RACCONTI & OPINIONIPagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti |
Segui il nuovo blog "Lavoro e Salute" su wordpress www.blog-lavoroesalute.org
---------------------------------------
Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org
Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.
Tutti i numeri in pdf
LA RIVISTA NAZIONALE
MEDICINA DEMOCRATICA
movimento di lotta per la salute
TUTTO IL CONGRESSO SU
AREA PERSONALE
MENU
CERCA IN QUESTO BLOG
MAPPA LETTORI
« Attacco all'informazion... | È nell’ordine delle cose... » |
Addio a Giorgio Bocca, un partigiano. Non un comunista, uno contradittorio su tante cose ma un grande e libero giornalista
Post n°5745 pubblicato il 26 Dicembre 2011 da cile54
ADDIO AD UN PARTIGIANO GIORNALISTA
Giorgio Bocca se ne è andato, a 91 anni dopo averne viste e fatte tante. Ci mancherà anche se non era comunista, anche se per qualcuno, forse troppo miope, era anti comunista e sbagliava. Basta leggere con cura le invettive scritte negli ultimi anni sul Venerdì di Repubblica, basta leggere la sua indignazione verso una forbice che si allargava fra chi più aveva e chi più era escluso. Bocca era stato partigiano, comandante partigiano, e conservava ancora quel lucido schierarsi quel decidere da che parte stare. Coglieva il fascismo della seconda repubblica, non il ciarpame berlusconiano ma i dettagli di una logica neoautoritaria in cui il lavoro non conta più in cui la speculazione e la finanza muovono e decidono su tutto, in cui la politica rinuncia al suo ruolo. Avesse avuto 30 anni di meno lo avremmo forse visto in piazza e non certo dalla parte di Marchionne, con gli studenti e non con la Gelmini, con i precari e non con i retaggi del programma di Sacconi. Bocca restava soprattutto antifascista, nel sangue e nell'occhio con cui guardava il mondo, il Paese e le sue miserie, disprezzava tanto i governanti quanto la finta opposizione, parlava, lui ultranovantenne, dell'importanza di salvare la terra come bene comune. Scriveva su Repubblica solo grazie al fatto che di quel giornale aveva fatto la fortuna, avesse avuto meno prestigio, lo avrebbero già sbattuto fuori, troppo fuori dal coro, così poco adatto ai miasmi veltroniani. Il suo giornalismo era partigiano, antifascista e laico e poco si sposa con la palude quotidiana. Non piaceva a tanti Bocca, gli stessi che oggi lo rimpiangono con lacrime false e fastidiosi omaggi, di quelli che avrebbe scacciato con un calcio, da montanaro rude e diretto, privo di doroteismo. Alcune sue idee erano frutto di pregiudizi assurdi, sul Sud, sui giovani, ma nel piatto della bilancia pesa anche il fatto di aver voluto, forse per primo, considerare la lotta armata non con le solite frasi sbrigative ( problema di ordine pubblico) ma come segno di una profonda inquietudine sociale che nasceva in fabbrica e entrava nelle mutazioni delle città, delle metropoli, forse perché invece di limitarsi a osservare, lui con i militanti delle BR ci parlava. Un giornalista che ci mancherà, un partigiano in meno in un Paese che ha bisogno ancora e molto di partigiani! Stefano Galieni 25/12/2011 |
L'informazione dipendente, dai fatti
Nel Paese della bugia la verità è una malattia
(Gianni Rodari)
SI IUS SOLI
notizie, conflitti, lotte......in tempo reale
--------------------------
www.osservatoriorepressione.info
G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI
Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.
Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.
> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.
Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
omicidio di Stato
DARE CORPO ALLE ICONE