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Come mai pochissimi alzano una voce per denunciare questa Polizia, il Ministero degli Interni e questi Governi fantoccio?

Post n°7036 pubblicato il 04 Novembre 2012 da cile54

SANTIAGO DEL CILE, ITALIA

Un gruppo di facchini in agitazione sindacale da tempo, chiede all’azienda per la quale lavora turni meno massacranti ed una riorganizzazione dell’orario, che così com’è ricorda quello degli schiavi nei campi di cotone.

L’azienda, una multinazionale, non ha orecchie per sentire e i lavoratori entrano in sciopero.

Ma serve a nulla la loro protesta, perché è vanificata dalla direzione locale che chiama altri facchini da diverse sue sedi e fa sostituire i lavoratori in sciopero.

La multinazionale, quindi, in questo modo contravviene penalmente e civilmente, ignorando Leggi Nazionali e Contratto di Lavoro, adottando il più grave dei comportamenti antisindacali.

Così il gruppo di facchini, che oltre al danno si becca pure la beffa, decide di scioperare ma con un presidio, visibile, davanti all’ingresso dell’azienda.

Ed ecco che arriva la polizia che in men che non si dica, manganella, prende a calci, trascina sull’asfalto le persone, insulta e "disperde" i lavoratori in lotta; qualcuno resta anche a terra ferito, ambulanze e ricovero ospedaliero.

Da un’altra parte un centro autogestito da studenti universitari, per contrastare il carovita e dare accoglienza abitativa anche a laureandi stranieri, deve essere sgombrato per ordine del sindaco o di chi per esso.

I ragazzi nella struttura stavano suonando chitarre e cantavano, ed ecco la polizia: manganelli, botte, teste spaccate, cariche, rincorsi uno ad uno gli studenti sono stati trattati come bestie da caccia grossa, in piazza, di fronte a passanti e tra i negozi.

Chi era ospitato nel Centro ha dovuto far bagagli in pochi minuti e andare a vivere in mezzo alla strada.

Due episodi che fanno pensare a Santiago del Cile o a Buenos Aires.

Invece il primo è avvenuto a Piacenza, all’Ikea; il secondo a Torino, in via Verdi, terminato con il sangue degli studenti universitari sul selciato di piazza Castello.

Ora io non so quali siano i requisiti per entrare a far parte della Polizia o di altri corpi usati per la Sicurezza, ma da quanto emerge devono essere praticamente assenti.

Pare proprio che i funzionari in divisa e gli agenti non conoscano minimamente le Leggi della Repubblica Italiana, la nostra Costituzione, il Codice Penale.

Sembra che non ne sappiano nulla di Diritti Umani e Civili, se fanno di tutto, come stanno facendo da oltre due decenni, per finire sui Rapporti Internazionali di Amnesty International, Human Rights Watch e ACNUR/UNCHR.

Anzi, più passa il tempo, più il comportamento delle Forze dell’Ordine peggiora e quelli che chiamano "interventi ordinari per la Sicurezza" sono esclusivamente azioni di bieca repressione da Leggi Speciali, dettata da nessun bisogno dell’uso della violenza, perché i manganellati/picchiati il più delle volte sono inermi.

In un’altra manifestazione a Torino la Polizia è stata fatta oggetto di lanci di ortaggi e slogan; anche in questo caso ha caricato, picchiato e disperso.

Eppure non esiste alcuna norma che autorizzi gli agenti a reagire con la violenza repressiva contro le verdure e le grida di chi manifesta.

Un funzionario della Questura torinese, intervistato da una giornalista sul fatto specifico, informa che: "quando la Polizia si trova di fronte ad un muro di oggetti lanciati contro, deve intervenire..."

Di nuovo c’è da chiedersi che tipo di selezioni affrontino certi tizi.

Soprattutto se vengono selezionati.

Perché è squallido, oltre che gravissimo, vedere ogni giorno, agenti in divisa e in borghese che picchiano e assaltano disperati lavoratori che rivendicano i propri diritti, studenti contro questo Stato di cose malsane e vergognose.

Queste Forze dell’Ordine sono le stesse del G8 di Genova, 11 anni fa.

Sono le medesime che hanno fatto dichiarare alla Corte di Cassazione in sentenza definitiva: "chi ha gestito la sicurezza al G8 di Genova, si è macchiato di reati gravissimi contro la persona; nel nostro ordinamento non esiste il reato di tortura seppur richiesto più e più volte all’Italia dalla Corte Suprema Europea, quindi gli autori non possono essere perseguiti, non lo si può neppure fare per gravissime lesioni personali, perché il reato è prescritto; si può affermare che i comportamenti degli agenti e funzionari hanno fortemente danneggiato l’immagine internazionale della nostra Nazione..."

La Corte di Cassazione, quindi, lamenta la vergogna dell’impunibilità assoluta di chi compie reati contro la persona e veste divisa e/o gradi.

Non solo restano impuniti, ma il più delle volte, gli stessi funzionari che "hanno danneggiato l’immagine e la credibilità democratica dell’Italia" vengo promossi a ruoli superiori dai Ministri dei governi che si succedono, uno identico all’altro.

Lo è stato per Manganelli come per De Gennaro.

Restano lì ai loro posti, ai ministeri e ai Servizi, con stipendi da nababbi, alla faccia nostra e di tutti i cittadini menati e repressi illegalmente.

Non è cambiato nulla dal 1960 di Tambroni che faceva sparare sull’Italia, dagli anni ’60 di Scelba o dal 1977 di Cossiga: Giorgiana Masi come Carlo Giuliani.

Anzi, la situazione è peggiorata.

La certezza d’essere tutelati dall’impunibilità assoluta stabilita per Leggi, scritte ad hoc e firmate senza battere ciglio da questo Presidente della Repubblica, ha di fatto diviso in due l’Italia; da una parte i pochi strafottenti nemici assoluti del popolo che si permettono qualsiasi schifo e dall’altra i cittadini comuni, tutti noi, che devono tacere e subire, pagare i loro stipendi e annessi, altrimenti sono botte, e se ti va male c’è la galera, se ti va peggio anche il TSO e fai la fine di Mastrogiovanni.

Non serve chiedere "scusa" come più volte ha fatto Manganelli, se poi alle scuse non seguono atti concreti: dimissioni e riforma radicale delle Forze dell’Ordine.

In conclusione c’è ancora un’ultima amarissima considerazione: ma tutti i politici garantisti, i Costituzionalisti così elegantemente libertati e di sinistra, i giornalisti d’assalto, gli editorialisti coraggiosi, gli scrittori antimafia con le scorte, i pochi sparuti "intellettuali" contro... come mai non alzano una sola voce per denunciare questa Polizia, il Ministero degli Interni e questi Governi fantoccio?

Domanda retorica.

Lucio Galluzzi

3/1/2012 http://bellaciao.org/it

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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