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La Grecia è vicina, ce ne stiamo accorgendo sulla nostra pelle, nonostante Repubblica continui a falsare la realtà

Post n°6128 pubblicato il 20 Marzo 2012 da cile54

GRECIA, ORA IL VERO DRAMMA TRA PRIVATIZZAZIONI, MALATTIE INFETTIVE E LICENZIAMENTI

 

Privatizzazioni a valanga, situazione sanitaria in picchiata, scioperi e licenziamenti. La vera tragedia per la Grecia comincia ora. Calato il sipario del colpo di Stato finanziario ordito dalla Bce e dal Fondo monetario internazionale con la complicità dell’Ue e della Merkel, ora il popolo greco si trova a dover fare i conti con la povertà reale.

Donne senzatetto incinte lasciate in strada, gruppi di persone che rovistano nella spazzatura, studenti costretti a fare la fila ai centri di sussistenza per bisognosi e ora anche la diffusione di malattie gravi, ma che sarebbero tranquillamente curabili in un sistema sanitario funzionante. E’ la fotografia che dava nei giorni scorsi “Wall street Italia on line”, che parla senza mezzi termini di un forte aumento dei casi di malaria e Aids. Il tasso di incidenza delle due malattie infettive tra i tossicodipendenti e tra soggetti che fanno uso di droghe per iniezione – secondo quanto denuncia Medici Senza Frontiere - è balzato dell'1,25% nei primi 10 mesi del 2011 rispetto all'anno prima. La malaria, per la prima volta da quando al potere c'erano i colonnelli, è diventata endemica nella parte meridionale del paese, ovvero una malattia infettiva costantemente presente.

Reveka Papadopoulos, numero uno dell'organizzazione sanitaria ellenica, ha sottolineato che in seguito ai tagli alla salute, compresi tagli al personale e riduzione del 40% dei finanziamenti agli ospedali, i servizi sociali "sono in una situazione molto difficile, se non in uno stato di sfacelo", precisando che sono segnali chiari di un sistema che non ce la fa più. I tagli pesanti, orizzontali e "ciechi" hanno coinciso con un aumento del 24% della domanda per servizi ospedalieri, spiega Papadopoulos, "in gran parte perché la gente non si può più permettere di ricorrere ai sistemi di assistenza privata. L'intero sistema si sta deteriorando".

Che la privatizzazione sia il vero nodo della fase che sta drammaticamente attraversando la Grecia lo mette in evidenza anche il vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella. “La vera speculazione sulla Grecia è in atto ora, l'indebolimento della Grecia rende i suoi asset molto appetibili; il Paese sarà costretto a un grande processo di privatizzazione e in quell'ambito ci sarà la speculazione”, sottolinea Pittella, che domenica ha presentatol suo libro sull'Europa 'Sull'orlo del baratro’ scritto con il giornalista Francesco De Filippo. “Io vedo l'interesse dei grandi speculatori internazionali - ha aggiunto Pittella - ma non è possibile che il Partenone, per fare un esempio suggestivo, finisca nelle mani di un privato”.

Intanto nel paese continuano le agitazioni dei lavoratori. Le navi e i traghetti in Grecia resteranno attraccati nei porti dalle 06.00 di questa mattina fino alle 06.00 di mercoledì 21 marzo, per effetto di uno sciopero di 48 ore, proclamato dalla Federazione Nazionale Lavoratori Marittimi (Pno). Lo sciopero dei marittimi preoccupa molto gli imprenditori agricoli delle isole, che temono per i loro prodotti. Gli agricoltori di Creta hanno già chiesto agli scioperanti di rivedere la loro posizione, mentre il Presidente della Regione dell' isola, Spyros Arnaoutakis, ha chiesto l' intervento del ministero dello Sviluppo, per trovare una soluzione per prodotti deperibili. I marittimi non sembrano disposti a fare passi indietro e chiedono fra l' altro, la firma dell' accordo collettivo di lavoro e che non vengano aboliti il loro Ente di Previdenza Sociale (Nat) e l' Ufficio del Lavoro Marittimo. Oltre al settore turistico e dei trasporti nei guai neri è anche il sistema dei mass media. In Grecia sono ormai senza lavoro il 30 per cento dei giornalisti professionisti mentre si allunga la lista delle testate che hanno cessato le pubblicazioni, a iniziare dallo storico Apogevmatini, chiuso allo scoppio della crisi nel novembre 2010, nonostante fosse di proprietà del gruppo Sarantopoulos. Stesso destino per il settimanale economico Kosmos tou Ependyti, che aveva visto la sua diffusione ridursi al contagocce. E per quelli che ancora vanno in edicola, la situazione non è migliore: il secondo giornale più diffuso del paese, Eleftherotypia, non riesce a pagare i suoi 135 giornalisti dallo scorso agosto e la proprietà ha presentato istanza di fallimento al tribunale di Atene, lamentando debiti per oltre 50 milioni

 

Il sindacato dei giornalisti ha denunciato come gruppi editoriali come la tv SKAI o il giornale Ethnos stiano incalzando i loro dipendenti per rinegoziare i contratti di lavoro con tagli salariali fino al 30 per cento. E c'è chi va oltre, come spiega una giornalista economica, che preferisce rimanere anonima, il cui datore di lavoro “chiede che i nostri stipendi vengano ridotti di quasi la metà a 450 euro al mese”. Le cose non vanno meglio neppure nei media statali, dove i licenziamenti hanno colpito i lavoratori della televisione e della radio NET oltre alla agenzia di stampa Amna, mentre gli altri hanno sperimentato un taglio delle buste paga del 25 per cento in linea con quello effettuato agli altri dipendenti del settore pubblico. Ma non è solo una questione di posti di lavoro e stipendi. Come spiega Dimitris Trimis, presidente dell'ESIEA, il sindacato dei giornalisti greci, il rischio è che la crisi finisca con il limitare il diritto dei cittadini all'informazione. “Ci stiamo dissanguando - sottolinea Trimis - assistiamo a un numero crescente di giornalisti che lavorano come free-lance, con salari bassissimi e nessuna tutela”. L’Esiea ha offerto più di 340.000 euro in aiuti e cibo ai colleghi dall'inizio della crisi.

Fabio Sebastiani

19 marzo 2012

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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