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Ilaria Cucchi "fratello mio noi non ti abbandoneremo, troppi si riconoscono in te ed in quel che ti è stato riservato"

Post n°7188 pubblicato il 20 Dicembre 2012 da cile54

Com’era “normale”, Stefano

Zombie, morto che cammina, tossico morto di fame. Quanti luoghi comuni soccorrono coloro che ricorrono al pregiudizio per giustificare o nascondere imbarazzanti responsabilità.

Non vi è assistente sociale o psicologo o operatore dei servizi sociali che non inorridisca a tanto pressappochismo svilente e riduttivo. Tutti sappiamo che Stefano era stato prigioniero della cocaina. Tutti sappiamo che questa è una dipendenza occulta per massima parte, fino a quando non si manifesta in modo eclatante. Tutti sappiamo che Stefano, in quegli ultimi anni, ha condotto una vita assolutamente normale, della quale vi è ampia ed incontestabile documentazione.

La Corte si é stancata di vedersi sfilare davanti impiegati comunali, medici, parenti ed amici, famigliari, baristi, benzinai, istruttori e compagni di palestra, finanche gli stessi carabinieri che lo arrestarono quella notte, e tutti a dire la stessa cosa: “stava bene, era molto magro, non aveva segni, era tranquillo, stava bene.”

Ma per alcuni lui sarà sempre un tossico, zombie, morto che cammina, addirittura malato di Aids!!!

Questo perché? Per rendere tutto più accettabile… In fondo in fondo, visto quel che era, se l’è cercata… Chissenefrega… se la giustizia lo ha liquidato come albanese senza fissa dimora, chissenefrega se quel 16 ottobre 2008 giudici e PM non si sono accorti di aver davanti una persona che solo il giorno dopo sarebbe stata in pericolo di vita, ma per carità, sempre per colpa sua!

E basta! La si smetta di indignarsi per Stefano Cucchi, albanese senza fissa dimora spacciatore e tossico. Per lui come per tanti altri solo il carcere come discarica sociale. Il resto sarebbe troppo. Con tutti i problemi economici che abbiamo!

Ciao fratello mio… noi non ti abbandoneremo perché tanti, troppi, si riconoscono in te ed in quel che ti è stato riservato.

Tua sorella

19/12/2012

Fonte: http://www.huffingtonpost.it

 
 
 
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