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Torino: i tagli sono continui ai servizi sociali e sui beni comuni, si č creata una spirale depressiva che ammazza la cittā

Post n°6414 pubblicato il 24 Maggio 2012 da cile54

GENITORI E INSEGNATI OCCUPANO GLI ASILI CONTRO FASSINO

 

Crollerà a Torino la prossima settimana la promessa di matrimonio Pd-Sel? Uscirà dalla giunta Fassino il partito di Vendola creando una lacerazione a livello nazionale? Questa possibilità, fino a poco tempo fa remota, potrebbe realizzarsi in virtù dell’agenda politica cittadina che prevede privatizzazioni selvagge sempre più avversate dalla cittadinanza. Lunedì pomeriggio circa duecento tra genitori ed educatrici (di ruolo e non) hanno occupato l’asilo comunale di via Giulio a Torino per quattro ore. Un’occupazione vera, fatta da gente comune esasperata. Giunti in corteo i genitori sono entrati dentro il cortile e lì sono rimasti sino all’arrivo dell’assessore Maria Grazia Pellerino e di alcuni consiglieri comunali, ricoprenti il ruolo di “pacieri”. Le truppe di pace hanno aspettato diverso tempo prima di raggiungere le mamme, i papà e alcune maestre: probabilmente perché non hanno reputato urgente ascoltare quella parte di Torino che non crede alle loro promesse e che teme che il servizio educativo possa subire un peggioramento qualitativo. Come è noto la gestione didattica di nove nidi finirà nella pancia delle cooperative torinesi. I genitori sono da lunedì protagonisti più che mai di una lotta che li porta a difendere il futuro dei loro piccoli, e anche quello del personale che rischia di perdere il posto, nel più nero dei casi, oppure di peggiorare le condizioni di lavoro, nel migliore. Ovviamente dopo anni di fedele servizio precario. L’occupazione è stata ideata ed eseguita da molti genitori aderenti al Coogen (Comitato genitori) che si e’ schierato in prima linea in questa protesta. Il giorno successivo, martedì, la quinta commissione si è riunita in Comune per discutere la famosa delibera che prevede la privatizzazione del servizio educativo per nove asili. A parole quasi tutti i consiglieri comunali sono molto critici verso il testo che con ogni probabilità loro stessi voteranno, magari con qualche minima variazione, martedì prossimo. Curto e Grimaldi, i due consiglieri di Sinistra Ecologia e Libertà, combattono una guerra ambigua, probabilmente indirizzata verso l’elettorato non coinvolto nella vicenda che deve essere rassicurato. Il primo, nei giorni precedenti, ha però messo in dubbio il suo voto favorevole alla delibera. Un passo molto impegnativo. E a sentire le sue parole di martedì mattina, le sue richieste di chiarimento, il suo tono duro non dovrebbero esserci dubbi. Sarà un consigliere comunale torinese di Sel a stracciare la foto di Vasto? Durante l’incontro il massimo viene raggiunto da tale Ricca della Lega Nord che, relativamente al problema del pagamento delle rette ,direttamente alle coop oppure al Comune, dice che sarebbe preferibile la seconda ipotesi perché così “almeno si manterrebbe una parvenza di pubblico”. Dice proprio “parvenza”. E gli altri presenti, che sostengono sempre ed in ogni dove che il servizio, pardon la governance, rimarrà “in mano al pubblico” mica se lo sono mangiato per traverso il povero Ricca, che semplicemente dice la verità e denuda così il re Fassino e la sua pletora. Per inciso le rette dovranno essere pagate a chi prenderà in gestione il servizio educativo. Nella fiera della verità si evince che non potrà esserci nessuna gestione orizzontale (dipendenti coop e comunali sullo stesso servizio) degli asili oggetto della privatizzazione. Nella ressa erompe da qualche bocca un commento, probabilmente dal dirigente comunale Garbarini “perché avremmo un ricorso ogni due giorni.”. Una consigliera del Pd critica il passaggio della delibera in cui si evidenzia che “attualmente” il numero degli asili nidi da privatizzare è pari a nove. L’assessore Pellerino (Sel) commenta che l’aggettivo “attualmente” è “infelice”. L’unico che appare veramente convinto di quello che fa è Luca Cassiani, il presidente di Commissione del Pd: consapevole della aleatorietà della discussione invita gli “insorti” a velocizzare i lavori. Uno spettacolo durante il quale buona parte dei consiglieri si distrae compulsivamente con le tavolette, messaggia, chiacchiera, si alza e parla con il pubblico, fa battute. Alla fine giunge la votazione tecnica: maggioranza compatta, tutti gli insorti in libera uscita tornano all’ovile. Diranno poi che è stato un voto tecnico necessario per procedere alla stesura dei rivoluzionari emendamenti che verranno poi portati in consiglio la prossima settimana e che saranno oggetto della votazione finale. Di oggi è invece un nuovo attacco del Cogen che spedisce una lettera d’accuse molto dura al sindaco Fassino ed alla sua maggioranza. Nello scritto, che a tratti appare sconsolato per la mancanza d’ascolto, o il finto ascolto, riservato a genitori e agli insegnanti in questi mesi, sono demoliti i dati con cui il la giunta sostiene che la privatizzazione in corso del servizio educativo in fondo cambi poco la situazione. Che dire? La città di Torino corre spedita verso la fine che ha fatto Parma, sommersa dai debiti voluti dalle amministrazioni precedenti, di cui l’attuale è degna figlia. I tagli sono continui e creano una spirale depressiva che ammazza la città. Un solo esempio può spiegare meglio il disastro in corso: il Comune venderà quasi completamente l’inceneritore che, come tutti sanno, è ancora in fase di costruzione. Una bomba sanitaria finirà in mano ai privati? Oppure sarà ceduta a Iren che, almeno questa volta, una parvenza di pubblico può ancora vantarla?

 

Maurizio pagliasotti

AUTORE de Chi comanda Torino, ed castelvecchi Rx

24/05/2012

 
 
 
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