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Pensioni d'oro, non solo quelle dei boiardi di Stato ma anche quelle dei tecnoministri sono protette dalla famiglia PD/PDL

Post n°6601 pubblicato il 03 Luglio 2012 da cile54

Stangata per gli statali ma non per ministri, generali e capoccioni

Il governo, ha detto no all’inserimento di un tetto alle pensioni d’oro, nonostante abbia varato la riforma previdenziale più dura dal dopoguerra ad oggi.

Il perchè non si sia arrivato a mettere un tetto di 6.000 euro è presto detto: di pensioni tra i banchi dell’esecutivo ce ne sono diverse di alto reddito che in parte aiutano a spiegare la reticenza con cui l'esecutivo ha affrontato finora il tema dei tetti agli assegni della previdenza pubblica.

Che fine farà l'emendamento presentato dal deputato Pdl, Guido Crosetto, indicava in 6mila euro netti mensili il massimo percepibile da una pensione pubblica? qualcuno lo riprenderà?.

Quell'emendamento è stato ritirato dopo le insistenti "pressioni" da parte del governo e degli stessi colleghi di Crosetto.

Il sottosegretario Gianfranco Polillo, sa bene di cosa parla perché è titolare di una pensione di 9.541,13 euro netti al mese percepita dall'ottobre del 2006 dopo oltre 40 anni di servizio come funzionario della Camera.

A pensar male, ovviamente, si dovrebbe ritenere che è la propria pensione a indurre a smussare un provvedimento tutt’altro che simbolico (consentirebbe un risparmio di 2,3 miliardi solo per il pubblico, di 15 estendendolo anche al privato).

Chi sono gli altri beneficiari?

Il ministro del Lavoro Elsa Fornero che in pensione ancora non ci è andata ma che gode di una lunga carriera a cui aggiunge importanti consulenze e incarichi prestigiosi.

Nel 2010 ha dichiarato un reddito di 402mila euro lordi annui, per cui non è difficile prevedere per lei una pensione al limite della soglia-Crosetto.

Ma quanti altri "cloni" di queste figure potrebbero essere salvati?

Ancora altri esempi, magari proprio considerando l’estensione al privato: il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha dichiarato nel 2011 oltre 7 milioni di euro.

Il suo collega allo Sviluppo, Corrado Passera, oltre 3,5 milioni. Per non parlare di Piero Gnudi, con una dichiarazione dei redditi da 1,7 milioni. Legittimo attendersi che, quando andranno in pensione, saranno ben oltre il tetto.

Il ministro Anna Maria Cancellieri dal novembre 2009 è titolare di una pensione di 6.688,70 euro netti al mese. È il frutto di una lunga carriera nell'amministrazione statale, con l'ingresso al ministero degli Interni nel 1972.

Il ministro della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, percepisce 314.522,64 euro di "pensione provvisoria" pari a circa 20mila euro mensili.

 È pubblicata, inoltre, sul sito del governo quella del sottosegretario allo Sviluppo economico, Massimo Vari che percepisce 10.253,17 euro netti al mese, frutto di una lunga attività di magistrato fino a ricoprire la carica di vice-presidente emerito della Corte costituzionale.

 Vari è in attesa di un'altra indennità per gli anni trascorsi alla Corte dei conti europea.

 Così come è pubblicata la pensione di Andrea Riccardi, 81.154 euro lordo annui (circa 4mila euro al mese) frutto del lavoro di docente universitario.

Nella fascia di pensioni superiori ai 4mila euro lordi mensili ci sono 104.793 persone che si riducono all'aumento del tetto individuato (non ci sono dati per fasce superiori ai 4mila euro).

 I risparmi possono comunque essere molto alti.

Basti pensare che l'incidenza degli stipendi dei dirigenti pubblici arriva spesso al 20% dei costi sostenuti con punte del 40% nella Sanità (o, per fare un esempio più piccolo, all'interno della Presidenza del Consiglio).

Del resto, basta guardare la pensione di Geronzi che è di 22.307 euro netti al mese (avete letto bene, ventiduemila euro al mese); la seconda, integrativa, è di 10.465 euro netti mensili.

Come se non bastasse ce n'è una terza, di “soli” 896,38 euro mensili frutto di una pensione “contributiva”. Il totale è di 33.668 euro netti mensili.

Se fosse stabilito un tetto di 5 o 6mila euro, Geronzi dovrebbe rinunciare ad almeno 27mila euro. Un po’ meno se si ponesse a 10mila euro il tetto consentito per il cumulo degli assegni.

USB Giustizia

2/7/2012 15:51

 
 
 
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