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Da subito aumento dei costi per curarsi e subito dopo eliminazione di 10mila dipendenti della pubblica amministrazione
Post n°6598 pubblicato il 02 Luglio 2012 da cile54
Spending review: tagliano ancora il finanziamento alla sanità invece degli sprechi Non è accettabile che il Governo “usi” la spending review per ridurre ancora il finanziamento per la sanità, confermando i pesanti tagli lineari di questi ultimi tre anni (17 miliardi cumulati, con quasi tre miliardi di nuovi ticket e aggiungendone altri.... Cala la mannaia su 10mila statali La chiamano “spending review”, ma declinata nel contesto del reale e tradotta in “volgare” italiano suona pressapoco “prendi di più”. Si tratta della nuova manovra che sta procedendo sottotraccia, nell’attesa di venire varata nel corso della prossima settimana e dovrebbe consentire al governo di raschiare ulteriormente il consunto fondo del barile, alla ricerca di qualche miliardo, buono per finanziare le missioni di guerra all’estero e tamponare qua e là i buchi di bilancio. Oggetto della manovra sarà in primo luogo la spesa in medicinali delle ASL e degli ospedali, che verrà sottoposta ad un severo ridimensionamento, ma anche il taglio dei buoni pasto dei dipendenti statali da 7 euro a 5 e la possibilità di posticipare a gennaio il pagamento delle tredicesime. Ma la parte del leone, nell’ambito del reperimento delle risorse, dovrebbe arrivare dall’eliminazione di 10mila dipendenti della pubblica amministrazione che saranno oggetto di un’enorme purga da portare a termine con il ricorso alla cassa integrazione, all’Aspi ed ai prepensionamenti, consentendo perfino deroghe alla riforma Fornero, affinché possano andare in pensione con le vecchie regole anche coloro che hanno maturato i requisiti nei primi mesi di quest’anno. Procedendo in questo modo alla creazione di un gruppo di esodati (la politica quando parla italiano non si preoccupa di conoscere la grammatica) che saranno meno esodati degli altri. Per meglio indorare la pillola ai molti, in primis ai malati, ai quali questa manovra andrà a saccheggiare le tasche, viene usata per l’ennesima volta l’immarcescibile spada di Damocle costituita dall’aumento dell’IVA. Se la manovra otterrà l’effetto voluto e riuscirà a coprire l’introito previsto di 4,2 miliardi di euro derivante dall’aumento dell’Iva di settembre, per i 4 mesi dell’anno in corso, tale aumento per quanto concerne il 2012 verrà accantonato. Ma si riproporrà nel 2013, a meno che attraverso nuove tasse e tagli il governo non riesca a reperire 13, 2 miliardi di euro che sono il suo valore per l’anno prossimo. e poi altri 13,2 miliardi per il 2014. In parole povere se l’Iva non aumenterà a settembre, aumenterà a gennaio, ma potrebbero anche venire tagliati nuovi farmaci, nuove spese sanitarie e magari licenziati 30mila lavoratori, facendo si che resti ancora dov’è. Fino a gennaio 2014 ovviamente, o se preferite fino a quando ci saranno farmaci e servizi sanitari da tagliare e dipendenti statali da licenziare. Dopo aumenterà comunque. Le missioni di guerra, le banche e le grandi opere sono cose sacre e sovvenzionarle costa molto, ma si tratta di spese inderogabili dalle quali non si può prescindere. Monti ci ha già salvato dalla Germania, mettendo a sedere la Merkel, ma non può pensare a tutti lui, occorre che ciascuno faccia la propria parte. Marco Cedolin 1/7/2012 www.informarexresistere.fr |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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