Blog
Un blog creato da cile54 il 09/01/2007

RACCONTI & OPINIONI

Pagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti

 
 

www.lavoroesalute.org

Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org

Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.

Tutti i numeri in pdf

www.lavoroesalute.org

 

LA RIVISTA NAZIONALE

www.medicinademocratica.org

MEDICINA DEMOCRATICA

movimento di lotta per la salute

 TUTTO IL CONGRESSO SU

www.medicinademocratica.org

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 180
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

MAPPA LETTORI

 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2nomadi50cile54m12ps12maremontyAlfe0Sassar0liiltuocognatino2BiSa62NonnoRenzo0mvgallinemexirupigottobre5amorino11
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« La sera, dopo 3 giorni d...Il problema non è tanto ... »

Ecco tre, tra i tantissimi, errori giudiziari ignoti. Tre storie di ordinaria ingiustizia che hanno coinvolto comuni cittadini.

Post n°7178 pubblicato il 16 Dicembre 2012 da cile54

Tre errori giudiziari, tre storie di ordinaria ingiustizia

Pasquale, 46 anni, incensurato. All’alba del 26 maggio del 2010, viene arrestato perché accusato di violenza sessuale e riduzione in schiavitù.

Per otto giorni sarà detenuto nel carcere di Cassino, poi passerà il resto della sua misura cautelare chiuso in una cella del carcere Rebibbia di Roma con altre sei persone. Il 14 marzo del 2011, dopo circa un anno, il Gup del Tribunale di Roma lo assolve per il reato di riduzione in schiavitù, ma lo condanna a 5 anni e 4 mesi per il reato di violenza sessuale. Il 17 gennaio del 2012, la Corte d’Assise d’Appello di Roma assolve Pasquale “per non aver commesso il fatto”. Pasquale viene liberato dopo un anno e 4 mesi di misura cautelare in carcere.

Luca, 20 anni, incensurato. La mattina del 26 giugno del 2008 viene arrestato perché accusato di concorso in omicidio. Sarà prima detenuto nel carcere Marassi di Genova, poi nel carcere di San Remo ed infine del carcere San Vittore di Milano. Il 23 giugno del 2009, il Gup del tribunale di Genova lo condanna a 10 anni di reclusione. Condanna confermata, il 18 giugno del 2010, dalla Corte d’Assise d’Appello di Genova. Il 5 luglio del 2011 la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna, rilevando gravi vizi della motivazione. Il 16 ottobre del 2012, la Corte d’Assise d’Appello di Genova assolve Luca “per non aver commesso il fatto”. Luca torna in libertà dopo 4 anni e 4 mesi di misura cautelare in carcere.

Roberto, 65 anni, incensurato. Il 27 settembre del 2007, alle prime luci del mattino, viene arrestato perché accusato di associazione mafiosa finalizzata all’insider traiding. Verrà portato nel carcere Regina Coeli di Roma, poi nel carcere di Lanciano ed infine nel carcere Rebibbia di Roma. Nel luglio del 2008, la VI sezione della Corte di Cassazione annulla l’ordinanza di misura cautelare in quanto dalle intercettazioni effettuate non emergono gravi indizi di colpevolezza. Decisione che viene disattesa sia dal Tribunale della libertà che dalla II sezione della Corte di Cassazione che invece confermano la misura. Il 14 gennaio 2009 inizia il processo di primo grado. Processo che durerà 4 anni. Il 23 novembre 2012, il Tribunale di Roma assolve Roberto “perché il fatto non sussiste”. Roberto viene scarcerato dopo 2 anni e 8 mesi di misura cautelare in carcere.

Ecco tre errori giudiziari ignoti. Tre storie di ordinaria ingiustizia che hanno coinvolto comuni cittadini. Cittadini che prima sono stati messi in carcere e che dopo anni sono tornati in libertà perché riconosciuti innocenti. Tre fra tanti errori giudiziari ignorati, che sono la dimostrazione del collasso in cui versa il processo penale. Un processo dove la carcerazione preventiva è prassi, e dove la valutazione della prova è spesso accadimento secondario e non centrale del dibattimento. Insomma, le due premesse essenziali perché il processo produca ingiustizia e non giustizia: il carcere per l’innocente. Esattamente ciò che accade oggi.

E infatti queste tre storie sono la realtà della nostra Giustizia penale (se ancora si può chiamare così). Una Giustizia che si manifesta oggi solo attraverso l’applicazione della misura cautelare: la detenzione prima del giudizio. Misura cautelare, e non il processo, che è diventata indebitamente la fase centrale di questo cosiddetto giudizio penale. Misura cautelare, basata sui gravi indizi e non sulla colpevolezza accertata dopo un dibattimento processuale, che viene fatta scontare in carceri a dir poco vergognose e che è peggiore della tortura.

Sì peggiore della tortura. E non solo per il degrado delle galere, ma anche per l’incertezza, e non la certezza, che contraddistingue la fase del dibattimento, del processo. Processo che sostanzialmente non esiste più a causa dei tempi interminabili, quindi ingiusti, e a causa dell’epilogo imprevedibile, quindi evanescente. Ai limiti della casualità. È il caso, e non l’applicazione ferrea del diritto o la valutazione rigorosa della prova, che fornisce una risposta di giustizia ai tanti cittadini in attesa di giudizio. È il caso, e non la regola generalmente applicata, che, pur tardivamente, svela l’errore. Già il caso. Il caso di imbattersi in un giudice capace di affermare la verità dopo anni di misura cautelare, certificando così un errore che si poteva e che si doveva evitare prima. Questa è la Giustizia di oggi. Auguri.

Riccardo Arena

http://www.osservatoriorepressione.org/

 da www.ilpost.it

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

--------------------------

www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963