure, in altri, perché a mezzo stampa (o più spesso web) avevano osato criticare le venature neanche così marginali di razzismo, omofobia e forme varie di intolleranza.

 

Adesso gli scrittori hanno ricambiato le attenzioni ricevute. E non di certo per un senso di vendetta, ma per riportare con i piedi per terra questi sedicenti secessionisti infilatisi nelle stanze dei bottoni e finiti per essere ostaggio dei lacci economici tessuti dal socio-alleato di maggioranza, il Pdl. Oggi i due partiti non sono più al governo e da pochissimo il nuovo esecutivo Monti si è insediato per salvare l’Italia dal baratro aperto da debito pubblico e speculazioni finanziarie sui mercati dei titoli di Stato. Ma loro, i leghisti, rimangono in circolazione, cercando di ricostruirsi una verginità di movimento di popolo e di denuncia. E cercando di far dimenticare a tempo di record il disastro dell’esperienza di governo.

 

Tra ministeri al nord chiusi prima di aprire e parlamenti verde dipinti da opporre a un istituzionale emiciclo da cui potrebbero essere espulsi alla prossima tornata elettorale, i leghisti hanno ragione su un punto: occorre tornare a ritrarli alle origini e nelle loro terre d’origine. E gli scrittori che hanno mandato un racconto per “Sorci verdi” lo fanno. Parlano di arroganti piccoli plenipotenziari, amministratori pubblici e senatori, rampolli “deficienti” (di nome e di fatto) e annoiati adolescenti che le provano tutte (le droghe). È un mondo becero, quello ritratto nell’antologia, che fa ridere spesso, ma che, a rifletterci un po’, fa ridere amaro.

 

Più che una raccolta di racconti, lo si potrebbe definire un breve trattato di antropologia. E per usare le parole che introducono il volume, ecco allora che dalla tipografia arriva “uno spaccato di (dis)umanità, a volte descritto con ironia e leggerezza, come se una cinepresa fosse piantata negli occhi dei protagonisti, per raccontare un mondo di ordinario razzismo. Un libro che colpisce allo stomaco e spesso lo oltrepassa. E che, nonostante la fantasia e l’invenzione dei suoi personaggi, racconta un’Italia vera”.

 

Antonella Beccaria

17-11-2011

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