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L'aspetto pių osceno di questa campagna contro i diritti del lavoro č la strumentalizzazione del dramma dei giovani
Post n°6163 pubblicato il 28 Marzo 2012 da cile54
ART.18: LA SETTIMANA Preoccupazione e paura, questi paiono essere i sentimenti più diffusi tra lavoratori e lavoratrici, di questo si discute la sera a cena nelle famiglie, a mensa o nelle pause nei luoghi di lavoro. Preoccupazioni e paure che vengono alimentate da una campagna mediatica ossessiva che non da tregua:"... se non si fa la riforma del mercato del lavoro si va di nuovo verso il baratro economico...." L'uso sfrenato delle tecniche a effetto choc dei media vengono poi condite con un mare di balle e di dati falsi da giornalisti molto servili. Si dice ad esempio che le tutele dell'art.18 della Legge 300 riguarderebbero la minoranza dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti. E’ vero, secondo lo studio della Cgia di Mestre, che le aziende con più di 15 dipendenti, interessate al reintegro di un lavoratore licenziato per ingiustificato motivo o ingiusta causa sono una minoranza, circa 156.000 su un totale di 5.250.000 imprese presenti in Italia. Ma è falso che questo diritto riguardi una minoranza di lavoratori:nelle aziende con più di 15 dipendenti sono occupati circa 7,8 milioni su 12 milioni di operai impiegati occupati stabilizzati nel settore privato. E’ il 65% dei lavoratori occupati. Il fatto di togliere diritti al 65% dei lavoratori e lavoratrici delle aziende con più di 15 dipendenti non porta un maggiore benessere e sicurezza al restante 35% dei lavoratori delle piccole aziende... I giovani ora senza lavoro non troveranno particolare sollievo ad apprendere che in famiglia anche papà e/o mamma ultracinquantenni, ben lontani dalla pensione, hanno perso o stanno per perdere il lavoro per ... fare spazio .... ai giovani. L'aspetto più osceno e imperdonabile di questa campagna è la strumentalizzazione del dramma dei giovani e delle ragazze senza lavoro contro i padri "privilegiati" in quanto "protetti" dall'art.18 della Legge 300/70 Il tentativo d'indurre sensi colpa nei lavoratori anziani che, in quanto "portatori di diritti", danneggerebbero i giovani, i propri figli, è un'altra operazione crudele e stupida che disvela il sadismo di coloro che animano questa campagna. E' facile per chi ha seguito i programmi televisivi individuare i personaggi del governo che hanno animato questa comunicazione malata e nociva. Il governo Monti è un governo squisitamente politico che ha dilatato il perimetro del proprio mandato fino a porsi l'obiettivo ambizioso di "ridisegnare" la società italiana e le complesse relazioni che stanno alla base del vivere civile con una sequenza d'interventi lampo, dalle pensioni al mercato del lavoro. Il tentativo di "plasmare" secondo i dogmi del neoliberismo il sistema di relazioni sociali e di cancellare i diritti di base che supportano la coesione sociale è l'obiettivo politico,non tecnico, di questo governo d'emergenza. Abbiamo affrontato questi aspetti di politiche generali del lavoro perchè hanno diretta attinenza con il tema della gestione dei rischi per la salute e la sicurezza nel lavoro. Con quale spirito, con quale grado di libertà d'espressione i lavoratori e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza solleveranno obiezioni sul luogo di lavoro per richiedere un intervento di bonifica o un cambiamento di organizzazione del lavoro per eliminare un rischio quando sapranno che su di loro incomberà la minaccia di un licenziamento per ragioni economiche .... ? Gli aspetti della salute della sicurezza e della qualità del lavoro non paiono essere nel catalogo delle priorità di questo governo. Se questa "riforma" o meglio "controriforma"" dovesse passare nelle modalità disegnate dal presidente Monti e dalla ministro Fornero avremo luoghi di lavoro con lavoratori silenziosi e impauriti: non è con la paura e il conformismo che si realizza il lavoro e i prodotti di qualità.. Per questi motivi la protesta pacifica e democratica contro le misure del governo è sacrosanta. Gino Rubini 27 marzo 2012 www.diarioprevenzione.it |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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