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Dopo l'incredibile vicenda del pogrom contro i nomadi, il quartiere Vallette racconta un'altra veritą, molto pił scomoda

Post n°5677 pubblicato il 13 Dicembre 2011 da cile54

Torino, storia di degrado e media impazziti

Il quartiere degradato con i palazzoni, con i meridionali degli anni sessanta che sono ancora terroni. Il tifo organizzato che ha voglia di menare le mani e l'odio che, intrinseco all'essere umano, erompe. Gli ingredienti per raccontare la triste storia della ragazzina torinese vittima di un mondo di adulti folle senza sporcarsi troppo le mani ci sono tutti. I poveri ignoranti e razzisti, i miserabili senza cervello sono pur sempre un sorso di retorica che placa la sete di verità.Oggi.

Il quartiere della vallette è povero, si dice. Può essere, anche perché la maggior parte degli sforzi delle ultime amministrazioni comunali, tutte targate centro sinistra, sono stati diretti verso il centro luna park. Inutile descrivere questa periferia fatta di casermoni, viali vuoti, centri commerciali che si susseguono e lo stadio della Juventus.

Ma ieri, dopo l'incredibile vicenda del pogrom contro i nomadi, il quartiere Vallette raccontava un'altra verità, molto più scomoda. “Lo dicevano tutti che erano stati gli zingari”, “c'era scritto sui giornali”, “l'ha detto la televisione”. Così si giustificava il quartiere di fronte all'accusa di essere solo un accampamento di barbari. Dove tutti, la televisione e i giornali non sono scuse campate in arie e assomigliano tanto all'altra retorica che va di moda in questi giorni: lo dice l'Europa, ce lo chiedono i mercati, gli investitori devono essere rassicurati.

Qualche esempio inerente il dramma di Torino può chiarire.

La Stampa, titolo: Mette in fuga i due rom che violentano la sorella. Catenaccio: vittima una sedicenne, caccia agli aggressori. Nell'articolo spuntano i condizionali ma il messaggio è così chiaro che perfino il caporedattore del quotidiano torinese chiede, in un successivo articolo, scusa ai lettori e parla apertamente di razzismo involontario.

Torino Cronaca: Stuprata a quindici anni in mezzo ad una strada. «Erano due zingari». Prima riga, non virgolettata, quindi non è una testimonianza: stuprata in strada da due zingari. Il virgolettato del titolo riporta la testimonianza del fratello della vittima. Nello sviluppo del pezzo gli articolisti fanno emergere dei condizionali e sottolineano anche che la procura sta indagando i pur presenti punti oscuri della vicenda.

Libero.it: Stuprata quindicenne da due stranieri nell'androne di un palazzo. E' successo a Torino: i carabinieri cercano due immigrati che hanno portato via il cellulare della minorenne.

Quanto queste interpretazioni giornalistiche abbiano inciso sul sentire comune di una comunità è comprensibile facendo un giro nel quartiere che ora deve patire l'accusa di razzismo, quasi fosse una caratteristica antropologica di chi vive in luoghi complicati. Il ministro giustamente intima che nessuno può fare il giustiziere ma sorvola sul ruolo di chi crea l'informazione.

Altro capitolo torinese.

“Ora che la pioggia è riuscita nell’impresa in cui aveva fallito il sindaco Piero Fassino, ossia lo sgombero del campo nomadi abusivo sul Lungo Stura Lazio, mi auguro che il comune provvederà all’identificazione di tutti gli irregolari che vivevano in quel campo. Se questo non dovesse accadere, e i nomadi dovessero rioccupare abusivamente quell’area, la responsabilità sarà solo del sindaco. I torinesi vogliono meno salotti radical chic e meno zingari irregolari”. Queste sono le parole di Davide Cavallotto, deputato della Lega Nord, pronunciate dopo le piogge di novembre.

Ed ecco la testimonianza di Luca la Vaille, consigliere circoscrizionale di Sel e presente al corteo di sabato scorso poi degenerato come tutti sanno: “Ho visto scene che non avrei mai immaginato. Un odio razziale pazzesco. Frasi del tipo «spero ti violentino tua madre e tua sorella» pronunciate da una ragazza rivolta a un carabiniere che cercava di fermarli. Quando sono arrivati i pompieri si sono messi in mezzo per non farli passare al grido «devono bruciare tutti.» Sembrava un brutto film e invece era tutto vero, stava succedendo a Torino, sotto i miei occhi. Lo scoprire che la ragazza si era inventata tutto ha solo aumentato il rammarico e lo sgomento. E’ stata una brutta serata. Vedere e sentire famiglie con bambini, donne e anziani incitare i più facinorosi a dare fuoco a tutto e tutti è stato uno spettacolo avvilente. Ho sentito una quantità impressionante di frasi che grondavano odio razziale.”

Ma oggi è la storia cambia anche se rimane lineare nel suo tratteggiare colpe e responsabilità: i barbari ci sono e sono tra noi. Prima erano gli zingari, adesso sono le persone normali che chissà perché decidono di scatenarsi e danno fuoco ai diversi. I miserabili tendono a scannarsi fra loro, quindi. Capita

 

Maurizio Pagliassotti

12/12/2011

 
 
 
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