Blog
Un blog creato da cile54 il 09/01/2007

RACCONTI & OPINIONI

Pagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti

 
 

www.lavoroesalute.org

Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org

Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.

Tutti i numeri in pdf

www.lavoroesalute.org

 

LA RIVISTA NAZIONALE

www.medicinademocratica.org

MEDICINA DEMOCRATICA

movimento di lotta per la salute

 TUTTO IL CONGRESSO SU

www.medicinademocratica.org

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 180
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

MAPPA LETTORI

 

ULTIME VISITE AL BLOG

cile54cielostellepianetiindustriametallisbaglisignoramonellaccio19cardiavincenzocassetta2nomadi50m12ps12maremontyAlfe0Sassar0liiltuocognatino2BiSa62NonnoRenzo0
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« IL TAV come tutti i gran...Spett.le redazione di La... »

Ruoli e stereotipi di genere nella società neoliberista. Passare dalla manipolazione alla lettura alternativa e resistenza

Post n°6519 pubblicato il 16 Giugno 2012 da cile54

Un ’genere’ di comunicazione 

 

Può sembrare quasi superfluo sottolineare l’importanza che l’informazione e la comunicazione hanno nel veicolare i valori del sistema dominante, eppure credo sia fondamentale, in una giornata di approfondimento e di lotta come questa, spendere una parola sul ruolo che i media hanno avuto ed hanno tuttora nel perpetuare una cultura sessista.

 

Tutto il ‘progresso’ e la tecnologia degli ultimi decenni, si sono da subito rivelati mezzi utili, alle volte fondamentali, per promuovere in maniera capillare un preciso modello capitalista della donna e del suo ruolo all’ interno della società: il modello della donna “mamma”, della donna “casalinga”, della donna “in carriera”, della donna “manager”, che si prestano alla perfezione alla dialettica sfruttatore-sfruttato propria del capitalismo e di cui si fanno megafono tutte quelle donne che credono che la risoluzione passi attraverso la promozione sociale. Ancora oggi si tende troppo spesso, infatti, a confondere l’emancipazione giuridica ed economica con quella sociale e culturale che è invece strettamente connessa alla lotta di classe e che non può quindi prescindere da una critica radicale della società neoliberista basata sui criteri di produttività e di mercato. Criteri, questi ultimi, che trovano nella televisione e nella pubblicità il massimo canale di promozione e consolidamento.

 

La televisione, imponendoci l’immagine, ci ha educati all’immagine stessa, facendo della donna un oggetto privo di contenuti, necessario soltanto a vendere o ad aumentare l’audience. Anche quando questa è messa a servizio della comunicazione di genere, ci si limita spesso e volentieri soltanto alla censura del nudo femminile, senza affrontare una reale discussione di genere, con il buonismo borghese tipicamente utilizzato nei confronti di ogni minoranza con cui si scontra.

 

Aspetto ancor più grave dei mass media in genere è il vigere, negli spazi da essi occupati, della dittatura del vis grata puellae (violenza gradita alla ragazza), tipico della cultura maschilista, in cui una donna è spesso costretta a fare buon viso a cattivo gioco, assecondando molestie linguistiche e psicologiche e limitando la propria libertà sessuale. Questo tipo di condotta risulta particolarmente pericoloso in quanto tende a normalizzare e giustificare atteggiamenti violenti da parte degli uomini e si ripercuote nella colpevolizzazione delle vittime da stupro che quotidianamente ci viene propinata in forma più o meno esplicita.

 

C’è però da dire che negli ultimi anni si è verificato un ulteriore passo avanti nel processo di svalutazione della donna. La determinazione e la mancata accettazione della “pacificazione sociale” del movimento femminista, sono state avvertite dalle istituzioni che hanno prontamente risposto con un raffinamento della violenza di genere, che non si limita più ad essere arroganza palese ma che si traveste da emancipazione consapevole.

 

Ed è così che nel 2010 nasce la7d, d come donna, che propone una programmazione “al femminile” in cui la cucina sembra essere la principale preoccupazione ed occupazione; è così che nel 2011 nasce il movimento “Se non ora quando”, assolutamente interno al sistema e che appoggia ed è appoggiato dal governo attuale; ed è così che in occasione delle manifestazioni contro le discariche campane nascono le “mamme vulcaniche”, che pur portando avanti una protesta contro il sistema, rimangono perfettamente aderenti ai ruoli da questo impostogli ed anzi se ne fanno portavoce; ed è così che nel 2007 nasce la campagna “Rispetto per le donne” di Lactacyd, che sottoforma di sondaggi di genere non fa altro che promuovere e divulgare stereotipi e pregiudizi sulle donne. Utilizzando una metodica che ricorda tanto quella “del bastone e della carota”.

 

Il potere e chi di dovere hanno ben chiaro l’importanza della svalutazione della donna e ancor più delle sue lotte.

 

Informazione e comunicazione non sono però soltanto strumenti di manipolazione, ma anche di resistenza e di lettura alternativa, al servizio dei cambiamenti sociali. Ed è proprio in questo ambito che si inserisce un altro aspetto fondamentale dell’influenza esercitata dai mass media, non dipendente da ciò che viene pubblicato, ma da ciò che non viene pubblicato.

 

Oggigiorno sembra infatti valere nella politica come nella società tutta, il paradigma del “pubblico ergo sum”. Si esiste politicamente se si esiste mediaticamente. Siamo per questo costrette a fare i conti con il fatto che la vittoria di questo ordinamento sociale, neoliberista e patriarcale, ha prodotto una forma di neo-analfabetismo di ritorno rispetto alla politica. E questo comporta il tentativo in atto di trascinare il femminismo in un indistinto femminile, con una riproposizione forte dei ruoli che ci viene trasmessa in maniera prepotente e insistente dai media.

 

E’ perciò necessario, in un mondo globalizzato che aspira al conformismo assoluto di tutte le masse, recuperare parole, categorie e rappresentazioni che appartengano al percorso di liberazione e costruire realtà autorganizzate e autonome anche nella comunicazione.

Laura Carbonari

Dagli atti dell’Incontro Nazionale Separato " Il privato è politico, il sociale è il privato" (Roma, 2 giugno 2012)*

per altri interventi vedi http://coordinamenta.noblogs.org

www.womenews.net

10|06|12

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

--------------------------

www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963